Venerdì 14.XII.18
Qui la sveglia avviene
in maniera naturale verso le 5.30, giusto in tempo per pensare di
rimanere almeno ancora un'oretta in posizione orizzontale.
Alle 6.45 apertura
dell'accesso al salone affinché le guardien possa procedere alle
pulizie; per le 7.30 cerco di essere in condizioni di ricevere gli
allievi: questo gruppo mi sembra particolarmente in sintonia con
l'orario, ma essendo composto da elementi piuttosto giovani c'è da
portarli a rispettare alcune regole di base in vigore a G.I..
Appena arrivati loro
fanno colazione e poi iniziano le attività.
Per ora mi limito ad
osservarli e a sollecitare gli educatori su certi argomenti, qualche
intervento diretto (oggi ho visto volare una specie di aereo di carta
ed io ho chiesto chi lo avesse lanciato solo per fargli apprendere il
modo che conosco io di realizzarlo) salvo delegare Bea al rilevamento
di dati individuali dopo che qualcuno mi aveva fatto presente
determinate sofferenze.
Ne è emerso, fra
l'altro, che alcuni non sono mai stati visitati da un medico, che la
maggior parte soffre per certi problemi da anni senza mai essere
stati sottoposti a visita e/o a cure.
Con l'occasione ho
anche verificato che Hervè, già presente ai miei tempi ed oggi
assistente in prova di Moustapha capo meccanico, in questo tempo è
cresciuto di circa 9 cm. e pesa 5 kg. in più.
Pure oggi il meccanico
della Scenic mi ha sfinito: è andato e tornato non so quante volte
per non combinare nulla (alla fine doveva soltanto cambiare il filtro
del gasolio già identificato ieri a FCFA 17.500, ma oggi quel filtro
non c'era più e ne ha prospettato uno a FCFA 50.000. Ho detto no e
bene ho fatto. Più tardi ho esaminato fatture varie che includevano
anche il mio periodo e così ho visto che per Toyota 4X4 Runner il
filtro del gasolio era costato FCFA 8000: come dire che la donna o
l'uomo bianco portano sempre della ciccia e quindi devono rendere un
plus!).
Sin dal mattino ho
avuto incontri: Bea che ha voluto chiarirmi la sua situazione nei
minimi dettagli, il famoso meccanico che ad ogni passo metteva il
naso dentro per informare, da ultimo Ioussa che si è presentato
incidentato e mal fasciato (ieri sera per evitare un camion che
viaggiava in senso opposto con gli abbaglianti ha dovuto scartare
finendo a terra con la mobilette: qui è un classico!).
La temperatura max
oggi ha sfiorato i 35°, ma i locali in dotazione sono speciali per
incamerare caldo: ora siamo sui 28 ed è attesa una notte con minima
fra i 18 ed i 19, quindi teoricamente sopportabile, ma senza A/C si
soffre a causa dell'accumulo di calore dovuto anche all'esposizione.
Inoltre Bruna non la
ama e quindi in sua presenza bisogna trovare un compromesso.
La vita da bianco in
Africa con gli africani però ti stressa: questa sera mi sento
spompato, e son qui solo da sette giorni!
Quando è arrivata
Bruna per trascorrere in ambiente dotato di connessione internet il
fine settimana (lei ha ancora un mese buono davanti a se da fare qui)
nel raccontarmi delle tre insegnanti della sua scuolina ha
manifestato uno sconforto che potrei definire da accumulo: non è
facile cercare di fare del bene a terzi così lontani da noi per
mentalità.
Me ne ero praticamente
scordato.
Sabato 15.XII.18
Appendice alla storia
del meccanico e storia stringata di Martin.
Oggi, come avviene
ogni sabato, l'ex allievo Martin, sofferente sin da tre anni a questa
parte a causa di una malattia che avevo capito essere di natura
neurologica, viene condotto qui a Garage Italia dove trascorre la
giornata davanti al monitor di un P.C. ascoltando musica e vendo
film, nel più assoluto distacco da ciò che lo circonda.
