mercoledì 19 dicembre 2018

Burkina Faso: storie correnti

Venerdì 14.XII.18
Qui la sveglia avviene in maniera naturale verso le 5.30, giusto in tempo per pensare di rimanere almeno ancora un'oretta in posizione orizzontale.
Alle 6.45 apertura dell'accesso al salone affinché le guardien possa procedere alle pulizie; per le 7.30 cerco di essere in condizioni di ricevere gli allievi: questo gruppo mi sembra particolarmente in sintonia con l'orario, ma essendo composto da elementi piuttosto giovani c'è da portarli a rispettare alcune regole di base in vigore a G.I..
Appena arrivati loro fanno colazione e poi iniziano le attività.
Per ora mi limito ad osservarli e a sollecitare gli educatori su certi argomenti, qualche intervento diretto (oggi ho visto volare una specie di aereo di carta ed io ho chiesto chi lo avesse lanciato solo per fargli apprendere il modo che conosco io di realizzarlo) salvo delegare Bea al rilevamento di dati individuali dopo che qualcuno mi aveva fatto presente determinate sofferenze.
Ne è emerso, fra l'altro, che alcuni non sono mai stati visitati da un medico, che la maggior parte soffre per certi problemi da anni senza mai essere stati sottoposti a visita e/o a cure.
Con l'occasione ho anche verificato che Hervè, già presente ai miei tempi ed oggi assistente in prova di Moustapha capo meccanico, in questo tempo è cresciuto di circa 9 cm. e pesa 5 kg. in più.
Pure oggi il meccanico della Scenic mi ha sfinito: è andato e tornato non so quante volte per non combinare nulla (alla fine doveva soltanto cambiare il filtro del gasolio già identificato ieri a FCFA 17.500, ma oggi quel filtro non c'era più e ne ha prospettato uno a FCFA 50.000. Ho detto no e bene ho fatto. Più tardi ho esaminato fatture varie che includevano anche il mio periodo e così ho visto che per Toyota 4X4 Runner il filtro del gasolio era costato FCFA 8000: come dire che la donna o l'uomo bianco portano sempre della ciccia e quindi devono rendere un plus!).
Sin dal mattino ho avuto incontri: Bea che ha voluto chiarirmi la sua situazione nei minimi dettagli, il famoso meccanico che ad ogni passo metteva il naso dentro per informare, da ultimo Ioussa che si è presentato incidentato e mal fasciato (ieri sera per evitare un camion che viaggiava in senso opposto con gli abbaglianti ha dovuto scartare finendo a terra con la mobilette: qui è un classico!).
La temperatura max oggi ha sfiorato i 35°, ma i locali in dotazione sono speciali per incamerare caldo: ora siamo sui 28 ed è attesa una notte con minima fra i 18 ed i 19, quindi teoricamente sopportabile, ma senza A/C si soffre a causa dell'accumulo di calore dovuto anche all'esposizione.
Inoltre Bruna non la ama e quindi in sua presenza bisogna trovare un compromesso.
La vita da bianco in Africa con gli africani però ti stressa: questa sera mi sento spompato, e son qui solo da sette giorni!
Quando è arrivata Bruna per trascorrere in ambiente dotato di connessione internet il fine settimana (lei ha ancora un mese buono davanti a se da fare qui) nel raccontarmi delle tre insegnanti della sua scuolina ha manifestato uno sconforto che potrei definire da accumulo: non è facile cercare di fare del bene a terzi così lontani da noi per mentalità.
Me ne ero praticamente scordato.



Sabato 15.XII.18
Appendice alla storia del meccanico e storia stringata di Martin.
Oggi, come avviene ogni sabato, l'ex allievo Martin, sofferente sin da tre anni a questa parte a causa di una malattia che avevo capito essere di natura neurologica, viene condotto qui a Garage Italia dove trascorre la giornata davanti al monitor di un P.C. ascoltando musica e vendo film, nel più assoluto distacco da ciò che lo circonda.
