martedì 25 dicembre 2018

Burkina Faso: quotidianità alternativa



Proprio restando qui, durante il pomeriggio di mercoledì ho sollecitato Moustapha a mettere in moto Africa Twin, così come deve ricordarsi di fare almeno una volta a settimana.
Dopo avergli consegnato le chiavi lui ha tolto i lucchetti; con Valeria sorretta dal cavalletto laterale egli ha iniziato a premere il pulsante della messa in moto senza ottenere il risultato desiderato.
Quando ho cominciato a dirgli che forse bisognava inserire l'aria il motore è partito emettendo un rumore rassicurante, quello giusto, quello che un motore emana solo se è in piena salute.
A quel punto ho chiesto di posizionare Valeria sul cavalletto centrale; successivamente ho cominciato ad accelerare apprezzando la sua pronta risposta.
Ma mentre manovravo ho percepito che il motore stava perdendo la sua allegria ed in un battibaleno si è spento.
Ogni tentativo di riavvio è risultato nullo; ho notato sia che il pulsante non dava nessun impulso al motore di avviamento sia che il quadro delle spie ora ne presentava solo due accese ed entrambe di colore rosso.
Ho immaginato si fosse inserita erroneamente una levetta di esclusione della corrente, ma non ho visto nulla.
Moustapha, che aveva ricevuto direttamente da Antonio tutte le istruzioni, stava entrando in una crisi di panico mentre io pensavo: bello ricevere in dono una moto arrivata direttamente dall'Italia via strada dopo aver percorso oltre 7.000 km. senza aver mai accusato un problema per poi trovarsela qui bloccata senza sapere cosa fare.
Moustapha è un maliano che parla il francese più che altro per la sua forza di volontà e va già bene che parla il Moore; asserisce e sorride spesso quando gli parli, ma nell'85% dei casi non capisce.
Essendomi reso conto che anche con Antonio probabilmente la comunicazione fra di loro è avvenuta secondo queste regole, contando di trovare connesso l'amico Senese, ho cominciato ad informarlo su quanto stava accadendo.
Immediatamente sono arrivati via etere tutta una serie di consigli sul da farsi, compreso quello inerente alle centraline poste sotto la sella: una per cilindro.
Li per li mi è sembrata una pista da esplorare e pertanto ho chiesto che venisse smontata la sella: operazione semplice e veloce, ma ho subito intuito che il problema nasceva altrove.
Altri scambi via messanger si sono susseguiti: in uno di questi venivo informato che la pedivella del cambio spesso non rilevava la posizione neutra e pertanto, in mancanza del corretto consenso, specie se la moto si trova sul cavalletto centrale, si interrompe il passaggio dell'elettricità.
Con tutti i ragazzi posizionati attorno a Moustapha, a me e a Valeria, ho chiesto di toglierla da quella posizione per rimetterla sul laterale; contestualmente ho sfiorato con le dita la pedivella e, come per magia, tutte le spie hanno ripreso i loro colori, inclusa quella recante il segnale verde attestante il fatto che il motore è in posizione neutra.
A quel punto ho sfiorato anche il pulsante dell'avviamento e subito il motore è tornato a ruggire: chissà che interpretazione avranno dato i giovani allievi al risultato ottenuto dall'anziano bianco che si ritrovano fra i loro piedi oramai già da due settimane!
In tutto questo andare avanti e indietro fra l'interno e l'estero alla ricerca della centralina che Antonio ha lasciato come ricambio in dotazione, Moustapha mi ha fatto vedere dove aveva collocato il tutto donato dal team di “progettofolle03”: un sacco di roba, ma non organizzata e priva di inventario.
Ho passato un sacco di tempo ad esaminare ogni cosa, ma della centralina che avrei dovuto trovare in una scatola nera contraddistinta dal marchio Adige nessuna traccia.
Esattamente come ai tempi della Toyota 4Runner: accidenti!