Ha perso peso, oggi è
quasi a livello di uno scheletro, ha difficoltà a deambulare, le
mani sono parzialmente rattrappite, è chiuso in se stesso, non si
relaziona, non capisce il perché di questa malattia.
Indipendentemente
dalle visite specialistiche e dalle cure che BnD continua a
garantirgli nel tempo, lui ha chiesto che fossero praticate anche
altre strade.
Dopo un sogno si è
fatto accompagnare al villaggio di provenienza dove lo sciamano ha
fatto la sua diagnosi: il ragazzo deve aver mangiato, anche
inconsapevolmente, carne di coccodrillo, alimento tabu per la sua
famiglia.
Gli ha consegnato
delle polveri e delle radici da far bollire nell'acqua prelevata
dall'acquitrino locale per poi essere ingerite con una certa
periodicità.
Sul discorso della
carne di coccodrillo ho avuto modo di sentire il parere di alcuni
Burkinabé istruiti: lo psicologo che lavora qui a G.I. ha sostenuto
che potrebbe essere vero, un'altro ha esclamato: ecco da cosa dipende
il suo stato, mentre altri hanno espresso pareri diversi.
Inoltre Martin nel
tempo ha voluto essere accompagnato prima in un luogo di culto per
essere sottoposto a trattamenti di preghiera con l'imposizione delle
mani che non lo hanno soddisfatto, quindi in un altro posto simile
dove poi non ha più voluto essere accompagnato per perdita di
fiducia nel trattamento.
Pare sia proprio la
speranza quella che gli è venuta a mancare; nel contempo deve
essergli cresciuto un senso di rabbia all'interno che non lo facilita
nelle relazioni: all'origine della mia conoscenza era un ragazzo
gentile, un po' silenzioso, bravo in ogni materia e con un'attitudine
specifica al disegno.
Gli ospedali locali
hanno eseguito molte indagini su di lui; gli esami sono stati inviati
in Francia e sono sempre tornati con esito negativo!
Dai Neurologi locali
viene suggerito il trasferimento del paziente in Europa per indagini
più accurate, ma questa soluzione al momento non sembra praticabile.
Per riaccompagnare a
casa il ragazzo verso le 17 mi sono servito della Megane Scenic che
avevo guidato giovedì per un po' di tempo per andare a vedere
l'atelier del meccanico.
In quella occasione,
per quanto piena di problemi, non si era comportata così male, ma in
questa occasione, dopo che il meccanico Eric l'aveva tenuta in mano
praticamente per due giorni smontando il filtro del gasolio per poi
rimontare lo stesso componente, la situazione mi si è rivelata
immediatamente come peggiorata.
A fatica sono arrivato
alla casa di Martin, e ancor più faticoso è stato il rientro a GI;
nella manovra di parcheggio ho potuto verificare la scia di gasolio
caduto a terra. Nel frattempo il meccanico, che avrebbe dovuto
portare la ricevuta inerente al suo intervento, si era fatto sentire
ma non vedere. Quindi è stato convocato e quando è arrivato a bordo
della sua mobilette attrezzata Africa system per il pronto intervento
su strada, con il solito sorriso stampato sulle labbra ha aperto il
cofano come se nulla fosse e solo allora mi sono reso conto che aveva
messo una “camicia” su uno dei due tubicini del gasolio inerenti
al filtro, quello che in tutto questo baillame si era strappato.
Con il cacciavite in
mano ha continuato a mollare e stringere le viti di fermo della
camicia, poi mi ha chiesto di passare all'accensione, ma questa non
avveniva perché aveva stretto troppo le viti e il gasolio aveva
difficoltà a passare. Allora ha preso dalla sua dotazione un altro
tubo in sostituzione di quello già usato per la camicia e, dopo
averlo tagliato in misura, lo ha sostituito al precedente, ha stretto
le viti e mi ha chiesto di riprovare: il motore si è avviato e lui
sembrava uno scienziato nel salone di Oslo pronto al ritiro di
quell'importante premio!
Al suo congedo sia io
che Bruna avevamo le idee chiare: non sarebbe stato chiamato mai più.
