sabato 22 ottobre 2016

Itinerario per il Senegal – parte terza


Dopo aver partecipato recentemente ad un meeting organizzato da Bambini nel Deserto nell'ambito del quale è stato toccato l'argomento relativo alla sicurezza dei volontari in missione ho sciolto le riserve ed ho preso la mia decisione: il vettore che mi porterà a Dakar ai primi di dicembre sarà una compagnia aerea.


Sul posto poi deciderò come risolvere il problema della mobilità sul territorio.
Il luogo dove penso di fare base si trova sul mare a circa 40 km. a sud di Dakar: si chiama Toubab Dialaw.



Il villaggio si trova sul mare e sulla spiaggia sono sparpagliate le capanne delle genti che abitano la zona.
Gli uomini sono quasi tutti pescatori che escono quotidianamente a bordo di piroghe per cercare di conquistare alle famiglie il cibo necessario attraverso il pescato che viene successivamente seccato al sole dalle donne che poi provvedono – nel caso di pesca abbondante - a venderlo in parte/barattarlo raggiungendo periodicamente la città dalla quale
cercano di tornare con altri beni utili al sostentamento familiare.



La situazione descritta non è però così idilliaca come potrebbe apparire ad una frettolosa lettura.
Nella zona l'acqua più o meno potabile si trova a profondità variabile fra i 40 e gli 80 m., manca l'energia elettrica ed è possibile cucinare solo se si trova legna nella “brousse”.
Inoltre manca l'assistenza sanitaria; le donne non sono seguite in alcun modo, partoriscono in casa in situazioni igienico/sanitarie precarie e i loro figli devono essere molto sani per superare i primi anni di vita.
In loco esiste un dispensario abbandonato nel tempo: sarebbe bello riattivarlo affinché potesse sopperire alle esigenze di base delle donne nelle varie fasi della loro vita e conseguentemente dei loro figli.



Così come sarebbe bello addestrare un certo numero di donne capaci di alfabetizzare a domicilio su argomenti igenico/sanitari quelle fra di loro che vivono lontane e isolate.
L'intervento abbisogna di un grande impegno economico: qualsiasi importo che sarà possibile indirizzare per la realizzazione di questo progetto sarà un apporto prezioso per tutta la comunità che ne beneficerà.



Personalmente conto di restare in Senegal sino al mese di maggio 2017 impegnato a portare a compimento una serie di progetti entro i quali questo è il più importante ed impegnativo, ma tutti sono stati scelti per essere utili a mantenere sul loro territorio persone che altrimenti rischierebbero di alimentare il flusso verso l'Europa e le coste italiche generando quei problemi dei quali le cronache nostrane continuano a riferire.
Per cortesia, anche attraverso me uniamoci a BnD (www.bambinineldeserto.org) per fare concretamente qualche cosa di utile ad aiutarli a casa loro.





martedì 18 ottobre 2016

Itinerario per il Senegal - parte seconda



Per ora la decisione sul come e con che mezzo raggiungere la meta non è ancora presa; attenderò la data del primo dicembre quando saprò se sarò idoneo alla partenza oppure no.
Essendo fiducioso e volendolo fare io intanto mi sto preparando: quindi ho preso contatto con la rappresentanza del Senegal per ottenere alcune delucidazioni su argomenti vari.
Sto rivedendo la mia posizione vaccinale che però non dovrebbe avere bisogno di integrazioni: come l'ultima volta non eseguirò la profilassi antimalarica.
Nel frattempo continuo a tenere monitorate le compagnie aree che offrono voli abbordabili per Dakar.


Nel caso di utilizzo di un veicolo sarei in grado di lasciare il territorio liberamente se dovessero insorgere problematiche di salute come era accaduto in Burkina dove però ero vincolato a una data di un biglietto aereo; quindi se dovessi scegliere l'aereo dovrò acquistare un biglietto con data di ritorno aperta.



Intanto mi capita di rivedere come un film le mie precedenti esperienze africane, consapevole che questa volta sarà diversa da qualsiasi altra precedente: 





c'è sempre qualche gradino da salire per trasformare ciò che è ignoto oggi in una conoscenza domani (la regola pare immutabile nel tempo).
La conoscenza acquisita ieri magari è già in qualche modo superata, ma è pur sempre una buona base sulla quale fare conto.





Alcune persone che sanno di me, così come era avvenuto durante il periodo trascorso in Burkina, hanno deciso di farmi visita quando sarò laggiù.
Una fra queste aveva manifestato il desiderio di effettuare un periodo come volontaria: probabilmente farà un periodo di un mese come stagista al mio fianco.
Insomma, la cosa che sta prendendo forma si sta strutturando in maniera elastica e pertanto vale la pena trovare tutte le energie necessarie da infilare nel frullatore e poi stare a vedere cosa ne uscirà.
Quanto meno sono certo che ne verrà fuori qualcosa che prima non c'era.
Qualcosa che tornerà di qualche utilità alle donne ed ai bambini da loro procreati: saprò mai se avranno un futuro migliore?
L'importante è muovere i primi passi con occhio lungo.