Constatare che il lavoro educativo di allora è andato disperso tanto in fretta è scoraggiante, ciononostante alla fine ho stilato un duplice elenco, uno per contenitore, e poi ho fatto riporre il tutto a magazzino proponendomi di riprendere la questione alla prossima occasione settimanale, sperando che nel frattempo la mercanzia accumulata in attesa dell'avvio del Cyber possa trovare la sua giusta collocazione onde poter agire con maggiore facilità nello spazio attualmente reso angusto da quella presenza.
Da che sono qui la mia RAM ha iniziato a recuperare dati che avevo volutamente resi dormienti: si tratta di esperienze passate, di considerazioni elaborate, di motivazioni di decisioni prese, tutta roba che se avessi recuperato prima non so se mi sarei tuffato ancora da queste parti.
La vita è difficile comunque, sia che tu sia attivo o passivo, sia che tu indirizzi in buona fede i tuoi sforzi da una parte come dalla parte opposta, e forse tutto questo vale ovunque, non solo in Africa.




Nella giornata di venerdì si sono succeduti tanti incontri che hanno generato tante parole: sui fatti si vedrà.
Con Jean Raymonde lo psigologo ho parlato di certe dinamiche riscontrate fra gli allievi, dell'incompletezza dei dati recepiti e della necessità di addivenire presto a chiudere il cerchio sulle visite mediche individuali; con Basil ho cercato di capire a cosa si riferissero le continue sue scritture sul p.c.: spesso l'ho trovato seduto all'esterno con il portatile sulle ginocchia e le dita sui tasti.
Ora so che, seguendo uno schema in dotazione all'Action Sociale, redige dei verbali, spesso con delle parti ricorrenti che sono come un copia e incolla, immagino assai utili alla Direzione, anche se sono convinto che più burocrazia c'è in un paese meno sono considerati i contenuti delle relazioni quotidiane.
Con Roland ancora tutto fermo circa lo spostamento del materiale Cyber: là manca il guardiano ed egli non vuol rischiare un furto facilitato da ciò!
Nel primo pomeriggio è rientrata Folgore recando con se anche quattro ospiti imprevisti oltre a Bruna e Fulvio: era giusto il momento in cui i ragazzi stavano avendo la lezione di informatica e pertanto nel salone si è creata una certa confusione con tutte quelle presenze umane e i bagagli a terra.
Fra i ragazzi ne ho visti un paio andare spediti, qualcun altro più “riflessivo” ed uno fermo all'età della pietra: ci sta! Si tratta di un ragazzino molto giovane e ne posso immaginare il background. In ogni caso anche quelli più bravi non avevano controllato ciò che avevano scritto e quindi ho voluto segnalare loro qualche particolare da migliorare.
Nel frattempo è arrivato Abass l'artista, del tutto inatteso: aveva con se i filtri Megane Scenic che Davide si era scordato di portarmi e il lavoro per me completato.
Prima di esaminarlo gli ho chiesto se sarebbe in grado di dare ai ragazzi anche un minimo di formazione nel disegno tecnico e lui si è detto disponibile. Bruna mi ha pregato però di non distogliere i ragazzi dal lavoro che Abass sta già facendo con i ragazzi e pertanto gli proporrà un'ora aggiuntiva alla settimana della quale mi farò carico personalmente del risvolto economico.
Ritiratici in cucina egli ha tolto da un sacchetto di plastica i lavori eseguiti dopo essere stati concordati, spiegati, rispiegati e ancora spiegati con preghiera di chiamarmi per qualsiasi dubbio.
Risultato: un disastro! Tale da pensare seriamente di essere al cospetto di un incapace. Queste persone hanno l'abilità di guardarti dritto negli occhi mantenendo un atteggiamento di grande rispetto nell'interlocutore il quale è spesso indotto a dare la propria fiducia sotto la spinta di un sentimento di simpatia e solidarietà.
Quindi mi addosso la maggior parte della responsabilità su quanto accaduto, ciononostante non sono venuto qui per sprecare denaro affidando ripetutamente lavori a chi non è competente in materia: la lezione credo di averla capita.