Ha perso peso, oggi è quasi a livello di uno scheletro, ha difficoltà a deambulare, le mani sono parzialmente rattrappite, è chiuso in se stesso, non si relaziona, non capisce il perché di questa malattia.
Indipendentemente dalle visite specialistiche e dalle cure che BnD continua a garantirgli nel tempo, lui ha chiesto che fossero praticate anche altre strade.
Dopo un sogno si è fatto accompagnare al villaggio di provenienza dove lo sciamano ha fatto la sua diagnosi: il ragazzo deve aver mangiato, anche inconsapevolmente, carne di coccodrillo, alimento tabu per la sua famiglia.
Gli ha consegnato delle polveri e delle radici da far bollire nell'acqua prelevata dall'acquitrino locale per poi essere ingerite con una certa periodicità.
Sul discorso della carne di coccodrillo ho avuto modo di sentire il parere di alcuni Burkinabé istruiti: lo psicologo che lavora qui a G.I. ha sostenuto che potrebbe essere vero, un'altro ha esclamato: ecco da cosa dipende il suo stato, mentre altri hanno espresso pareri diversi.
Inoltre Martin nel tempo ha voluto essere accompagnato prima in un luogo di culto per essere sottoposto a trattamenti di preghiera con l'imposizione delle mani che non lo hanno soddisfatto, quindi in un altro posto simile dove poi non ha più voluto essere accompagnato per perdita di fiducia nel trattamento.
Pare sia proprio la speranza quella che gli è venuta a mancare; nel contempo deve essergli cresciuto un senso di rabbia all'interno che non lo facilita nelle relazioni: all'origine della mia conoscenza era un ragazzo gentile, un po' silenzioso, bravo in ogni materia e con un'attitudine specifica al disegno.
Gli ospedali locali hanno eseguito molte indagini su di lui; gli esami sono stati inviati in Francia e sono sempre tornati con esito negativo!
Dai Neurologi locali viene suggerito il trasferimento del paziente in Europa per indagini più accurate, ma questa soluzione al momento non sembra praticabile.
Per riaccompagnare a casa il ragazzo verso le 17 mi sono servito della Megane Scenic che avevo guidato giovedì per un po' di tempo per andare a vedere l'atelier del meccanico.
In quella occasione, per quanto piena di problemi, non si era comportata così male, ma in questa occasione, dopo che il meccanico Eric l'aveva tenuta in mano praticamente per due giorni smontando il filtro del gasolio per poi rimontare lo stesso componente, la situazione mi si è rivelata immediatamente come peggiorata.
A fatica sono arrivato alla casa di Martin, e ancor più faticoso è stato il rientro a GI; nella manovra di parcheggio ho potuto verificare la scia di gasolio caduto a terra. Nel frattempo il meccanico, che avrebbe dovuto portare la ricevuta inerente al suo intervento, si era fatto sentire ma non vedere. Quindi è stato convocato e quando è arrivato a bordo della sua mobilette attrezzata Africa system per il pronto intervento su strada, con il solito sorriso stampato sulle labbra ha aperto il cofano come se nulla fosse e solo allora mi sono reso conto che aveva messo una “camicia” su uno dei due tubicini del gasolio inerenti al filtro, quello che in tutto questo baillame si era strappato.
Con il cacciavite in mano ha continuato a mollare e stringere le viti di fermo della camicia, poi mi ha chiesto di passare all'accensione, ma questa non avveniva perché aveva stretto troppo le viti e il gasolio aveva difficoltà a passare. Allora ha preso dalla sua dotazione un altro tubo in sostituzione di quello già usato per la camicia e, dopo averlo tagliato in misura, lo ha sostituito al precedente, ha stretto le viti e mi ha chiesto di riprovare: il motore si è avviato e lui sembrava uno scienziato nel salone di Oslo pronto al ritiro di quell'importante premio!
Al suo congedo sia io che Bruna avevamo le idee chiare: non sarebbe stato chiamato mai più.