Allora ho cercato
Omar, il meccanico a suo tempo suggerito da Eugene che aveva messo
Toyota 4Runner in condizioni di poter viaggiare “in sicurezza”.
Quando Eugene mi ha
confermato che Omar gode ancora della sua fiducia e che lui stesso
avrebbe preceduto la mia chiamata avvisandolo, allora l'ho convocato
per parlare inizialmente dell'intenso odore di gasolio che si sente
quando si arresta il motore della 4x4: ho pensato ad un iniettore
allentato, esattamente come era accaduto al Nomade nei primi giorni
americani.
Quando Omar ha
ispezionato il motore ha notato che la posizione del quarto cilindro
era sporca ed umida, confermando la mia ipotesi.
Ci siamo accordati per
un intervento rapido da effettuare lunedì mattina; dopo parleremo
anche della Scenic, ma solo per tenerla viva sino al momento della
vendita prevista per dopo la mia partenza.
Domenica 16.XII.18
Bozoulé
Bruna, persona
particolarmente sensibile alla tutela e alla difesa dei diritti dei
più deboli, aveva organizzato per oggi una visita al villaggio Mossi
di Bozoulé in funzione dell'accompagnamento sia di Amadou le
guardien che di una signora madre di un ex allievo.
Entrambe queste due
persone sono malate ed il primo dei due aveva già iniziato una cura
avuta dal depositario delle conoscenze mediche di questo villaggio,
persona stimata e riconosciuta in Burkina Faso come specialista nel
trattamento della Epatite.
La signora in passato
teneva un banchetto di ortaggi al mercato che anch'io avevo
frequentato all'epoca: rimase colpita da una paresi che ne ha
paralizzato una parte del corpo e di fatto impedito qualsiasi
attività; pertanto è accudita da una figlia femmina e dal maschio
ex allievo GI quantomeno per il supporto economico.
Questo ex allievo è
un personaggio sui generis che aveva creato molti problemi tanto che
a un certo punto aveva smesso di frequentare, ma aveva mantenuto un
forte legame con Bruna che lo aveva preso in simpatia e che avrebbe
voluto offrirgli una seconda chance.
Fatto sta che si era
interessata del caso della madre e aveva concordato con le
disponibilità del ragazzo la giornata odierna per recarci di buon
ora dallo specialista.
Siamo usciti da GI
alle 7 del mattino insieme a le guardien e dopo un paio di tentativi
andati a vuoto è stato identificato il cancello della corte dove
prelevare madre e figlio.
Bruna non è solo una
persona sensibile e di buon cuore, ma è anche un tipo molto energico
che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno.
Dopo aver
ripetutamente chiamato al telefono il ragazzo senza alcuna risposta,
giunti alla corte si è diretta verso il locale dove dorme il ragazzo
e tanto ha battuto alla porta che è riuscita a svegliarlo tirandolo
giù dal letto; a quel punto si è sviluppata una discussione basata
sulla mancanza di responsabilità ancora una volta dimostrata dal
giovane: con questo atto Bruna ha deciso di chiudere i rapporti con
lui.
Allora abbiamo atteso
che la signora venisse vestita dalla figlia che l'ha poi sorretta
sino all'auto; a fatica l'ho fatta sistemare sul sedile anteriore
offrendo alla ragazza (di robusta configurazione) di prendere posto
sul sedile posteriore già condiviso da Bruna e Amadou.
Anche lei quindi si è
vestita adeguatamente e finalmente siamo partiti.
La direzione è la
stessa di Bobo Dioulasso, strada che a un certo punto diventa a
pagamento pur essendo dotata di dissuasori di velocità ogni volta
che si passa attraverso un insediamento umano: si paga, ma non è
un'autostrada come viene intesa in altre parti del mondo (non mancano
nemmeno le buche!).
Non ricordo se prima o
dopo il “peage” sulla strada era posizionato un posto di
controllo della polizia nazionale e Frontera 4x4 è stata scelta fra
i veicoli da controllare.
Essendo frequente
lungo le strade questa forma di controllo ho subito tolto i documenti
dal cassetto per porgerli al militare; egli ha sfogliato tutte le
carte e poi ha chiesto di vedere l'assicurazione.