Ho dato credito a quanto mi veniva raccontato da Abass esclusivamente perché ero partito dall'Italia con l'idea di trovare una soluzione africana alla sistemazione della camera matrimoniale mansardata nella nuova edizione e il fatto che l'artista avesse bisogno di lavorare mi ha dato la spinta a conferire l'incarico senza aver visto nessun Batik da lui realizzato: infatti a casa sua mi aveva fatto vedere le opere cervellotiche da lui ideate, opere che qui pare stiano incontrando il successo e che a me non avevano comunicato grandi impressioni.
Quindi la regola è: far fare a qualcuno quello che sa fare e che è possibile prima verificare; non farsi prendere dal “buonismo” a meno che non si percepiscano nell'individuo capacità inespresse sino a quel momento, tali da offrire una chance.
Purtroppo l'uomo non sa leggere e forse nemmeno scrivere, ha difficoltà a riconoscere i numeri, avendolo lasciato libero di esprimersi mi aveva già dato segno dei suoi limiti artistici, ciononostante ho voluto continuare a pretendere che fosse in grado di riparare agli errori commessi.
Invece a quelli se ne sono aggiunti altri; a questo punto la sua espressione contrita mi fa meno effetto dopo che gli ho già messo in mano 115.000 Fcfa nell'attesa di veder completata in qualche modo la sua opera.
L'avevo già pensato e ne ho avuto la conferma: se ti capita di imbatterti in qualcosa che ti interessa, che ti piace, che è già pronto lì, allora e solo allora, dopo un'ulteriore riflessione, non ti resta che trattare ed eventualmente acquistare.
A meno che non si tratti di un artista con comprovate capacità; nel mio caso ho invece pagato al prezzo di un artista di comprovate capacità un apprendista alla caccia di una manciata di Fcfa per sopravvivere.
Quando per scusarsi ha fatto cenno alle sue difficoltà non mi è rimasto da fare altro che rispondergli dicendo che la vita presenta difficoltà diverse e di vario genere in capo a ciascuno di noi.
L'ho licenziato facendogli portare vie quanto mi aveva portato con l'idea di chiamarlo nei prossimi giorni pensando di assisterlo nel suo atelier passo dopo passo, ma poi ho maturato l'idea che andrò a trovarlo per recuperare ciò che oramai mi appartiene nello stato di fatto in cui si trova: stop.



Usciti i ragazzi e gli ospiti, Bruna e Fulvio hanno avuto a disposizione tutto lo spazio per sanare la loro fame di connessione dopo i giorni trascorsi in brousse fino a quando, verso le sei di sera, Roland è tornato in compagnia del candidato alla posizione di formatore nel settore della saldatura. Il giovane in questione è stato alle dipendenze di colui che rappresenta la prima scelta per noi, ma che a causa della sua richiesta economica è stato messo in stand by; pertanto mi attendevo un discorso ragionevole visto che Roland gli aveva già spiegato la situazione.
Invece costui, con l'auricolare del telefono pendente da un orecchio, dopo poche nostre domande e risposte, dopo avergli spiegato che si tratterebbe di un impegno sviluppato su due mattinate ed un pomeriggio per complessive 10 ore settimanali, dopo avergli anticipato che l'impegno del capo meccanico è di 34 ore settimanali, ha emesso una richiesta economica pari a quella della prima scelta che in realtà avrebbe fatto qualche ora in più, ma soprattutto pari a quella corrispondente allo stipendio mensile del capo meccanico quando il rapporto fra le ore dedicate dall'uno e dall'altro risulta pari al 29% per il saldatore!
Inutile è stato spiegargli che il lavoro non verrebbe fatto a vantaggio di noi bianchi bensì di suoi giovani connazionali burkinabé: alla luce di quanto emerso l'incontro si è concluso rapidamente con un nulla di fatto.
Così come per l'Africano è difficile capire che un bianco venga qui ad offrire loro qualcosa in cambio di niente, allo stesso modo la loro mente funziona anche nei confronti di altri africani.
Tutti pronti a dire: che bello quello che state facendo qui per noi, ma quasi nessuno parimenti manifesta disponibilità verso i fratelli.
In serata si è deciso di andare a fare cena a La Giardiniere; per l'occasione sono stato delegato alla guida di Folgore, ma appena salito ho visto che oltre all'avvisatore acustico che aveva smesso di funzionare nell'ultimo tratto di strada percorso da Bruna, ben più grave è risultata l'avaria alle luci.