Allora ho cercato Omar, il meccanico a suo tempo suggerito da Eugene che aveva messo Toyota 4Runner in condizioni di poter viaggiare “in sicurezza”.
Quando Eugene mi ha confermato che Omar gode ancora della sua fiducia e che lui stesso avrebbe preceduto la mia chiamata avvisandolo, allora l'ho convocato per parlare inizialmente dell'intenso odore di gasolio che si sente quando si arresta il motore della 4x4: ho pensato ad un iniettore allentato, esattamente come era accaduto al Nomade nei primi giorni americani.
Quando Omar ha ispezionato il motore ha notato che la posizione del quarto cilindro era sporca ed umida, confermando la mia ipotesi.
Ci siamo accordati per un intervento rapido da effettuare lunedì mattina; dopo parleremo anche della Scenic, ma solo per tenerla viva sino al momento della vendita prevista per dopo la mia partenza.



Domenica 16.XII.18
Bozoulé
Bruna, persona particolarmente sensibile alla tutela e alla difesa dei diritti dei più deboli, aveva organizzato per oggi una visita al villaggio Mossi di Bozoulé in funzione dell'accompagnamento sia di Amadou le guardien che di una signora madre di un ex allievo.
Entrambe queste due persone sono malate ed il primo dei due aveva già iniziato una cura avuta dal depositario delle conoscenze mediche di questo villaggio, persona stimata e riconosciuta in Burkina Faso come specialista nel trattamento della Epatite.
La signora in passato teneva un banchetto di ortaggi al mercato che anch'io avevo frequentato all'epoca: rimase colpita da una paresi che ne ha paralizzato una parte del corpo e di fatto impedito qualsiasi attività; pertanto è accudita da una figlia femmina e dal maschio ex allievo GI quantomeno per il supporto economico.
Questo ex allievo è un personaggio sui generis che aveva creato molti problemi tanto che a un certo punto aveva smesso di frequentare, ma aveva mantenuto un forte legame con Bruna che lo aveva preso in simpatia e che avrebbe voluto offrirgli una seconda chance.
Fatto sta che si era interessata del caso della madre e aveva concordato con le disponibilità del ragazzo la giornata odierna per recarci di buon ora dallo specialista.
Siamo usciti da GI alle 7 del mattino insieme a le guardien e dopo un paio di tentativi andati a vuoto è stato identificato il cancello della corte dove prelevare madre e figlio.
Bruna non è solo una persona sensibile e di buon cuore, ma è anche un tipo molto energico che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno.
Dopo aver ripetutamente chiamato al telefono il ragazzo senza alcuna risposta, giunti alla corte si è diretta verso il locale dove dorme il ragazzo e tanto ha battuto alla porta che è riuscita a svegliarlo tirandolo giù dal letto; a quel punto si è sviluppata una discussione basata sulla mancanza di responsabilità ancora una volta dimostrata dal giovane: con questo atto Bruna ha deciso di chiudere i rapporti con lui.
Allora abbiamo atteso che la signora venisse vestita dalla figlia che l'ha poi sorretta sino all'auto; a fatica l'ho fatta sistemare sul sedile anteriore offrendo alla ragazza (di robusta configurazione) di prendere posto sul sedile posteriore già condiviso da Bruna e Amadou.
Anche lei quindi si è vestita adeguatamente e finalmente siamo partiti.
La direzione è la stessa di Bobo Dioulasso, strada che a un certo punto diventa a pagamento pur essendo dotata di dissuasori di velocità ogni volta che si passa attraverso un insediamento umano: si paga, ma non è un'autostrada come viene intesa in altre parti del mondo (non mancano nemmeno le buche!).
Non ricordo se prima o dopo il “peage” sulla strada era posizionato un posto di controllo della polizia nazionale e Frontera 4x4 è stata scelta fra i veicoli da controllare.
