giovedì 26 gennaio 2012

23 & 24 & 25 & 26.01.2012 Bamako



La fatica sin qui accumulata è stata superiore a quanto potessi immaginare, pertanto ho deciso di prendermela comoda in modo da rigenerare il mio elettrolito. Il giorno dell'arrivo ed il successivo mi sono limitato a cercare di operare con wi fi, ma quando ogni due per due la rete si perde, un'operazione semplice diventa complicata ed impegnativa. 
Ho anche provveduto a lavare le pezzature piccole, mentre quelle grandi le ho affidate ad una ragazza che lavora qui a CFA 250 a pezzo. Solo verso sera mi sono deciso a raggiungere uno sportello bancomat qui vicino, l'unico di Bamako ad operare anche con Maestro/Mastercard: peccato che anche questa volta il circuito non fosse operativo! Praticamente bisogna essere baciati dalla fortuna per riuscire nell'intento. 
Essendo rimasto quasi a zero di CFA ho allora provato ad entrare in banca per un cambio Euro/CFA : qui le operazioni da effettuare si prenotano ad un banco reception, poi ci si siede in attesa del proprio turno; arrivato il momento si accede in una stanzetta dove vi è un unico impiegato a lavorare con i suoi personali ritmi. Dopo aver atteso un po' senza che la situazione accennasse a modificarsi, me ne sono uscito sperando di riuscire a prelevare il giorno dopo. Mi sono poi recato al supermarket per occidentali, frequentato anche dall'élite locale o qui presente per lavoro, tanto per vedere di cosa potrò approvvigionarmi; come avevo già notato durante la prima permanenza nella capitale, la maggioranza dei prodotti proposti in vendita arriva da Francia, Italia, Libano, Marocco, ed i prezzi sono quelli europei. 
Appena fuori dal market si estende una miriade di banchetti dove viene offerta frutta e verdura, nonché altri articoli quantomeno di tutt'altra presenza, tale per cui il contrasto fra i due ambienti risulta di un'evidenza dall'impatto devastante. Mi sono poi recato al Djmilla dove ho cenato con Danilo, così ho reincontrato un po' di gente dello stesso circus che continua a spostarsi, anche se da qui le destinazioni si aprono ora a ventaglio: chi attende di andare in Burkina, chi in Guinea, chi in Senegal, chi in Mauritania.
Danilo ha saputo da altri, con i quali ci siamo rincorsi, che passeranno in Guinea nei prossimi giorni, ed essendo la sua meta ha potuto apprendere ulteriori notizie. Ha poi proposto a me di fare insieme la Guinea; essendo in anticipo sui miei tempi ci ho fatto un pensierino, ma il giorno dopo ho realizzato che non è conveniente per me. Quindi ho ripreso la lettura della Lonely sul Senegal, consapevole che è un paese che può diventare difficile a causa degli uomini in divisa che abusano sfacciatamente del loro potere. 
Ho intanto iniziato a mettere ordine e a ripulire il Nomade, senza le pretese che avevo prima della partenza: oramai il veicolo porta i segni delle strade percorse, con tanto di strisciate da vegetazione coriacea lungo la sua silouette, e qualcuna ricevuta durante la sosta di Mopti. 
Al passaggio giornaliero dal bancomat, lo trovo coperto con un telo! Chiedo spiegazioni ad uno della sicurezza il quale mi invita a riprovare più tardi; questa volta la fortuna mi assiste e riesco a portare a termine l'operazione più conveniente per me, cioè il prelevamento da una carta precaricata in Italia di tanti begli eurini. 
Serata al Djmilla, dove vengo invitato a condividere la cena da un rumeno sposato con una francese, con la quale ha scodellato due bimbi, che risiede in Germania, ma non so quanto tempo ci passi a sentire i suoi racconti. Viaggia a bordo di uno spartanissimo vecchio furgone e, quando si ferma un po' di tempo in un luogo, come qui, riesce a far frequentare ai suoi figli la scuola matena. 
Dopo la cena è venuto fuori il discorso delle Americhe, dove lui e famiglia pensano di arrivare durante il prossimo mese di giugno. E' stato così che ci siamo confrontati sui costi del trasporto del veicolo; anzi, visto il suo modo di viaggiare, gli ho lanciato l'idea di effettuare un acquisto di un qualche cosa che possa andargli bene una volta giunto a destinazione, così da non dover sopportare i costi del trasporto. 
