lunedì 31 dicembre 2018

Burkina Faso: altra quotidianità



Lunedì 24.XII.18

Oggi nessuna attività didattica.
Guardiano in libera uscita.
Bruna impegnata in commissioni personali è uscita prima delle 8 del mattino.
Ad un certo momento ho sentito qualcuno al cancello che avrebbe voluto entrare; ho interrotto contro voglia la mia attività in corso perché qui è un continuo e quando ho aperto lo spioncino al di là ho visto Inoussa: mi sono chiesto cosa volesse così ben abbigliato.
Stava cercando Bruna per parlarle; non ho indagato oltre e l'ho fatto accomodare spiegando che io ero impegnato e che non sapevo a che ora lei sarebbe rientrata.
Il tempo passava e lui se ne stava seduto tranquillo; verso mezzogiorno è arrivata anche Bea per farmi vedere che aveva risolto il contenzioso con la società dell'acqua potabile: è stato allora che l'ho informata che nel pomeriggio sarebbe stata intenzione mia e di Bruna di affrontare l'argomento chiosco/maquis per cercare di pianificare un miglior futuro all'iniziativa.
Essendo lei priva di carica telefonica le ho allungato il mio telefono per mettersi d'accordo con maman Bruna, ma visto che maman sembrava essere sulla via del ritorno sia Inoussa che Bea hanno pensato di attendere.
Al momento giusto si è scoperto che Inoussa aveva un discorso personale da esporre e pertanto Bruna non ha perso tempo a spiegare che qui trattiamo esclusivamente argomenti che riguardano BnD ed i progetti, non le situazioni personali.
Durante il pomeriggio l'incontro con i due è ripreso, ma si è interrotto all'arrivo di un motociclista di Carpi: egli era informato di Garage Italia e voleva salutarci, ma essendo in carenza di moka caffe italico da qualche tempo qui ha potuto sorbirne un po': bello vedere due moto italiche con targhe diverse momentaneamente sotto lo stesso tetto africano!
Questo è un motociclista solitario che ha avuto la buona sorte di poter dismettere le attività professionali presto e di scegliere di condurre una vita diversa: quella che lo conduce a vivere in sintonia con la sua moto sulle varie strade del mondo.
In serata ristorante cafe ONU dalle parti dell'aeroporto (non serve la birra e questo è un fatto negativo più per Bruna che per Fulvio); al rientro compensazione con cantucci + poponette* + sesame* e birra fra le mura domestiche (*ndr.: dolcetti locali).


Martedì 25.XII.18

La giornata è iniziata con una buona azione: Martin da qualche tempo non dispone di un telefono e aveva chiesto l'aiuto di Bruna per averne uno.
Io avevo portato qui il mio LG smartphone ormai in disuso proprio per lasciarlo a qualcuno: automatica è stata la scelta di donarlo allo sfortunato ex allievo.
Quindi prima di metterci in route per la casa di Sama dove eravamo stati invitati per il pranzo abbiamo effettuato una sosta a casa di Martin dove al momento del nostro arrivo si è schierata una buona parte della famiglia, escluso le vieux che non c'era.
Bruna aveva provveduto all'acquisto di una sim card ed io ho spiegato a Martin le funzioni essenziali dell'apparecchio; dopo le strette di mano incrociate con tutti Martin ci ha ringraziati nel suo stile acquisito con la malattia.
Quindi abbiamo proseguito verso la Maison des Artisan per Bruna alla ricerca di regalini per gente di una famiglia africana che sta in Italia in situazione di disagio, mentre Fulvio e me si stavano osservavando le offerte dei pochi artigiani presenti: abbiamo visto delle cose interessanti, magari ci farò un giro con calma prima di lasciare.
Con una certa difficoltà abbiamo poi raggiunto la casa di Sama. Eravamo in perfetto orario se nonché arrivati a Notre Dame de Yagma, una enorme chiesa circondata da un ampio terreno in quell'orario assolato e non frequentato (piena brousse) Bruna ha cercato di oltrepassare un cancello oltre il quale, con poca strada ancora, saremmo arrivati.
Il cancello era invece chiuso con un robusto lucchetto e in giro non c'era nessuno che avrebbe potuto aiutarci; quindi siamo tornati indietro sino al goudron principale e da li avremmo dovuto intercettare una strada rouge indicata da Sama.
Individuato il cartellone di riferimento ci siamo immessi su una rouge particolarmente dissestata sulla quale Bruna ha dovuto procedere molto lentamente per ridurre al minimo i fastidi alla sua schiena. Nel frattempo Sama ci era venuto incontro senza individuarci e quindi andando oltre; solo dopo plurime telefonate ci ha raggiunto per guidarci alla meta.
Lì abbiamo trovato un bel banchetto preparato in famiglia: in queste occasioni viene cucinato in abbondanza perché qualsiasi vicino arrivi può godere del cibo.
Noi abbiamo consumato il pranzo seduti sui divani: verdure cotte e crude, riso, capra arrosto, pollo arrosto, fagiolini in umido, patate fritte, cous cous e altro non ricordo.
Noi avevamo portato delle bibite e dei dolcetti.
Verso la fine si è presentata una signora appartenente alla locale associazione di donne che io ho subito riconosciuto salutandola con i quattro baci passando da una guancia all'altra: mi ero rivolto a lei in francese e solo dopo ho saputo che non lo parla, ma sicuramente qualcuno le avrà tradotto ciò che le stavo dicendo avendola riconosciuta.
In serata pensavamo di effettuare una cena pseudonatalizia a G.I., ma nessuno aveva voglia di mangiare ancora.
Così ho preparato una macedonia con la frutta a disposizione: banane, papaia, grande mandarino.
Achille è passato al momento giusto per condividere con noi la macedonia + il panettone Melegatti portato da Fulvio + uno spumante lasciato qui da qualcuno nel tempo che non lo ha certo migliorato.
Verso la fine ho sottoposto ad Achille una serie di domande che avevo in mente nell'attesa di trovare un interlocutore adatto, ricevendo le risposte elaborate sulla base del suo punto di vista.
Dopo il commiato non ci è rimasto che allettarci con la finestra aperta.



Mercoledì 26.XII.18

Bruna ha ritentato in primissima mattinata la buona sorte cercando di ottenere il risultato che l'altra volta non era riuscita a raggiungere, mentre io mi sono dedicato ad operazioni varie qui con gli allievi.
Poi si sono succeduti prima Roland l'informatico e poi il saldatore della plastica per il lavoro inerente alla carrozzeria; quest'ultimo è arrivato accompagnato da Moustapha ed io inizialmente non avevo proprio capito chi fosse. 
Solo dopo mi sono reso conto che era venuto a ritirare i soldi per effettuare gli acquisti del materiale inerente alla nuova offerta formativa.
Arrivato l'orario di chiusura delle attività si è trattato di pensare alla cena, quella che non si era consumata la sera prima.
Mentre io mi sono dedicato alla cottura della carne utilizzando gli utensili a disposizione della casa (scarsi), Bruna si è messa a preparare dei crostini a base di Avocado, aglio e pomodoro. Quando la carne di capra a la planche è stata ritenuta cotta Bruna ha preparato anche delle patate di accompagnamento, mentre Fulvio era impegnato a selezionare i migliori scatti fra le migliaia di foto scattate ultimamente.
Al momento giusto ci siamo messi attorno ad un tavolo del salone accompagnando il cibo con un Brunello di Montalcino di ottima qualità, fresco di lascito da parte dei Senesi incrociati al momento del mio arrivo.
Dopo cena ci siamo concessi un film islandese appartenente alla collezione di Fulvio, persona che ama particolarmente l'Islanda: ho trovato interessante ed essenziale sia la trama che la recitazione.


Giovedì 27.XII.18

Prima operazione della giornata: accompagnamento di Fulvio sullo stradone per Koubri alla ricerca di un BusBrousse per tale destinazione.
Obiettivo: riprendere immagini fotografiche delle ultime prove prima dell'inaugurazione de Il Festival de La Lune du Sahel organizzato da Watinoma,
Al rientro mi sono fermato all'incrocio dove si affacciano sia Le bon samaritaine che Le trois amis, i due supermercati gestiti da libanesi dove preferisco servirmi. Davanti a le trois amis ogni giorno apre il proprio tendone un gruppo di venditrici di frutta e verdura di buona qualità: questo è il motivo per il quale quest'anno non ho ancora messo piede al mercato rionale poco distante dal luogo dove vivo.
Prima di rientrare ho allungato sulla strada rossa del Golden Beach Hotel dove è appena iniziato il ricollocamento del Maquis Africa Unie (MAU), il posto di lavoro di Bea rimasta sola con Inoussa dopo l'avvio un paio d'anni fa avvenuto con un certo numero di donne.
Prima le difficoltà nell'armonizzare il ruolo di ciascuna di loro nell'impresa, poi lo sfratto da parte dei proprietari dei terreni sui quali avevano scelto di posizionarlo, di fatto questo progetto si è trovato perseguitato dalla sfortuna.
Questa sarà l'ultima volta in cui si aiuteranno i due superstiti; per questo si è preteso che venisse seguita la corretta procedura per occupare un suolo pubblico (sic! Esiste anche in Burkina Faso), procedura del tutto sconosciuta alla coppia di imprenditori.
Eseguite le pratiche burocratiche, depositati gli allegati con relativi bolli, la visita di un responsabile della Mairie dovrebbe chiudere il cerchio con la misurazione del terreno occupato che genererà la tassa relativa da conferire non so con quale periodicità.
Ciononostante Inoussa, fiducioso nell'esito positivo della pratica, ha iniziato dei lavori per i quali BnD gli ha sganciato dei soldi ed io ho deciso che effettuerò qualche visita a sorpresa nel corso dei lavori.
Superato l'Hotel ho cominciato ad esaminare ogni cosa presente ai bordi della strada cercando di evitare lo slittamento nei canions: del MAU nessuna traccia!
Quando stavo perdendo coraggio in quanto mi ero spinto piuttosto lontano dall'Hotel di riferimento e mi trovavo ad approcciare un vasto terreno apparentemente utilizzato come deposito di immondizie mi sono visto affiancare da una mobilette dalla quale qualcuno stava dicendo: mon papa.
Ebbene, era Inoussa seguito da un mototriciclo recante materiale: dopo pochi metri infatti era visibile il Kiosko.
Mi sono fermato quanto bastava ad infondere nuove energie nella realizzazione dei lavori e poi sono arrivato a GI in tempo per affidare Renault Megane Scenic alle cure di Omar, il meccanico "vero" con il quale ero in contatto già tre anni fa attraverso Eugenio: l'accordo è di procedere passo dopo passo per cercare di risolvere i problemi evidenziati dal malfunzionamento del motore senza dover spendere importi insostenibili per una vettura destinata alla vendita a breve.
Nel frattempo è arrivato Nicola, il compagno di Enrica, persona che era stata qui come volontaria qualche mese fa: si è subito interessato sullo stato di salute di Martin.
Prima di arrivare si era dato da fare con il Meyer a Firenze per cercare di uscire dal buio circa la malattia del ragazzo: è venuto portatore di una cura a base di cortisone che dovrebbe dare buoni risultati.
Pertanto sono stati esaminati tutti i papiri indicanti le cure assegnate dai vari medici in BF. Così facendo è stata identificata la presenza del cortisone: quindi i punti di vista concordano.
Fra una cosa ed un'altra avevo chiesto a Moustapha di effettuare delle verifiche con il rilevamento dei tempi relativi allo smontaggio e al montaggio motore da parte dei ragazzi: lui aveva detto che lo avrebbe fatto nell'anno entrante, ma io avevo insistito affinché si facessero prima della fine di quest'anno.
Al mio rientro ho constatato che le operazioni erano in corso e che c'erano già dei tempi di tutto rispetto.
Sono andato a recuperare nel blog i risultati conseguiti il 31.12.2015 dagli allievi di allora per metterli a confronto: alcuni ragazzi del corso attuale, ragazzini rispetto a quelli di allora, hanno fatto meglio!
Oggi è prevista la visita di Roberto (Legamondo) + Lucia + Renato (docenti universitari in quel di Pisa e viaggiatori solidali), persone venute dall'Italia incuriosite dai progetti BnD presenti sul territorio. 
A causa del ritardo sull'arrivo della loro vettura sono poi arrivati qui alle 11.30 circa, giusto in tempo per conoscerci, rispondere alle prime domande, mettere giù un programma di massima e quindi pranzare tutti assieme con il cibo fornito dalla signora che apre il suo ristorante di strada proprio di fronte a noi ogni giorno verso le 12.30, lo stesso che fornisce i pasti ai ragazzi.
Nel pomeriggio prima ci ha lasciati Nicola e poi noi abbiamo fatto la spola fra il Cyber in fase sempre più avanzata di allestimento, il Restaurant Africa Unie (RAU) ed il Maquis Africa Unie (MAU) suscitando interesse ed ammirazione nel gruppetto.
Domani giornata più impegnativa.


