venerdì 30 ottobre 2015

24X15 La Brousse




Oggi, dopo sette giorni abbastanza sofferti, c'è il "premio": escursione in due villaggi nella Brousse sulla Mercedes di Sama assieme a lui, Bruna e le ragazze stagiste ospiti a Garage Italia (progetto di Bambini nel Deserto www.bambinineldeserto.org).
Ci siamo incontrati alla place des Nations Unies che abbiamo raggiunto con il solito taxista, quindi circa 2 ore di goudron in direzione Niger-Benin-Togo.



Lungo la strada, a causa di un incidente, si è dovuto fare una deviazione fuori dal goudron e, al momento di rientrarci risalendo un pendio, ci siamo trovati di fronte un anziano che, con difficoltà, stava conducendo a piedi la sua bici carica di un sacco di riso in direzione opposta.



Quando ci siamo materializzati davanti a lui che ormai aveva impostato la manovra per controllare la discesa frenando con il peso del proprio corpo, si è spaventato, ha provato a frenare senza riuscire nell'intento tanto da preferire far cadere la bici.



L'anziano non si è fatto del male e il suo prezioso carico non ha subito danni (chissà quanto aveva lavorato per potersi procacciare quel carico); tutti noi avremmo voluto scendere ad aiutarlo, ma Sama, in questa circostanza stranamente con l'arroganza dell'Africano in carriera, si è solo limitato a chiedere se aveva bisogno di aiuto e il poveraccio, di fronte ad una Mercedes condotta da un quasi notabile nero, ha risposto di no, che non aveva bisogno di nulla.



Non sono rimasto contento nel vedere la scena perché mi sono trovato a pensare al futuro di questo paese: quale sviluppo sociale potrà esserci se chi appartiene al circuito elitario, quello prossimo a guidarlo dopo le imminenti elezioni politiche, da persona sensibile e attenta agli altri prende le distanze dalla gente comune e si incentra su di sé? 
Ma forse è solo la storia che si ripete con diverse sfumature, questa volta in uno dei più poveri paesi del mondo e non solo dell'Africa.
Ma forse è solo una considerazione "a caldo" che dovrò verificare.



Dopo aver percorso ancora il goudron c'è stata una sosta per dotarci di rifornimenti, quindi virata a sinistra e ci siamo addentrati nella Brousse per circa altre 2 ore.
L'effetto della stagione delle piogge ancora non del tutto terminata (e fin che non termina continuerà il gran caldo) mi ha consentito di vedere la Brousse come non l'avevo vista mai sino ad ora: verdissima e piena di coltivazioni pronte da cogliere.



La pista, in buone condizioni, per niente “ondulé”, per la maggior parte di un bel color rosso mattone, salvo poi lasciare improvvisamente spazio ad un'altra parte colore sabbia chiara, fa pensare che prima o poi si sboccherà al mare: ma quale mare? quello della fata Morgana = miraggio!
Superati vari villaggi la situazione è mutata sia per la dimensione della pista che per la difficoltà ad orientarsi: Sama è stato costretto a chiedere info ogni volta che abbiamo incrociato un umano, e questi è sempre stato pronto e disponibile a fornirle.



Ad un certo punto però non c'erano più umani e la pista era diventa un sentiero dove abbiamo miracolosamente incontrato una donna su una bici che veniva nella direzione opposta.
Solita domanda e vedo la donna invertire con decisione la propria direzione di marcia per farci da apripista sino al misero villaggio al quale eravamo diretti; lì ho capito che dal villaggio era stata spedita questa “vedetta” per cercarci in quanto eravamo in ritardo di circa 30' sull'orario previsto e le donne erano già riunite in cerchio nell'attesa del nostro arrivo.



Si è trattato di un gruppo di donne organizzate e dedite alla raccolta delle noci di karitè e alla successiva lavorazione per ottenerne il prezioso burro: questa attività sta godendo di un micro credito da parte di BnD e le donne oggi, come da contratto, devono restituire la prima tranche di quanto ottenuto a suo tempo.
In questi casi la procedura è sempre la stessa: Sama parla in lingua locale e riceve il discorso della presidentessa in modo da tradurlo, poi ci sono le presentazioni di noi volontari e Bruna che pone domande operative sull'andamento dell'attività, il tutto con l'intermediazione culturale di Sama.
Alla “cerimonia” era presente anche il capo villaggio e pure il più anziano del villaggio, però entrambi hanno presenziato senza intervenire.



