domenica 30 marzo 2014

Ha noi addio.

Oggi i raggi del sole sono riusciti in qualche modo a superare ogni ostacolo in modo da raggiungere Hanoi.
Sapevo che questa non sarebbe stata una buona novità per me; camminare come ho fatto per buona parte del giorno con la percezione di una temperatura superiore alla realtà a causa dell'incremento del tasso di umidità procurata dai raggi solari è stato quasi come ritrovarmi ai tempi di Panama City.




Sin dal mattino mi sono dedicato a qualche acquisto effettuato principalmente in un negozio di una organizzazione no profit che opera a vantaggio delle minoranze etniche delle quali promuove i prodotti.
Non ho trovato quello che volevo però qualche cosa ho acquistato, stimolato anche dal fatto che i prezzi erano esposti per ogni articolo e fissi.  



All'uscita sono stato intercettato da una donna che proponeva le solite T-shirts con la quale sono entrato in trattativa; è stato divertente perchè il cheap che la tipa sapeva dire a giustificazione del basso prezzo richiesto io l'ho accompagnato con un movimento delle mani tendenti a mimare il volo di un uccello che fa cip cip così lei si è messa a ridere in maniera decisa ed abbiamo potuto concludere l'affare con reciproca soddisfazione.
In un mercato che a livello mondiale si è globalizzato, ed il Vietnam ne è dentro, qui poi c'è l'altro lato della medaglia: il mercato individuale!
Ogni volta che uno di questi venditori, scafati da anni di attività senza orario sette giorni su sette di ogni settimana, incrocia gli occhi di un potenziale cliente, egli parte con il vantaggio derivante da anni di mestiere nell'esplorazione di quel suo momentaneo interlocutore che per lui è IL MERCATO! 




Dopo una pausa durante la quale ho lasciato lo zaino in albergo per non sentirmi la maglietta appiccicata addosso per il sudore, sono tornato in pista incontrando il famoso Sofitel Metropole, la leggenda, quindi Casa Italia, l'ambasciata presente dal 2013, ancora l'Opera e la Cattedrale.
Mentre mi prendevo una pausa seduto all'ombra di un albero gigantesco sul fronte lago ossevando ciò che stava accadendo attorno a me, sono stato riavvicinato dai ragazzi intervistatori di ieri: avrebbero gradito un supplemento che io ho negato perchè proprio non ne avevo voglia e volevo godermi quel momento di quiete.




Poco dopo si sono presentate davanti a me tre ragazze le quali, in maniera intraprendente, avrebbero voluto fare conversazione andando in giro insieme.
La conversazione l'ho concessa seduto con loro attorno, per quanto è stato possibile capirci, ma la passeggiata proprio no, anche perchè un dubbio ha attraversato velocemente la mia mente: non avrei voluto passare per l'anziano bavoso che si fa pure manipolare o finisce in qualche guaio in una terra lontana.
Con la scusa che avrei dovuto tornare presto in albergo a preparare i bagagli per la partenza di domattina all'alba mi sono svincolato con il sorriso sulle labbra e delle vigorose strette di mano.




Quando avevo ormai raggiunto la zona di casa, svoltando ad un incrocio stradale mi sono imbattuto in Cristiano in compagnia di una ragazza spagnola: ma come, non avresti dovuto essere a Sapa?, si, ci sono stato, però mi sono aggregato a delle ragazze spagnole che rientravano oggi e sono arrivato insieme a loro.
La casualità della vita: arrivare a quell'incrocio come due parti di un meccanismo che trova momentaneamente una propria sincronia, e poi, vinta la forza gravitazionale, schizzano via, ognuna delle due libera di orientarsi diversamente nello spazio e nel tempo. 
La ragazza spagnola volerà domani sino a Bkk con il mio stesso volo: ci incontreremo per le operazioni necessarie al banco Air Asia.