Essendo frequente lungo le strade questa forma di controllo ho subito tolto i documenti dal cassetto per porgerli al militare; egli ha sfogliato tutte le carte e poi ha chiesto di vedere l'assicurazione.
Il veicolo è in attesa dei documenti del Burkina e quindi attualmente circola con una documentazione provvisoria unita al libretto di circolazione italico; avevo già notato l'anomalia data dalla mancanza dell'assicurazione e allora Bruna aveva chiamato Sama che ci aveva tranquillizzati: i documenti andavano bene così.
Ma il militare non ha sposato questa tesi e quindi Bruna ed io siamo scesi dall'auto spiegando che stavamo rintracciando Sama; il militare, molto comprensivo, ci ha risposto di prenderci tutto il tempo necessario. In questo caso ovviamente Sama non ha risposto (sarà già stato impegnato nelle cerimonie religiose settimanali della sua Chiesa?), allora Bruna ha giocato la carta del servizio che stavamo facendo a delle persone ammalate; a quel punto il militare mi ha riconsegnato i documenti dandoci il via libera: salvi!
Ho ripreso la guida consapevole che avrei potuto incappare in altri controlli e così ci siamo messi d'accordo Bruna ed io sul come ci saremmo comportati in tale eventualità.
Giunto il momento di lasciare il goudron è iniziata una pista rossa neanche troppo male, ma all'arrivo al villaggio al guardien è mancato l'orientamento: egli ha allora chiamato lo specialista per farsi spiegare.
In realtà eravamo vicinissimi: al Museo Mossi girando a sinistra l'ambulatorio all'aperto dello specialista è stato subito rintracciato. Ho allora parcheggiato all'ombra a debita distanza sia per rispetto alla persona che per il fatto che costui non vuole avere a che fare con “ les blancs”.
Già la presenza di un moderno Museo collocato nella brousse mi aveva stupito, così come la presenza di coccodrilli ritenuti sacri in uno stagno a pochi passi da lì, ma questo non era niente in rapporto al continuo andare e venire di persone per consultazioni, persone che venivano fatte accomodare all'ombra di una struttura aperta ma coperta di paglia sotto la quale, al centro, risaltavano due pali particolari e dalle punte articolate e colorate: i simboli del potere dell'uomo che, semisdraiato su una sedia tipica del posto e con il suo fucile sul lato sinistro, riceveva le persone facendole poi sedere su due panche poste attorno a lui dopo aver ricevuto il loro saluto ossequioso.
Per non turbare l'andamento delle cose io e Bruna siamo andati prima a visitare il piccolo Museo, dono del popolo Japan, e poi un po' a zonzo prima di defilarci all'ombra nell'attesa dei verdetti per i nostri “pazienti”, verdetti arrivati velocemente (lo specialista ha voluto tenere seduta sulla panca la Signora facendo segno alla fine che avremmo potuto avvicinare l'auto per facilitarla nelle operazioni per risalire a bordo), seguiti dalla consegna dei medicamenti personalizzati da parte degli assistenti.
Bruna ha provveduto personalmente a pagare tutto ciò che c'è stato da pagare: una persona esemplare.
Terminata la prima parte della buona azione quotidiana ci siamo recati allo stagno per incontrare qualche coccodrillo; il sito è stato premiato nel 2017 quale migliore attrazione turistica del Burkina e per accedere bisogna dotarsi di biglietto che da diritto alla visita condotta da una guida. Al bureau del ticket vi è un cartello che indica i prezzi per l'accesso e, in coda, il prezzo unitario per pollo eventualmente da donare ai coccodrilli: ci siamo limitati a pagare l'ingresso ascoltando poi le spiegazioni della guida mentre sostavamo in un'area dotata di cartelli esplicativi sulla specie qui vivente.