Il Senegal che incontrerò in questa veste mi apparirà altra cosa rispetto al Senegal di cinque anni fa: quello vide Il Nomade proveniente dal Mali arrivare zoppicante a Kaolack dove fu sottoposto ad un intervento risanatore al cambio che poi tanto risanato non fu, visto che a distanza di circa 1.200 km. fu costretto a lanciare la spugna a Dakhla dopo giorni estenuanti trascorsi fra un meccanico e l'altro, tutti accomunati dalla voracità nel voler spolpare la propria parte di osso dalla “preda”.
In quella circostanza arrivò il momento di dire BASTA!.
Ci pensò il Soccorso Stradale - incluso come utile opzione nella copertura assicurativa italica - a riportare a casa il veicolo ed il suo equipaggio.

Ma questa è un'altra storia già ampiamente documentata all'epoca dei fatti (vedi articoli postati fra febbraio e marzo del 2012).


venerdì 7 ottobre 2016

Edizione speciale venerdì 07X16

Che piacere mi ha dato la ricezione di notizie dal Burkina circa un progetto di micro credito da conferire ad una iniziativa promossa da alcune donne Burkinabé da me imbastito durante l'ultimo periodo prima del mio rientro: sta andando a buon fine!


La storia è questa: come bianco reso stanziale per alcuni mesi a Cissin periferia di Ouagadougou sono stato avvicinato da molte persone alla ricerca di aiuto.
Un giorno è venuta a parlarmi una vedova il cui datore di lavoro, oltre a sfruttare lei e le sue colleghe, non rispettava le scadenze circa il pagamento di un misero stipendio scordandosene parecchie per strada.
La mia interlocutrice, vedova con figli e madre anziana a carico, non sapeva dove sbattere la testa e così pure parecchie delle sue colleghe.


Dopo alcuni incontri avevo cercato di indirizzarla verso la costituzione di una forma associativa con le colleghe identificando un “business” da fare assieme.
Poi io sono partito senza sapere se il suggerimento fosse stato recepito: quando sul posto è arrivata come ogni anno la persona BnD che segue stabilmente le attività in Burkina Faso sono stato cercato per esaminare il progetto già ritenuto valido da chi ne sa più di me.
Come dicevano i miei figli con stupore quando erano piccoli (a fronte di una magia realizzata da un loro eroe di allora) : ha funzionato!


Si, ha funzionato.
L'importo che verrà consegnato è quello conferito dal Comune di Sestri Levante a BnD attraverso i fondi raccolti tramite l'iniziativa denominata “La luce di un gesto”.
A tal proposito giusto un anno mi ero agitato affinché arrivasse in tempo utile un progetto in tal senso, progetto che era stato selezionato da una apposita commissione che lo aveva ritenuto idoneo a partecipare all'assegnazione di fondi nella misura in cui gli stessi sarebbero stati raccolti nel periodo dicembre 2015 gennaio 2016.
Un mese fa ero stato informato da parte degli organi comunali dell'imminenza del bonifico che puntualmente trova ora la sua immediata collocazione sul campo.


Si tratta di un progetto imperniato sulla piccola ristorazione: per farlo decollare e dare l'opportunità ad una decina di donne organizzate in forma cooperativa femminile di alleviare le loro difficoltà economiche in modo da poter contribuire a sfamare con regolarità le loro famiglie sono bastati € 1.000 che laggiù equivalgono a Franco CFA 655.970, importo sufficiente per poter organizzare una attività commerciale di questo tipo.


Il momento di felicità per me continua con un'altra informazione arrivata a ruota della precedente.
Avevo conosciuto nella capitale del Burkina Faso due giovani animatori di una organizzazione di studenti universitari indirizzata al sociale.
Parlando era emerso che loro stavano studiando un sistema per portare la conoscenza del personal computer nelle scuole attraverso il loro impegno, il tutto a titolo gratuito.
Rientrato alla base ho avuto modo di parlarne con il Board di BnD in occasione di un meeting tenutosi a fine maggio.


Il Presidente, dotato di una testa pensante costantemente connessa ed orientata sempre in direzioni utili alla causa, ha recepito il mio suggerimento di cercare di aiutare quei giovani a sviluppare un qualche progetto imperniato sulle loro competenze.


I neuroni del Presidente hanno presto prodotto un sentiero sul quale lavorare in modo che potesse essere utile agli studenti universitari burkinabè e non consistente nel dotarli di p.c. ricondizionati senza alcun esborso da parte loro purché questi fossero in grado di ripagare con il conseguimento di risultati scolastici positivi: il tutto sotto l'egida di quei due giovani volenterosi di aiutare i ragazzi appena più giovani di loro.