Il veicolo è in
attesa dei documenti del Burkina e quindi attualmente circola con una
documentazione provvisoria unita al libretto di circolazione italico;
avevo già notato l'anomalia data dalla mancanza dell'assicurazione e
allora Bruna aveva chiamato Sama che ci aveva tranquillizzati: i
documenti andavano bene così.
Ma il militare non ha
sposato questa tesi e quindi Bruna ed io siamo scesi dall'auto
spiegando che stavamo rintracciando Sama; il militare, molto
comprensivo, ci ha risposto di prenderci tutto il tempo necessario.
In questo caso ovviamente Sama non ha risposto (sarà già stato
impegnato nelle cerimonie religiose settimanali della sua Chiesa?),
allora Bruna ha giocato la carta del servizio che stavamo facendo a
delle persone ammalate; a quel punto il militare mi ha riconsegnato i
documenti dandoci il via libera: salvi!
Ho ripreso la guida
consapevole che avrei potuto incappare in altri controlli e così ci
siamo messi d'accordo Bruna ed io sul come ci saremmo comportati in
tale eventualità.
Giunto il momento di
lasciare il goudron è iniziata una pista rossa neanche troppo male,
ma all'arrivo al villaggio al guardien è mancato l'orientamento:
egli ha allora chiamato lo specialista per farsi spiegare.
In realtà eravamo
vicinissimi: al Museo Mossi girando a sinistra l'ambulatorio
all'aperto dello specialista è stato subito rintracciato. Ho allora
parcheggiato all'ombra a debita distanza sia per rispetto alla
persona che per il fatto che costui non vuole avere a che fare con “
les blancs”.
Già la presenza di un
moderno Museo collocato nella brousse mi aveva stupito, così come la
presenza di coccodrilli ritenuti sacri in uno stagno a pochi passi da
lì, ma questo non era niente in rapporto al continuo andare e venire
di persone per consultazioni, persone che venivano fatte accomodare
all'ombra di una struttura aperta ma coperta di paglia sotto la
quale, al centro, risaltavano due pali particolari e dalle punte
articolate e colorate: i simboli del potere dell'uomo che,
semisdraiato su una sedia tipica del posto e con il suo fucile sul
lato sinistro, riceveva le persone facendole poi sedere su due panche
poste attorno a lui dopo aver ricevuto il loro saluto ossequioso.
Per non turbare
l'andamento delle cose io e Bruna siamo andati prima a visitare il
piccolo Museo, dono del popolo Japan, e poi un po' a zonzo prima di
defilarci all'ombra nell'attesa dei verdetti per i nostri “pazienti”,
verdetti arrivati velocemente (lo specialista ha voluto tenere seduta
sulla panca la Signora facendo segno alla fine che avremmo potuto
avvicinare l'auto per facilitarla nelle operazioni per risalire a
bordo), seguiti dalla consegna dei medicamenti personalizzati da
parte degli assistenti.
Bruna ha provveduto
personalmente a pagare tutto ciò che c'è stato da pagare: una
persona esemplare.
Terminata la prima
parte della buona azione quotidiana ci siamo recati allo stagno per
incontrare qualche coccodrillo; il sito è stato premiato nel 2017
quale migliore attrazione turistica del Burkina e per accedere
bisogna dotarsi di biglietto che da diritto alla visita condotta da
una guida. Al bureau del ticket vi è un cartello che indica i prezzi
per l'accesso e, in coda, il prezzo unitario per pollo eventualmente
da donare ai coccodrilli: ci siamo limitati a pagare l'ingresso
ascoltando poi le spiegazioni della guida mentre sostavamo in un'area
dotata di cartelli esplicativi sulla specie qui vivente.
