sabato 29 settembre 2012

Natural Bridges N.P.


Giovedì 27 – Moab si è rivelata una località adatta alle mie esigenze, ma oggi devo cambiare area: conto di dirigermi a Sud verso Glen Canyon-Lake Powell via Natural Bridges N.M.. 
Prima però mi fermo al Wellcome Center per l'ultima connessione: dopo, una volta inoltratomi fra le montagne più selvagge dello Utah, credo che resterò fuori campo di rilevamento.
Quindi mi immetto sulla 191 Sud, già percorsa nel tratto da Monticello a Moab, consapevole che potrò usare le conoscenze già acquisite per le facilities offerte da Monticello, dove arrivo giusto per pausa pranzo.
Questa volta sosto davanti al Wellcome Center dove scopro esserci WiFi così provo a connettermi; non perché io sia diventato fanatico della tecnologia, ma esclusivamente perché ho bisogno di comunicare by skype in merito alla spedizione di un nuovo treno di coperture che sta per partire dall'Italia e che dovrei intercettare - fermo Fedex - nella cittadina di St. George Utah (al confine con Nevada ed Arizona) fra una settimana, una volta completate le visite ai N.P. Utah che ho ancora in mente di effettuare.
Quando sei visto on line, si sa, puoi essere cercato; è così che la sosta si prolunga più del previsto, ma appena terminata l'ultima conversazione riprendo la strada. 
A Blanding lascio la 191 e, girando a destra, mi immetto sulla 95 che è anche Scenic way: sull'incrocio noto un disply mobile che annuncia la mancanza del ferry per attraversare Lake Powell, ma non gli do importanza e proseguo sino a Natural Bridges. E' lì che, cercando informazioni, dialogo con una Ranger la quale sottolinea la mancanza del ferry. Io penso ad una sospensione momentanea del servizio, invece apprendo che il servizio non c'è proprio a causa di problemi meccanici. Questa è una complicazione per me in quanto dovrei sobbarcarmi un percorso lunghissimo per raggiungere Capitol Reef N.P.; quindi indago sulle caratteristiche di questo N.P. fino ad acquisire abbastanza informazioni per decidere di lasciarlo temporaneamente perdere e puntare sulla Monument Valley.
Ora si pone anche il problema sosta serale in quanto la tempistica si è modificata sulla base del nuovo percorso e non conosco le possibilità della zona. La Ranger mi ha suggerito dei camground gestiti da Public Lands che dovrebbero essere for free, localizzati prima di arrivare a Mexican hat. 
Con questo bagaglio informativo saluto la cortese Ranger e mi avvio per effettuare il Loop che mi consentirà di vedere da vicino i Bridges, sulla falsariga degli Arches e delle Windows.


Qui l'ambiente ha qualcosa di particolare; forse dipende dal fatto che non c'è in giro nessuno e che il Plateau e le sue alture sono sì rosse, ma quasi completamente ricoperte da una bella vegetazione, non i soliti arbusti al tempo stesso coraggiosi ma anche striminziti a causa del tipo di suolo.
Mentre mi avvicino al Nomade noto una coppia che lo sta osservando con grande cura, e quando sto per aprire la porta la signora si rivolge a me in un buon italiano chiedendomi se arrivo dall'Italia.
Mi vien da ridere ricordando che le prime battute le ho emesse in inglese, tanto che lei mi ha chiesto esplicitamente se parlassi l'italiano! Questi due viaggiano a bordo di un Mercedes modello G piuttosto vecchiotto, il tipo di 4x4 usato per i lavori tosti, e stanno effettuando un viaggio che assomiglia al mio, solo che loro non hanno il Visa che consente una permanenza di 6 mesi e pertanto lasceranno il veicolo probabilmente nella Baha California per tornare in patria ad espletare le formalità necessarie prima di tornare in suolo U.S.. 
La loro camionetta è piena di attrezzature fino al tetto, sembra un veicolo da Africa più che da America; ci raccontiamo un po' di esperienze organizzative del viaggio ed io esibisco loro il mio passaporto con il Visa che mi consente plurimi soggiorni semestrali entro dieci anni dalla data di emissione. Spiego loro la procedura per ottenerlo, ma loro sono Svizzeri, mi pare di Berna, e non credo che avessero poi così tanto bisogno delle mie delucidazioni. Prima di salutarci ci presentiamo con il nostro nome: lui è Pietro e lei è Caterina, età da ritirati ben portata da entrambi (diversamente non potrebbero viaggiare con quel tipo di veicolo assai spartano): chissà se ci rivedremo on the road.
Il Loop mi porta a Sipapu, 