Ora posso dedinire conclusa l'esperienza in Vietnam e ad Hanoi; per scelta dovuta alle condizioni climatiche non ho raggiunto Sapa e l'estremo nord dove invece Cristiano ha trovato sole e buon clima, ma soprattutto panorami fantastici.
Siamo rimasti d'accordo che poi, con calma, caricherà sulla scheda di memoria che gli avevo consegnato in navigazione un pò di immagini e/o filmati e me la spedirà per posta in modo da avere, attraverso gli occhi suoi, una documentazione che mi sarebbe altrimenti mancata.





Sento un sincero sentimento di riconoscenza verso le due ragazze proprietarie dell'albergo Manh Dung Guesthouse: Nhung, la più giovane e già madre di due bambine, e Trang, che mi hanno  aiutato in vari modi anche oltre il dovuto. Il loro albergo è sito nel quartiere antico, in una stradina laterale molto tranquilla, ed è il primo che mi è capitato in questo paese dotato di ascensore.
Per chi volesse utilizzarlo, l'indirizzo è: 2 Tam Thuong Alley Way, Hang Bong Str, Hoan Kiem Dist. in Hanoy City.
Per saperne di più basta consultare il sito:    www.ManDungGuesthouse.com

Passeggiando in Hanoi per approfondirne la conoscenza

Venerdì 28; Itinerario a piedi per visite a  musei e monumenti.



1) Tempio della letteratura - antica università che laureava i figli della casta dei mandarini onorandoli su una stele che riportava iscritte varie informazioni circa lo studio del laureato;


















2) Fine arts Museum - tre piani contenenti opere dall'antico al moderno, spesso incentrate su temi inneggianti alla forza del popolo e traspiranti una notevole connotazione nazionalistica;

















3) Ho Chi Minh complex - chiuso per giorno di riposo;








4) Tempio Quan Thành - allietato dalla presenza di studenti di una scuola d'arte intenti ognuno a svolgere il lavoro loro assegnato;
















5) Pagoda Tràn Quoc - posta su una romantica penisoletta di un lago urbano di notevoli dimensioni. Qui i defunti senza parenti che ne possano onorare la memoria sono affidati alle cure dei  monaci che ne espongono le immagini fotografiche su vari altari;












6) La millenaria cittadella di Hanoi - patrimonio dell'umanità. 












Queste di oggi resteranno le ultime visite effettuate in quanto mi ha preso una certa stanchezza e non ho più voglia di fare nuove approfondite conoscenze: mi sembra che ciò che ho conosciuto di questa città sia già abbastanza.



Inoltre quello che ho lasciato indietro, salvo forse un paio di cose, sarebbero stato un riempitivo marginale a ciò che ho voluto vedere. 


Sabato 29; Sto ormai organizzando la mia uscita dal Vietnam che avverrà in altro modo rispetto a quella dei francesi nel 1954 e degli U.S.A. nel 1975.
Oggi ho camminato ancora parecchio alla ricerca di alcune cose fra le quali una valigia: mi sono stancato di dover portare il peso del bagaglio concentrato sulle spalle. Pertanto mi sono recato ad effettuare un'ulteriore visita al mercato Dong Xuan, e fra una cosa e l'altra ci sono stato più tempo del previsto.


Rientrando a casa una tipa accucciata lungo la strada offriva in vendita t-shirts per turisti parlando qualche parola di inglese masticato alla vietnamita: perchè non prenderne un paio visto che buona parte del bagaglio è rimasta a Bangkok ed ora mi trovo a corto di articoli a manica corta?
Pensavo di stare comprando da una poveretta, ma non era così: mancando la mia misura questa mi ha lasciato in attesa ed è corsa in un negozio nelle vicinanze per portarmi quella giusta.



Non avendola trovata ha provato prima a rifilarmi delle XXL come XL, poi a convincermi che erano belle anche quelle con immagini che io avevo scartato e quindi, per concludere, io ho capito che mi stava chiedendo 50.000 dong ridotti poi a 35.000: mi sembrava persino poco e quando ho estratto le banconote il mistero si è svelato.
Non erano 35.000 bensì 350.000 dong quelli che si aspettava; ho lasciato le t-shirts e me ne sono andato.