Poco dopo l'incontro
con lo stagno dotato di sempre meno acqua in questa stagione: diversi
esemplari se ne stavano immobili al sole fuori dall'acqua, alcuni a
bocca aperta (solo adesso ho appreso che questi animali sono privi di
lingua, tengono la bocca aperta per portare ossigeno nel loro corpo,
fuori dall'acqua sono estremamente lenti, ma nell'acqua diventano
temibili), oziando nel momento della lunga digestione che li rende
particolarmente avvicinabili: infatti ho voluto toccarlo con mano
senza indurre alcuna reazione nell'animale, quasi si trattasse di un
gofiabile da spiaggia. Ad un certo punto ho sentito un forte
sciabordio ed ho visto due di loro che erano poco prima fuori acqua:
probabilmente uno dei due non ha gradito la vicinanza dell'altro e lo
ha fatto sloggiare inducendolo ad allontanarsi velocemente attraverso
una pozza d'acqua.
In passato avevo
incontrato altri coccodrilli sacri in Mali nei pays Dogon, dopodiché
non mi ero mai più interessato a questo tipo di animale, ma oggi ne
ho percepito la sacralità esattamente per come sono ritenuti sacri
da queste popolazioni: si tratta di un animale longevo che viene
vissuto come una figura che ha vissuto al tempo degli antenati degli
attuali abitanti e pertanto incarna qualcosa di loro.
Come sempre accade il
rientro alla base è sembrato avvenire più rapidamente che l'andata
al villaggio; al punto di controllo della polizia nazionale non sono
stato fermato, ma ho incrociato lo sguardo del militare che si era
comportato tanto gentilmente un paio d'ore prima e ho provveduto ad
un saluto che è stato immediatamente ricambiato.
La Signora è stata
silente per tutto il viaggio, accettando i miei movimenti attorno a
lei mentre le allacciavo la cintura di sicurezza: una donna che,
seppur nella disabilità che l'ha colpita, ha mantenuto quella
fierezza e quella postura diritta che conferiscono a molte donne
locali un particolare fascino.
Arrivato a
destinazione l'ho aiutata a scendere mentre la figlia, ma pure lei
per quanto le è possibile, ci ringraziavano: Bruna ha ripetuto alla
figlia che suo fratello con lei ha chiuso definitivamente.
Quando una persona
alla quale lei ha dato ripetutamente fiducia, a volte su basi
totalmente emotive, scade ai suoi occhi, la faccenda diviene
insanabile.
Per motivi ben più
seri fu ciò che accadde ai miei tempi qui con Jacob – Bras
Ouverte.
Nel pomeriggio ho
incontrato privatamente Abass l'Artista. Lui è stato così gentile
da venirmi a prendere a GI per poi farmi strada sino a casa sua.
Effettivamente sta ben
lontano da qui!
La Megan Scenic
all'andata ha dato il peggio di se, ma in qualche modo mi ci ha
portato, sebbene il segnale rosso della riserva cominciasse a
preoccuparmi.
Nella corte dove abita
la sua famiglia egli dispone di 6 mq. indipendenti comprendenti un
letto, una TV ed un divano: esattamente come Arnaud, l'artista delle
tele in versione Tiébélé.
I componenti la
famiglia sono stati tutti molto accoglienti nei miei confronti,
compresa una sorella che sembra lui, ma al femminile: saranno mica
gemelli?
Lui è un bel tipo
alto ed asciutto e la sorella, per quei pochi centesimi di secondo
dedicati alla stretta di mano, mi è sembrata particolarmente
graziosa.
Nel suo loculo mi ha
fatto vedere il catalogo delle opere realizzate in occasione di una
recente esposizione; spiegandomele io mi facevo un'idea un po' più
precisa su di lui.
Egli non ha compiuto
studi di nessun tipo, ma ha una testa pensante, forse troppo
pensante, con pensieri indirizzati prevalentemente ad un filone:
quello della verità, di apparire ed essere capito per quello che si
è.
E proprio da qui credo
si possa intravvedere il suo dramma interiore: una persona che vive
sul filo del rasoio fra ciò che è mentalmente sano e ciò che è
insano, persona geniale ma insicura, abile nel far lavorare i ragazzi
GI nel suo settore, persona che sente di godere della protezione di
Salvador Dalì sin dai tempi di un certo sogno effettuato non so
quanto tempo fa.