Venerdì 28.XII.18

La visita alla miniera di Pissy è stata pianificata con Jean Raymond, lo psicologo che presta servizio anche per noi, nonché animatore di una Associazione che opera a favore dei bambini dei minatori della miniera a cielo aperto che, in centro di Ouagadougou, produce ghiaia partendo da lastre di granito estratte a suon di martellate dal terreno.
Altri hanno scritto meglio di me su questo argomento e pertanto sarò essenziale, ma rimando chi interessato a saperne di più al seguente link: 

https://left.it/2017/12/26/dentro-la-cava-di-pissy-miniera-del-diavolo/

Attualmente ci lavorano circa 5.000 persone, ognuna con il proprio ruolo.
All'uomo sono riservate la maggior parte delle mansioni: dallo scavo all'estrazione con l'ausilio del caldo generato da copertoni dati alle fiamme a livello – 50 metri, quindi inquinamento provocato in vari modi a livelli logaritmici. Sminuzzamento delle pietre per ottenere ghiaione, ghiaia, sabbione (lavoro in parte condiviso dalle donne a livello Zero).
In esclusiva riservato alle donne la salita dal fondo con i pesi portati sulla testa, spesso con marmocchio sulla schiena.
Di bambini se ne vedono ovunque, specialmente in questi giorni in cui le scuole sono chiuse.
Pur essendo accompagnati dallo psicologo e da almeno altri tre appartenenti all'associazione, eravamo comunque gli unici bianchi in un ambiente degradato dove si svolge un lavoro durissimo: io mi sono sentito presto a disagio, oltre che di impedimento alle donne in risalita su un sentiero ripido e sdrucciolevole da loro percorso ENNE volte al giorno con le ciabatte ai piedi: in questo ambito sicurezza zero!
Ad un certo punto della discesa Bruna ha lasciato, poi è stata la mia volta di abbandonare, seguito da Roberto e poco dopo dai due dotati di cannoni fotografici scesi ulteriormente: a parte la tossicità dell'ambiente, io ho anche somatizzato la situazione da zombi alla ricerca di un girone dantesco accusando un malessere generalizzato.
A quel punto, tutti in superficie, ci siamo recati a visitare il complesso delle scuole realizzate con l'aiuto in particolare di italiani; molto ha fatto la ONLUS creata da Fabrizio Meoni quando era ancora in vita. Dopo la sua morte, avvenuta durante la Paris-Dakar del 2005 in Mauritania, la ONLUS ha continuato la realizzazione delle iniziative impostate da quella persona che è stato un grande uomo ancora prima di essere stato il grande campione che è stato Fabrizio nel settore motociclistico.
Oggi si potrebbe dire che è stato un Campione di Umanità senza darlo a vedere.

Provato dalla visita mi sono staccato dal gruppo italico per rientrare a GI dove stavano continuando le verifiche smontaggio/montaggio cronometrate: una volta concluse e messi i risultati su un foglio Excel ho avuto un incontro con Moustapha e Bea in qualità di “interprete”.
Una buona parte dei ragazzi ha appreso bene, ma una minoranza, quasi esclusivamente rappresentata dai più grandi, è sicuramente in ritardo: perché?
Perchè i piccoli sono più attenti mentre gli altri non stanno concentrati, come dire che sono un po dei fannulloni.
Ho girato il foglio Excel sia allo psicologo che all'educatore: ne parleremo presto.
Intanto l'educatore ingaggiato per il lavoro di carrozzeria ha portato tutto il materiale idoneo a cominciare l'attività a partire da domattina.
In serata ci siamo ritrovati con i nostri visitatori al ristorante Le Jardin Africa Unie o dell'Unité Africaine dove ho ritrovato Gerard, l'ex allievo cresciuto in tutti i sensi ed oggi diventato un bel ragazzone.
La cena è stata soddisfacente e, nel lasciarci per l'appuntamento di domani, ho invitato Gerard a GI per domenica: sono curioso di apprendere nei dettagli come sbarca il lunario.

Sabato 29.XII.18

Oggi ci spetta una giornata impegnativa fatta di un itinerario nella brousse con il gruppo italico: primo stop a Nagreongo per visita alla scuoletta di Bruna + camminata sino alla pozza dei “caimani”/coccodrilli poco lontana da lì – secondo stop a Koulbila dove fu relizzato nel 2004/6 un college e recentemente una foret: ci è stata presentata la richiesta di ulteriori aule per implementare la possibilità di accesso agli studi a fasce di età oggi non previste – terzo stop a Ziniaré, località che diede i natali a Blaise Compaoré - l'ex capitano dell'esercito di religione cattolica che, dopo aver eliminato Thomas Sankara, ha tenuto in mano il paese per quasi trent'anni - dove ci siamo fermati prima in un ristorante ***Michelin per poi cercare una Suora appartenente all'Immacolata Concezione destinataria della consegna di medicinali ad indirizzo oftalmico da parte di Renato e Lucia – quarto stop a Zitenga per un incontro formale con il Capo Villaggio prima di raggiungere la boulangerie dove Bruna ed il sottoscritto siamo entrambi stati accolti come maman e papa al suo interno dove però l'aria era irrespirabile a causa dell'elevata temperatura (tre anni fa avevo cercato di dar seguito ad una richiesta per il reperimento di una impastatrice senza riuscire nell'intento; ora la richiesta è stata ripresentata sperando di riuscire a dare una risposta concreta questa volta) – quinto stop a Laogo/Yanga Village Opera realizzato su progettazione de l'architecte Kéré - http://www.kere-architecture.com/ Burkinabé - stabilitosi in area tedesca dove ha saputo reperire i fondi per realizzare un grande progetto anche dal punto di vista estetico, assai particolare per questi luoghi, consistente nella realizzazione di varie aule scolastiche per i vari livelli di apprendimento dotate di un interessante sistema di copertura tendente ad abbattere le temperature all'interno, nonché di un bell'ospedale ben inserito nella natura.
Si era ventilata l'idea di cenare tutti assieme, ma mentre ci avvicinavamo al luogo dove avevamo lasciato Folgore per un lavaggio a fondo mentre si stava scorazzando per la brousse sull'auto di Sama, ho ritenuto di non essere in grado di sopportare una uscita serale: quindi abbiamo lasciato decadere la cosa con l'intento di metterla in atto a seguire.
La scelta è stata la migliore possibile perché il tempo di rientro si è allungato a causa del traffico esagerato (sabato sera), traffico che con il calar del sole evidenzia vieppiù l'inquinamento entro il quale mi sto muovendo da tre settimane: l'idea di doccia e poi ancora in pista oramai non piaceva più neanche a Bruna e così, con calma, dopo le dovute abluzioni in presenza di acqua corrente (miracolo miracolo), io ho preparato una macedonia gigante e Bruna una frittata con le cipolline e le erbette connesse.
Molto meglio che far cena in un ristorante su strada con tutti gli annessi: noi qui invece accompagnati dalla musica di Debussy per tutto il tempo.



Domenica 30.XII.18

Visita Wilfred quasi inattesa (gli ho regalato una T-shirt con bandiera USA), poi Inoussa e quindi Gerard.
Ho così appreso che lavora presso un patron meccanico dalle parti di Ouaga 2000 ogni giorno domenica esclusa dal mattino prestosino alle 15: da questo mese poi presta servizio per il ristorante dove ci siamo incontrati già per due volte.
Dalla prima attività dovrebbe portare a casa circa Fcfa 12.000 (se va bene) e dalla seconda 30.000: fin dal nostro primo incontro avevo pensato che avrebbe potuto guadagnare di più dall'attività serale, ed ora ne ho avuto la conferma. 
Egli non è dotato di telefono cellulare e così gli ho detto che lo avvicinerò al ristorante per avere l'indirizzo del suo patron dove mi piacerebbe rivederlo all'opera.
Gli ho regalato una camicia Timberland.
Verso sera siamo andati presso Watinoma a Koubri per la serata di chiusura del Festival de la lune du Sahel: abbiamo ritrovato Fulvio sotto attacco da polveri sottili del deserto, quindi costipato non poco e febbricitante, ma con il suo solito atteggiamento tendente a minimizzare.
Ciononostante ad una certa ora si è ritirato perché non era in grado di resistere oltre.
Qui, escluso il palcoscenico, tutto il resto era al buio così come amano le popolazioni di questa parte del mondo: tanta gente della brousse inclusi artisti/musicisti ed artigiani vari con le solite mercanzie in esposizione (belli gli strumenti musicali), banchetti di cibo esclusivamente locale come è giusto che sia, qualche bianco/italico giunto qui perché a conoscenza dell'iniziativa.
Complessivamente ambiente moderatamente effervescente, ma non ho sentito esibirsi nel canto nessuna voce tipicamente africana, di quelle che ti mettono addosso un fremito e ti lasciano qualcosa dentro.




