mercoledì 31 ottobre 2012

Mendocino county e da Gualala verso Frisco


Sabato 27.10-Alla fine la doccia ho preferito farmela a bordo dove l'ambiente è caldo, quindi mi sono presentato verso le 8.15 a “La Dimora” ove vengo accolto con lo stesso calore con il quale ci eravamo lasciati poche ore prima. Franco è ancora impegnato con suo figlio così è Michela a servirmi il caffe mentre mi accomodo davanti ai grandi vetri del soggiorno dietro ai quali, con una bella prospettiva, si vede l'oceano; ma non solo, anche parecchi Deer Mule in movimento!


Dopo un'ora volata in conversazione lascio loro alle attività quotidiane; una volta a bordo attivo una connessione che inizialmente è buona, poi, inspiegabilmente peggiora al punto che il mio consulente tecnologico on line che mi ha cercato tramite skype non riesce ad eseguire le varie operazioni possibili attraverso un programma specifico all'uopo scaricato.
Si rende necessario trovare un'altra possibilità di connessione e, come dice il consulente, il tempo c'è perché in questo caso la differenza di fuso orario gioca a favore.



Pertanto chiudo baracca e burattini, rabbocco il serbatoio dell'acqua e torno a Mendocino. Dopo la nebbia del primo mattino ora la giornata è splendida ed io non posso evitare di percorrere a piedi un lungo tratto di costa dai colori accesi accompagnati dal costante fragore dell'oceano che manda le proprie onde ad infrangersi in sequenza continua sulla scogliera.




Alle 11.30 cerco e trovo la connessione proprio dal posto in cui mi sono parcheggiato: non pensavo sarebbe stato così semplice.
Il mio consulente è pronto all'appello: così inizia una sessione di lavoro che dura un paio d'ore.
Non mi era mai capitato prima di ricorrere ad un aiuto che si è espletato in questo modo: sullo schermo del mio portatile è iniziato un tourbillon di operazioni eseguite a nove fusi orari di distanza!
Purtroppo non è stato possibile ritrovare le foto andate disperse, però ho fatto una bella esperienza.
Chiusa la postazione tecnologica che alle persone di passaggio potrebbe apparire come quelle che si vedono nei film dove, dentro ad un furgone, ci sono gli uomini dei servizi con i loro macchinari intenti a spiare, mi avvio inizialmente verso sud lungo la 1.
Giunto ad Albion girando a sinistra mi immetto sulla 128, la strada che percorre la Anderson Valley.
Quando la fitta foresta, dopo Navarro, si apre, inizio a vedere le coltivazioni della vite, le insegne delle case vinicole totalmente orientate al cliente, con precisi orari per gli assaggi.





Incontro nomi di origini diverse fra i produttori, ma resto particolarmente incuriosito da una casa vinicola che all'interno della propria produzione pubblicizza, fra gli altri, vini come Dolcetto, Sangiovese, Barbera e Primitivo (di Manduria).




Arrivato a Boonville, dove ho modo di vedere al pascolo libero delle belle pecore giganti che mi ricordano i paesaggi dell'agro pontino, 



girando a destra, con lo scopo di ritornare sulla costa all'altezza di Manchester, mi immetto su una strada che si rivela presto essere diabolicamente impegnativa al massimo livello: pendenze sull'ordine del 16% mi costringono a procedere con il primo rapporto inserito, il fondo stradale pessimo unitamente alla larghezza della carreggiata ed al raggio strettissimo delle continue curve impongono grande attenzione.


In coincidenza con tutto ciò comincio a percepire rumori nuovi che sono l'avviso di nuovi problemi.
Dopo aver percepito nuovi rumori provenire dalla meccanica, mi rendo conto che la leva del cambio ha assunto una posizione diversa: ricordando come la rottura di un supporto motore mi lasciò a terra in Irlanda, ho il terrore che possa succedere la stessa cosa su questo percorso dove non transita nessuno. Pertanto cerco di usare al minimo la leva del cambio per paura, come successe allora, di non poterla più inserire.
Intanto la strada continua a salire e scendere con lunghi tratti dichiarati con pendenza del 16%: io mi rendo conto di essere in tensione e cerco di portarmi fuori da questi 50 km. di sofferenza pura.
Ieri giornata positiva ed entusiasmante per la conoscenza di persone dalle caratteristiche rare, oggi il segno è decisamente ed oggettivamente cambiato.
Quando finalmente termina il percorso diabolico, procedendo molto cautamente mi sembra che anche il cambio ne abbia un beneficio; in realtà la situazione è compromessa: quanto avrà inciso in tutto questo il movimento sussultorio ondulatorio causato dall'avantreno? Oppure è semplicemente una avaria che si sarebbe manifestata comunque! Proprio in questi giorni ho superato i 50.000 km. dal rifacimento del motore ed i 27.000 dalla sostituzione del cambio.