Quindi cambio di auto forzoso: dentro Folgore e fuori Megane Scenic, auto che non avrei più voluto guidare.
Infatti sin da subito ha dimostrato tutti i suoi limiti, limiti che ho cercato di compensare con la mia condotta di guida.
Bruna ha insistito per farmi fare la strada che lei conosce ed io, sotto la sua responsabilità, ho accettato: in realtà ho preferito così perché dopo tre anni raggiungere con il buio e le strade rosse quel luogo non sarebbe stato facile.
Ma anche con le indicazioni di Bruna non è stato facile; quando il buio è vero buio basta poco a non riconoscere un riferimento e a ritrovarsi nei canions cittadini.
Dopo un po' è stato identificato un riferimento certo e quindi si è raggiunto l'obiettivo.
Ho trovato il locale un po' modificato ed il personale cambiato, ma soprattutto Bruna alla fine ha confessato che non sarebbe più tornata lì perché insoddisfatta del cibo, cosi come in precedenza aveva manifestato insoddisfazione del ristorante tanto caldeggiato per la qualità della pizza non più trovata all'altezza alla seconda prova.
Dal ristorante ho chiamato Omar per informarlo che l'indomani gli avrei fatto visita per risolvere i problemi elettrici prima di partire per Koubri: l'uomo si è palesato ancora una volta sveglio e disponibile.
Al ritorno ho imbroccato subito la “mia” strada ed il rientro è stato così velocizzato.




Sabato 22.XII.18
Con la camerata quasi al completo è stata usata A/C durante la notte, notte contraddistinta dai rumori emessi dai vari componenti: immagino di aver contribuito anch'io, anche se quelli personali sono rumori più difficili da identificare, tant'è che io non li ho sentiti.
Sono poi stato l'ultimo ad alzarmi perché gli altri hanno esagerato anticipando i tempi.
Ciononostante prima di andare ho provveduto a delle sistemazioni esterne in funzione dell'inizio delle nuove offerte formative.
Alle 8.30 ero da Omar; stupidamente non mi ero ricordato che per la parte elettrica si avvale di un altro operatore, un tipo di bassa statura, apparentemente molto giovane che quando è arrivato ci siamo reciprocamente riconosciuti.
In pratica è stato più lungo il tempo trascorso nella sua attesa che quello impegnato per le riparazioni: tutto è andato a buon fine e forse alla fine ci stanno anche i 6.000 Fcfa pagati dopo breve trattativa (2.000 il solo fusibile).
Ho preferito rimarcare che oggi stavo accettando l'importo da pagare, ma che in futuro dovrà riflettere bene perché io per lui non sono un bianco, sono un burkinabé.
Sorrisi e strette di mano e poi via per Koubri in mezzo ad un traffico notevole nella prima parte sino al raccordo autostradale.
La giornata non sembra caldissima ma il vento soffia costante ed io so bene cosa vuol dire se ti trovi nella brousse, esattamente dove eravamo diretti.
Prima di entrare a Koubri Fulvio ha identificato il segnale indicante Watinoma (Benvenuto in lingua locale), una organizzazione che ha sede qui, che fa capo a Flora ((Brianza) e Ado (Mossi) e che si occupa della scolarizzazione di oltre 140 bambini sostenuti dall'Italia.
Inoltre dispone di un locale semicoperto adatto ad incontri e dotato di bar, ristorante e qualche camera; in più di un terreno da 20.000 mq dotato di forage + pompa elettrica supportata da pannelli fotovoltaici dove le mamme dei bambini della scuola coltivano prodotti da vendere sul mercato per aiutare la propria famiglia.
Questa organizzazione nei prossimi giorni sarà protagonista di un festival denominato La lune du Sahel e Fulvio è stato invitato per fotografare il backstage dei bambini impegnati in varie coreografie.
Subito siamo stati condotti nell'ambito della scuola dove erano in corso le prime prove dei bambini guidati da due istruttori dal piglio militare: le eseguono sia al mattino che poi al pomeriggio.