Le donne avevano preparato un elenco con tutti i loro nomi e, al momento opportuno, hanno iniziato a chiamarsi per depositare l'importo che cadauna doveva restituire ponendo i loro Franchi CFA arrotolati in una ampolla dalla quale, alla fine, Bruna li ha prelevati contandoli: le donne del villaggio non avevano sbagliato niente e i conti erano perfetti.
Nella fase conclusiva delle operazioni ho chiesto se si poteva scattare qualche foto e subito è stato dato l'assenso.



Il villaggio, piuttosto misero ma ordinato, costruito come da almeno 2000 anni qui si effettuano le costruzioni, offre ai residenti quel minimo al quale sono abituati da sempre e che sarà forse destinato a cambiare solo quando arriverà anche qui il padellone satellitare, ma da come ho visto penso che per questa innovazione ci vorrà ancora molto tempo.




Lasciata questa realtà la Mercedes, sempre di più sullo stretto, si è mossa verso un altro villaggio.
Qui la situazione alla quale stavamo andando incontro era assai più complicata; in pratica le povere donne erano state turlupinate da degli uomini/mariti/amici influenti per cui non si sa quale importo sia realmente finito nelle loro mani.
Inoltre una di queste donne, la referente, è risultata inarrivabile, mentre il luogo dove ci eravamo fermati a cercarle era la casa di un notabile spazzato via dall rivoluzione di un anno fa e pertanto sparito chissà dove (forse in carcere?).



Dopo una lunga attesa che ci ha consentito di effettuare un pic nic circondati da un clima torrido  (è qui che ho sentito tutta una serie di punture ed ho pensato di essere stato attaccato da delle zecche; in realtà non so chi mi ha assalito, però ne porto ancora il fastidio ed il segno a distanza di giorni), un ragazzo è salito a bordo per condurci sempre più su stretti sentieri all'interno della brousse sino a che si è materializzato un insieme di capanne.
E' qui che le donne, avvertite da qualche tam tam silenzioso, sono arrivate due o tre per volta, provenienti da qualche attività rurale.



Nello schema che Bruna ha proposto io ho interpretato il ruolo del finanziatore del progetto che era lì per riportare a casa il proprio denaro dopo che ogni richiesta precedente di rimborso alla scadenza era andata sin qui disattesa.





Le donne erano molto imbarazzate e solo dopo un bel po sono riuscito a capire qualche cosa; dal punto di vista economico, tenuto conto dei costi che si debbono sostenere per raggiungere il villaggio, sarebbe stato più semplice dimenticarsi di questa operazione, ma ciò non sarebbe risultato educativo e pertanto sono stati fissati nuovi paletti ed una scadenza definitiva entro la quale ognuna restituirà ciò che potrà restituire.



Arrivati a questo punto della giornata, sapendo di avere davanti altre due ore di brousse e due di goudron, non si viene presi dalla felicità, ma se hai voluto venire sin qui ora devi anche accettare la parte restante del programma.
Eravamo tutti cotti quando ci siamo consentiti una sosta per bibite fresche presso un bar della brousse: l'orario era quello giusto per vedere la luna in cielo e l'ultima luminosità della giornata dissolversi, così come avrei voluto dissolvermi io stesso.





Più ci si avvicinava a Ouaga, nel buio della notte ho cominciato a vedere due lunghe colonne di militari - non in assetto da guerra - camminare sui due bordi della strada in direzione della capitale: un movimento effettuato con il favore della notte per non essere troppo notato o semplicemente un movimento effettuato durante le ore più fresche? Avrà a che fare con le imminenti elezioni?



