venerdì 28 febbraio 2014

Gran finale Myanmar a Yangon - SHWEDAGON PAGODA - & trasferimento a Bangkok

Martedì 25; Mi ero organizzato per incontrare a fine mattinata il responsabile della NGO con la quale sono stato in contatto sin da prima del mio arrivo in questo paese, la stessa persona che mi aveva concesso di partecipare ad un  meeting nei giorni scorsi, ma prima mi sono diretto a Shwedagon Pagoda per una visita che ho preferito effettuare in due tempi per quanto il complesso è vasto e ricco e per quanto mi ha assorbito.













Prima parte dalle 8.15 alle 10.45 e seconda parte dalle 12.45 alle 15.15, quando la maggior parte dei fedeli si era sistemato all'ombra stendendosi ovunque per una siesta: con oltre 2500 anni di vita questo complessso pagodale è il più antico nel paese, ma soprattutto è una meraviglia che ho voluto e potuto assaporare piano piano, guardandomi attorno in mezzo ai fedeli impegnati nei loro riti, ogni tanto tornando indietro sul percorso.











Che differenza dalla visita effettuata nel 1986 secondo le modalità allora imposte dal regime! cinque ore a quei tempi non sarebbero mai state pensabili  per nessun straniero, peraltro sempre marcato a vista affinchè non ci fossero contatti con la gente del posto. 












Oggi è stato un susseguirsi di contatti, magari brevi, ma costanti sino a che non ho lasciato la scena per una presa di contatto con Bogyoke Market, uno di quei posti dove chiunque avesse spazio in valigia potrebbe fare incetta di tessuti, lacche, giade, legni lavorati, rubini e molto altro ancora.









Il tempo a disposizione non è stato molto in quanto alcuni negozi iniziano a chiudere verso le 5 p.m., ma sufficiente per capire che le lacche, per esempio, se sono di qualità costicchiano, mentre molte non sono di elevata qualità mentre i disegni sono stati semplificati o modificati, forse per andare incontro ai desiderata dei turisti: ma che peccato non vedere realizzato il disegno e tutta la varietà dei colori tradizionali! (probabilmente nei negozi di alto livello ci saranno ancora). 












Mentre mi stavo aggirando in un percorso labirintico alla ricerca di ciò che avrei voluto vedere mi sono sentito chiamare: era Nadia con la sua famiglia sulla mia stessa strada per un terzo incontro assolutamente fuori programma (credo sia il massimo per il Karma!).
Per loro il viaggio è concluso e domattina presto voleranno verso casa portandosi appresso una serie di bei ricordi.
Quando ho abbandonato l'area per dirigermi a piedi verso casa sono incappato in banchetti di cianfrusaglie + o - vecchiotte che hanno attratto la mia attenzione; li mi sono veramente divertito perché gli interlocutori, praticamente zero english speaking, mi hanno invitato ad accomodarmi sui sgabellini da bimbi dell'asilo in loro dotazione per poter meglio esaminare la mercanzia esposta su bassi bancali.




Molta della mercanzia sparpagliata, rappresentata da medaglie, monete e placche, era di provenienza Thai e China, ma io ho espressamente chiesto che fossero locali le cose da esaminare.
E' chiaro che mi ero fermato perché avevo adocchiato qualcosa, ma la tecnica impone una procedura se si vuole portare via un oggettino ad un prezzo ragionevole.
Quindi inizialmente ho ignorato ciò che mi aveva indotto a fermarmi lì soffermandomi su banaità e chiedendo ogni tanto un prezzo, chiedendo ogni volta conferma se l'articolo fosse locale e se fosse stato vecchio quanto sembrava esserlo  etc. etc. etc.
Solo più avanti ho spostato lo sguardo sull'oggetto identificato per chiedere informazioni varie; alla prima richiesta da parte del venditore mi sono sempre sottratto ritenendola adatta a gente con capacità economiche diverse dalle mie, sino a che, salutando per andarmene, sono sempre stato ripreso ed ho sempre trovato il punto d'incontro a circa un terzo rispetto all'inizio della trattativa: intendiamoci, oggettini di nessuna pretesa, ma che portavano in se una certa patina di vissuto o qualche traccia di disegno particolarmente aggraziato, roba da meno di $ 15 in tutto.
Sono rientrato soddisfatto: la città mi è apparsa più gradevole in queta occasione e di gente in giro ne ho vista di di tutti i tipi, impegnata a sopravvivere eseguendo i mestieri più vari. 
Alla Pagoda normalmente le perone si recano indossando i propri abiti migliori e così là ho potuto oggi assistere ad una sfilata di tessuti ben assortiti nei colori e portati da questi corpi snelli e ben proporzionati nella dimensione di adolescenti - che invece non lo sono per nulla - che io identifico a forma di acciughina o di alice, peraltro entrambi rappresentanti una tipologia di pesci che apprezzo e gusto sempre con piacere! Per correttezza di informazione devo dire che nella massa comunque non mancavano anche quelli a forma di sgombro o di tonno: il diritto ad essere così come si è appartiene all'universo!