Il pranzo si è consumato tutti assieme a base di pollo (brianzolo: Flora è arrivata questa notte da Villasanta) e ignam, il tutto cotto in umido.
Durante il pranzo ho parlato con Ado e lui, persona assai comunicativa nonché personaggio noto in tutto il Burkina per la pratica di una certa musica popolare, mi ha raccontato dei quindici anni trascorsi in Italia facendo il mediatore culturale ed esibendosi artisticamente in varie località.
Via via che si parlava mi è venuto in mente che mio figlio, al tempo delle scuole elementari, quindi parliamo di 25 anni fa, un giorno tornò a casa da scuola entusiasta per la visita alla sua classe di una persona del Burkina che aveva spiegato molte cose del suo paese, in particolare in campo musicale.
Quando ho posto il quesito specifico è emerso che al 90% potrebbe essersi trattato proprio di lui! Dopo aver chiesto ad Ado se anche nei tempi trascorsi in Italia avesse avuto i capelli tipo Rasta come adesso ed averne avuto conferma, allora ho chiesto a mio figlio se si ricordasse dei capelli di quella persona. No, lui non se lo ricorda questo particolare, ma anche così, con un margine di incertezza, questa è una storia che mi è piaciuta subito.
Successivamente sono stato accompagnato a visitare l'orto dove erano all'opera diverse mamme dei ragazzi; a seguire ho voluto raggiungere il monastero benedettino di Koubri dove tre anni fa avevo conosciuto Soeur Bernadette, un'anziana esperta di radici ed erbe nonché depositaria della scienza sulla spirulina, altro prodotto sviluppato in loco attraverso l'utilizzo di una particolare piscina in quanto la piccola alga vive bene in acqua limida sempre in movimento.
Ne era nato un simpatico rapporto: io la chiamavo Soeur Marketing per la sua spiccata capacità commerciale e lei, sin da subito, era tutta contenta di questo soprannome.
Prima di lasciare il Burkina ero andato a salutarla; le avevo lasciato tutti i miei medicinali ed anche degli attrezzi medici destinati alla maternità da loro gestita.
In quell'occasione mi aveva anticipato una sua puntata in Francia, dalla parte di Parigi, per cure mediche; era una donna già anziana e non messa benissimo, ma con uno spirito travolgente.
Mi aveva raccontato che quando 60 anni prima era arrivata al monastero, in quella zona giravano ancora indisturbati vari tipi di animali: leoni, scimmie e serpenti.
Successivamente ricevetti una sua email quando si trovava in Francia con l'invito ad andarla a trovare; replicai che non mi sarebbe stato possibile in quanto anch'io avevo qualche problema di salute da mettere a posto.
Da allora non avevo più avuto notizie, ma qualcosa dentro di me diceva che non l'avrei ritrovata: ho saputo da Ado che da qualche tempo quella nobile persona che era stata da viva è entrata a far parte del club dei più.
Inevitabile.
Per tutti arriva quel momento; io stesso mi sento appartenere al numero di coloro che si aggirano fra le rampe di lancio in attesa del proprio momento.
Per questo motivo la visita più che al monastero è stata indirizzata allo spaccio per gustare al volo uno yogurt fresco e acquistarne per casa.
Ho voluto anche raggiungere il lago e cercare di identificare la casa realizzata da Eugene sul terreno che allora avevo visto nudo, ma questa operazione non mi è riuscita.
Ho allora accompagnato Fulvio al Watinoma e ho ripreso la strada del rientro prima che calasse il buio.
A casa Bruna non c'era per accompagnamento di Martin così io mi sono fiondato in doccia per prepararmi all'impegno serale consistente in un invito a cena a casa di Achille che proprio in questi giorni ha traslocato.
Sono perciò rimasto sorpreso nell'uscire dal bagno quando ho visto Marcel; praticamente l'ho ignorato e mentre mi stavo vestendo ho sentito arrivare Bruna.
E' stato inevitabile licenziarlo velocemente per mancanza di tempo: alle 19 Achille sarebbe venuto a prenderci e Achille ha già dimostrato di essere persona precisa.