Mentre la bruma serale si sta alzando mi fermo comunque a Point Arena ad ammirare il faro in un momento in cui il vento è così teso da rendere difficile la ripresa fotografica.
Lasciato il faro mi reco al porto nella speranza, tutta di matrice franco/europea, di poter trovare una soluzione per la notte ed interrompere la guida; i cartelli invece mi inducono a continuare.




Supero Anchor Bay mentre si sta facendo buio, ma trovo ancora il buon tempo per fermarmi a riprendere un paio di foto della bellissima costruzione in legno che è rimasta a testimonianza del periodo in cui i luoghi erano bazzicati da trafficanti russi.



Dopo pochissimo arrivo a Gualala; con la coda dell'occhio vedo un market su una strada interna e ciò mi fa decidere per una immediata inversione ad U. Il posto mi sembra idoneo; se dovessi avere la visita della polizia sono pronto a dichiarare la verità circa l'avaria meccanica che debbo affrontare con urgenza domani.


Ricerca di un altro meccanico, altro capitolo della saga.


Domenica 28.10-Finalmente viene l'ora in cui mi alzo definitivamente; c'è una parte di me che avrebbe voluto fare come lo struzzo, oppure avrebbe desiderato un intervento magico che potesse ripristinare la situazione quo ante. Poi viene il momento in cui riprendo le redini fra le mie mani e parto alla ricerca di un meccanico, ma prima mi ero steso a terra per cercare di individuare l'origine dell'avaria, solo che, fra la struttura che ripara il motore e la mia incompetenza, non sono riuscito a fare nessun passo avanti.
Per come ho sentito funzionare il cambio a partire da ieri pomeriggio il mio vissuto mi riporta ad un episodio lontano avvenuto sotto il cielo d'Irlanda: i rapporti all'improvviso non entravano più, ma il danno non era stato così grave in quanto, essendosi rotto un supporto del motore, fu sufficiente sostituirlo. Però allora avevo potuto usufruire di un centro assistenza Fiat mentre qui, al secondo tentativo, ho trovato un'organizzazione parzialmente chiusa che si è limitata ad invitarmi a tornare domattina.





Ci deve essere una entità impalpabile che a mia insaputa sta alzando il livello del gioco al quale io non avrei alcuna intenzione di partecipare; mi sento tirato dentro per i capelli e costretto ad andare sempre più avanti per sopravvivere: ma perché poi? Io non sono qui per dimostrare qualcosa a qualcuno, eppure i continui ostacoli che trovo lungo il percorso possono apparire come una prova alla quale né posso sottrarmi, né sono in grado di porre la parola fine.
Forse la parola fine rappresenterebbe anche la fine della mia avventura on the road, per questo l'entità mi sta cucinando a fuoco lento onde attendere l'arrivo del punto di rottura.



Ricordo che da giovane, durante il periodo dedicato all'apprendimento, partecipai a delle prove di laboratorio sulla resistenza di certi materiali: se non ricordo male, a questi venivano applicate varie forze che agivano in maniera diversa l'una dall'altra sino a che avveniva il cedimento.
Poi si riprovavano gli stessi materiali in una versione a sezione maggiorata e via a continuare sulla base di calcoli teorici che, attraverso queste prove, si stava cercando di verificarne la loro attendibilità nella realtà.
Nel caso corrente non ci sono dei calcoli teorici che devono trovare conferma; c'è solo la mia scommessa circa il fatto che un veicolo ormai vecchio, ma completamente rinnovato e revisionato, sia in grado di procedere oltre nel tempo, anche se per ora il risultato appare molto incerto.