Mercoledì 26; La trovata che ho messo in atto oggi non so se dfinirla proprio una furbata: onde evitare le novità dell'ultima ora che Air Asia è solita riservare al proprio cliente - il quale si vede costretto a pagare ulteriori importi per potersi imbarcare - ho deciso di farmi trovare al banco con quattro ore di anticipo sulla partenza, il tempo da A.A. richiesto per poter perfezionare le pratiche di imbarco tenendo ridotti al minimo gli eventuali importi addizionali.
La sorpresa che avevo avuto a Bkk mi aveva indotto ad anticipare già allora questi importi addizionali riferiti al bagaglio per cui avrei dovuto essere a posto; tenuto conto che avrei dovuto essere in aeroporto entro le 4.30 a.m. e che il servizio di navetta fornito gratuitamente dall'albergo a quell'ora non ci sarebbe stato, ho utilizzato il trasporto fornito alle 3 p.m. consapevole che poi avrei dovuto passare la notte in qualche modo.
Presa questa decisione in prima mattinata mi sono recato nella sede di una organizzazione denominata Pomelo, come il frutto, dove donne con dei problemi seri di salute presentano in esposizione per venderli i loro lavori artigianali assolutamente non etnici: forse sarebbe da dire innovativi/trendy?




 Sono arrivato lì poco dopo le 9 a.m. ed il posto era ancora chiuso, così come non sarebbe stato visitabile nemmeno alle 9.30 al mio secondo passaggio; però questa volta c'era qualcuno nei locali e proprio quando questa persona mi stava invitando a tornare per le 10, orario per me impraticabile nell'ambito degli impegni da svolgere prima della partenza, è arrivata una responsabile: appena ha saputo che ero stato indirizzato lì dal responsabile della NGO incontrato ieri  mi ha invitato a restare senza problemi.
Prima di lasciare Yangon ho voluto così dare un mio modesto contributo a questa associazione che opera esclusivamente a vantaggio  di donne in precarie condizioni sia di salute che economiche.





 Non sarebbe stata mia intenzione coprire tutto il percorso che avevo in mente a piedi, ma alla fine è così che mi sono mosso, intercettando finalmente la Sinagoga che in precedenza non ero riuscito a trovare e passando ancora davanti al mercato di ieri con l'idea di incontrare i venditori di cianfrusaglie, ma questi non c'erano nell'orario in cui mi sono presentato in zona: l'area era completamente assolata in una giornata particolarmente calda ed afosa, ed è stato un bene che non ci fossero perchè sono andato esaurendo la valuta locale sino all'ultimo kyat con gli acquisti di cibo al supermarket prima e poi per il pranzo che mi sono concesso in un invitante ristorantino indiano.

 



Quando mi sono seduto ero il solo ad un tavolo per quattro, ma poco dopo avermi chiesto il permesso si è seduta davanti a me una giovane dall'abbigliamento assai elaborato in compagnia di una persona sui cinquant'anni.
Il cibo era delizioso, in particolare una salsa di accompagnamento a base di limoni canditi che mi ha ricordato il Nord Africa.
E' stato inevitabile aprire una conversazione con la giovane parlante un ottimo inglese, mentre il suo accompagnatore (un parente?) dai tratti somatici cinesi dimostrava molto interesse ma poteva comunicare solo attraverso la ragazza. Costui si è manifestato un appassionato di moto e come ha sentito la mia nazionalità ha subito voluto parlarmi di Ducati!
La cosa interessante è che la giovane, alla quale avevo appena comunicato che la prima volta che avevo visitato il paese probabilmente lei non era ancora nata, mi ha invece informato di essere nata proprio in quello stesso anno: che coincidenza! quasi una figlia per me.