Dopo tanti scambi di email in tutte le direzioni il progetto ha cominciato a girare quando, attraverso le conoscenze di persone vicine a BnD, alcune grandi organizzazioni hanno deciso di affidare a BnD i computer che via via nel tempo vengono dismessi in quanto qui ritenuti obsoleti, ma capaci di fornire ancora buone prestazioni dopo una revisione e offrire così la possibilità di un proficuo lavoro di apprendimento e conoscenza per il settore più importante per una nazione: quello del capitale umano di primo pelo.


Ebbene, nei giorni scorsi è stata effettuata ad Ouagadougou una prima consegna di p.c. dando così seguito ai “pour parler” iniziati nel mese di febbraio con quei due ragazzi, Marcel e Roland: è partita una collaborazione che sicuramente porterà dei frutti.


Un progetto indirizzato alle donne ed uno ai giovani: personalmente sono molto soddisfatto delle due piccole azioni portate a buon fine in un paese che vuole riprendere una strada democratica e di sviluppo interrotta circa trentanni fa con l'uccisione di Thomas Sankara avvenuta verso la fine del 1987 ad opera di un militare divenuto Dittatore e poi rimosso dal popolo solo da un paio d'anni a questa parte: il suo nome è Blaise Compaoré, personaggio tuttora potente.


Attualmente si è dotato della nazionalità Ivoriana, quella stessa della moglie figlia di un ex capo di quello stato dimostratosi sempre a lui amico.
Il “business” tiene legato i potenti come una “famiglia” della mafia o un esclusivo club piduista: per sempre (ma forse no).


giovedì 6 ottobre 2016

Itinerario per il Senegal

 parte prima

E' cominciato da tempo partendo da lontano, visitando persone sul suolo italico, persone capaci di guardare oltre.
Perché di questi tempi è di moda affermare che i migranti sarebbe meglio non farli arrivare qui, ma per ottenere questo risultato le parole servono a poco.
Meglio i fatti.
Rappresentati dalla realizzazione di progetti là dove è necessario aiutare le genti a produrre il necessario per vivere.


Interventi basilari che partono dalla disponibilità di acqua, di sanità, di formazione, di terra da coltivare: le genti, tanto più sono vincolate ad usi radicati e tradizioni che si perdono nel tempo andato, non vanno verso l'ignoto se lo spauracchio della fame è superato.
Perché sarà il Senegal la mia prossima meta?


Essenzialmente per motivi di adattamento all'ambiente, quegli stessi motivi che mi hanno portato a malincuore a lasciare il Burkina Faso per non incorrere in problemi di salute.


Sarà un periodo durante il quale testerò il mio fisico alla realtà di questo paese: se il test verrà superato potrò pensare di fermarmi più a lungo.
Per realizzare progetti ci vuole tempo, e già ora porto due bozze nel carnet.





Uno consiste nella realizzazione di un “forage” in una zona agricola attorno al villaggio di Ngourane, l'altro, più impegnativo, è rappresentato da un dispensario multi uso ma con un orientamento alla donna e alle creature partorite attraverso una assistenza pre-parto, per il parto e successivamente a mamma e progenie.




Il luogo dovrebbe essere attorno a Toubab Dialaw:se le cose andranno per il verso giusto potrebbe esserci uno sviluppo rappresentato da un asilo, e poi forse da una scuola primaria, e poi ancora.....corsi di apprendistato e.....altri sogni che in parte sarà la mia volontà a realizzare insieme con la Onlus & O.N.G. Bambini nel Deserto (vvv.bambinineldeserto.org) la quale dovrà concorrere per un'altra parte nella ricerca di donatori finalizzati alle realizzazioni.




Ecco perché ultimamente mi sono mosso dall'eremo nel Levante Ligure per incontrare persone con le quali sviluppare sinergie: Garda trentino, Ducato di Parma, Granducato di Toscana e poi Emilia e Romagna.





Ancora non so quale vettore utilizzare per arrivare in Senegal perché l'ideale sarebbe muoversi con la casa su ruote, ma Il Nomade sembra troppo provato per affrontare ancora le strade dell'Africa francofona ( per arrivarci ci sono 2.200 km sino a Tarifa – imbarco per Tangeri – e poi 3.300 sino a Dakar. Passaggi che ricordo come molto “laboriosi”- quelli della frontiera fra Marocco e Mauritania e poi fra Mauritania e Senegal - scoraggerebbero un saggio dal riprovarci, ma se uno non lo è poi così tanto...) .


Un altro veicolo simile non è alla mia portata economica.


La moto? Quando ho capito che non faceva più per me l'ho venduta giusto un anno fa.


Un'auto? Forse, ma non deve essere un giocattolo.


Deve essere un veicolo un po' preparato all'impresa.


Il fatto è che il viaggio solitario è diventato sempre più rischioso sull'itinerario da percorrere e anche burocraticamente complicato.
Alla fine sembrerebbe preferibile l'aereo sia per il tempo necessario a raggiungere la meta che per i relativi costi.


Salvo il fatto che il viaggio su pista emana un fascino forte su di me; inoltre mi risolverebbe il problema della mobilità in loco.