Osservando i tempi previsti, alle 20.30 ci siamo trovati alla stessa place des Nations Unies dove era iniziata l'avventura; taxi e via per Cissin: fine di una lunga giornata.


giovedì 22 ottobre 2015

19X15  Primo giorno operativo a Garage Italia



Anche senza sveglia qui ci si trova ad occhi aperti abbastanza sul presto; ciò è dovuto sia alla luce solare sia al fatto che le due ragazze volontarie ed esperte di sanità si mettono in movimento fra le 5.30 e le 6 per poi raggiungere il loro posto di lavoro presso un dispensario non troppo vicino.
Ieri si è fermata a dormire anche Bruna in previsione del lavoro da svolgere oggi.
Bisogna fare una premessa: questo progetto denominato "Garage Italia" gode del finanziamento di alcuni sponsor italici, ma ha subito varie vicissitudini e pertanto non è mai realmente decollato.
Si tratta di una iniziativa tendente a formare giovani meccanici capaci di occuparsi di motoveicoli, in verità di motorini dei quali Ouaga pullula.


Vi sono alcuni salariati come il guardiano: questi vive fisso qui in una piccola cubatura contigua all'area delle riparazioni, ed un meccanico che ha il compito di far partecipare ad ogni lavoro che approda all'officina i ragazzi che ogni uno/due anni cambiano dopo aver frequentato il corso.
Ad apprendistato concluso i ragazzi ricevono un attestato e una borsa da lavoro contenente gli utensili per avviare una propria attività, oppure un importo equivalente in CFA, purché abbiano già compiuto i 18 anni.


Il problema è dato dal fatto che l'affluenza di allievi è sempre stata scarsa, la situazione contabile locale è sempre rimasta confusa, di allievi che hanno avviato l'attività non c'è traccia, i costi fissi mensili sono esagerati se comparati con le entrate dell'officina (in rapporto di 25 a 1),  feed - back nessuno e via andare.
Per far sopravvivere il progetto sono stati interessati i Servizi Sociali (Action Social) i quali, in prima battuta, hanno  spinto affinché l'attività continui con il sostegno economico italico e l'apporto di allievi preselezionati da loro: questa mia esperienza corrisponderà alla prima volta del new deal!





La prima parte della mattinata è stata quindi dedicata alla registrazione dei nuovi allievi: se ne sono presentati tre inviati da una organizzazione umanitaria locale nota a BnD e per quanto riguarda l'Action Social si è presentato un giovane responsabile distinto e dotato di una bella moto il quale ha affermato che gli allievi selezionati arriveranno domani.




Così ho iniziato a discutere con Bruna circa le mie elaborazioni abbozzate sul progetto, quindi abbiamo intervistato i tre salariati per cercare di capire di più sui movimenti di uomini, clienti, incassi e costi finanziati da questi ultimi.
E' stato un po' complicato e alla fine non sono convinto che tutti abbiano recepito come, pur avendo un contratto con delle mansioni scritte, debbano sostanzialmente eseguirle con entusiasmo senza che qualcuno debba costantemente rincorrerli per ricordandogliele.


A serata già decisamente buia ho proposto alle ragazze di andare a mangiare tutti insieme in uno dei ristorantini che si succedono lungo il nastro di goudron: proposta accettata e partenza immediata.
Ci siamo fermati ad un banchetto che esponeva due bei pescioni (forse Carpe) ed abbiamo chiesto di prepararli alla griglia insieme a delle patate: il risultato si è materializzato dopo diverso tempo ed è consistito in due pescioni grigliati, ricoperti di verdure crude.


Che bello, abbiamo esclamato all'unisono Gabriella e il sottoscritto! ma che state per fare, disgraziati! volete prendervi qualcosa? ha subito tuonato Jessica. Così abbiamo desistito dal mangiare le verdure ed abbiamo atteso ancora un po le stoviglie, ma quando abbiamo visto che in giro non ce n'erano proprio ci siamo resi conto che avremmo dovuto mangiare con le stoviglie fornite da madre natura agli animali, di qualsiasi specie essi  siano.


Così facendo abbiamo apprezzato il gusto del pesce ed abbiamo capito perché sotto al tavolo c'era una specie di teiera in dotazione: conteneva l'acqua per sciacquare le mani alla fine dell'impresa!
Rientrati prima di mezzanotte ho provato ancora la connessione nella speranza di trovarla più vivace, ma invece era ancora come prima.

20X15 Secondo giorno operativo a G.I.

