sabato 31 agosto 2013

Iasi - ore 11.00 L.T.






Diventa difficile descrivere gli altri monasteri dipinti per me che non sono un esperto: più che altro mi ha colpito la policromia delle immagini e la perfezione delle stesse, al di la della simbologia che in buona parte si ripete con dei temi ben definiti.




Voronet è inserito in un magnifico contesto semi montano, circondato da case in legno, dove il tempo sembra essersi fermato anche se tutto attorno sono fiorite pensioni indirizzate ad un turismo non solo mistico.




Il monastero risale al 1488 e la sua nascita è legata ad un episodio vincente contro i turchi.
Qui viene anche chiamato “cappella sistina orientale”, ma si sa che ogni volta che vengono espressi paragoni di questo tipo essi sono sempre perdenti per molte lunghezze nei confronti dell'originale.



Il blu la fa da padrone tanto che il blu Voronet è riconosciuto dagli specialisti: esso è ottenuto da lapislazzuli e mostra il massimo della sua intensità nelle giornate piovose che qui proprio non mancano.
Fra gli altri sono dipinti un Giudizio Universale e un Atto di Adamo, definiti come i più belli di tutti questi monasteri.





Tornando verso l'auto ho incrociato una bella signora dall'età indefinita (ma la madre so che ha raggiunto i 103 anni prima di andarsene) che mi ha invitato a visitare la casa tradizionale nella quale espone oggetti di artigianato in vendita: una persona in gamba, abile imprenditrice.







A seguire ho raggiunto il monastero di Humor posto in un'altra vallata.
Qui la palizzata di protezione è in legno, la chiesanon presenta guglie, i colori prevalenti sono il marrone tendente al rosso accompagnato da blu e verdi intensi.





Compare un Giudizio Universale, un Albero di Jesse, un Inno alla Vergine.
Come sempre il monastero confina con un cimitero, apparentemente lasciato andare.






Completata la visita, ammirati i panorami, mi sono indirizzato verso la capitale, Iasi, l'unica città della regione Moldava che conserva edifici storici.



Lungo la strada, superato un bivio, nel dubbio di aver sbagliato ho effettuato una di quelle manovre da evitare sempre e che io continuo ad effettuare pentendomene poi ogni volta: senza fermarmi ho preso la mappa per un consulto veloce.


Purtroppo sono passato davanti ad una auto della Politia in questo stato e il milite è stato pronto a fermarmi.
É stato possibile il dialogo per la sua buona conoscenza della lingua inglese; pur viaggiando alla stessa velocità di altre auto la contestazione è stata la seguente: il tratto di strada prevede il limite dei 60 km/h, fino a 70 no problem, ma io viaggiavo a 88 con la mappa davanti agli occhi!
Forniti i documenti il tipo non deve aver avuto voglia di scrivere: si è limitato ad ammonirmi e a segnalarmi la presenza di auto non identificate della polizia poco oltre, impegnate in rilevamenti della velocità tramite radar.
Veramente una persona gentile!



Arrivato a Iasi ho avuto ancora problemi con Garmin: non riconosce gli indirizzi impostati delle strade, ma quando ci si passa le evidenzia sul display!
Il primo approccio è stato quindi un po' complicato, ma alla fine ho trovato un parcheggio vicino alla zona che desideravo esplorare.




La città ha una sua storia intricata di avvenimenti che non starò a scrivere: mi sono limitato a visitare il monastero di Golia, poi mi sono mosso verso la piazza principale cogliendo ciò che a mio avviso era da cogliere (non molto), salvo qualche immagine di giovani che nelle città apparentemente sembrano tutti eguali fra loro.






Il lungo periodo durante il quale il regime ha spadroneggiato ha fatto sì che le pianificazioni urbanistiche non rispettassero la storia:






qui comunque qualcosa è rimasto, in particolare nell'area del grande viale intitolato a Stefan cel Mare si Sfant, attualmente in fase di ripavimentazione in blocchetti di porfido e totalmente reso pedonale.










In questa zona ho ammirato la Chiesa dei tre Gerarchi, totalmente decorata a sbalzo con disegni sia geometrici di ogni tipo, ed il palazzo della cultura.




Alla fine stavo per trovarmi in difficoltà nella ricerca della sistemazione alberghiera quando, in uscita dal centro, ho incrociato un segnale che ha rappresentato la mia salvezza.