Inoltre, dopo le operazioni di pulizia sul mio portatile operate ieri on line, dalla prima accensione mi sono reso conto di avere dei problemi: la connessione riesce, le aperture dei vari google chrome e similari invece no; da poco ho effettuato un ripristino configurazione di sistema ad una certa data precedente, ma non ho visto progressi: sono tagliato fuori dai contatti, come un marine rimasto isolato in territorio nemico, dove i nemici sono rappresentati dalle varie difficoltà correnti.
Senza dover andare troppo lontano, manovro con estrema cautela il Nomade alla ricerca di qualche meta utile a trascorrere la giornata.
Interpellando la tipa del Visitor Center apprendo il significato del nome che porta la località ove mi trovo: Gualala è la traslazione dalla lingua dei Nativi Pomo di un suono che aveva un preciso riscontro con la realtà.
Infatti vuol dire Acqua che viene giù da un luogo, intendendo l'acqua del fiume che sfocia nell'oceano.
Poi ho raggiunto Gualala Artist Center, l'area dedicata alla comunità degli artisti, dove ho apprezzato una mostra fotografica; quindi mi sono recato ad effettuare un trial verso l'oceano.



A causa del vento che stava rinforzando sono tornato a bordo volentieri dopo essermi preso una bella spazzolata ed ho ripreso la lettura del libro scritto da Tara Bennett-Goleman “Alchimia Emotiva-come la mente può curare il cuore”: sono oramai arrivato all'ultima parte intitolata l'alchimia spirituale, e la sto trovando per niente facile da far acquisire ai miei neuroni.
Attraverso il mix di attività svolte si è fatta l'ora del tramonto, evento per il quale non mi sono fatto trovare impreparato essendomi collocato in posizione dominante il fiume che, nella sua parte finale, è separato dall'oceano da una spessa lingua di sabbia: durante le ore di luce, ognuno al proprio orario, le varie colonie di volatili presenti nell'area ne utilizzano le acque per il tipo di pesca specifico alla propria categoria. Si potrebbe dire che ne fanno un uso condiviso, anche se ad un certo punto, era il turno dei pellicani, ne ho visto uno alzarsi in volo per allontanare alcuni gabbiani che stavano reclamando un diritto a partecipare alla pesca fuori dal loro orario.



Per tutto il giorno vi è stata una presenza di nuvole lontane, a contatto con l'oceano, le stesse che hanno impedito al sole di essere osservato nel momento del suo tuffo in acqua; poi il buio è calato in fretta ed io mi sono rimesso, Nomade solitario, nello stesso posto di ieri sera.


Lunedì 29.10-Mi sono messo in movimento in modo di essere dal meccanico ben prima delle 8 del mattino.
Quando giungo all'indirizzo è ancora tutto chiuso, poi arriva una addetta che ascolta la mia necessità: dovrò pazientare parecchio perché sono un fuori programma nell'organizzazione odierna del loro lavoro programmato.



Nell'attesa riprendo a leggere il libro venendo colto da una sonnolenza che ogni tanto mi fa ciondolare la testa in avanti: perché resistere? Assecondiamola, vorrà dire qualche cosa che al momento non riesco a capire. Forse devo staccarmi dalla vicenda in cui sono incappato per meglio inquadrarla, anche se, viste in retrospettiva, si può notare una sommatoria di singole vicende ormai divenute una costante da che mi trovo lontano da casa.
Devo limitarmi a pensare: “mala tempora currunt”, o spingermi ad investigare sotto qualche altro punto di vista il significato recondito di questa inattesa “via crucis”?
Intanto le ore passano senza che nessuno si occupi di me; solo alle 13.30 l'addetta si avvicina (con il capo che prima non c'era) per comunicarmi che presto il veicolo sarà portato sul ponte. Poi passano altre due ore prima che ciò avvenga: dalla verifica risulta confermata la mia supposizione, un supporto del motore è andato!
Ora si presenta il problema del ricambio. Mi viene accennato un tempo di attesa di un paio di giorni, al che replico chiedendo se si può operare un adattamento che mi consenta di riprendere il viaggio in sicurezza in tempi corti.
May be, ma si vedrà domani alla presenza del capo che non c'è mai (ho notato appese alle pareti parecchie targhe e coppe, nonché foto di un'auto da corsa con la quale Junior, questo il suo nome, si diletta ancora oggi).
Inutile fare ipotesi, la situazione va accettata per quella che è: domani cercherò di utilizzare un internet point per comunicare queste news: la lista dei pezzi di ricambio da far arrivare si fa più consistente!
L'appuntamento all'officina è per domani a partire dalle 10, ma non voglio farmi illusioni.
Solo una settimana fa ho avuto due giorni di sosta causa Webasto, ora due giorni li ho già fatti, ma forse se ne dovranno aggiungere degli altri.
Vuoi vedere che alla fine dovrò andare di corsa sino a Huston per il rendez-vous?