martedì 25 dicembre 2018

Burkina Faso: quotidianità alternativa



Proprio restando qui, durante il pomeriggio di mercoledì ho sollecitato Moustapha a mettere in moto Africa Twin, così come deve ricordarsi di fare almeno una volta a settimana.
Dopo avergli consegnato le chiavi lui ha tolto i lucchetti; con Valeria sorretta dal cavalletto laterale egli ha iniziato a premere il pulsante della messa in moto senza ottenere il risultato desiderato.
Quando ho cominciato a dirgli che forse bisognava inserire l'aria il motore è partito emettendo un rumore rassicurante, quello giusto, quello che un motore emana solo se è in piena salute.
A quel punto ho chiesto di posizionare Valeria sul cavalletto centrale; successivamente ho cominciato ad accelerare apprezzando la sua pronta risposta.
Ma mentre manovravo ho percepito che il motore stava perdendo la sua allegria ed in un battibaleno si è spento.
Ogni tentativo di riavvio è risultato nullo; ho notato sia che il pulsante non dava nessun impulso al motore di avviamento sia che il quadro delle spie ora ne presentava solo due accese ed entrambe di colore rosso.
Ho immaginato si fosse inserita erroneamente una levetta di esclusione della corrente, ma non ho visto nulla.
Moustapha, che aveva ricevuto direttamente da Antonio tutte le istruzioni, stava entrando in una crisi di panico mentre io pensavo: bello ricevere in dono una moto arrivata direttamente dall'Italia via strada dopo aver percorso oltre 7.000 km. senza aver mai accusato un problema per poi trovarsela qui bloccata senza sapere cosa fare.
Moustapha è un maliano che parla il francese più che altro per la sua forza di volontà e va già bene che parla il Moore; asserisce e sorride spesso quando gli parli, ma nell'85% dei casi non capisce.
Essendomi reso conto che anche con Antonio probabilmente la comunicazione fra di loro è avvenuta secondo queste regole, contando di trovare connesso l'amico Senese, ho cominciato ad informarlo su quanto stava accadendo.
Immediatamente sono arrivati via etere tutta una serie di consigli sul da farsi, compreso quello inerente alle centraline poste sotto la sella: una per cilindro.
Li per li mi è sembrata una pista da esplorare e pertanto ho chiesto che venisse smontata la sella: operazione semplice e veloce, ma ho subito intuito che il problema nasceva altrove.
Altri scambi via messanger si sono susseguiti: in uno di questi venivo informato che la pedivella del cambio spesso non rilevava la posizione neutra e pertanto, in mancanza del corretto consenso, specie se la moto si trova sul cavalletto centrale, si interrompe il passaggio dell'elettricità.
Con tutti i ragazzi posizionati attorno a Moustapha, a me e a Valeria, ho chiesto di toglierla da quella posizione per rimetterla sul laterale; contestualmente ho sfiorato con le dita la pedivella e, come per magia, tutte le spie hanno ripreso i loro colori, inclusa quella recante il segnale verde attestante il fatto che il motore è in posizione neutra.
A quel punto ho sfiorato anche il pulsante dell'avviamento e subito il motore è tornato a ruggire: chissà che interpretazione avranno dato i giovani allievi al risultato ottenuto dall'anziano bianco che si ritrovano fra i loro piedi oramai già da due settimane!
In tutto questo andare avanti e indietro fra l'interno e l'estero alla ricerca della centralina che Antonio ha lasciato come ricambio in dotazione, Moustapha mi ha fatto vedere dove aveva collocato il tutto donato dal team di “progettofolle03”: un sacco di roba, ma non organizzata e priva di inventario.
Ho passato un sacco di tempo ad esaminare ogni cosa, ma della centralina che avrei dovuto trovare in una scatola nera contraddistinta dal marchio Adige nessuna traccia.
Esattamente come ai tempi della Toyota 4Runner: accidenti!
Constatare che il lavoro educativo di allora è andato disperso tanto in fretta è scoraggiante, ciononostante alla fine ho stilato un duplice elenco, uno per contenitore, e poi ho fatto riporre il tutto a magazzino proponendomi di riprendere la questione alla prossima occasione settimanale, sperando che nel frattempo la mercanzia accumulata in attesa dell'avvio del Cyber possa trovare la sua giusta collocazione onde poter agire con maggiore facilità nello spazio attualmente reso angusto da quella presenza.
Da che sono qui la mia RAM ha iniziato a recuperare dati che avevo volutamente resi dormienti: si tratta di esperienze passate, di considerazioni elaborate, di motivazioni di decisioni prese, tutta roba che se avessi recuperato prima non so se mi sarei tuffato ancora da queste parti.
La vita è difficile comunque, sia che tu sia attivo o passivo, sia che tu indirizzi in buona fede i tuoi sforzi da una parte come dalla parte opposta, e forse tutto questo vale ovunque, non solo in Africa.




Nella giornata di venerdì si sono succeduti tanti incontri che hanno generato tante parole: sui fatti si vedrà.
Con Jean Raymonde lo psigologo ho parlato di certe dinamiche riscontrate fra gli allievi, dell'incompletezza dei dati recepiti e della necessità di addivenire presto a chiudere il cerchio sulle visite mediche individuali; con Basil ho cercato di capire a cosa si riferissero le continue sue scritture sul p.c.: spesso l'ho trovato seduto all'esterno con il portatile sulle ginocchia e le dita sui tasti.
Ora so che, seguendo uno schema in dotazione all'Action Sociale, redige dei verbali, spesso con delle parti ricorrenti che sono come un copia e incolla, immagino assai utili alla Direzione, anche se sono convinto che più burocrazia c'è in un paese meno sono considerati i contenuti delle relazioni quotidiane.
Con Roland ancora tutto fermo circa lo spostamento del materiale Cyber: là manca il guardiano ed egli non vuol rischiare un furto facilitato da ciò!
Nel primo pomeriggio è rientrata Folgore recando con se anche quattro ospiti imprevisti oltre a Bruna e Fulvio: era giusto il momento in cui i ragazzi stavano avendo la lezione di informatica e pertanto nel salone si è creata una certa confusione con tutte quelle presenze umane e i bagagli a terra.
Fra i ragazzi ne ho visti un paio andare spediti, qualcun altro più “riflessivo” ed uno fermo all'età della pietra: ci sta! Si tratta di un ragazzino molto giovane e ne posso immaginare il background. In ogni caso anche quelli più bravi non avevano controllato ciò che avevano scritto e quindi ho voluto segnalare loro qualche particolare da migliorare.
Nel frattempo è arrivato Abass l'artista, del tutto inatteso: aveva con se i filtri Megane Scenic che Davide si era scordato di portarmi e il lavoro per me completato.
Prima di esaminarlo gli ho chiesto se sarebbe in grado di dare ai ragazzi anche un minimo di formazione nel disegno tecnico e lui si è detto disponibile. Bruna mi ha pregato però di non distogliere i ragazzi dal lavoro che Abass sta già facendo con i ragazzi e pertanto gli proporrà un'ora aggiuntiva alla settimana della quale mi farò carico personalmente del risvolto economico.
Ritiratici in cucina egli ha tolto da un sacchetto di plastica i lavori eseguiti dopo essere stati concordati, spiegati, rispiegati e ancora spiegati con preghiera di chiamarmi per qualsiasi dubbio.
Risultato: un disastro! Tale da pensare seriamente di essere al cospetto di un incapace. Queste persone hanno l'abilità di guardarti dritto negli occhi mantenendo un atteggiamento di grande rispetto nell'interlocutore il quale è spesso indotto a dare la propria fiducia sotto la spinta di un sentimento di simpatia e solidarietà.
Quindi mi addosso la maggior parte della responsabilità su quanto accaduto, ciononostante non sono venuto qui per sprecare denaro affidando ripetutamente lavori a chi non è competente in materia: la lezione credo di averla capita.
Ho dato credito a quanto mi veniva raccontato da Abass esclusivamente perché ero partito dall'Italia con l'idea di trovare una soluzione africana alla sistemazione della camera matrimoniale mansardata nella nuova edizione e il fatto che l'artista avesse bisogno di lavorare mi ha dato la spinta a conferire l'incarico senza aver visto nessun Batik da lui realizzato: infatti a casa sua mi aveva fatto vedere le opere cervellotiche da lui ideate, opere che qui pare stiano incontrando il successo e che a me non avevano comunicato grandi impressioni.
Quindi la regola è: far fare a qualcuno quello che sa fare e che è possibile prima verificare; non farsi prendere dal “buonismo” a meno che non si percepiscano nell'individuo capacità inespresse sino a quel momento, tali da offrire una chance.
Purtroppo l'uomo non sa leggere e forse nemmeno scrivere, ha difficoltà a riconoscere i numeri, avendolo lasciato libero di esprimersi mi aveva già dato segno dei suoi limiti artistici, ciononostante ho voluto continuare a pretendere che fosse in grado di riparare agli errori commessi.
Invece a quelli se ne sono aggiunti altri; a questo punto la sua espressione contrita mi fa meno effetto dopo che gli ho già messo in mano 115.000 Fcfa nell'attesa di veder completata in qualche modo la sua opera.
L'avevo già pensato e ne ho avuto la conferma: se ti capita di imbatterti in qualcosa che ti interessa, che ti piace, che è già pronto lì, allora e solo allora, dopo un'ulteriore riflessione, non ti resta che trattare ed eventualmente acquistare.
A meno che non si tratti di un artista con comprovate capacità; nel mio caso ho invece pagato al prezzo di un artista di comprovate capacità un apprendista alla caccia di una manciata di Fcfa per sopravvivere.
Quando per scusarsi ha fatto cenno alle sue difficoltà non mi è rimasto da fare altro che rispondergli dicendo che la vita presenta difficoltà diverse e di vario genere in capo a ciascuno di noi.
L'ho licenziato facendogli portare vie quanto mi aveva portato con l'idea di chiamarlo nei prossimi giorni pensando di assisterlo nel suo atelier passo dopo passo, ma poi ho maturato l'idea che andrò a trovarlo per recuperare ciò che oramai mi appartiene nello stato di fatto in cui si trova: stop.