Ha colto al volo l'idea e ci siamo messi a guardare le offerte presenti in rete: incredibile come si possa trovare materiale a prezzi vantaggiosi su quel mercato, pur stando attenti a scartare tutti i veicoli con motori a benzina, che poi sono la maggioranza. La sua ricerca è indirizzata verso quel tipo di furgone commerciale che rappresenta uno standard nel Nord America, ma guardando sono venuti fuori anche dei motorhome da 12 m., apparentemente in buone condizioni, con richieste variabili fra i 10 ed i 15 mila USD, tali da apparire molto allettanti.
In questi giorni di sosta in una città che ha tutto per non piacermi, in primis un tasso di inquinamento che ti fa star male, 
avevo previsto di visitare il Museo Nazionale: così oggi, vincendo una certa riluttanza, sono salito sulla bici e l'ho raggiunto. 
Il Museo sorge su un'area che condivide con il Parc National du Mali; oltrepassata la barriera di ingresso ci si trova in un contesto meraviglioso, assolutamente estraneo alla realtà locale: giardinieri costantemente all'opera, pulizia e ordine ovunque, spazio museale di qualità (con un'importante aiuto del Belgio) , varie possibilità di ristoro sparpagliate qua e la, ampie aree ombrose, giardino botanico, percorso vita...se non fosse stato per temperatura e tasso d'umidità, chiunque fosse arrivato qui bendato, tolta la benda mai avrebbe potuto dire di trovarsi a Bamako!
Ho trovato interessante il museo, anche se forse sarebbe stato meglio visitarlo prima di esplorare il paese, ma anche così non è stato male, come effettuare un feedback: le statue, i tessuti, i Telem, i Dogon, e molto altro di più, reperti archeologici unici, frutto di scavi organizzati da entità straniere, specialmente nelle aree bagnate dai grandi fiumi, la cui acqua ha sempre rappresentato la possibilità di vita per le popolazioni.
                                            Textile - tenture - paravent -laine coton arkila peul
                                                               Statuette - bois - dogon
                                          Statuette dite Jomogoni - bois - fadabougou - dioila
                                         Figure masculine - XII siècle - terre cuite djenné djéno 
Nel parco, dove mi sono trattenuto a lungo attendendo quasi il calar del sole, in particolare ho apprezzato la collezione di piante di alto fusto e l'inserimento nel verde di riproduzioni miniaturizzate di importanti edifici maliani, inclusi alcuni patrimonio Unesco. Durante il pomeriggio la frequentazione è aumentata, specialmente da parte di giovani che si ispirano in tutto e per tutto a modi di vita occidentali, e poi di ancor più giovani che hanno attratto la mia attenzione.
Dopo un gran movimento nello spazio verde davanti al museo, 
la maggior parte si è accomodata su una gradinata sotto la quale hanno iniziato ad esibirsi degli intrattenitori che coinvolgevano il giovane pubblico. 
Mi sono reso conto che era in corso una manifestazione nell'ambito di programmi culturali governativi destinati ai ragazzi, e quelli che si esibivano probabilmente erano una sorte di griot, tipologia artistica considerata nobile in Mali.
Il rientro è stato più semplice dell'andata, anche se ho dovuto transitare sulle caotiche strade ove si sviluppa il mercato. Superato il ponte sul Niger sono passato direttamente al bancomat: temporaneamente fuori servizio! Allora mi sono deciso a fare provviste al vicino supermarket, quindi altro passaggio al bancomat. 
Prima di me tocca ad un americano, sento la tastiera andare, buon segno. Dopo un po' il tipo, andandosene, mi comunica di non essere riuscito ad operare. Invece che girare i tacchi a mia volta, mi armo di coraggio ed infilo la carta, aspettandomi il solito messaggio relativo alla mancanza di contatto con la tua banca , invece la schermata si apre nel modo giusto. Ancora timoroso, a differenza dell'ultimo prelevamento, chiedo il massimo, 100.000 CFA: trikke e trakke e la macchina me li consegna, con tanto di ricevuta...a ragione oggi posso considerarlo un giorno fortunato!
Arrivato a casa, mentre mi appresto ad inventarmi una cena cucinata, sento di aver recuperato quanto basta per muovermi da qui, magari dopo domani
In serata ricevo info rassicuranti da parte di Duilio; a conclusione del periodo condiviso con Danilo mi sento di esprimere  un ringraziamento per il suo apporto, apporto reso possibile dalla sua conoscenza pluriennale dell'Africa dove è capace di muoversi con agilità, affrontando qualsiasi situazione nel modo più appropriato.
Dunque, auguri di buon proseguimento del suo percorso in Guinea! Ci rivedremo in patria.