Poco dopo l'incontro con lo stagno dotato di sempre meno acqua in questa stagione: diversi esemplari se ne stavano immobili al sole fuori dall'acqua, alcuni a bocca aperta (solo adesso ho appreso che questi animali sono privi di lingua, tengono la bocca aperta per portare ossigeno nel loro corpo, fuori dall'acqua sono estremamente lenti, ma nell'acqua diventano temibili), oziando nel momento della lunga digestione che li rende particolarmente avvicinabili: infatti ho voluto toccarlo con mano senza indurre alcuna reazione nell'animale, quasi si trattasse di un gofiabile da spiaggia. Ad un certo punto ho sentito un forte sciabordio ed ho visto due di loro che erano poco prima fuori acqua: probabilmente uno dei due non ha gradito la vicinanza dell'altro e lo ha fatto sloggiare inducendolo ad allontanarsi velocemente attraverso una pozza d'acqua.
In passato avevo incontrato altri coccodrilli sacri in Mali nei pays Dogon, dopodiché non mi ero mai più interessato a questo tipo di animale, ma oggi ne ho percepito la sacralità esattamente per come sono ritenuti sacri da queste popolazioni: si tratta di un animale longevo che viene vissuto come una figura che ha vissuto al tempo degli antenati degli attuali abitanti e pertanto incarna qualcosa di loro.
Come sempre accade il rientro alla base è sembrato avvenire più rapidamente che l'andata al villaggio; al punto di controllo della polizia nazionale non sono stato fermato, ma ho incrociato lo sguardo del militare che si era comportato tanto gentilmente un paio d'ore prima e ho provveduto ad un saluto che è stato immediatamente ricambiato.
La Signora è stata silente per tutto il viaggio, accettando i miei movimenti attorno a lei mentre le allacciavo la cintura di sicurezza: una donna che, seppur nella disabilità che l'ha colpita, ha mantenuto quella fierezza e quella postura diritta che conferiscono a molte donne locali un particolare fascino.
Arrivato a destinazione l'ho aiutata a scendere mentre la figlia, ma pure lei per quanto le è possibile, ci ringraziavano: Bruna ha ripetuto alla figlia che suo fratello con lei ha chiuso definitivamente.
Quando una persona alla quale lei ha dato ripetutamente fiducia, a volte su basi totalmente emotive, scade ai suoi occhi, la faccenda diviene insanabile.
Per motivi ben più seri fu ciò che accadde ai miei tempi qui con Jacob – Bras Ouverte.




Nel pomeriggio ho incontrato privatamente Abass l'Artista. Lui è stato così gentile da venirmi a prendere a GI per poi farmi strada sino a casa sua.
Effettivamente sta ben lontano da qui!
La Megan Scenic all'andata ha dato il peggio di se, ma in qualche modo mi ci ha portato, sebbene il segnale rosso della riserva cominciasse a preoccuparmi.
Nella corte dove abita la sua famiglia egli dispone di 6 mq. indipendenti comprendenti un letto, una TV ed un divano: esattamente come Arnaud, l'artista delle tele in versione Tiébélé.
I componenti la famiglia sono stati tutti molto accoglienti nei miei confronti, compresa una sorella che sembra lui, ma al femminile: saranno mica gemelli?
Lui è un bel tipo alto ed asciutto e la sorella, per quei pochi centesimi di secondo dedicati alla stretta di mano, mi è sembrata particolarmente graziosa.
Nel suo loculo mi ha fatto vedere il catalogo delle opere realizzate in occasione di una recente esposizione; spiegandomele io mi facevo un'idea un po' più precisa su di lui.
Egli non ha compiuto studi di nessun tipo, ma ha una testa pensante, forse troppo pensante, con pensieri indirizzati prevalentemente ad un filone: quello della verità, di apparire ed essere capito per quello che si è.
E proprio da qui credo si possa intravvedere il suo dramma interiore: una persona che vive sul filo del rasoio fra ciò che è mentalmente sano e ciò che è insano, persona geniale ma insicura, abile nel far lavorare i ragazzi GI nel suo settore, persona che sente di godere della protezione di Salvador Dalì sin dai tempi di un certo sogno effettuato non so quanto tempo fa.
