lunedì 30 luglio 2012

Uscita da Yellowstone (Wyoming) - Helena (Montana)




Nottata perfetta, finestre chiuse e coperta, al risveglio 12°!  Mi sento benissimo!



Uno spettacolo vedere i fumi delle caldare salire al cielo in mezzo alla vegetazione. Prima sosta al Grand Canyon, esperienza incantevole. 



Incontro nuovamente l'arzillo anziano che mi aveva aiutato e subito mi chiede se ho risolto il problema delle luci. Successivamente vengo avvicinato da un tipo con la solita domanda che vale in ogni parte del mondo: da dove vieni. Questa volta si tratta di un giovane prof. che è stato brevemente anche in Italia. 



Continuano le manifestazioni di simpatia verso il Nomade. Un tipo per strada mi ha fatto il saluto militare al quale ho risposto nello stesso modo. 





Mentre i miei spostamenti da un luogo di osservazione all'altro sono sempre avvenuti a bordo del Nomade, salvo i percorsi più o meno lunghi per raggiungere i punti più significativi, nello stesso tempo ho visto chi li ha effettuati da maratoneta, con una falcata pregevole, come questa giovane "atleta".


Nel muovermi per Dunraven Pass 2.700 mslm, un po' sofferti, anche perché in discesa mi surriscaldo i ferodi- incontro con Orso nero a margine della strada, in campo aperto, però impossibile la sosta. 




Prima di Tower Fall incontro con il secondo Bisonte sella giornata: il primo mi ha sfiorato, questo è in ozio in mezzo ad un prato. 



Quando riprende la sua attività, cioè cercare cibo e mangiarselo, la sua manovra è lenta ed io sono in grado di notare che è molto selettivo nel scegliere cosa ingoiare. 





A Tower Fall vengo preso da goccioloni di pioggia che per un po' si trasformano in grandine. 





Altra sosta con percorso educativo, panorami sempre splendidi e dimensioni tendenti all'infinito, d'altronde mi trovo nel cratere di un vulcano che forse è il più grande al mondo.
Per ultimo Mammoth Hot Springs, un'altra opera d'arte naturale.






Incrocio una coppia di livornesi e parliamo un po', complessivamente individuo diversi europei; si sa che questo luogo è considerato fra i “MUST” per chi effettua un viaggio in U.S.A..






Pur indosso la T Shirt Breizh che attira l'attenzione di molti, non c'è stato un francese fra quelli che ho incontrato che mi abbia rivolto la parola (magari la maggior parte è Quebecoise, quindi origine normanna, e questi di Breizh sanno poco!)





Mentre sto per lasciare il parcheggio di Mammoth, un tipo mi chiede di fotografare il Nomade perché colpito dalla sua livrea-gli chiedo se ha trovato anche la sua lingua d'origine e mi dice di sì:infatti avevo già capito che la sua origine era dell'India.








Breve sosta al Visitor Center: in questi luoghi c'è sempre allestito qualcosa, qui apprendo che per molti anni, fin che questi luoghi erano frequentati solo dai Fur man, le loro descrizione dei siti non erano credute.





Solo molto tempo dopo, verso il 1860, varie spedizioni scientifiche hanno confermato l'esattezza dei racconti ritenuti delle balle. Ci sono stati fra i bianchi uomini incredibili, che hanno condotto vite incredibili, che hanno fatto cose incredibili in quei primi anni dell'ottocento, sia fra i Fur man che fra i geologi ed i primi sovrintendenti dell'area (in un primo momento messa nelle mani dell'Eserito con reparti di cavalleria di stanza a Fort Yellowstone, proprio qui a Mammoth). Di tutto il Parco, questo è l'unico luogo che si presenta come un vero villaggio residenziale, probabilmente si tratta esclusivamente di personale che ha a che fare con il N.P.
Uscito dal Visitor Center, praticamente in un'aiuola spartitraffico (che, devo dire, non c'è), altri incontri interessanti.



Dimenticavo: vedendo immagini storiche, devo dire che l'habitat è stato conservato allo stato naturale come l'avevano visto i primi bianchi. Qui decide tutto la Natura, l'umano osserva soltanto. E' molto affascinante vedere come, argomenti dello stesso genere, in certe parti del mondo sono presi in considerazione in maniera diversa, qui come avveniva prima della “civiltà”.


Lascio questa zona con fatica, è stato un incontro forte e me lo terrò nel mio bagaglio speciale: mi sono trovato in sintonia con i luoghi (ad esclusione dei momenti di affollamento).
Sono le 19 passate, conosco la mia direzione di marcia, la prima città che compare sulla mappa è posizionata ad 85 km., spero di trovare una soluzione prima;



infatti, a metà strada incontro una Rest Area che sembra un giardino, sui bordi dello Yellowstone river, cartello "No Camping", 2 trailer già in posizione, i passeggeri di un'auto con due canoe sul tetto hanno occupato uno spazio pic nic al coperto predisponendo i giacigli a terra: si, è il posto che fa per me, quindi spengo il motore.


Riprendo per il Glacier N.P.: la strada è piacevole sino a Bozeman, nota per il famoso Gap per l'Oregon che tanto ha inciso nei rapporti con i First Nation; 


qui mi fermo a far cambusa e poi U.S. 90, noiosa, come nei tratti precedenti, ed impegnativa perché scala passi di oltre 2.000 mslm.. 


Anche se è relativamente presto, decido di sostare ad Helena, la piccola capitale del Montana che, pur essendo uno Stato dell'Unione grande quanto l'Italia, conta meno di 1 ml. di abitanti! La temperatura a bordo oggi è arrivata a toccare quasi i 36° e mi ha sfiancato, perciò non ho più voglia di condurre. 




Inoltre ho bisogno di verificare la corrispondenza, quindi sosto in un assolato piazzale giusto per il tempo necessario e poi, appena sceso il sole, mi occupo della riorganizzazione degli spazi del garage dopo averlo completamente svuotato, alla ricerca dell'olio di scorta per il motore che abbisogna di un rabbocco dopo i primi 10.000 km. in territorio U.S.A.