Martedì 30.10-Nell'attesa di presentarmi all'officina, anche per non farmi notare troppo al solito posto sosta, prima del sorgere del sole mi sposto fronte oceano: non era in programma, ma la vista della luna ancora alta e dei colori in continuo cambiamento mi inducono a riprendere qualche immagine della natura di questo luogo che rischia di diventare quello dove mi sarò trattenuto maggiormente!






In officina è presente Diane, ma di Junior non c'è traccia. Dopo un po' decido di trasferire per iscritto i quesiti ai quali unior dovrà dare delle risposte utili alla mia decisione. La situazione al momento sembra essere questa: il ricambio non è in stock, ci vorranno almeno un paio di giorni per farlo arrivare (sui tempi indicati resto scettico), solo quando il veicolo entrerà in officina si potrà fare una previsione sulla durata del lavoro. Dal mio punto di vista, se si potesse tacconare il supporto in modo da poter continuare a viaggiare, sarei ancora in tempo a far arrivare il ricambio originale tramite il rendez-vous di Huston senza stare qui ad attendere oltre. A mezzogiorno chiedo conferma sull'arrivo di Junior: mi pare di aver capito che è un momento critico per cui è impegnato su altri fronti, ma alle 14 arriverà. Simpaticamente Diane si mette davanti al suo computer e, utilizzando google translate, mi recita in italiano la traduzione di ciò che in precedenza mi aveva comunicato senza che io capissi del tutto.






Mi decido allora ad allontanarmi per effettuare altre prove di connessione, ma il risultato è sempre lo stesso. Riesco però ad utilizzare Skype in modo da essere aggiornato su varie vicende; inoltre riesco a lanciare indirettamente un messaggio di aiuto al mio tecnico informatico on line in base al quale è previsto un feed back più tardi.
Quando alle 14 scopro che Junior non c'è ancora, chiedo a Diane e da lei ottengo di poter utilizzare la loro rete per connettermi, senza sapere se l'operazione riuscirà, ma almeno il feed back previsto potrà avvenire tramite skype. Invece, una volta inserita la passward, la connessione è completa ed immediata: evidentemente aveva ragione il mio consulente nell'affermare che in U.S.A. molte reti libere non consentono un'operatività completa. Ma io mi ero fasciato la testa a causa del facile collegamento fra l'intervento on line e il successivo default. 
Mentre sto lavorando sale a bordo Gary, uno dei meccanici, e porta il Nomade sul ponte. Junior ora c'è e mi fa segno che posso restare dove sono mentre viene alzato il ponte per dare inizio al lavoro.
Mentre mi trovo “in quota” sento che ogni tanto qualcuno sta svitando qualcosa, che viene utilizzata la fiamma ossidrica, ma, preso dalle mie cose e dal fatto che sarebbe impossibile scendere, non indago e continuo a navigare.
Verso le 17 comincio ad affacciarmi alla finestra e a chiedere che cosa sta succedendo ad uno dei vari meccanici messicani che lavorano in questa officina: risposta, tutto bene!
Junior, che ha lavorato in prima persona con Gary, abbassa temporaneamente il ponte per farmi vedere cosa è stato fatto. 
La situazione era più compromessa di quanto sapessi perché si erano create delle dissaldature sullo chassis: ecco perché è stata usata la fiamma ossidrica! Il supporto è stato sostituito con qualche artifizio di cui Junior, pilota di auto da corsa e di aerei, è capace.
A questo punto sollevo la questione dell'avantreno e Junior capisce tutto al volo: smonta il componente che sin qui ho ritenuto responsabile di tanti fastidi e decide di sostituire il fermo in gomma con uno di materiale plastico, che lui dice essere più resistente. Anche per questo lavoro vengono apportate delle modifiche ai pezzi, e, per omogeneità, lo stesso intervento viene apportato anche nel componente dell'altro lato.
Ho molto apprezzato quando i messicani che lo stavano aiutando, verso le 18.30, orario normale di chiusura, sono stati invitati ad andare a casa perché va bene dare la disponibilità trattenendosi oltre al lavoro, ma a casa ci sono delle famiglie alle quali dare la propria attenzione: bravo Junior! Così hanno continuato sino alle 19 solo Junior e Gary.
A questo punto ho accettato di rimanere all'interno dell'officina con il collegamento dall'esterno dell'energia elettrica in modo da caricare le batterie dopo giorni di sosta e di consumo senza grande possibilità di ricarica.
Anche questa offerta mi è arrivata tramite Diane e la traduzione presentata sullo schermo del suo computer.
Una volta rimasto solo ho provveduto alle operazioni serali, nel contempo considerando che probabilmente l'indomani verso mezzogiorno avrei potuto essere fuori dall'officina dopo il completamento dei lavori, dopo  l'esecuzione della convergenza, così da avere una situazione temporaneamente sotto controllo.
Alla fine si è trattato solo di avere pazienza senza scoraggiarsi: infatti continuavo a pensare che, male che vada, ci sarebbe sempre stata la possibilità dell'imbarco per rientrare anticipatamente in Italia!
Di questa officina, unica nel suo genere in una vasta area, avevo colto sin dall'inizio delle abilità che non sono sempre presenti in questo genere di organizzazioni: prima fra tutte quella di non dire di no di fronte alla meccanica sconosciuta.