Parlando con lui ho
citato casualmente nomi di grandi pittori le cui genialità sono
state riconosciute ed apprezzate da chi ha convissuto la stessa epoca
ed anche dopo: non ne conosceva nessuno tanto che mi ha chiesto, nel
caso io avessi qualcosa da inviargli riguardante il mondo della
pittura, di farglielo arrivare attraverso qualche italiano che verrà
a GI nel futuro.
La persona
sostanzialmente al momento non ha lavoro anche se l'esposizione è
andata bene in quanto sono rimaste poche opere disponibili nelle mani
del francese che l'ha promossa in un bello spazio di sua proprietà
allocato in zona centrale defilata: il francese si chiama Lucien
Hunbert e la sua realtà Villa Yiri Suma.
Forse Abass sperava di
farmene acquistare una, ma devo dire che ciò che ho visto mi è
sembrato troppo cervellotico e lontano dai miei interessi; in realtà
quando l'ho conosciuto qui a GI avevo guardato con lui il lavoro dei
ragazzi, poi gli avevo proposto la bella esperienza pittorica vissuta
in Senegal durante il Festival rilevando un suo forte interesse
proprio perché conosce poco, salvo le tecniche da lui stesso
utilizzate che coprono anche l'utilizzo di materiali per ottenere
delle maschere o per realizzare dei Batik, tecniche che ha fatto
praticare anche agli allievi.
Io proprio sul Batik
mi ero soffermato con lui ricordandomi come tre anni fa ci avessi
provato restando truffato dalla persona che mi era stata presentata;
ora ho in mente di completare la divisione della camera matrimoniale
in mansarda con copriletto e testiera in nuance con i colori
predominanti e, avendo sentito che l'uomo ha le giornate libere,
avevo gettato l'esca alla quale il pesciolino aveva immediatamente
abboccato.
Rapidamente ho deciso
di affidargli questo lavoro dopo aver dialogato sui disegni da
realizzare, ma alla fine affidandomi alla sua proposta.
Il prezzo non mi è
sembrato cosa da poco, sicuramente superiore alle proposte del
truffatore, ma il ragazzo mi piace e ho sentito di potermici
affidare: forse il vero pesciolino sono io e non lui!
Ho lasciato un
cospicuo acconto per l'acquisto di tele e materiali restando quasi a
zero FCFA, ma proprio poco fa mi ha chiamato per venire a farmi
vedere ciò che ha già fatto.
Quando sono uscito
dalla sua casa ha voluto comunque accompagnarmi a visitare lo spazio
espositivo: oramai era buio pesto e quindi gli ho chiesto di portarmi
ad una stazione di servizio prima di trovarmi senza carburante su una
strada polverosa nel buio delle strade di notte della capitale, che
già di per se sono al buio salvo i goudron principali.
Dopo un lungo tragitto
siamo arrivati allo spazio espositivo che mi è piaciuto; il
proprietario francese che vive all'interno qui offre anche servizio
ristorante e qualche camera.
Una soluzione
originale e alternativa.
Abbiamo parlato per un
po' e poi mi ha pregato di tornare a gennaio per poter vedere le
opere di Abass avvisandolo prima in modo da poter far partecipare
all'incontro anche un italiano che vive a Ouaga: si tratta di un
artista e credo insegni.
Dopo di nuovo sino a
casa di Abass, ma giunto qui egli ha voluto prendere la mobilette per
aiutarmi e rendere più agevole il superamento di una certa
deviazione imposta alla viabilità nei pressi di una importante
Caserma (senza la deviazione sarebbe stato un gioco da ragazzi per me
rientrare).
Unico stop per
acquisto pane e biscotti prima di arrivare verso le otto di sera alla
base.
Lunedì 17.XII.18
Oggi nel pomeriggio
arriverà Fulvio, fotografo ufficiale Save the Children ed amico di
Bambini nel Deserto. Era stato qui non molto tempo fa e per qualche
motivo era stato rapito dalle immagini della gente e della brousse
tanto di decidere di tornare appoggiandosi a noi per buona parte
della sua permanenza: Bruna ha preparato la strada per fargli
visitare progetti BnD, ma soprattutto per parlare con la gente e
riprenderla sia in filmati che immagini fotografiche.