a Kachina 



e Owachomo (nomi Hopi dei tre bridges): 





ad ogni sosta trovo dei brevi trails che mi prendono un paio d'ore, quindi ora non devo perdere tempo se devo identificare a naso le possibilità apprese per la sosta notturna.
Ma le cose vanno diversamente; nell'insieme questo luogo mi è piaciuto parecchio, ma non tanto per i Bridges, quanto per l'atmosfera. 
Così continuo a fermarmi per riprende le ultime immagini con le nuvole in sospeso sopra le alture; mentre sono intento a questa operazione nel silenzio più assoluto, colgo un rumore che non so decifrare. Mi guardo attorno: nulla! Alzo lo sguardo e capisco: si tratta di uno sparviero che, poco sopra la mia testa, sta transitando dando spinta al suo movimento attraverso un vigoroso battito d'ali: sublime! Non mi era mai capitata una situazione come questa sino ad ora nella mia vita.
Tempo di osservarlo e lui era già lontano, impegnato nel suo duro lavoro quotidiano per la sopravvivenza.


Poco dopo essermi immesso sulla 95 giro a destra sulla 261, una Scenic Way splendida a traffico zero assoluto che si snoda sul plateau rigoglioso di vegetazione.
Pongo molta attenzione a tutti i rari cartelli, ma mi rendo conto subito che le strade laterali che portano verso quei campground dei quali mi ha parlato la Ranger sono impraticabili per il Nomade.
Quindi procedo sperando di poter trovare qualcosa di adatto nel nulla (insediamenti umani zero) che mi attornia.






All'improvviso un cartello indica lavori in corso e mancanza della pavimentazione stradale, curve pericolose proprio dove la Scenic way picchia giù dal plateau verso il fondo valle; al tempo stesso mi si apre davanti uno spettacolo di quelli che mi fanno dire: che meraviglia! In lontananza, in spazi tendenti all'infinito, nell'assenza più assoluta di umanità compare la Monument Valley.
L'ora è quella del tramonto e la luminosità che si diffonde sui colori che l'artista di nome Natura ha saputo distribuire sapientemente in ogni dove qui attorno è armoniosa, morbida, da restare fermi a bocca aperta.



Va da se che continuo a fermarmi e ad osservare: credo sia più importante questo aspetto che la logistica notturna!



Giunto alle porte di Mexicana hat noto un'indicazione per Mexican Hat Rock; accosto, inverto marcia ed infilo la strada sterrata. Vedo subito un bello spazio che potrebbe essere adatto, ma è occupato da un tipo con targa California impegnato con fotocamera montata su treppiede più pompetta per lo scatto di fronte al monumento naturale. Quindi vado un po' oltre; la strada curvando scende di quota e si rende invisibile dalla statale: proprio quanto cercavo! 



Mi sistemo per una notte in mezzo alla natura sotto un cielo stellato ed una luna quasi piena: già domani sarà Monument Valley!

giovedì 27 settembre 2012

Canyons N.P. (Island in the sky)


Mercoledì 26 – La giornata inizia in tono decisamente minore: il cielo è grigio ed a tratti scende la pioggia. Esco presto per fare la spesa al Citymarket che mi ha ospitato per la notte, poi mi dirigo alla postazione wifi e ci passo la mattinata svolgendo varie operazioni, fra le quali molte telefonate skype a costo zero.


Il tempo permane grigiastro, però so che nel pomeriggio migliorerà; pertanto alle 14 mi dirigo a Canyonlands N.P., questa volta entrata nord chiamata Island in the sky.
Stando sulla 191, superato l'accesso ad Arches, poco dopo si gira a sinistra entrando sulla 313, strada che porta unicamente al N.P..


Procedo con l'idea di scattare foto mirate, ma alla fine anche in questo modo ne scatto 160!


A differenza della zona visitata prima di arrivare a Moab, questa parte del Parco offre panorami ad ampio raggio: le dimensioni vanno verso l'infinito, il plateau è profondamente segnato dal percorso dei fiumi Green e Colorado che ci hanno messo del loro nel delimitare i canyons.
Dopo il Visitor Center mi dirigo a Grand View Point, il luogo più distante, rimandando soste aggiuntive durante il percorso inverso.