 Su questa base l'incontro è diventato più cordiale con tanto di foto di rito finale ed anzi, giacchè mi mancavano 300 kyat per pagare il conto ed io avevo fornito $ 1 al cameriere per coprire quanto mancava, spiegandogli che più tardi avrei lasciato il paese ed avevo consumato tutta la valuta locale, avendo questi reagito assumendo una espressione contrariata, quasi senza che me ne accorgesi l'appasionato motociclista ha coperto per me quanto mancava: un piccolo importo, ma è stato significativo il gesto che ho molto apprezzato.
Con questo ultimo incontro mi sono apprestato a lasciare la città partendo dall'albergo, unico viaggiatore sul mini van a ciò predisposto.
Alle quattro ero già nel salone delle partenze dove i posti a sedere sono di una scomodità unica ed ho cominciato ad utilizzare al meglio il mio tempo dedicandomi ad una più approfondita lettura della guida del Vietnam.
Guardandomi attorno ho capito che quando una persona deve partire da questo paese viene accompagnato all'addio da una massa di gente consistente che poi resta in attesa sin che il congiunto non sparisce oltre i banchi dell'immigrazione, separati da una parete di cristallo dal resto del salone, continuando a richiamarsi e ad agitare le mani per un tempo esagerato; per non parlare dei saluti con lacrime in particolare da parte delle donne di religione musulmana, come se la separazione non facesse parte della vita e si dovesse sempre vivere appiccicati, tipo il frutto di un parto dopo la gestione anomala del concepimento generante bambini uniti in qualche parte del loro corpo, i cosiddetti siamesi, la cui vita in natura è destinata a non durare mai troppo!


Giovedì 27; Quindi ho dovuto attendere sin dopo l'una la partenza dell'ultimo volo per vedere svuotarsi l'aeroporto; a quel punto un addetto alla sicurezza è venuto ad informarsi del perché mi trovassi lì ed una volta fornito il numero del volo che avrei dovuto attendere ancora qualche ora è rimasto soddisfatto.
Mi sono steso come altri quattro o cinque che avevano esigenze simili alla mia sulle panche di acciaio, dandomi una sveglia per le 3.30.
A quell'ora non c'era ancora alcun movimento vitale attorno a me e così ho sonnecchiato ancora un pò, anche se sono stato il primo a rimettermi in ordine scoprendo che il personale aeroportuale addetto alle operazioni si sarebbe poi materializzato soltanto alle 6.30!
Al momento opportuno non ci sono stati problemi ed ho superato tutti i controlli andando sul velluto; a bordo mi sono trovato a viaggiare accanto ad una ragazza che nel sedersi e vedendo la foto che era a video sul mio p.c. pronta per le operazioni di alleggerimento prima di poter essere caricata sul blog quanto prima, ha esclamato: che bella foto!
Al che ho replicato chiedendole come mai si fosse espressa nei miei confronti con tanta sicurezza in italiano, ma lei, una giovane leonessa sveglia, aveva già adocchiato qualcosa sul computer che le aveva fatto capire la mia nazionalità.
La tipa, ladina di Corvara residente a Bozen, stava viaggiando con altre tre coetanee ventiseienni per un mese fra Myanmar e Thailandia e si è meravigliata nel sentire della mia conoscenza a menadito circa i luoghi della propria origine!
Anche all'arrivo a Bkk tutto è filato liscio, incluso il mio trasferimento dall'aeroporto all'albergo effettuato utilizzando bus pubblici; il primo, dotato di aria condizionata, è costato 17 bath, meno di € 0,5, mentre il secondo, più popolare e senza A/C, è risultato del tutto gratuito: così funziona qui il servizio urbano!
Ho preso possesso della camera all'una e non posso negare che dopo una doccia ritonalizzante mi sono preso una pausa disteso sul letto, soddisfatto di come stavano andando le cose.
Ho da sistemare un mucchio di faccende qui, a cominciare dal bagaglio che lascerò in buona parte in deposito custodito all'albergo, passando per la lavanderia dove sarà meglio rinfrescare seriamente le mie robe, poi la farmacia dove devo trovare l'equivalente di un certo farmaco italico terminato anzitempo; solo domani avrò un incontro "istituzionale" con alcune persone che si occupano di rifugiati di varie etnie birmane "ospiti nei campi di concentramento" in territorio Thai. con vista sul confine con Myanmar: la NGO si chiama Krio Hirundo, un nome scelto in una lingua sovrannazionale quale è l'esperanto che mi è sembrato ben azzeccato per identificare la missione del gruppo che, per una precisa scelta, è abituato ad andare oltre le distinzioni di appartenenza ad un paese.