Parlando con lui ho citato casualmente nomi di grandi pittori le cui genialità sono state riconosciute ed apprezzate da chi ha convissuto la stessa epoca ed anche dopo: non ne conosceva nessuno tanto che mi ha chiesto, nel caso io avessi qualcosa da inviargli riguardante il mondo della pittura, di farglielo arrivare attraverso qualche italiano che verrà a GI nel futuro.
La persona sostanzialmente al momento non ha lavoro anche se l'esposizione è andata bene in quanto sono rimaste poche opere disponibili nelle mani del francese che l'ha promossa in un bello spazio di sua proprietà allocato in zona centrale defilata: il francese si chiama Lucien Hunbert e la sua realtà Villa Yiri Suma.
Forse Abass sperava di farmene acquistare una, ma devo dire che ciò che ho visto mi è sembrato troppo cervellotico e lontano dai miei interessi; in realtà quando l'ho conosciuto qui a GI avevo guardato con lui il lavoro dei ragazzi, poi gli avevo proposto la bella esperienza pittorica vissuta in Senegal durante il Festival rilevando un suo forte interesse proprio perché conosce poco, salvo le tecniche da lui stesso utilizzate che coprono anche l'utilizzo di materiali per ottenere delle maschere o per realizzare dei Batik, tecniche che ha fatto praticare anche agli allievi.
Io proprio sul Batik mi ero soffermato con lui ricordandomi come tre anni fa ci avessi provato restando truffato dalla persona che mi era stata presentata; ora ho in mente di completare la divisione della camera matrimoniale in mansarda con copriletto e testiera in nuance con i colori predominanti e, avendo sentito che l'uomo ha le giornate libere, avevo gettato l'esca alla quale il pesciolino aveva immediatamente abboccato.
Rapidamente ho deciso di affidargli questo lavoro dopo aver dialogato sui disegni da realizzare, ma alla fine affidandomi alla sua proposta.
Il prezzo non mi è sembrato cosa da poco, sicuramente superiore alle proposte del truffatore, ma il ragazzo mi piace e ho sentito di potermici affidare: forse il vero pesciolino sono io e non lui!
Ho lasciato un cospicuo acconto per l'acquisto di tele e materiali restando quasi a zero FCFA, ma proprio poco fa mi ha chiamato per venire a farmi vedere ciò che ha già fatto.
Quando sono uscito dalla sua casa ha voluto comunque accompagnarmi a visitare lo spazio espositivo: oramai era buio pesto e quindi gli ho chiesto di portarmi ad una stazione di servizio prima di trovarmi senza carburante su una strada polverosa nel buio delle strade di notte della capitale, che già di per se sono al buio salvo i goudron principali.
Dopo un lungo tragitto siamo arrivati allo spazio espositivo che mi è piaciuto; il proprietario francese che vive all'interno qui offre anche servizio ristorante e qualche camera.
Una soluzione originale e alternativa.
Abbiamo parlato per un po' e poi mi ha pregato di tornare a gennaio per poter vedere le opere di Abass avvisandolo prima in modo da poter far partecipare all'incontro anche un italiano che vive a Ouaga: si tratta di un artista e credo insegni.
Dopo di nuovo sino a casa di Abass, ma giunto qui egli ha voluto prendere la mobilette per aiutarmi e rendere più agevole il superamento di una certa deviazione imposta alla viabilità nei pressi di una importante Caserma (senza la deviazione sarebbe stato un gioco da ragazzi per me rientrare).
Unico stop per acquisto pane e biscotti prima di arrivare verso le otto di sera alla base.

Lunedì 17.XII.18
Oggi nel pomeriggio arriverà Fulvio, fotografo ufficiale Save the Children ed amico di Bambini nel Deserto. Era stato qui non molto tempo fa e per qualche motivo era stato rapito dalle immagini della gente e della brousse tanto di decidere di tornare appoggiandosi a noi per buona parte della sua permanenza: Bruna ha preparato la strada per fargli visitare progetti BnD, ma soprattutto per parlare con la gente e riprenderla sia in filmati che immagini fotografiche.