 Quindi  tocco Green river.







Successivamente punto a raggiungere Upheaval Dome, sostanzialmente il residuo di una esplosione proveniente dal sottosuolo, dalle forme corrugate di colore verdognolo.


Nel finale mi porto a Mesa Arch quando il sole si trova all'altezza giusta per conferire quella particolare luminosità che rende più caldi i colori.





Alle 19.10 non mi resta che lasciare questo angolo selvaggio di West riguadagnando la posizione a Moab.



Si è trattato di un bel pomeriggio trascorso in un habitat spettacolare; poca gente, mi è arrivato alle orecchie il suono di lingue che mi sono sembrate dell'est europeo, oltre al francese, al tedesco, al cinese, ma tutte in piccole dosi, tanto da non doversi pestare i piedi in nessuna circostanza.

mercoledì 26 settembre 2012

Canyonlands N.P.(Needles) and Arches N.P.


Domenica 23 – Riposo, nel senso che non viaggio, ma la giornata si riempie di altre attività necessarie.
Intanto ho voluto fare una nuova esperienza sin dal primo mattino: ho avvicinato la farmacia all'interno di Walmart Store chiedendo un medicinale che devo assumere con regolarità in quanto ne sto terminando le scorte.
L'addetta allo sportello, sentita la mia richiesta, mi introduce al farmacista responsabile al quale spiego tutta la faccenda esibendo anche la dichiarazione del mio medico di base attestante le patologie ed i medicinali di consumo quotidiano.
Dopo avermi ascoltato con attenzione costui mi spiega che la dichiarazione italica vale zero, che servirebbe una prescrizione di un medico locale il quale, dopo aver preventivamente visionato documentazione ed il sottoscritto, emetterebbe la richiesta del medicinale.
In ogni caso, dopo avermi chiesto un po' di dati, mi invita a ripassare dopo una ventina di minuti in modo da avere il tempo per interpellare telefonicamente un amico medico.
Quando ripasso mi presenta il costo dell'operazione: 30 capsule che a casa costano € 10,75 qui costano la bellezza di $ 66, 62! Dopo aver sentito l'importo replico spiegando che mi conviene farmele mandare da casa, però qualcosa nella comunicazione non deve aver funzionato a dovere perché lui provvede a stampare la ricevuta confezionando il pacchetto.
Che devo dire? Devo fare una digressione sul servizio sanitario locale? Non ne vale la pena, però è bene che si sappia come funziona da queste parti rispetto all'Europa.
Aggiungo soltanto che le case farmaceutiche sono una delle tante potenze lobbystiche presenti in questo paese, a quanto so in guerra con gli indiani dell'India che producono gli stessi medicinali ponendoli in vendita ad un prezzo pari ad un decimo di quello americano.
Poi parlano tanto di libera concorrenza che servirebbe per dare un miglior servizio all'utente finale!
A me pare che qui sia in vigore la legge del libero cartello, per aderirci basta adeguare i prezzi verso l'alto, quelli praticati dagli altri!
Cortez si trova a 2100 mslm, al mattino c'è da coprirsi, poi il caldo inaspettato mi stordisce mentre sono impegnato a far marciare due carichi di lavatrice in una lavanderia automatica; terminati i lavaggi e le successive operazioni con le macchine asciugatrici vado a cercare ancora la connessione al Welcome Center: sparita!
Allora decido di effettuare un sopralluogo circa le localizzazioni dei meccanici trovati on line per cercare di effettuare le operazioni di tagliando necessarie; quindi riprovo la connessione andando sul sicuro che qui si chiama McD: priamo o poi dovrò entrare e fare qualche acquisto, non fosse altro per il servizio che spesso utilizzo.
A questo punto la giornata è andata, così ritorno al Walmart dove questa sera ci sono diversi soci.