Usciti i ragazzi e gli ospiti, Bruna e Fulvio hanno avuto a disposizione tutto lo spazio per sanare la loro fame di connessione dopo i giorni trascorsi in brousse fino a quando, verso le sei di sera, Roland è tornato in compagnia del candidato alla posizione di formatore nel settore della saldatura. Il giovane in questione è stato alle dipendenze di colui che rappresenta la prima scelta per noi, ma che a causa della sua richiesta economica è stato messo in stand by; pertanto mi attendevo un discorso ragionevole visto che Roland gli aveva già spiegato la situazione.
Invece costui, con l'auricolare del telefono pendente da un orecchio, dopo poche nostre domande e risposte, dopo avergli spiegato che si tratterebbe di un impegno sviluppato su due mattinate ed un pomeriggio per complessive 10 ore settimanali, dopo avergli anticipato che l'impegno del capo meccanico è di 34 ore settimanali, ha emesso una richiesta economica pari a quella della prima scelta che in realtà avrebbe fatto qualche ora in più, ma soprattutto pari a quella corrispondente allo stipendio mensile del capo meccanico quando il rapporto fra le ore dedicate dall'uno e dall'altro risulta pari al 29% per il saldatore!
Inutile è stato spiegargli che il lavoro non verrebbe fatto a vantaggio di noi bianchi bensì di suoi giovani connazionali burkinabé: alla luce di quanto emerso l'incontro si è concluso rapidamente con un nulla di fatto.
Così come per l'Africano è difficile capire che un bianco venga qui ad offrire loro qualcosa in cambio di niente, allo stesso modo la loro mente funziona anche nei confronti di altri africani.
Tutti pronti a dire: che bello quello che state facendo qui per noi, ma quasi nessuno parimenti manifesta disponibilità verso i fratelli.
In serata si è deciso di andare a fare cena a La Giardiniere; per l'occasione sono stato delegato alla guida di Folgore, ma appena salito ho visto che oltre all'avvisatore acustico che aveva smesso di funzionare nell'ultimo tratto di strada percorso da Bruna, ben più grave è risultata l'avaria alle luci.
Quindi cambio di auto forzoso: dentro Folgore e fuori Megane Scenic, auto che non avrei più voluto guidare.
Infatti sin da subito ha dimostrato tutti i suoi limiti, limiti che ho cercato di compensare con la mia condotta di guida.
Bruna ha insistito per farmi fare la strada che lei conosce ed io, sotto la sua responsabilità, ho accettato: in realtà ho preferito così perché dopo tre anni raggiungere con il buio e le strade rosse quel luogo non sarebbe stato facile.
Ma anche con le indicazioni di Bruna non è stato facile; quando il buio è vero buio basta poco a non riconoscere un riferimento e a ritrovarsi nei canions cittadini.
Dopo un po' è stato identificato un riferimento certo e quindi si è raggiunto l'obiettivo.
Ho trovato il locale un po' modificato ed il personale cambiato, ma soprattutto Bruna alla fine ha confessato che non sarebbe più tornata lì perché insoddisfatta del cibo, cosi come in precedenza aveva manifestato insoddisfazione del ristorante tanto caldeggiato per la qualità della pizza non più trovata all'altezza alla seconda prova.
Dal ristorante ho chiamato Omar per informarlo che l'indomani gli avrei fatto visita per risolvere i problemi elettrici prima di partire per Koubri: l'uomo si è palesato ancora una volta sveglio e disponibile.
Al ritorno ho imbroccato subito la “mia” strada ed il rientro è stato così velocizzato.




Sabato 22.XII.18
Con la camerata quasi al completo è stata usata A/C durante la notte, notte contraddistinta dai rumori emessi dai vari componenti: immagino di aver contribuito anch'io, anche se quelli personali sono rumori più difficili da identificare, tant'è che io non li ho sentiti.
Sono poi stato l'ultimo ad alzarmi perché gli altri hanno esagerato anticipando i tempi.
Ciononostante prima di andare ho provveduto a delle sistemazioni esterne in funzione dell'inizio delle nuove offerte formative.
Alle 8.30 ero da Omar; stupidamente non mi ero ricordato che per la parte elettrica si avvale di un altro operatore, un tipo di bassa statura, apparentemente molto giovane che quando è arrivato ci siamo reciprocamente riconosciuti.
In pratica è stato più lungo il tempo trascorso nella sua attesa che quello impegnato per le riparazioni: tutto è andato a buon fine e forse alla fine ci stanno anche i 6.000 Fcfa pagati dopo breve trattativa (2.000 il solo fusibile).
Ho preferito rimarcare che oggi stavo accettando l'importo da pagare, ma che in futuro dovrà riflettere bene perché io per lui non sono un bianco, sono un burkinabé.
Sorrisi e strette di mano e poi via per Koubri in mezzo ad un traffico notevole nella prima parte sino al raccordo autostradale.
La giornata non sembra caldissima ma il vento soffia costante ed io so bene cosa vuol dire se ti trovi nella brousse, esattamente dove eravamo diretti.
Prima di entrare a Koubri Fulvio ha identificato il segnale indicante Watinoma (Benvenuto in lingua locale), una organizzazione che ha sede qui, che fa capo a Flora ((Brianza) e Ado (Mossi) e che si occupa della scolarizzazione di oltre 140 bambini sostenuti dall'Italia.
Inoltre dispone di un locale semicoperto adatto ad incontri e dotato di bar, ristorante e qualche camera; in più di un terreno da 20.000 mq dotato di forage + pompa elettrica supportata da pannelli fotovoltaici dove le mamme dei bambini della scuola coltivano prodotti da vendere sul mercato per aiutare la propria famiglia.
Questa organizzazione nei prossimi giorni sarà protagonista di un festival denominato La lune du Sahel e Fulvio è stato invitato per fotografare il backstage dei bambini impegnati in varie coreografie.
Subito siamo stati condotti nell'ambito della scuola dove erano in corso le prime prove dei bambini guidati da due istruttori dal piglio militare: le eseguono sia al mattino che poi al pomeriggio.
Il pranzo si è consumato tutti assieme a base di pollo (brianzolo: Flora è arrivata questa notte da Villasanta) e ignam, il tutto cotto in umido.
Durante il pranzo ho parlato con Ado e lui, persona assai comunicativa nonché personaggio noto in tutto il Burkina per la pratica di una certa musica popolare, mi ha raccontato dei quindici anni trascorsi in Italia facendo il mediatore culturale ed esibendosi artisticamente in varie località.
Via via che si parlava mi è venuto in mente che mio figlio, al tempo delle scuole elementari, quindi parliamo di 25 anni fa, un giorno tornò a casa da scuola entusiasta per la visita alla sua classe di una persona del Burkina che aveva spiegato molte cose del suo paese, in particolare in campo musicale.
Quando ho posto il quesito specifico è emerso che al 90% potrebbe essersi trattato proprio di lui! Dopo aver chiesto ad Ado se anche nei tempi trascorsi in Italia avesse avuto i capelli tipo Rasta come adesso ed averne avuto conferma, allora ho chiesto a mio figlio se si ricordasse dei capelli di quella persona. No, lui non se lo ricorda questo particolare, ma anche così, con un margine di incertezza, questa è una storia che mi è piaciuta subito.
Successivamente sono stato accompagnato a visitare l'orto dove erano all'opera diverse mamme dei ragazzi; a seguire ho voluto raggiungere il monastero benedettino di Koubri dove tre anni fa avevo conosciuto Soeur Bernadette, un'anziana esperta di radici ed erbe nonché depositaria della scienza sulla spirulina, altro prodotto sviluppato in loco attraverso l'utilizzo di una particolare piscina in quanto la piccola alga vive bene in acqua limida sempre in movimento.
Ne era nato un simpatico rapporto: io la chiamavo Soeur Marketing per la sua spiccata capacità commerciale e lei, sin da subito, era tutta contenta di questo soprannome.
Prima di lasciare il Burkina ero andato a salutarla; le avevo lasciato tutti i miei medicinali ed anche degli attrezzi medici destinati alla maternità da loro gestita.
In quell'occasione mi aveva anticipato una sua puntata in Francia, dalla parte di Parigi, per cure mediche; era una donna già anziana e non messa benissimo, ma con uno spirito travolgente.
Mi aveva raccontato che quando 60 anni prima era arrivata al monastero, in quella zona giravano ancora indisturbati vari tipi di animali: leoni, scimmie e serpenti.
Successivamente ricevetti una sua email quando si trovava in Francia con l'invito ad andarla a trovare; replicai che non mi sarebbe stato possibile in quanto anch'io avevo qualche problema di salute da mettere a posto.
Da allora non avevo più avuto notizie, ma qualcosa dentro di me diceva che non l'avrei ritrovata: ho saputo da Ado che da qualche tempo quella nobile persona che era stata da viva è entrata a far parte del club dei più.
Inevitabile.
Per tutti arriva quel momento; io stesso mi sento appartenere al numero di coloro che si aggirano fra le rampe di lancio in attesa del proprio momento.
Per questo motivo la visita più che al monastero è stata indirizzata allo spaccio per gustare al volo uno yogurt fresco e acquistarne per casa.
Ho voluto anche raggiungere il lago e cercare di identificare la casa realizzata da Eugene sul terreno che allora avevo visto nudo, ma questa operazione non mi è riuscita.
Ho allora accompagnato Fulvio al Watinoma e ho ripreso la strada del rientro prima che calasse il buio.
A casa Bruna non c'era per accompagnamento di Martin così io mi sono fiondato in doccia per prepararmi all'impegno serale consistente in un invito a cena a casa di Achille che proprio in questi giorni ha traslocato.
Sono perciò rimasto sorpreso nell'uscire dal bagno quando ho visto Marcel; praticamente l'ho ignorato e mentre mi stavo vestendo ho sentito arrivare Bruna.
E' stato inevitabile licenziarlo velocemente per mancanza di tempo: alle 19 Achille sarebbe venuto a prenderci e Achille ha già dimostrato di essere persona precisa.
Abbiamo portato del tonno e del caffe, il primo per inserirlo in un sugo che la moglie di Achille non saprebbe fare ed il secondo come omaggio per la serata.
Dopo le presentazioni con i vari membri della famiglia, una moglie Giselle, una figlia quattordicenne Benedetta, una seconda figlia Gloria e il più giovane Angelo Maximo, entrando ho rivisto la casa che era ancora un cantiere pochi giorni fa, ma ora ci sono le pareti dipinte e fa un'altra impressione.
Molte cose erano già state preparate ma c'era ancora da fare così tutte le donne si sono attivate, e pure io per degli aspetti marginali.
Poi mi sono seduto sul divano con Achille e così ho appreso che stavamo attendendo un suo caro amico sin dall'infanzia, oggi impegnato con un importante incarico al Ministero della Sicurezza Nazionale, e relativa famiglia composta da moglie chirurgo e tre figli, due maschi ed una femmina. Fra questi il più giovane, apparentemente due anni, è sempre stato in movimento e tutti siamo stati attenti a che non combinasse danni.
La pasta al sugo di cipolle, pomodoro, olive e tonno ha avuto successo: pare che la famiglia amica avesse già mangiato a casa loro, ma non si è lasciata fuggire la possibilità di ripetere (il peso specifico del gruppo è sicuramente superiore alla media).
A seguire del buon pollo arrosto e varie crudité condite con italico olio d'oliva precedentemente donato da Bruna. Verso la fine è arrivato anche lo psicologo Jean Raymond che non sapevo fosse amico del padrone di casa: ho saputo così che egli è impegnato anche con i figli dei minatori di Pissy, studenti della scuola realizzata forse da Shalom, ONG toscana di qualità piuttosto attiva in B.F..
Verso le undici siamo stati gli ultimi a lasciare: ho salutato con particolare simpatia la tonda Giselle e la grande lavoratrice Benedetta.