Abbiamo portato del tonno e del caffe, il primo per inserirlo in un sugo che la moglie di Achille non saprebbe fare ed il secondo come omaggio per la serata.
Dopo le presentazioni con i vari membri della famiglia, una moglie Giselle, una figlia quattordicenne Benedetta, una seconda figlia Gloria e il più giovane Angelo Maximo, entrando ho rivisto la casa che era ancora un cantiere pochi giorni fa, ma ora ci sono le pareti dipinte e fa un'altra impressione.
Molte cose erano già state preparate ma c'era ancora da fare così tutte le donne si sono attivate, e pure io per degli aspetti marginali.
Poi mi sono seduto sul divano con Achille e così ho appreso che stavamo attendendo un suo caro amico sin dall'infanzia, oggi impegnato con un importante incarico al Ministero della Sicurezza Nazionale, e relativa famiglia composta da moglie chirurgo e tre figli, due maschi ed una femmina. Fra questi il più giovane, apparentemente due anni, è sempre stato in movimento e tutti siamo stati attenti a che non combinasse danni.
La pasta al sugo di cipolle, pomodoro, olive e tonno ha avuto successo: pare che la famiglia amica avesse già mangiato a casa loro, ma non si è lasciata fuggire la possibilità di ripetere (il peso specifico del gruppo è sicuramente superiore alla media).
A seguire del buon pollo arrosto e varie crudité condite con italico olio d'oliva precedentemente donato da Bruna. Verso la fine è arrivato anche lo psicologo Jean Raymond che non sapevo fosse amico del padrone di casa: ho saputo così che egli è impegnato anche con i figli dei minatori di Pissy, studenti della scuola realizzata forse da Shalom, ONG toscana di qualità piuttosto attiva in B.F..
Verso le undici siamo stati gli ultimi a lasciare: ho salutato con particolare simpatia la tonda Giselle e la grande lavoratrice Benedetta.


Domenica 23.XII.18
Mattinata sotto l'influsso dell'Harmattan, il vento polveroso che mi toglie la voglia di uscire: per ben due anni, una volta qui ed una volta in Senegal, in questo stesso periodo dell'anno ne ho sofferto le malevole conseguenze.
Quando Marcel ha fatto capolino senza essersi preannunciato, come è consuetudine da queste parti, sia io che Bruna eravamo impegnati sui nostri rispettivi p.c.; Bruna però ha interrotto la sua attività per prestare ascolto al Presidente AJUDS chiedendomi se anch'io potessi unirmi a loro.
Premesso che nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto via email un Projet de Formation et de Sensibilisation sur l'immigration, me lo ero letto sino in fondo sviluppando delle mie considerazioni in merito, considerazioni che sostanzialmente sono poi le seguenti:
  1. non voglio farmi prendere nella rete fatta di parole con la quale è stato scritto questo progetto, forte della esperienza maturata a fronte del progetto informatico dalla stessa organizzazione presentato tre anni fa;
  2. Anche allora come adesso sembrava che fossero già stati coinvolti enti statali e sponsor di nome, ma ciò era solo scritto nel preambolo. Si è trattato di intenzioni rimaste sulla carta;
  3. Inoltre la finalità del progetto informatico erano chiare e in parte raggiungibili anche da una piccola organizzazione volenterosa come AJUDS, mentre quelle del progetto attuale mi sembrano confuse e non alla portata di chi le propone.
Senza dilungarmi oltre penso che non parteciperò il giorno 11 e 12 gennaio in qualità di “formatore”come vorrebbe AJUDS, al massimo potrei fare un intervento mirato.
A differenza di Bruna io ravvedo solo la velleità di questo progetto che prevede da parte dei partecipanti un'iscrizione a pagamento ( Fcfa 25.000: una cosa da ricchi) a copertura dei costi per le pause caffe/dejuné e per i formatori = Marcel Presidente ADJUS, in pratica l'unico ad avere convenienza a che l'evento sia il più partecipato possibile, anche se si ipotizzano massimo 20 presenze.