Dopo una breve sosta a casa dove ho lasciato il nuovo acquisto - la valigia - sono passato al Tempio Ngoc Son - senza entrarci,


quindi Opera House - solo esterno, anche perchè era in preparazione un evento per il quale ho visto girare delle T-shirt commemorative,


Women Museum - solo esterno,


Hòa Lo - le famigerate carceri usate sia dai francesi prima che da tutti quelli che hanno detenuto il potere successivamente, trovandole già chiuse;



mentre camminavo ho visto una ragazza che aveva fra le mani ben due T-shirt di quelle che avevo visto poco prima all'Opera e le ho chiesto come fare ad averne una. La giovane, con tutta la freschezza della spontaneità, me ne voleva cedere una rinunciandovi, ma io non ho voluto accettare e così mi ha detto che in serata probabilmente sarebbe stato possibile ottenerne una andando allo spettacolo.




Continuo a incontrare differenti tipi di approccio fra la gente, ed è giusto che sia così perché non è possibile catalogare tutto un popolo alla stessa maniera, anche se qui al Nord sembrano prevalere certi caratteri intransigenti e di zero interesse per gli altri (e non mi riferisco solo al traffico dove le persone che attraversano la strada sulle strisce sono sottoposte allo stesso trattamento da parte di chi conduce un veicolo: diritto assoluto di maltrattare chi non si muove a motore!)


Il percorso era finalizzato al raggiungimento di un negozio specializzato in musica, ma quando l'ho raggiunto la mia richiesta è stata difficile da far passare per mancanza di una lingua in comune.
Quando poi sembrava che potesse essere soddisfatto il mio interessamento alla musica tradizionale vietnamita mi è stato inizialmente fatto capire che nel negozio non c'era nulla di ciò; poi, ravanando qua e là, la tipa mi ha sottoposto alcuni CD e fra questi ne ho scelto un paio quasi al buio: sarà una sorpresa ascoltarli al mio rientro e capire se corrisponderanno a ciò che avevo in mente.
Dopo questo punto mi sono trovato davanto alla Cattedrale che questa volta era aperta: nell'entrarvi non sono però rimasto sorpreso trovando un altare esclusivo per S. Antonio da Padova - che poi era un portoghese -, un santo che è conosciuto universalmente per quanto ho continuato ad incontrarlo ovunque mi sia recato.



Lungo il percorso sono stato intervistato da un gruppetto di quattro o cinque studenti che alla fine hanno voluto una foto insieme a me.  
Sentendo di aver esaurito il mio interesse per la parte artistico/monumentale della città sono rientrato a casa per la prima volta soffermandomi ad osservare qualche galleria, qualche negozio di t-shirts, qualche negozio di souvenir per i quali i turisti si mettono in coda - è un eufemismo perchè ce ne sono talmente tanti  e di ogni genere...- ma mi sono subito deconcentrato alla vista ripetitiva degli stessi articoli, salvo quelli esposti in negozi più selettivi/antiquariato dove ho notato cose di maggior interesse.


Ho voluto poi effettuare un'uscita dopo cena durante la quale mi sono imbattuto in un night market: male ho fatto ad iniziare a percorrerlo per quanta gente c'era.
Quando ho deciso di abbandonarlo mi sono lasciato attrarre dalla frutta già affettata che una bancarella stava vendendo; ho chiesto un misto sicuro di pagare 20.000 dong come altri locali prima di me, ma invece mi sono lasciato infinocchiare dalla venditrice che ha riempito un sacchetto oltre la mia richiesta: e va beh, ho pensato, pagherò il doppio. Mi sbagliavo perchè la richiesta è stata di 100.000 dong, un'esagerazione, ma a quel punto non mi è rimasto che pagare ricordando a me stesso che la regola è sempre la stessa: chiedere prima il prezzo!