Domenica 23.XII.18
Mattinata sotto l'influsso dell'Harmattan, il vento polveroso che mi toglie la voglia di uscire: per ben due anni, una volta qui ed una volta in Senegal, in questo stesso periodo dell'anno ne ho sofferto le malevole conseguenze.
Quando Marcel ha fatto capolino senza essersi preannunciato, come è consuetudine da queste parti, sia io che Bruna eravamo impegnati sui nostri rispettivi p.c.; Bruna però ha interrotto la sua attività per prestare ascolto al Presidente AJUDS chiedendomi se anch'io potessi unirmi a loro.
Premesso che nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto via email un Projet de Formation et de Sensibilisation sur l'immigration, me lo ero letto sino in fondo sviluppando delle mie considerazioni in merito, considerazioni che sostanzialmente sono poi le seguenti:
  1. non voglio farmi prendere nella rete fatta di parole con la quale è stato scritto questo progetto, forte della esperienza maturata a fronte del progetto informatico dalla stessa organizzazione presentato tre anni fa;
  2. Anche allora come adesso sembrava che fossero già stati coinvolti enti statali e sponsor di nome, ma ciò era solo scritto nel preambolo. Si è trattato di intenzioni rimaste sulla carta;
  3. Inoltre la finalità del progetto informatico erano chiare e in parte raggiungibili anche da una piccola organizzazione volenterosa come AJUDS, mentre quelle del progetto attuale mi sembrano confuse e non alla portata di chi le propone.
Senza dilungarmi oltre penso che non parteciperò il giorno 11 e 12 gennaio in qualità di “formatore”come vorrebbe AJUDS, al massimo potrei fare un intervento mirato.
A differenza di Bruna io ravvedo solo la velleità di questo progetto che prevede da parte dei partecipanti un'iscrizione a pagamento ( Fcfa 25.000: una cosa da ricchi) a copertura dei costi per le pause caffe/dejuné e per i formatori = Marcel Presidente ADJUS, in pratica l'unico ad avere convenienza a che l'evento sia il più partecipato possibile, anche se si ipotizzano massimo 20 presenze.

I temi da trattare sarebbero: Technique specifique de mobilisation des finances pour la creation de la nouvelle entreprise; Investissement rentable et sur; L'éducation financière; La motivation pour faire face aux défis du moment; Les risques de la migration clandestine; Les conditions de vie des migrants en Europe.
Praticamente quasi un master!



Beatrice è da ieri che mi sta cercando sia con passaggi a G.I. che con telefonate: Bruna dice che è molto affezionata a me, ma io ho qualche riserva in merito alla luce del comportamento da lei tenuto nel triennio di mia assenza.
Quando si è fatta viva dopo la cerimonia religiosa domenicale - in quanto appartenente ad una chiesa protestante denominata “biblica”è molto impegnata nei momenti topici, indossava un abito adeguato all'evento al quale aveva partecipato.
Mentre Bruna era in attesa di essere prelevata da Sama si è preparato il caffe e la visita sembrava essere effettivamente solo di cortesia; successivamente la donna ha esordito che avrebbe voluto parlare con Bruna, ma essendo Bruna partita dopo un po' si è decisa a parlare con me.
Quando meno te lo aspetti ti trovi comunque e sempre coinvolto in una storia africana, piena di risvolti e di misteri che te la fanno apparire di difficile comprensione.
In questo caso c'è un pregresso che io avevo smesso di voler accertare, ma che qui riaffiora mischiato con l'operazione di micro credito della quale Bea fu beneficiaria per realizzare il Maquis.
Nei tre anni passati mi ha inviato tanti bei saluti e auguri di eccellenti giornate, ma mai un resoconto, anche approssimativo, sull'attività per la quale era stata aiutata.
Da quando sono arrivato gravita più spesso su Garage Italia e pertanto, fra mezza parola oggi ed un'altra mezza alla volta successiva, mi sono reso conto della situazione fallimentare in cui si trova: a titolo esemplificativo riporto il passaggio successivo.
Avevo prestato dei soldi per l'acquisto di una vacca ad una parente al villaggio, ma poi la vacca è stata rubata e quel bel pacchetto di Fcfa se ne è andato in fumo senza poter più nulla recriminare o pretendere”.
Qui è così; a volte ti vengono fornite notizie parziali solo per non darti preoccupazioni aggiuntive. Questo non è dire menzogne, anche se gli assomiglia molto, è solo segno di grande rispetto per chi ha fatto qualcosa per te e tu non sei stato in grado di corrispondere adeguatamente.
E' emerso che si trova senza acqua dove abita, una piccola corte condivisa con altre tre persone. Nei giorni scorsi le avevo consigliato di verificare il pagamento delle fatture ed ora vengo a sapere che sin dal mese di giugno queste non sono state pagate. Mi ha chiesto di anticipare Fcfa 10.000, ma io non ho voluto darglieli perché non sono riuscito a capire il motivo per cui non si agitano anche gli altri della stessa corte (pare che uno abbia i figli malati, un altro sia senza lavoro etc etc: capisco, sono le solite storie di miseria in cui la sopravvivenza giornaliera è l'obiettivo minimo da raggiungere quotidianamente).
Mi è venuto da pensare che così come molti Burkinabé stanno rientrando dall'Europa, allo stesso modo altri dovrebbero dismettere la città e tornarsene nei villaggi siti nella brousse da dove provengono.
Le ho parlato un po' da padre e un po' da anziano saggio, ma sempre al senso di responsabilità individuale portavano i vari discorsi.
Se non riesci a vivere ai costi di qui prima o poi bisogna sapersi inventare qualcosa di diverso dalla compassione delle persone bianche, per quanto chiamate maman e papa.
Le ho detto che l'indomani avrei voluto parlarle insieme a Bruna in relazione alla imminente riapertura del chiosco/maquis, tanto per capire meglio il livello di affidabilità e quindi se vale la pena per BnD regalare un ulteriore importo destinato alla ripartenza (oramai la terza in ordine di tempo).
Sono giorni questi in cui G.I. rimane chiuso, ma quante piccole rogne ci sono sempre da ascoltare e da dirimere: sembra la vignetta dei Peanuts di Lucy van Pelt “Psychiatric help 5 cent – the doctor is in”.




giovedì 20 dicembre 2018

Burkina Faso: la quotidianità

Martedì 18.XII.18
Consulenza matrimoniale

Questa mattina di buon ora Bruna e Fulvio si sono messi in moto: direzione Nagreogo.
Io avevo in mente diverse cosette da svolgere oggi, ma già prima delle otto mi sono trovato coinvolto all'interno del locale destinato a cucina in una faccenda nella quale avrei preferito restarne fuori.
Essendo che le due persone in questione mi chiamano papa Gaetano, gravitano a GI da tempo, specialmente lei, hanno una certa differenza di età fra di loro (lei deve avere circa dieci anni più di lui), controvoglia sono stato ad ascoltare.
Inizialmente la lei mi ha chiesto se il vestito che indossava fosse “provocante”; ho risposto che no, che lo indossava bene e non ravvisavo alcun difetto, anzi.
Il lui ha aggiunto che la gonna, seppur arrivasse abbondantemente sotto al ginocchio, sulla parte bassa del retro presentava una fessura e quindi, se la lei si fosse inchinata per qualche motivo in avanti, avrebbe potuto destare sentimenti contrastanti negli osservatori.
Ho precisato che il mio era un parere da occidentale e pertanto qui non avrebbe avuto lo stesso valore; partendo da questa diatriba che evidenzierebbe mancanza di rispetto della lei verso il lui, si è rapidamente passati a comportamenti del lui non condivisi dalla lei.
In particolare uno avvenuto recentemente: lui non l'aveva avvisata che sarebbe andato con la mobilette di lei a fare un servizio in orario ormai notturno.
Durante quella uscita il lui è finito fuori strada a causa di un camion che ingombrava la carreggiata oltre il dovuto , ha scassato la mobilette, si è fatto male in più parti del corpo, ha perso il cellulare e, dulcis in fundo, aveva perso il portafogli. Questo gli è poi stato restituito privo però della cospicua somma - per loro - di Fcfa 25.000.
A questo punto la lei se ne è andata affermando che tutto fra loro era finito.
Quando sono rimasto con lui egli, con una intonazione di voce costante dal tono basso, roba da addormentarsi in fretta, ha cominciato a lanciarsi in un discorso a largo raggio affermando che lui è figlio di un capo o vice capo villaggio di etnia Mossi, che lui non mente, che lui è rispettato anche se non ha un lavoro che gli assicuri entrate quotidiane certe, che ha amici che stanno per entrare nell'Armée de terre (non ricordo in qualità di che) e che probabilmente anche lui potrebbe essere ammesso (effettivamente dispone di un fisico da granatiere di Sardegna), che ha viaggiato in molti paesi qui attorno sapendosela cavare in ogni situazione, alcuna anche grave (mi ha fatto vedere che la tibia della gamba sinistra è stata colpita da proiettili), ma che ora non ha più un tetto dove andare a riposare dopo la dichiarazione ultimativa e senza appello di lei.
A un certo punto non mi è chiaro se stesse invocando un mio intervento economico a suo favore, certo è che poco dopo l'ho salutato anche con un certo dispiacere perché mi era sembrato sincero. Gli avevo chiesto quale fosse la sua religione e mi aveva risposto che non è ancora battezzato ma che frequenta la chiesa di lei.
Passato un po' di tempo è arrivata una Signora per consegnare un bel quantitativo di Beurre de Karitè destinato ai ragazzi di Cinema du Desert prossimi al rientro in Italia dopo la missione in Costa d'Avorio: mi sono intrattenuto con costei, ho ricevuto una sua richiesta, ho consegnato i quattrini.
Tutto a posto.
A questo punto appare la lei e non mi dice nulla sullo specifico, ma all'ora del pranzo ho chiesto se fosse veramente finito tutto fra loro due: no, mi ha risposto, la relazione continua come se nulla fosse accaduto.
A volte una consulenza matrimoniale si può fare anche stando zitti!

Mentre gli allievi stavano eseguendo dei disegni relativi alle parti tecniche del motore in maniera un po' approssimativa, ecco arrivare la chiamata di Abbas pronto a raggiungermi con il lavoro eseguito: accidenti che velocità!
A prima vista non sono rimasto entusiasta, ma si tratta sempre di un lavoro unico eseguito esclusivamente per me! Quando però ha voluto controllare le misure mi sono reso conto che la testiera del letto era stata realizzata in maniera accurata.
Per non fargli buttare via un lavoro già eseguito mi sono inventato un altro utilizzo per quel pezzo, previo smontaggio completo e ricomposizione in altro modo.
Resta il fatto che la testiera deve essere rifatta: quindi altri soldi sperando che non vengano commessi errori (ho visto che aveva tanta difficoltà a capire come avrebbe dovuto fare e l'ho invitato a chiamarmi per risolvere qualsiasi problema prima della consegna).
Quando sarò di ritorno in Italia mi piacerà sicuramente di più quest'opera, però vorrò fare un giro al Grand Marché per vedere cosa offre in questo settore e a quali prezzi.

Quando stavo lavorando sui libri dei ragazzi è arrivata la telefonata di Davide di Cinema du Desert: è appena giunto a Ouaga e mi ha chiesto se possiamo incontrarci domani verso sera nel luogo dove lascerà il Camion in custodia.
Certamente, a domani!