I temi da trattare sarebbero: Technique specifique de mobilisation des finances pour la creation de la nouvelle entreprise; Investissement rentable et sur; L'éducation financière; La motivation pour faire face aux défis du moment; Les risques de la migration clandestine; Les conditions de vie des migrants en Europe.
Praticamente quasi un master!



Beatrice è da ieri che mi sta cercando sia con passaggi a G.I. che con telefonate: Bruna dice che è molto affezionata a me, ma io ho qualche riserva in merito alla luce del comportamento da lei tenuto nel triennio di mia assenza.
Quando si è fatta viva dopo la cerimonia religiosa domenicale - in quanto appartenente ad una chiesa protestante denominata “biblica”è molto impegnata nei momenti topici, indossava un abito adeguato all'evento al quale aveva partecipato.
Mentre Bruna era in attesa di essere prelevata da Sama si è preparato il caffe e la visita sembrava essere effettivamente solo di cortesia; successivamente la donna ha esordito che avrebbe voluto parlare con Bruna, ma essendo Bruna partita dopo un po' si è decisa a parlare con me.
Quando meno te lo aspetti ti trovi comunque e sempre coinvolto in una storia africana, piena di risvolti e di misteri che te la fanno apparire di difficile comprensione.
In questo caso c'è un pregresso che io avevo smesso di voler accertare, ma che qui riaffiora mischiato con l'operazione di micro credito della quale Bea fu beneficiaria per realizzare il Maquis.
Nei tre anni passati mi ha inviato tanti bei saluti e auguri di eccellenti giornate, ma mai un resoconto, anche approssimativo, sull'attività per la quale era stata aiutata.
Da quando sono arrivato gravita più spesso su Garage Italia e pertanto, fra mezza parola oggi ed un'altra mezza alla volta successiva, mi sono reso conto della situazione fallimentare in cui si trova: a titolo esemplificativo riporto il passaggio successivo.
Avevo prestato dei soldi per l'acquisto di una vacca ad una parente al villaggio, ma poi la vacca è stata rubata e quel bel pacchetto di Fcfa se ne è andato in fumo senza poter più nulla recriminare o pretendere”.
Qui è così; a volte ti vengono fornite notizie parziali solo per non darti preoccupazioni aggiuntive. Questo non è dire menzogne, anche se gli assomiglia molto, è solo segno di grande rispetto per chi ha fatto qualcosa per te e tu non sei stato in grado di corrispondere adeguatamente.
E' emerso che si trova senza acqua dove abita, una piccola corte condivisa con altre tre persone. Nei giorni scorsi le avevo consigliato di verificare il pagamento delle fatture ed ora vengo a sapere che sin dal mese di giugno queste non sono state pagate. Mi ha chiesto di anticipare Fcfa 10.000, ma io non ho voluto darglieli perché non sono riuscito a capire il motivo per cui non si agitano anche gli altri della stessa corte (pare che uno abbia i figli malati, un altro sia senza lavoro etc etc: capisco, sono le solite storie di miseria in cui la sopravvivenza giornaliera è l'obiettivo minimo da raggiungere quotidianamente).
Mi è venuto da pensare che così come molti Burkinabé stanno rientrando dall'Europa, allo stesso modo altri dovrebbero dismettere la città e tornarsene nei villaggi siti nella brousse da dove provengono.
Le ho parlato un po' da padre e un po' da anziano saggio, ma sempre al senso di responsabilità individuale portavano i vari discorsi.
Se non riesci a vivere ai costi di qui prima o poi bisogna sapersi inventare qualcosa di diverso dalla compassione delle persone bianche, per quanto chiamate maman e papa.
Le ho detto che l'indomani avrei voluto parlarle insieme a Bruna in relazione alla imminente riapertura del chiosco/maquis, tanto per capire meglio il livello di affidabilità e quindi se vale la pena per BnD regalare un ulteriore importo destinato alla ripartenza (oramai la terza in ordine di tempo).
Sono giorni questi in cui G.I. rimane chiuso, ma quante piccole rogne ci sono sempre da ascoltare e da dirimere: sembra la vignetta dei Peanuts di Lucy van Pelt “Psychiatric help 5 cent – the doctor is in”.




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