Per questo venerdì
quando lei è arrivata era preoccupata per l'organizzazione visto che
già il 27 avremo qualche italiano da accudire più o meno con gli
stessi obiettivi.
Quindi avevo
organizzato affinché Omar prelevasse il 4x4 in prima mattinata per
poterlo usare poi; intanto Sama avrebbe provveduto all'assicurazione.
Mentre eravamo sul
goudron - in largo anticipo sull'arrivo previsto dell'amico - per
effettuare una sosta presso les bonnes amies e anche alla banca per
bancomat ho visto scendere un aereo a pinna blu con un motivo
penta/esagonale e scherzando ho detto a Bruna: vuoi vedere che quello
è l'aereo di Fulvio? E lei: ma no, è troppo presto! Al che ho
replicato che con il vento favorevole a volte si guadagna un bel po
rispetto al tempo previsto. Poi ci siamo dedicati alle nostre
faccende, ma mentre ci si avvicinava all'aeroporto, essendo quello
visto prima l'unico areo a terra, ho preso convinzione che la mia
boutade corrispondesse a realtà. Proprio mentre si parcheggiava in
aeroporto è arrivata una chiamata sul telefono di Bruna ed io ho
subito anticipato che poteva trattarsi di Fulvio: così era.
Non vedendoci
all'uscita l'intraprendente fotografo, fra l'altro autore di viaggi
memorabili in giro per il mondo a bordo di una vecchia Panda 4x4, ha
chiesto ad un locale di chiamare con il telefono dotato di scheda BF
Bruna per accertarsi di dove fossimo.
Il bello è che il suo
viaggio con Ethiopian Airlines era iniziato 24 ore prima da Milano,
poi stop a Roma, quindi lungo stop ad Addis Abeba, poi scalo tecnico
a Nyamei e finalmente Ouagadougou: ciononostante non era stanco tanto
che siamo subito andati alla sede di Save the Children dove ho potuto
conoscere il locale responsabile, un certo Alfredo proveniente dalla
Sicilia che ha vissuto in molti posti anche piuttosto disagiati
lavorando sempre nel settore umanitario. Giunto qui ha portato con se
per la prima volta la sua bella famigliola tutta denominata al
femminile: una moglie da lui definita figlia dei fiori e quattro
ragazze in età fra i quattro e i sedici anni!
Incontro assai
cordiale e gradevole, dilungatosi solo perché Fulvio ha subito messo
a disposizione la sua disponibilità per risolvere un problema che
per Alfredo era diventato insuperabile.
Forse ci rivedremo nel
periodo in cui Fulvio è dei nostri anche se da venerdì Alfredo
raggiungerà in auto un resort in zona San Pedro sulla Costa d'Avorio
per vacanze; rientro previsto ai primi di gennaio.
Noi tre abbiamo
consumato la cena in un ristorante caldeggiato da Bruna ma cassato da
Alfredo; in ogni caso ce lo siamo trovati sulla strada e ci siamo
fermati.
Bruna aveva parlato di
un'ottima pizza, ma io quando la pizza è sul menu ad un prezzo
esagerato preferisco sempre assaggiare altro; Bruna è rimasta sulla
pizza e Fulvio inizialmente gli era andato dietro, ma io ho scelto
poulet all'ail e verdure così Fulvio ha cambiato l'ordinazione
replicando la mia. Inoltre Bier pression Castell per tutti!
Alla fine sia io che
Fulvio siamo rimasti soddisfatti a differenza di Bruna che non ha
ritrovato la qualità della volta precedente: forse il pizzaiolo
dell'altra volta non era in servizio oggi!
Da quel posto a GI è
un mezzo viaggio che si è fatto su strade suggerite da Bruna
evitanti il centro e aggiranti l'aeroporto; arrivati eravamo tutti un
po' stanchi, ma la presenza di Sama ci ha tenuto ancora un po'
impegnati prima di andare a letto con A/C in funzione e Bruna
leggermente raffreddata.
Nessun commento:
Posta un commento