Lunedì 24 – Prima di raccontare il vissuto è bene che segnali il mio numero telefonico U.S.A. utile per chi me ne ha fatto richiesta: 2073317722  preceduto dal prefisso U.S.A. 001.
Per chi volesse chiamarmi sul cellulare utilizzando skype, vuoi dal computer vuoi da apparecchio, è necessario acquistare un minimo di credito skype, operazione estremamente conveniente.
La AT&T comunque, per ogni chiamata che ricevo, mi addebita un importo proporzionalmente esorbitante rispetto al costo sostenuto da chi mi chiama; ad esempio, per una telefonata ricevuta tramite skype pagata da chi la effettua 0,30 € (il che vuol dire che si parla almeno per venti minuti!), io vengo addebitato di $ 2! Inoltre non sono abilitato ad inviare sms se non all'interno degli U.S.A., mentre se necessito effettuare una chiamata all'estero devo seguire una procedura particolare in base alla quale vengo addebitato di uno sproposito: nel complesso una discreta fregatura questa telefonia mobile, per cui cerco di usare skype dal mio computer, con la limitazione data dai fusi orari che ci dividono e dal fatto che non sempre sono in grado di connettermi.
Dopo aver scelto sulla base della distanza il meccanico presso cui presentarmi, stamane alle otto ero già all'accettazione. Dopo aver spiegato le mie esigenze al ragazzo davanti al computer, questo le ha rigirate al titolare (forse il padre) il quale le ha lette e rilette per poi dirmi che molte cose non sarebbero stati in grado di eseguirle. Chiedo affinché provvedano almeno al cambio olio, al cambio cartucce e filtri vari (in mia dotazione), al ripristino dei livelli dei liquidi: la risposta è che in questo modo si può fare!
Portato il nomade nel capannone (tutte queste officine che ho visitato negli U.S.A. non sono assolutamente paragonabili a quella Bosch utilizzata in Danimarca durante il collaudo del Nomade) ho a che fare con Jason, un meccanico sui 30/35 anni che ha dimostrato interesse per l'intervento da eseguire sull'ignoto (è riuscito a rintracciare l'astina del livello olio cambio e differenziale che proprio non si capiva dove fosse ed ha rilevato la densità del liquido di raffreddamento dimostrandomi la necessità della sua sostituzione). Io gli sono stato sempre attorno cercando di aiutarlo, anche con il supporto del libretto di istruzioni: dopo aver esaminato a lungo il motore ispezionandolo con la pila ed avermi interpellato per chiarimenti, il lavoro è iniziato.
In qualche modo ci siamo intesi, ma se devo dire la verità, questa dei meccanici è una delle categorie delle quali ho perennemente bisogno ed al contempo è quella con la quale ho più difficoltà nella conversazione, e non solo per i vocaboli tecnici che non conosco.
D'altronde, dopo aver completato le operazioni, mi sono trovato a considerare che a volte anche in patria ho difficoltà a capire taluni, per esempio i giovani quando parlano in gergo, oppure perché si mangiano le parole, quindi è giustificato il fatto che il linguaggio del meccanico della provincia americana possa essermi ostico.
Via via che il lavoro procedeva e che si era creato un clima di cordialità con Jason (il quale mi ha chiesto molte spiegazioni circa il viaggio che sto effettuando, e che ora so che potrò continuare ancora per un po' essendo già in partenza da casa un nuovo treno di gomme che oltre a rivitalizzare il Nomade, dovrebbe consentirmi di raggiungere il centro America e di confrontarmi con altri stili di vita), ho cominciato a chiedere controlli supplementari, ottenendo la taratura della corsa del freno a mano ed una sistemazione, ancorché di fortuna (spero migliore di quella che sin qui aveva retto e alla quale avevo provveduto con le mie intuizioni e capacità limitate), del fissaggio del silenziatore, mancante di alcuni fermi sin dall'arrivo qui.
Ho lasciato l'officina alle 11 abbastanza contento, anche se con $ 200 in meno in tasca, pronto per immettermi sulla 491 verso Monticello – Utah da dove, girando a destra sulla 191, poter accedere ad Arches N.P..

Lungo il percorso il tempo è andato via via peggiorando, tanto che a Monticello, durante la sosta pranzo, si è messo a piovere con una certa intensità, ma è durato poco e dopo il sole è risultato cocente. 


Con la testa proiettata già ad Arches, ad un certo punto, in località Church Rock dove ho sostato per foto, noto l'indicazione per Canyonlands N.P. a sinistra e la prendo subito pensando di aver fatto una furbata scegliendo questa meta che sulla mappa viene prima dell'altra. Dopo un po' capisco che non è stata proprio una furbata in quanto questo N.P. è vasto e dotato di diversi accessi, tutti vanno a terminare a ridosso dei canyons, ma l'accesso più interessante non è quello verso il quale sono ora diretto.