Solite procedure mattutine e poi attesa degli allievi.
Alle 7.30 i sono presentati per salutarmi i primi due e poco dopo altri due, ma di tutti quelli che si attendevano nessuna notizia.
Nel frattempo ho provato ad usare la SIM Airtel di internet nel telefono e finalmente sono riuscito a comunicare sia qui che in Italia, ma per una questione che continuo ad ignorare non riesco ad inviare sms nè qui nè altrove.
Ho parlato prima con Amadou, il serafico guardiano, il quale ha trovato modo di comunicarmi che i suoi compiti sono quelli scritti nel contratto, e ciò ancora prima di averli svolti stamane; successivamente è stata la volta di Moustafà, il meccanico dalle qualità ancora da comprendere ma apparentemente capace,  che ho esortato a tenere in ordine l'officina in modo che il cliente, "casomai arrivasse", potesse trovarsi in un ambiente ordinato e professionale.


Quando si sono fatte le 9.30, non vedendo arrivare più nessuno, ho comunicato con Bruna: aspettiamo di vedere cosa accadrà domani!
Allora, stimolato dall'assenso avuto via email da Luca, ho iniziato a progettare le modifiche che dovrebbero apportare delle migliorie al comfort ambientale per i volontari che continueranno a frequentare questo posto, attualmente tanto spartano da non disporre nemmeno di un lavello in cucina e neanche di un contenitore in camera per gli oggetti personali.
Verso mezzogiorno sono tornate le ragazze piene di voglia di andare al mercato: ma come si fa a muoversi proprio nelle ore centrali della giornata con questo sole e questo caldo umido? Sono tornate in fretta perché oggi non c'era ciò che stavano cercando.
Allora ci siamo recati, dotati di un grande ciotolone, al banchetto all'angolo dove ci siamo riforniti di riso cotto con fagioli oltre ad un pò di cavolfiore cotto a parte con altri legumi: c'era la fila di locali e la mia valutazione sulla qualità del cibo è stata positiva.
Con 200 CFA a testa si è mangiato senza dover cucinare e quindi senza surriscaldare ulteriormente la cucina già di per se calda.


Le attività di G.I. restano in pausa dalle 12 alle 14.30, e non so proprio come si potrebbe fare altrimenti con le temperature correnti.
Ad un certo punto, dopo la ripresa del "lavoro", mi sono recato con Moustafà ed il suo vecchio Yamha alla ricerca di bici usate da far utilizzare a tre allievi che vengono da lontano: ho visto dei veri rottami al prezzo di CFA 15.000 (circa € 23), ma mi è stato assicurato che sarebbero state messe in ordine di marcia per domani alle 14.00.
Solo che io domani prima delle cinque del pomeriggio non avrei alcuna intenzione di muovermi, a meno che il clima non debba cambiare: oggi sono tornato affaticato e per fortuna che c'era H2O disponibile al rubinetto tanto da poterla utilizzare subito per una doccia, però la sensazione generale è di un vago malessere.

21X15 Terzo giorno a G.I.

E' con una certa soddisfazione che comincio a vedere sin dal mattino l'atelier in ordine come da disposizioni emanate.
Ragazzi nuovi ZERO!
Bea, l'apprendista contabile, mi ha consegnato del materiale fotocopiato, inclusi i fascicoli per i ragazzi.
E' arrivata Bruna alla quale ho comunicato il mio senso di spossatezza; ciononostante mi sono imposto di accompagnarla al mercato come se nulla fosse.
E' l'orario di pausa della vicina scuola ed i ragazzi sono per strada allegri e vocianti come in ogni parte del mondo: la loro curiosità li spinge verso di me ed io mi diverto a fare qualche mossetta con loro.
Ho bisogno di liquidi, ma non ho voglia di acqua e pertanto mi tuffo su una aranciata.
Poi acquisto qualche mandarino e banane che praticamente saranno il mio pasto a causa della disappetenza che mi ha preso; da ieri mi è venuto in mente di assumere Polase e prodotti affini: credo sia stato un bene ricordarsene.
Tutto il pomeriggio sono rimasto rintanato qui e di uscire non ne ho alcuna voglia: Jessica mi ha tranquillizzato dicendomi che anche lei la prima settimana pensava di non sopravvivere, ed io sono qui solo da venerdì sera quindi spero nello stesso effetto recupero, anche se io ho circa un quarto di secolo sulle spalle più che lei.