Giovedì 20.XII.18
Dopo la telefonata di Davide, martedì sera mi sono messo a cucinare qualcosa con l'intenzione di preparare un sugo a base di cipolla, aglio, pomodori, carota, melanzana, zucchine e olive: tanto per non lasciare troppo a lungo le verdure nel frigo.
In realtà ho capito subito che non avevo tanta voglia di mangiare per cui ho evitato di mettere su la pasta e mi sono accontentato di un po' di quel sugo accompagnato da due uova.
Con una certa difficoltà ho completato la cena; mi sentivo stanco e quindi sono andato a letto prima rispetto al solito, con il conforto di A/C.
Ad un certo punto mi sono svegliato rigirandomi per il letto con la netta impressione di non stare bene; ho guardato l'ora pensando fosse già mattina, invece erano le 00.20 di notte!
Da quel momento ho dormicchiato senza riposare, rigirandomi e sentendo che se mi fossi alzato avrei potuto vomitare.
Forse sarebbe stato meglio, ma la pigrizia mi ha tenuto disteso; solo verso le sei ho fatto una visita in bagno per poi bere qualcosa: avevo la gola secchissima.
Quando mi sono alzato definitivamente dal letto mercoledì verso le 6.30 sapevo già che avrei vissuto una giornata difficile: le avvisaglie sono diventate presto manifestazioni esplicite per cui oramai la situazione si era definita.
Ho pensato a come io sia costantemente attento nell'usare solo acqua imbottigliata e a non prendere nulla che possa arrecarmi danno, salvo il moka caffè che qualche volta è stato fatto con acqua di rubinetto.
Lunedì sera avevo mangiato al ristorante insieme a Bruna e Fulvio, martedì a mezzogiorno avevo consumato riso in bianco con cavolo e fagiolini forniti dal banco su strada di fronte a GI, la sera invece quel sugo con due uova: non riuscivo a identificare la falla nel mio sistema alimentare, ma l'intestino era stato colpito ed aveva reagito (seppure sia da me costantemente accudito a base di lactoflorene più vari tipi di integratori alimentari trovati fra la mercanzia che i volontari lasciano alla fine della loro missione).
Quindi mi sono sorbito un te senza nulla poter ingerire, poi mi sono sdraiato sul letto dormicchiando sino a quando mi sono deciso a misurare la febbre: niente di che, 37.5° nel momento di massima, ma con un cerchio alla testa permanente. Nel pomeriggio ho assunto un beverone a base di zenzero misto a frutti di bosco nel quale ho versato anche della vitamina C che non fa mai male.
Solo la pastiglia di paracetamolo che mi sono deciso ad ingurgitare più tardi ha dissolto il dolore alla testa lasciando fluire un po' di quell'energia che per tutto il giorno non ho avuto.
Messo al corrente della situazione, Davide ha deciso di venire sin qui sia per salutarmi che per accertarsi del mio stato e portarsi via il Beurre de Karité: sempre cordiale e disponibile era in compagnia di Filippo con il quale ha condiviso la missione.
Mi ha ricordato che lo avevo conosciuto una volta che avevo partecipato ad una serata Cinema du Desert vicino a Rovereto, serate organizzate in varie località della provincia di Trento in osservanza agli impegni assunti con uno sponsor locale.
Tutti insieme abbiamo parlato della loro missione dedicata questa volta alla Costa d'Avorio, paese del quale mi hanno parlato molto bene.
In particolare mi hanno detto che nella stessa località marina dove tre anni fa avvenne un attacco terroristico è insediata da molti anni una iniziativa che fa capo al gruppo Abele di Torino, iniziativa che spazia in vari campi e che funziona per la dedizione di una coppia italica che vive in loco: proprio la presenza costante sui luoghi dove si sviluppano progetti fa la differenza, ed io lo so molto bene.
Mi hanno raggiunto utilizzando una Toyota Rav4 di una amica italiana impegnata con un importante incarico all'interno di un progetto della Cooperazione Italiana, ma attualmente non in Burkina; oggi, finito di sistemare camion e attrezzature presso le suore Camelliane, dopo aver offerto al personale dell'ospedale una serata di Cinema du Desert, si recheranno in aeroporto per il rientro a casa con volo notturno Turkish dove Davide, oltre alla compagna, questa volta troverà ad attenderlo anche il piccolo pargolo.
Mi ha confidato che avrebbe voglia prossimamente di vedere un'altra Africa, quella della Namibia e del Sud Africa: per questo pensa di imbarcare il suo gigante a Lomè -Togo per setacciare un'altra parte di mondo africano.
Anche durante questo breve incontro ho avuto confermate le positive impressioni che avevo avuto altre volte: questi sono ragazzi speciali che sanno fare un po' di tutto, che sanno cavarsela in ogni situazione , dotati di una grande capacità di comunicare perché forniti di tanta empatia.
Dopo la loro visita, durante la quale avevo cominciato a sentirmi più in forze, ho deciso di riprendere una alimentazione minima: patate bollite condite con olio e limone + formaggini LaVacheQuiRit – sottotitolo: A Vaca que ri.
La febbre intanto era scesa a 37° e probabilmente la cosa si può dire risolta.
Infatti oggi, anche se non ancora al 100%, sono in grado di riprendere le attività lavorative mettendo il naso un po' qua e un po' là: ho spinto lo psicologo a concretizzare le visite mediche che BnD ha deciso di far fare ai ragazzi, ho verificato con Moustapha la necessità di chiedere ad Abass l'artista di provare ad ampliare il suo discorso indirizzandolo anche al disegno tecnico, ho fatto rimuovere un cadavere di una mobilette che occupava l'ultimo ponte nell'atelier, ho concordato con Roland l'incontro domani con un fabbro esperto per capire se potrebbe diventare il formatore nel settore della saldatura in tempi brevi, visto che i quattrini per questo sviluppo sono stati reperiti.
Inaspettatamente è arrivato Martin, lasciato qui dal vieux, come lui chiama lo zio Pascal presso il quale vive dopo la morte del padre: si è collocato silenziosamente davanti ad un monitor come fa sempre.

Per precauzione oggi resterò tutto il giorno qui affidandomi a qualcuno per piccoli acquisti all'esterno. 


mercoledì 19 dicembre 2018

Burkina Faso: storie correnti

Venerdì 14.XII.18
Qui la sveglia avviene in maniera naturale verso le 5.30, giusto in tempo per pensare di rimanere almeno ancora un'oretta in posizione orizzontale.
Alle 6.45 apertura dell'accesso al salone affinché le guardien possa procedere alle pulizie; per le 7.30 cerco di essere in condizioni di ricevere gli allievi: questo gruppo mi sembra particolarmente in sintonia con l'orario, ma essendo composto da elementi piuttosto giovani c'è da portarli a rispettare alcune regole di base in vigore a G.I..
Appena arrivati loro fanno colazione e poi iniziano le attività.
Per ora mi limito ad osservarli e a sollecitare gli educatori su certi argomenti, qualche intervento diretto (oggi ho visto volare una specie di aereo di carta ed io ho chiesto chi lo avesse lanciato solo per fargli apprendere il modo che conosco io di realizzarlo) salvo delegare Bea al rilevamento di dati individuali dopo che qualcuno mi aveva fatto presente determinate sofferenze.
Ne è emerso, fra l'altro, che alcuni non sono mai stati visitati da un medico, che la maggior parte soffre per certi problemi da anni senza mai essere stati sottoposti a visita e/o a cure.
Con l'occasione ho anche verificato che Hervè, già presente ai miei tempi ed oggi assistente in prova di Moustapha capo meccanico, in questo tempo è cresciuto di circa 9 cm. e pesa 5 kg. in più.
Pure oggi il meccanico della Scenic mi ha sfinito: è andato e tornato non so quante volte per non combinare nulla (alla fine doveva soltanto cambiare il filtro del gasolio già identificato ieri a FCFA 17.500, ma oggi quel filtro non c'era più e ne ha prospettato uno a FCFA 50.000. Ho detto no e bene ho fatto. Più tardi ho esaminato fatture varie che includevano anche il mio periodo e così ho visto che per Toyota 4X4 Runner il filtro del gasolio era costato FCFA 8000: come dire che la donna o l'uomo bianco portano sempre della ciccia e quindi devono rendere un plus!).
Sin dal mattino ho avuto incontri: Bea che ha voluto chiarirmi la sua situazione nei minimi dettagli, il famoso meccanico che ad ogni passo metteva il naso dentro per informare, da ultimo Ioussa che si è presentato incidentato e mal fasciato (ieri sera per evitare un camion che viaggiava in senso opposto con gli abbaglianti ha dovuto scartare finendo a terra con la mobilette: qui è un classico!).
La temperatura max oggi ha sfiorato i 35°, ma i locali in dotazione sono speciali per incamerare caldo: ora siamo sui 28 ed è attesa una notte con minima fra i 18 ed i 19, quindi teoricamente sopportabile, ma senza A/C si soffre a causa dell'accumulo di calore dovuto anche all'esposizione.
Inoltre Bruna non la ama e quindi in sua presenza bisogna trovare un compromesso.
La vita da bianco in Africa con gli africani però ti stressa: questa sera mi sento spompato, e son qui solo da sette giorni!
Quando è arrivata Bruna per trascorrere in ambiente dotato di connessione internet il fine settimana (lei ha ancora un mese buono davanti a se da fare qui) nel raccontarmi delle tre insegnanti della sua scuolina ha manifestato uno sconforto che potrei definire da accumulo: non è facile cercare di fare del bene a terzi così lontani da noi per mentalità.
Me ne ero praticamente scordato.