Mercoledì 31.10-Anticipo i tempi con una sveglia alle 6.45, anche se qui la prima ad arrivare e Diane verso le 8, poi arriva Cesare, uno dei messicani, il quale comincia con l'aprire le varie saracinesche, poi sposta le auto portando all'interno quelle schedulate. 
In questi giorni ho visto girare di qui parecchia gente e sono rimasto colpito da come deambula la maggioranza delle persone di sesso maschile, indipendentemente dall'età: a volte mi son chiesto come facessero a stare in piedi, eppure ci stavano, compresa una persona che ho visto scendere dall'auto appoggiando le mani sul tetto della vettura per trascinarsi fuori e mettersi in posizione quasi eretta, dirigendosi poi in ufficio in qualche modo. 
Oppure un'anziana signora che si appoggiava ad un bastone e, oltre a condurre una Mercedes 350 nuova fiammante di colore grigio metallizzato con interno in pelle grigio chiarissimo, una combinazione di grande raffinatezza, si accudiva il marito, forse più anziano di lei, ma sicuramente messo peggio.
Fra le varie persone che ho notato, stamane si è ripresentata anche una che lunedì mattina era arrivata poco dopo di me interessandosi al mio problema: io, credendo si trattasse del titolare dell'officina, gli avevo parlato diffusamente, scoprendo poi essere uno come me, con bisogno di assistenza. Diane gli aveva detto di chiamare al telefono più tardi per fissare un appuntamento, ed oggi eccolo qui a parlare con Junior il quale si è messo a raccontare di me e degli interventi effettuati al Nomade. 
Io me ne stavo defilato, ma inevitabilmente ci siamo incrociati riprendendo il discorso di lunedì mattina: lui ci ha tenuto a precisarmi che il mio non è affatto un "poor english", affermazione sicuramente fatta in buona fede, ma non corrispondente alla realtà!
Quando è stato il momento della convergenza, visto che si è riscontrato un certo sfregamento fra i semiassi e lo chassis, ho chiesto a Junior se fosse possibile inserire degli spessori nell'alloggiamento degli ammortizzatori per migliorare la situazione.
Junior non ha perso tempo, ha effettuato un controllo sulla possibilità e poi ha dato delle disposizioni. Io non intendevo ciò che è stato poi realizzato, però mi sembra una buona soluzione quella che è stata messa in opera: la testerò solo viaggiando.
Nel frattempo avevo sentito la storia della madre francese arrivata negli U.S.A. quarant'anni fa al seguito di un marito del Kentuky, militare di professione, che però non ha insegnato la sua lingua ai figli, i quali ne sanno qualcosa, ma non sono in grado di parlarla.
Prima di rimontare la protezione inferiore del motore ho chiesto un test drive, così poco dopo, Junior alla guida, siamo usciti per un percorso di prova. Junior si è dimostrato soddisfatto nella conduzione, esprimendo per la prima volta qualche parere positivo su Fiat, ed io pure, nel non percepire alcuna vibrazione e vedere entrare i rapporti con precisione, mi sono sentito sollevato sia nello spirito che nel portafoglio(ma questo è avvenuto dopo).
Al ritorno ho trovato un signore con Mercedes SW già datata ad attendere Junior, e lui arrivando lo aveva definito il suo amico italiano.
Come sono sceso dal Nomade questa persona stava conversando con Diane, la quale probabilmente gli aveva già parlato di me: allora mi si è avvicinato ed abbiamo iniziato una fitta conversazione.
Giulio è il suo nome, provenienza ex impero austro-ungarico, da ragazzo è vissuto per qualche tempo in Italia e, devo dire, ha conservato un'ottima proprietà di linguaggio, tipica delle persone di cultura. 
Ingegnere di professione, anni fa ha deciso di lasciare Los Angeles per evitare di consumare quattro ore della propria giornata  in trasferimenti, riappropriandosene unitamente ad una qualità di vita differente in questo angolo della California.