martedì 24 gennaio 2012

20 & 21 & 22.01.2012 Da Bandiagara a Bamako via Djennè e Sègou


Dopo aver abortito la visita al mercato perché ancora in fase di organizzazione, il Nomade prende la strada del rientro nella capitale, sapendo che saranno necessari più giorni per arrivarci in quanto la fatica accumulata dal conducente non consente più le stesse prestazioni delle quali aveva fruito all'andata.
Di significativo nella giornata, porto il ricordo dell'incontro con un gruppetto di bimbi e adulti, rimasti ad osservare il Nomade in silenzio, a poca distanza, per tutto il periodo della sosta, sin tanto che sono sceso chiamandolo attorno alla mappa. Con una certa diffidenza si sono avvicinati - impossibile la comunicazione - ma l'italico se la cava con il solito gioco del dito sul Mali e su di loro, poi sull'Italia e su se stesso. A questo punto propongo una foto, alla quale ne seguiranno delle altre per il divertimento suscitato.
E poi via, mentre questi parleranno per un po' della gente strana dalla pelle chiara che viaggia con la casa appresso.

Sono consapevole che posso avere dei problemi a salire sul Bac per l'attraversamento del fiume Bani, oltre il quale c'è Djennè, perciò mi fermo in disparte mentre Boubacar va a prendere informazioni, seguito da Danilo. 
A un certo punto vedo il cenno per avanzare e mi faccio sotto, compiendo in qualche modo l'operazione; una volta a bordo si avvicina l'esattore chiedendomi 10.000 CFA per l'andata e ritorno, percorso di tre minuti x due!
Allora nel mio file riprendo la memorizzazione archiviata, cominciando a pensare che Boubacar ci abbia messo del suo, dato che sapeva che ero pronto a sostare sull'altra sponda e a raggiungere la città in bici.
Arrivati a destinazione insiste per raggiungere un certo campement, che però risulta impraticabile al Nomade. Questa è l'occasione giusta per sganciarci, ma non è così semplice.
Dopo una pausa all'ombra della struttura a lui nota, partiamo per esplorare la città, mentre lui non ci molla: sarà per una forma di cortesia?
Durante il giro solito assalto, qui particolarmente organizzato se penso a tre ragazzine di dieci anni smaliziate ed abili nell'arte dell'aggancio, comunque mandate in bianco, anche se con la solita formula del rimando al domani, peut etre.



La visita della città, ricca di monumenti Patrimonio Unesco, mette in evidenza la sua sporcizia; qui pesa ancora di più, ma forse con la stagione delle piogge, quando il fiume sale a lambire i monumenti, essa risulterà meno appariscente.

Anche per la cena la guida si rende presente, sin tanto che se ne va al campement a lui noto, mentre il Nomade si apparta in un buon posto periferico e tranquillo.
Partenza ore 10.00, arrivo al Bac dove mi imbarco senza troppe difficoltà, idem per lo sbarco. Il clima è più fresco, ma l'umidità è più elevata ed in cielo il sole appare lattiginoso. 
Il trasferimento avviene con soste minime, tutte all'insegna del caffè che ritempra (non ne avevo mai bevuto così tanto!), ma la stanchezza è notevole, tanto da prendere la decisione di sostare a Segou.
Mentre mi sto avviando per il centre ville, perdo l'attimo e mi fermo ad un semaforo virato al giallo con il muso un po' oltre. Non potendolo vedere, l'arrivo del verde lo percepisco dai suoni dei clacson; appena ripartito un vigile fischia indicandomi di sostare a lato. Eseguo consapevole di non aver commesso nessuna infrazione, ma il tipo è scorbutico e dialoga con Danilo che lo affronta nel modo giusto. In pratica vorrebbe multarmi, non ascolta ragioni, chiede i miei documenti mentre già sto rifornendo il veicolo lì dove mi ha indicato di sostare, sul piazzale di un Total. Allora Danilo torna dal vigile ed ottiene la vittoria quando il vigile gli chiede da quanto tempo si trova in Mali, perché, dice, con le parole ci sa fare come un maliano. La situazione si stempera tanto da uscirne indenne; spostatomi poco oltre parcheggio per un thè consumato in ambiente confortevole. 
Come al solito si tratta di seminare Boubacar, Danilo lo fa in maniera dura visto che con le buone maniere non si era ottenuto più di tanto.
Decido di muovermi verso il Niger per sgranchirmi le gambe e snebbiare la testa, dimenticando che sarei stato assalito come d'uso; ora però non ho capacità di sopportazione, così invito tutti a lasciarmi in pace spiegando che sono affaticato dal viaggio, che non sono interessato a nulla di ciò che mi si propone, che del Mali conosco già tutto l'artigianato presentato nelle boutique, che in piroga ci sono già stato: è proprio vero che con il dialogo si ottiene il risultato, in poco tempo posso muovermi senza sentire il ronzio delle varie richieste.
Ad un certo punto vengo avvicinato da chi ci aveva abbordati all'andata, i quali, avendomi già pesato, dopo i saluti mi lasciano in pace. 