In ogni caso, visto che il tempo risulta instabile, forse è meglio così piuttosto che bruciarsi le migliori cose sotto l'acqua.
Accidenti però, quanto è lontano l'accesso al parco, non si arriva mai! Però la strada è gradevole e si cominciano a vedere gli articoli dei quali la zona è dotata: un mix di tutto!





In realtà la mia scelta è avvenuta inconsciamente sotto condizione di poter domattina connettermi a causa delle vicende italiche che mi riguardano e sono in corso: visitare questa parte di N.P. vuole anche dire poter essere domattina a Moab, la località di maggior peso di questa vasta area, dove conto di trovare un WiFi disponibile.





Data l'ora, a parte le soste foto, non ho percorso trail se non parzialmente, però ho raggiunto Elephant Hill percorrendo alcune miglia di strada sterrata: oltre possono accedere solo i veicoli 4x4, e, potrei aggiungere, non tutti e non condotti da qualsiasi driver. 


Lo posso affermare dopo essermi arrampicato per qualche centinaio di metri sulla pista: non sono un esperto, ma mi è sembrata roba da duri.




Durante le varie soste precedenti sull'asfalto, ad un certo punto è giunta un'auto a targa California e la signora mi ha chiesto la cortesia di eseguire una foto a lei ed al marito. Costui, nell'avvicinarsi ha identificato la mia provenienza dalla targa: fatto eccezionale negli U.S.A.! Ma infatti il trucco c'era: questi due vengono dal Galles, ed anche sulla macchina a nolo hanno appiccicato lo stemma Cymru! 




Ci siamo poi ripresi ancora un paio di volte continuando ad aggiungere qualche cosa alla nostra conversazione (lui ci ha tenuto a precisare che l'inglese è la seconda lingua ed il Gallese la prima, ed io l'ho fatto contento non solo nell'esprimere ammirazione per la sua terra, ma anche nel comunicargli che la sua lingua, per quanto incomprensibile, non mi è del tutto ignota tanto che l'unico cane che mi ha vissuto come capo branco non solo è stato un Walsh terrier, ma in più portava elegantemente il nome gaelico Gwen).




Durante le ore trascorse nel N.P. ho visto nuvole cariche di pioggia vagare ovunque, senza però rimanere bagnato: affascinanti i contrasti di luminosità dovuti alle condizioni meteo.


Ora che sono le 22.30 e mi trovo in sosta a Newspater Rock State Historic Monument sento il vento che accompagna qualche raffica di pioggia: domani si vedrà se ci sarà un'evoluzione.


Martedì 25 – Le previsioni meteo della settimana dicono tempo instabile, ma non da restare chiusi in casa. In prima mattinata, ancora con un buio pesto, mi metto in moto per raggiungere Moab; già lungo la strada è segnalato un primo arco. Questa è la zona con la massima concentrazione mondiale di archi derivanti da erosione+vento+pioggia, non a caso il N.P. si chiama Arches.
Lo raggiungo dopo una sosta tecnica a Moab iniziando dal Visitor Center: il parco non è particolarmente vasto ma è sempre molto frequentato; con gli adiacenti Canyonlands e Dead Horse Point si è creato un bacino di utenza che gravita attorno a Moab dove ogni livello di accoglienza è sempre esaurito.


Dopo tante visioni già acquisite di rocce rossicce dalle forme uniche, oggi mi dedicherò a ciò che qui rappresenta l'unicità, senza troppe soste ad ogni overlook.





Quindi mi vado a concentrare principalmente su Window section, Delicate Arch e Devils Garden, effettuando tutti quei trails mirati ad avvicinare le bellezze in loco per conoscerle meglio.








La variabilità del tempo non mette a disposizione le migliori condizioni di luminosità, ma ciò non mi impedisce di muovermi agevolmente, prendendo anche qualche goccia d'acqua proprio al momento di scattare foto.






Fra gli spostamenti con il Nomade ed i percorsi a piedi si fanno le 19,30 quando ritorno a casa.








Una volta scaricate le foto in sosta nel parco mi metto in movimento verso Moab che sono già le 22.30; dopo un breve pattugliamento ricognitivo trovo sistemazione vicino a tre pick-up 4x4 allestiti con cellula: roba da duri!