E' incredibile come, in un tempo ristretto, siamo riusciti a rapportarci in termini di comunicazione: mi ha edotto circa il gran numero di cognomi italiani presenti nella zona e lì radicati fra la fine dell'ottocento ed il primo cinquantennio del novecento. Quasi nessuno di coloro che oggi è deputato a fregiarsi di quei cognomi conosce e parla la lingua della famiglia di origine: questa è l'integrazione!
Ho trovato divertente che Junior, al momento della presentazione della fattura, chiedesse l'aiuto di Giulio per spiegarmi l'entità dell'importo esposto; Giulio mi ha precisato come Junior sia corretto, d'altronde mi aspettavo una cifra del genere e non avevo sbagliato la mia stima.
Grandi saluti con tutti; il primo è stato Giulio a chiedermi l'indirizzo del blog e poi anche Diane si è accodata.
Mentre ero già in movimento mi ha raggiunto Cesare con una richiesta da giovane curioso che forse non veniva nemmeno direttamente da lui ma da un altro fra i tre colleghi messicani; a parte che è già sposato, ma ci sono argomenti che stuzzicano le persone, per esempio come quello di conoscere certe parole, riferite al gentil sesso, in una lingua diversa: sono ragazzi! chi non ha avuto curiosità di questo tipo in gioventù?


Oggi il grigio mattutino si è trasformato presto in acquerugiola e poi in pioggia: in queste condizioni ho affrontato la strada costiera, la 1, che non ha nulla da invidiare né alla vecchia Aurelia in Liguria degli anni 60 né alla costiera amalfitana per come la ricordo negli anni 70. E ciò vale sia in termini di andamento curvilineo a raggio stretto con salite e discese continue che per la panoramicità, anche se oggi l'ho intuita più che vederla.



Pensavo di potermi comunque fermare a Salt Point per il panorama, a Fort Ross per la chiesa Russa, a Jenner per le foche, a Bodega Bay per l'insediamento di pescatori, ma sia le condizioni climatiche che la chiusura per stagionalità di certi posti me lo hanno impedito.





Quindi il percorso si è trasformato in un puro trasferimento che ho effettuato a velocità molto moderata: mi sembra che tutto vada bene, salvo il cigolio di quella plastica inserita al posto della gomma, oltre ad una certa durezza del servosterzo probabilmente dovuta alle modifiche apportate.




Dopo Bodega l'idea era quella di puntare su Point Reyes N.P., ma è stato bene tirare dritti verso Petaluma. Qui mi sono soffermato un attimo indeciso sul da farsi; in mancanza di wifi ho poi raggiunto Rohnert Park ormai con il buio, e qui ho trovato sia Walmart che la connessione: ora sono informato sulle condizioni meteo dei prossimi giorni e domani capirò meglio come agire.