Sabato 15.XII.18
Appendice alla storia del meccanico e storia stringata di Martin.
Oggi, come avviene ogni sabato, l'ex allievo Martin, sofferente sin da tre anni a questa parte a causa di una malattia che avevo capito essere di natura neurologica, viene condotto qui a Garage Italia dove trascorre la giornata davanti al monitor di un P.C. ascoltando musica e vendo film, nel più assoluto distacco da ciò che lo circonda.
Ha perso peso, oggi è quasi a livello di uno scheletro, ha difficoltà a deambulare, le mani sono parzialmente rattrappite, è chiuso in se stesso, non si relaziona, non capisce il perché di questa malattia.
Indipendentemente dalle visite specialistiche e dalle cure che BnD continua a garantirgli nel tempo, lui ha chiesto che fossero praticate anche altre strade.
Dopo un sogno si è fatto accompagnare al villaggio di provenienza dove lo sciamano ha fatto la sua diagnosi: il ragazzo deve aver mangiato, anche inconsapevolmente, carne di coccodrillo, alimento tabu per la sua famiglia.
Gli ha consegnato delle polveri e delle radici da far bollire nell'acqua prelevata dall'acquitrino locale per poi essere ingerite con una certa periodicità.
Sul discorso della carne di coccodrillo ho avuto modo di sentire il parere di alcuni Burkinabé istruiti: lo psicologo che lavora qui a G.I. ha sostenuto che potrebbe essere vero, un'altro ha esclamato: ecco da cosa dipende il suo stato, mentre altri hanno espresso pareri diversi.
Inoltre Martin nel tempo ha voluto essere accompagnato prima in un luogo di culto per essere sottoposto a trattamenti di preghiera con l'imposizione delle mani che non lo hanno soddisfatto, quindi in un altro posto simile dove poi non ha più voluto essere accompagnato per perdita di fiducia nel trattamento.
Pare sia proprio la speranza quella che gli è venuta a mancare; nel contempo deve essergli cresciuto un senso di rabbia all'interno che non lo facilita nelle relazioni: all'origine della mia conoscenza era un ragazzo gentile, un po' silenzioso, bravo in ogni materia e con un'attitudine specifica al disegno.
Gli ospedali locali hanno eseguito molte indagini su di lui; gli esami sono stati inviati in Francia e sono sempre tornati con esito negativo!
Dai Neurologi locali viene suggerito il trasferimento del paziente in Europa per indagini più accurate, ma questa soluzione al momento non sembra praticabile.
Per riaccompagnare a casa il ragazzo verso le 17 mi sono servito della Megane Scenic che avevo guidato giovedì per un po' di tempo per andare a vedere l'atelier del meccanico.
In quella occasione, per quanto piena di problemi, non si era comportata così male, ma in questa occasione, dopo che il meccanico Eric l'aveva tenuta in mano praticamente per due giorni smontando il filtro del gasolio per poi rimontare lo stesso componente, la situazione mi si è rivelata immediatamente come peggiorata.
A fatica sono arrivato alla casa di Martin, e ancor più faticoso è stato il rientro a GI; nella manovra di parcheggio ho potuto verificare la scia di gasolio caduto a terra. Nel frattempo il meccanico, che avrebbe dovuto portare la ricevuta inerente al suo intervento, si era fatto sentire ma non vedere. Quindi è stato convocato e quando è arrivato a bordo della sua mobilette attrezzata Africa system per il pronto intervento su strada, con il solito sorriso stampato sulle labbra ha aperto il cofano come se nulla fosse e solo allora mi sono reso conto che aveva messo una “camicia” su uno dei due tubicini del gasolio inerenti al filtro, quello che in tutto questo baillame si era strappato.
Con il cacciavite in mano ha continuato a mollare e stringere le viti di fermo della camicia, poi mi ha chiesto di passare all'accensione, ma questa non avveniva perché aveva stretto troppo le viti e il gasolio aveva difficoltà a passare. Allora ha preso dalla sua dotazione un altro tubo in sostituzione di quello già usato per la camicia e, dopo averlo tagliato in misura, lo ha sostituito al precedente, ha stretto le viti e mi ha chiesto di riprovare: il motore si è avviato e lui sembrava uno scienziato nel salone di Oslo pronto al ritiro di quell'importante premio!
Al suo congedo sia io che Bruna avevamo le idee chiare: non sarebbe stato chiamato mai più.
Allora ho cercato Omar, il meccanico a suo tempo suggerito da Eugene che aveva messo Toyota 4Runner in condizioni di poter viaggiare “in sicurezza”.
Quando Eugene mi ha confermato che Omar gode ancora della sua fiducia e che lui stesso avrebbe preceduto la mia chiamata avvisandolo, allora l'ho convocato per parlare inizialmente dell'intenso odore di gasolio che si sente quando si arresta il motore della 4x4: ho pensato ad un iniettore allentato, esattamente come era accaduto al Nomade nei primi giorni americani.
Quando Omar ha ispezionato il motore ha notato che la posizione del quarto cilindro era sporca ed umida, confermando la mia ipotesi.
Ci siamo accordati per un intervento rapido da effettuare lunedì mattina; dopo parleremo anche della Scenic, ma solo per tenerla viva sino al momento della vendita prevista per dopo la mia partenza.



Domenica 16.XII.18
Bozoulé
Bruna, persona particolarmente sensibile alla tutela e alla difesa dei diritti dei più deboli, aveva organizzato per oggi una visita al villaggio Mossi di Bozoulé in funzione dell'accompagnamento sia di Amadou le guardien che di una signora madre di un ex allievo.
Entrambe queste due persone sono malate ed il primo dei due aveva già iniziato una cura avuta dal depositario delle conoscenze mediche di questo villaggio, persona stimata e riconosciuta in Burkina Faso come specialista nel trattamento della Epatite.
La signora in passato teneva un banchetto di ortaggi al mercato che anch'io avevo frequentato all'epoca: rimase colpita da una paresi che ne ha paralizzato una parte del corpo e di fatto impedito qualsiasi attività; pertanto è accudita da una figlia femmina e dal maschio ex allievo GI quantomeno per il supporto economico.
Questo ex allievo è un personaggio sui generis che aveva creato molti problemi tanto che a un certo punto aveva smesso di frequentare, ma aveva mantenuto un forte legame con Bruna che lo aveva preso in simpatia e che avrebbe voluto offrirgli una seconda chance.
Fatto sta che si era interessata del caso della madre e aveva concordato con le disponibilità del ragazzo la giornata odierna per recarci di buon ora dallo specialista.
Siamo usciti da GI alle 7 del mattino insieme a le guardien e dopo un paio di tentativi andati a vuoto è stato identificato il cancello della corte dove prelevare madre e figlio.
Bruna non è solo una persona sensibile e di buon cuore, ma è anche un tipo molto energico che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno.
Dopo aver ripetutamente chiamato al telefono il ragazzo senza alcuna risposta, giunti alla corte si è diretta verso il locale dove dorme il ragazzo e tanto ha battuto alla porta che è riuscita a svegliarlo tirandolo giù dal letto; a quel punto si è sviluppata una discussione basata sulla mancanza di responsabilità ancora una volta dimostrata dal giovane: con questo atto Bruna ha deciso di chiudere i rapporti con lui.
Allora abbiamo atteso che la signora venisse vestita dalla figlia che l'ha poi sorretta sino all'auto; a fatica l'ho fatta sistemare sul sedile anteriore offrendo alla ragazza (di robusta configurazione) di prendere posto sul sedile posteriore già condiviso da Bruna e Amadou.
Anche lei quindi si è vestita adeguatamente e finalmente siamo partiti.
La direzione è la stessa di Bobo Dioulasso, strada che a un certo punto diventa a pagamento pur essendo dotata di dissuasori di velocità ogni volta che si passa attraverso un insediamento umano: si paga, ma non è un'autostrada come viene intesa in altre parti del mondo (non mancano nemmeno le buche!).
Non ricordo se prima o dopo il “peage” sulla strada era posizionato un posto di controllo della polizia nazionale e Frontera 4x4 è stata scelta fra i veicoli da controllare.
Essendo frequente lungo le strade questa forma di controllo ho subito tolto i documenti dal cassetto per porgerli al militare; egli ha sfogliato tutte le carte e poi ha chiesto di vedere l'assicurazione.
Il veicolo è in attesa dei documenti del Burkina e quindi attualmente circola con una documentazione provvisoria unita al libretto di circolazione italico; avevo già notato l'anomalia data dalla mancanza dell'assicurazione e allora Bruna aveva chiamato Sama che ci aveva tranquillizzati: i documenti andavano bene così.
Ma il militare non ha sposato questa tesi e quindi Bruna ed io siamo scesi dall'auto spiegando che stavamo rintracciando Sama; il militare, molto comprensivo, ci ha risposto di prenderci tutto il tempo necessario. In questo caso ovviamente Sama non ha risposto (sarà già stato impegnato nelle cerimonie religiose settimanali della sua Chiesa?), allora Bruna ha giocato la carta del servizio che stavamo facendo a delle persone ammalate; a quel punto il militare mi ha riconsegnato i documenti dandoci il via libera: salvi!
Ho ripreso la guida consapevole che avrei potuto incappare in altri controlli e così ci siamo messi d'accordo Bruna ed io sul come ci saremmo comportati in tale eventualità.
Giunto il momento di lasciare il goudron è iniziata una pista rossa neanche troppo male, ma all'arrivo al villaggio al guardien è mancato l'orientamento: egli ha allora chiamato lo specialista per farsi spiegare.
In realtà eravamo vicinissimi: al Museo Mossi girando a sinistra l'ambulatorio all'aperto dello specialista è stato subito rintracciato. Ho allora parcheggiato all'ombra a debita distanza sia per rispetto alla persona che per il fatto che costui non vuole avere a che fare con “ les blancs”.
Già la presenza di un moderno Museo collocato nella brousse mi aveva stupito, così come la presenza di coccodrilli ritenuti sacri in uno stagno a pochi passi da lì, ma questo non era niente in rapporto al continuo andare e venire di persone per consultazioni, persone che venivano fatte accomodare all'ombra di una struttura aperta ma coperta di paglia sotto la quale, al centro, risaltavano due pali particolari e dalle punte articolate e colorate: i simboli del potere dell'uomo che, semisdraiato su una sedia tipica del posto e con il suo fucile sul lato sinistro, riceveva le persone facendole poi sedere su due panche poste attorno a lui dopo aver ricevuto il loro saluto ossequioso.
Per non turbare l'andamento delle cose io e Bruna siamo andati prima a visitare il piccolo Museo, dono del popolo Japan, e poi un po' a zonzo prima di defilarci all'ombra nell'attesa dei verdetti per i nostri “pazienti”, verdetti arrivati velocemente (lo specialista ha voluto tenere seduta sulla panca la Signora facendo segno alla fine che avremmo potuto avvicinare l'auto per facilitarla nelle operazioni per risalire a bordo), seguiti dalla consegna dei medicamenti personalizzati da parte degli assistenti.
Bruna ha provveduto personalmente a pagare tutto ciò che c'è stato da pagare: una persona esemplare.
Terminata la prima parte della buona azione quotidiana ci siamo recati allo stagno per incontrare qualche coccodrillo; il sito è stato premiato nel 2017 quale migliore attrazione turistica del Burkina e per accedere bisogna dotarsi di biglietto che da diritto alla visita condotta da una guida. Al bureau del ticket vi è un cartello che indica i prezzi per l'accesso e, in coda, il prezzo unitario per pollo eventualmente da donare ai coccodrilli: ci siamo limitati a pagare l'ingresso ascoltando poi le spiegazioni della guida mentre sostavamo in un'area dotata di cartelli esplicativi sulla specie qui vivente.
Poco dopo l'incontro con lo stagno dotato di sempre meno acqua in questa stagione: diversi esemplari se ne stavano immobili al sole fuori dall'acqua, alcuni a bocca aperta (solo adesso ho appreso che questi animali sono privi di lingua, tengono la bocca aperta per portare ossigeno nel loro corpo, fuori dall'acqua sono estremamente lenti, ma nell'acqua diventano temibili), oziando nel momento della lunga digestione che li rende particolarmente avvicinabili: infatti ho voluto toccarlo con mano senza indurre alcuna reazione nell'animale, quasi si trattasse di un gofiabile da spiaggia. Ad un certo punto ho sentito un forte sciabordio ed ho visto due di loro che erano poco prima fuori acqua: probabilmente uno dei due non ha gradito la vicinanza dell'altro e lo ha fatto sloggiare inducendolo ad allontanarsi velocemente attraverso una pozza d'acqua.
In passato avevo incontrato altri coccodrilli sacri in Mali nei pays Dogon, dopodiché non mi ero mai più interessato a questo tipo di animale, ma oggi ne ho percepito la sacralità esattamente per come sono ritenuti sacri da queste popolazioni: si tratta di un animale longevo che viene vissuto come una figura che ha vissuto al tempo degli antenati degli attuali abitanti e pertanto incarna qualcosa di loro.
Come sempre accade il rientro alla base è sembrato avvenire più rapidamente che l'andata al villaggio; al punto di controllo della polizia nazionale non sono stato fermato, ma ho incrociato lo sguardo del militare che si era comportato tanto gentilmente un paio d'ore prima e ho provveduto ad un saluto che è stato immediatamente ricambiato.
La Signora è stata silente per tutto il viaggio, accettando i miei movimenti attorno a lei mentre le allacciavo la cintura di sicurezza: una donna che, seppur nella disabilità che l'ha colpita, ha mantenuto quella fierezza e quella postura diritta che conferiscono a molte donne locali un particolare fascino.
Arrivato a destinazione l'ho aiutata a scendere mentre la figlia, ma pure lei per quanto le è possibile, ci ringraziavano: Bruna ha ripetuto alla figlia che suo fratello con lei ha chiuso definitivamente.
Quando una persona alla quale lei ha dato ripetutamente fiducia, a volte su basi totalmente emotive, scade ai suoi occhi, la faccenda diviene insanabile.
Per motivi ben più seri fu ciò che accadde ai miei tempi qui con Jacob – Bras Ouverte.