Per questo venerdì quando lei è arrivata era preoccupata per l'organizzazione visto che già il 27 avremo qualche italiano da accudire più o meno con gli stessi obiettivi.
Quindi avevo organizzato affinché Omar prelevasse il 4x4 in prima mattinata per poterlo usare poi; intanto Sama avrebbe provveduto all'assicurazione.
Mentre eravamo sul goudron - in largo anticipo sull'arrivo previsto dell'amico - per effettuare una sosta presso les bonnes amies e anche alla banca per bancomat ho visto scendere un aereo a pinna blu con un motivo penta/esagonale e scherzando ho detto a Bruna: vuoi vedere che quello è l'aereo di Fulvio? E lei: ma no, è troppo presto! Al che ho replicato che con il vento favorevole a volte si guadagna un bel po rispetto al tempo previsto. Poi ci siamo dedicati alle nostre faccende, ma mentre ci si avvicinava all'aeroporto, essendo quello visto prima l'unico areo a terra, ho preso convinzione che la mia boutade corrispondesse a realtà. Proprio mentre si parcheggiava in aeroporto è arrivata una chiamata sul telefono di Bruna ed io ho subito anticipato che poteva trattarsi di Fulvio: così era.
Non vedendoci all'uscita l'intraprendente fotografo, fra l'altro autore di viaggi memorabili in giro per il mondo a bordo di una vecchia Panda 4x4, ha chiesto ad un locale di chiamare con il telefono dotato di scheda BF Bruna per accertarsi di dove fossimo.
Il bello è che il suo viaggio con Ethiopian Airlines era iniziato 24 ore prima da Milano, poi stop a Roma, quindi lungo stop ad Addis Abeba, poi scalo tecnico a Nyamei e finalmente Ouagadougou: ciononostante non era stanco tanto che siamo subito andati alla sede di Save the Children dove ho potuto conoscere il locale responsabile, un certo Alfredo proveniente dalla Sicilia che ha vissuto in molti posti anche piuttosto disagiati lavorando sempre nel settore umanitario. Giunto qui ha portato con se per la prima volta la sua bella famigliola tutta denominata al femminile: una moglie da lui definita figlia dei fiori e quattro ragazze in età fra i quattro e i sedici anni!
Incontro assai cordiale e gradevole, dilungatosi solo perché Fulvio ha subito messo a disposizione la sua disponibilità per risolvere un problema che per Alfredo era diventato insuperabile.
Forse ci rivedremo nel periodo in cui Fulvio è dei nostri anche se da venerdì Alfredo raggiungerà in auto un resort in zona San Pedro sulla Costa d'Avorio per vacanze; rientro previsto ai primi di gennaio.
Noi tre abbiamo consumato la cena in un ristorante caldeggiato da Bruna ma cassato da Alfredo; in ogni caso ce lo siamo trovati sulla strada e ci siamo fermati.
Bruna aveva parlato di un'ottima pizza, ma io quando la pizza è sul menu ad un prezzo esagerato preferisco sempre assaggiare altro; Bruna è rimasta sulla pizza e Fulvio inizialmente gli era andato dietro, ma io ho scelto poulet all'ail e verdure così Fulvio ha cambiato l'ordinazione replicando la mia. Inoltre Bier pression Castell per tutti!
Alla fine sia io che Fulvio siamo rimasti soddisfatti a differenza di Bruna che non ha ritrovato la qualità della volta precedente: forse il pizzaiolo dell'altra volta non era in servizio oggi!
Da quel posto a GI è un mezzo viaggio che si è fatto su strade suggerite da Bruna evitanti il centro e aggiranti l'aeroporto; arrivati eravamo tutti un po' stanchi, ma la presenza di Sama ci ha tenuto ancora un po' impegnati prima di andare a letto con A/C in funzione e Bruna leggermente raffreddata.


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