Questa volta sembra fatta, Boubacar ritira il suo bagaglio ed esce dallo schermo radar mentre Danilo sembra orientato a mangiarsi una pizza al ristorante, programma che non mi entusiasma per niente. 
Alla fine, dopo essersi bevuto alcune birre, preferisce condividere con me un ottimo stinco di maiale (prodotto precotto italico), operazione questa che conclude la giornata operativa, dopo aver spostato il Nomade lì dove a febbraio si terrà Il Festival sur le Niger.
Prima di lasciare Segou mi raggiunge uno dei furbi dell'andata alla ricerca di un medicamento per i dolori; lo accontento trovandone uno adatto fra i medicinali appena scaduti, tanto male non gli farà più di quanto ne ha già. Inoltre, avendo dimostrato di essere un gran conoscitore di tutte le porcherie possibili con cui farsi, non potrà che trovare giovamento da un medicinale vero.
Nell'attesa della partenza un tipo fuori di testa per droga raccoglie la mia pubelle del giorno prima, ne estrae l'osso dello stinco e si mette a mangiarlo con soddisfazione, deliziato dal gusto!
Bamako mi attende, lì ho in mente di trascorrere almeno due giorni in relax, organizzando l'itinerario in Senegal, paese per il quale nutro ancora qualche dubbio per quanto sono venuto a sapere da altri viaggiatori.
Effettuo un'unica sosta caffè; mi diletto ad ammirare una pianta di mango, qui molto diffusa. 
Per il resto guido ininterrottamente sino ad arrivare all'ultimo tratto di strada che non è certo il migliore, oltre ad essere assai trafficato.
Entrato in città un vigile prima mi fischia e poi, affacciatosi al finestrino, mi fa cenno di proseguire: accidenti, paese diabolico questo Mali! Tutti fanno un gran casino sulla strada e chi si becca il fischio del vigile è esclusivamente l'imponente veicolo a targa straniera!
Arrivato ad un punto concordato saluto Boubacar, verifico lo “slipping camel” per la possibile sosta campement senza risultarne soddisfatto; sto per proseguire verso il campement dove si fermerà Danilo quando un giovane (forse fermo davanti allo slipping camel ha seguito la scena) mi chiede se ho trovato il posto, in caso contrario mi suggerisce una soluzione alternativa più economica e vicina. Lo seguo per dare uno sguardo: si tratta di una soluzione spartana ma pratica, posta davanti agli orti sul Niger, molto tranquilla, gestita da una Belga, Ann, che ha già fatto tre figli con un locale. Mi sembra adatta a me, quindi chiedo il prezzo; questo, anziché essere meno caro dell'altro, risulta più caro, ma appena lo faccio notare si arriva ad un giusto equilibrio. Prendo tempo ed accompagno Danilo, accertandomi che non ci sia una soluzione diversa da quella già conosciuta anche lì: negativo. Vado allora deciso al Tounga e, dopo essermi impegnato in una buona manovra per entrare nel cortile da un cancello stretto con rampa che non agevola, parcheggio in una posizione che mi sembra buona.
Che bello ritrovare un po' di tranquillità dopo giornate tanto intense, che bello ritrovare anche la propria libertà dopo aver percorso quasi 5.500 km. in una sia pur buona compagnia, che bello apprendere che i due camper italici con i quali avrei dovuto fare un po' di strada, stanno per entrare in Mali e sosteranno a Diema a village ventures, da Pam, dove lasceranno del materiale umanitario.