Nel pomeriggio ho incontrato privatamente Abass l'Artista. Lui è stato così gentile da venirmi a prendere a GI per poi farmi strada sino a casa sua.
Effettivamente sta ben lontano da qui!
La Megan Scenic all'andata ha dato il peggio di se, ma in qualche modo mi ci ha portato, sebbene il segnale rosso della riserva cominciasse a preoccuparmi.
Nella corte dove abita la sua famiglia egli dispone di 6 mq. indipendenti comprendenti un letto, una TV ed un divano: esattamente come Arnaud, l'artista delle tele in versione Tiébélé.
I componenti la famiglia sono stati tutti molto accoglienti nei miei confronti, compresa una sorella che sembra lui, ma al femminile: saranno mica gemelli?
Lui è un bel tipo alto ed asciutto e la sorella, per quei pochi centesimi di secondo dedicati alla stretta di mano, mi è sembrata particolarmente graziosa.
Nel suo loculo mi ha fatto vedere il catalogo delle opere realizzate in occasione di una recente esposizione; spiegandomele io mi facevo un'idea un po' più precisa su di lui.
Egli non ha compiuto studi di nessun tipo, ma ha una testa pensante, forse troppo pensante, con pensieri indirizzati prevalentemente ad un filone: quello della verità, di apparire ed essere capito per quello che si è.
E proprio da qui credo si possa intravvedere il suo dramma interiore: una persona che vive sul filo del rasoio fra ciò che è mentalmente sano e ciò che è insano, persona geniale ma insicura, abile nel far lavorare i ragazzi GI nel suo settore, persona che sente di godere della protezione di Salvador Dalì sin dai tempi di un certo sogno effettuato non so quanto tempo fa.
Parlando con lui ho citato casualmente nomi di grandi pittori le cui genialità sono state riconosciute ed apprezzate da chi ha convissuto la stessa epoca ed anche dopo: non ne conosceva nessuno tanto che mi ha chiesto, nel caso io avessi qualcosa da inviargli riguardante il mondo della pittura, di farglielo arrivare attraverso qualche italiano che verrà a GI nel futuro.
La persona sostanzialmente al momento non ha lavoro anche se l'esposizione è andata bene in quanto sono rimaste poche opere disponibili nelle mani del francese che l'ha promossa in un bello spazio di sua proprietà allocato in zona centrale defilata: il francese si chiama Lucien Hunbert e la sua realtà Villa Yiri Suma.
Forse Abass sperava di farmene acquistare una, ma devo dire che ciò che ho visto mi è sembrato troppo cervellotico e lontano dai miei interessi; in realtà quando l'ho conosciuto qui a GI avevo guardato con lui il lavoro dei ragazzi, poi gli avevo proposto la bella esperienza pittorica vissuta in Senegal durante il Festival rilevando un suo forte interesse proprio perché conosce poco, salvo le tecniche da lui stesso utilizzate che coprono anche l'utilizzo di materiali per ottenere delle maschere o per realizzare dei Batik, tecniche che ha fatto praticare anche agli allievi.
Io proprio sul Batik mi ero soffermato con lui ricordandomi come tre anni fa ci avessi provato restando truffato dalla persona che mi era stata presentata; ora ho in mente di completare la divisione della camera matrimoniale in mansarda con copriletto e testiera in nuance con i colori predominanti e, avendo sentito che l'uomo ha le giornate libere, avevo gettato l'esca alla quale il pesciolino aveva immediatamente abboccato.
Rapidamente ho deciso di affidargli questo lavoro dopo aver dialogato sui disegni da realizzare, ma alla fine affidandomi alla sua proposta.
Il prezzo non mi è sembrato cosa da poco, sicuramente superiore alle proposte del truffatore, ma il ragazzo mi piace e ho sentito di potermici affidare: forse il vero pesciolino sono io e non lui!
Ho lasciato un cospicuo acconto per l'acquisto di tele e materiali restando quasi a zero FCFA, ma proprio poco fa mi ha chiamato per venire a farmi vedere ciò che ha già fatto.
Quando sono uscito dalla sua casa ha voluto comunque accompagnarmi a visitare lo spazio espositivo: oramai era buio pesto e quindi gli ho chiesto di portarmi ad una stazione di servizio prima di trovarmi senza carburante su una strada polverosa nel buio delle strade di notte della capitale, che già di per se sono al buio salvo i goudron principali.
Dopo un lungo tragitto siamo arrivati allo spazio espositivo che mi è piaciuto; il proprietario francese che vive all'interno qui offre anche servizio ristorante e qualche camera.
Una soluzione originale e alternativa.
Abbiamo parlato per un po' e poi mi ha pregato di tornare a gennaio per poter vedere le opere di Abass avvisandolo prima in modo da poter far partecipare all'incontro anche un italiano che vive a Ouaga: si tratta di un artista e credo insegni.
Dopo di nuovo sino a casa di Abass, ma giunto qui egli ha voluto prendere la mobilette per aiutarmi e rendere più agevole il superamento di una certa deviazione imposta alla viabilità nei pressi di una importante Caserma (senza la deviazione sarebbe stato un gioco da ragazzi per me rientrare).
Unico stop per acquisto pane e biscotti prima di arrivare verso le otto di sera alla base.

Lunedì 17.XII.18
Oggi nel pomeriggio arriverà Fulvio, fotografo ufficiale Save the Children ed amico di Bambini nel Deserto. Era stato qui non molto tempo fa e per qualche motivo era stato rapito dalle immagini della gente e della brousse tanto di decidere di tornare appoggiandosi a noi per buona parte della sua permanenza: Bruna ha preparato la strada per fargli visitare progetti BnD, ma soprattutto per parlare con la gente e riprenderla sia in filmati che immagini fotografiche.
Per questo venerdì quando lei è arrivata era preoccupata per l'organizzazione visto che già il 27 avremo qualche italiano da accudire più o meno con gli stessi obiettivi.
Quindi avevo organizzato affinché Omar prelevasse il 4x4 in prima mattinata per poterlo usare poi; intanto Sama avrebbe provveduto all'assicurazione.
Mentre eravamo sul goudron - in largo anticipo sull'arrivo previsto dell'amico - per effettuare una sosta presso les bonnes amies e anche alla banca per bancomat ho visto scendere un aereo a pinna blu con un motivo penta/esagonale e scherzando ho detto a Bruna: vuoi vedere che quello è l'aereo di Fulvio? E lei: ma no, è troppo presto! Al che ho replicato che con il vento favorevole a volte si guadagna un bel po rispetto al tempo previsto. Poi ci siamo dedicati alle nostre faccende, ma mentre ci si avvicinava all'aeroporto, essendo quello visto prima l'unico areo a terra, ho preso convinzione che la mia boutade corrispondesse a realtà. Proprio mentre si parcheggiava in aeroporto è arrivata una chiamata sul telefono di Bruna ed io ho subito anticipato che poteva trattarsi di Fulvio: così era.
Non vedendoci all'uscita l'intraprendente fotografo, fra l'altro autore di viaggi memorabili in giro per il mondo a bordo di una vecchia Panda 4x4, ha chiesto ad un locale di chiamare con il telefono dotato di scheda BF Bruna per accertarsi di dove fossimo.
Il bello è che il suo viaggio con Ethiopian Airlines era iniziato 24 ore prima da Milano, poi stop a Roma, quindi lungo stop ad Addis Abeba, poi scalo tecnico a Nyamei e finalmente Ouagadougou: ciononostante non era stanco tanto che siamo subito andati alla sede di Save the Children dove ho potuto conoscere il locale responsabile, un certo Alfredo proveniente dalla Sicilia che ha vissuto in molti posti anche piuttosto disagiati lavorando sempre nel settore umanitario. Giunto qui ha portato con se per la prima volta la sua bella famigliola tutta denominata al femminile: una moglie da lui definita figlia dei fiori e quattro ragazze in età fra i quattro e i sedici anni!
Incontro assai cordiale e gradevole, dilungatosi solo perché Fulvio ha subito messo a disposizione la sua disponibilità per risolvere un problema che per Alfredo era diventato insuperabile.
Forse ci rivedremo nel periodo in cui Fulvio è dei nostri anche se da venerdì Alfredo raggiungerà in auto un resort in zona San Pedro sulla Costa d'Avorio per vacanze; rientro previsto ai primi di gennaio.
Noi tre abbiamo consumato la cena in un ristorante caldeggiato da Bruna ma cassato da Alfredo; in ogni caso ce lo siamo trovati sulla strada e ci siamo fermati.
Bruna aveva parlato di un'ottima pizza, ma io quando la pizza è sul menu ad un prezzo esagerato preferisco sempre assaggiare altro; Bruna è rimasta sulla pizza e Fulvio inizialmente gli era andato dietro, ma io ho scelto poulet all'ail e verdure così Fulvio ha cambiato l'ordinazione replicando la mia. Inoltre Bier pression Castell per tutti!
Alla fine sia io che Fulvio siamo rimasti soddisfatti a differenza di Bruna che non ha ritrovato la qualità della volta precedente: forse il pizzaiolo dell'altra volta non era in servizio oggi!
Da quel posto a GI è un mezzo viaggio che si è fatto su strade suggerite da Bruna evitanti il centro e aggiranti l'aeroporto; arrivati eravamo tutti un po' stanchi, ma la presenza di Sama ci ha tenuto ancora un po' impegnati prima di andare a letto con A/C in funzione e Bruna leggermente raffreddata.