sabato 27 febbraio 2016

La deflagrazione: terza parte




Sabato 27.02.2016
Quando sembrava che tutto si stesse incanalando in un modo ecco uscire dal cilindro qualche nuovo personaggio, qualche nuova situazione.
Erano le 11 del mattino di ieri quando ho incontrato un giovane al terzo anno di diritto, presidente dei giovani universitari di Ouaga, lavoratore con un banchetto di cibo di strada nel quartiere di Gaunghin oltre che studente.
Costui era stato caldeggiato da una delle due parti lese direttamente al Cerruti in coda all'incontro ed io avevo suggerito di lasciar perdere indicazioni di questo genere in funzione della provenienza.




Cerruti/Forest mi sembra un romagnolo a tutto tondo, poco abile a dominare le spinte emotive che un cuore palpitante modificano continuamente in lui: un cucciolo?
Fatto sta che già la sera prima aveva incontrato questo giovane intellettuale Burkinabé e aveva deciso che sarebbe stato meglio che io lo filtrassi prima di aprire qualsiasi tipo di discorso.
Gli africani non sono diversi da altri; se vogliono essere ben considerati da un interlocutore bianco sanno come fare, anche perché quasi sempre il bianco non resta in loco a controllare nel tempo lo spessore reale della persona: spesso il bianco ha bisogno di uno di cui fidarsi e a cui demandare qualche incarico, ma quanti commenti ho già sentiti da parte di bianchi rimasti “delusi”!




La regola vale in ogni dove ed è rappresentata dal “controllo”: se questo non è esercitato costantemente il rischio di insuccesso/delusione aumenta.
Il frequentatore del terzo anno su quattro che qui consente di completare il corso di diritto con successivo sbocco nella Magistratura o nella libera professione era dotato di p.c. entro al quale ha scovato gli articoli di legge esplicativi circa la possibile evoluzione della vicenda, salvo poi affermare che sarebbe una strada costosa da percorrere in quanto bisognerebbe avvalersi di avvocati.




Ma scusa, pupetto beeello, se io sono a conoscenza di certi fatti e li metto nelle mani della Magistratura, di che avvocati dovrei aver bisogno? C'ho pure delle registrazioni da regalare! Sarà poi la Magistratura a pesare il tutto e se dovesse ritenere il pacchetto credibile decidere di andare avanti dando le disposizioni a chi dovrà indagare e tutto quello che può venire dopo.
Inoltre perché mai questo giovane tanto impegnato dovrebbe essere coinvolto nel futuro dei ragazzi?
Perché il giocattolo “fondazione” potrebbe essere ingrandito dando di più e meglio ad un maggior numero di ragazzi.
Ok., ma con quali fondi? Quelli dei bianchi o quelli che il nuovo governo non ha? Quelli di Burkinabé di buona volontà sensibili ai disagi dei giovani di strada che ancora non ho scovato dopo quasi cinque mesi trascorsi sul territorio?
Di bianchi pronti a gettarsi in una tale impresa stante un pregresso del quale sembra sempre più difficile staccarsi se ne possono trovare tanti quanti sono settimanalmente i vincitori del massimo premio al Superenalotto: quindi per molto tempo nessuno sino a che non si incoccia in quello fortunato.




Quando l'incontro è terminato ho cominciato ad avere voglia di non essere più qui, e non solo per il caldo esagerato e il malessere che mi perseguita da circa una settimana dando un serio contributo alla mancata ricarica delle energie attraverso un buon sonno notturno che ho dimenticato da tempo, ma per la distanza culturale che mi porta a ricordare un proverbio andato in disuso: mogli e buoi dei paesi tuoi.
Certo, allora era una civiltà contadina quella che veniva ricordata con quel motto, oggi è una civiltà globale quella nella quale ci si muove anche in Africa, territorio dove tutto è disposto a macchia di leopardo, ben mischiato, tenuto stretto dalle tradizioni del villaggio riportate nei quartieri della città, dove la famiglia non è solo quella di sangue ma anche quella dei vicini: a me ricorda tanto il principio asfissiante della mafia!




In serata il Cerruti ha ricevuto un invito per un incontro in ambiente “fondazione” che sarebbe iniziato da lì a poco: io non ho accettato di accompagnarlo e mi sono chiesto il perché della sua decisione di andarci, come una biglia calamitata attratta dalla diversa polarità della calamita.
Solo stamane ho avuto il resoconto che mi ha poi convinto a parlare fuori dai denti a Forest.
Si è trattato di una contromanovra del Capo Comico organizzata con la partecipazione di mamme e parenti vari dei ragazzi, oltre ai ragazzi e gente del quartiere con l'obiettivo di intimidire attraverso minacce e affermazioni false il buon Forest.
Egli praticamente non ha potuto replicare così come quando sei nell'arena e non puoi impegnarti in un “solo contro tutti”, compresi quelli delle gradinate che continuano a lanciare invettive assordanti e uova marce contro il povero gladiatore venuto da lontano che già avrebbe il suo bel daffare con le tigri e i leoni più vicini a lui.




Il popolo era stato preparato per recitare bene la scena dal famoso Capo Comico; solo qualche sbavatura qua è la è stata colta come quando con la coda dell'occhio il generoso Forest ha colto qualcuno che se la rideva dopo aver recitato la propria parte.
Quando il peso di ciò che stava vivendo è diventato insopportabile, solo allora un Forest annicchilito ha lasciato la “fondazione” con ancora le urla nelle orecchie di chi avrebbe voluto portarlo subito in Gendarmeria.
Ma chi il nostro gladiatore ha notato entrare a quel punto nell'arena?
Il Capo Comico seguito a breve distanza da una delle due parti lese!




Caro amico, la tua foga e la tua mancanza della lucidità necessaria nel leggere le situazioni ti ha portato al punto di dover temere per la tua vita: oggi il consiglio che la sorella ti aveva dato a caldo giorni fà sembra avere maggior senso.
Ti invitava a lasciar perdere tutto e a tornartene a casa.
L'incubo che stai vivendo si sta dilungando troppo: è necessario prendere la giusta distanza per poter continuare a respirare, ma forse qui non è più il posto per il tuo respiro.
E le carceri africane che ho viste in un film qualche tempo addietro non mi sembrano proprio il posto giusto per stare “al fresco”!
Meglio evitare il ripetersi di casi internazionali come quello dei due marò.


Forse il tuo spirito potrebbe aver bisogno di altri tipi di esperienze per cercare di riequilibrarsi rispetto a queste che hai vissuto; solo ieri non avrei potuto credere che avrei oggi scritto questo epilogo della storia: la riflessione è aperta a tutti, anche ai non partecipanti agli eventi.



La deflagrazione: parte seconda




Venerdì 26.02.2016
Erano inoltre presenti le due parti lese già note, una persona che ha aiutato il Cerruti nei lavori da questi eseguiti a proprie spese alla fondazione e che era al corrente della vicenda per essere stato presente nei vari momenti in cui Forest aveva condotto la sua personale indagine conoscitiva – quindi Forest e il Burkinabé nella veste di moderatore/conduttore più il sottoscritto.




Ad un certo punto, dopo che le ragazze avevano ripetuto con voce flebile la storia, invitato dal moderatore, colui che è abituato a recitare a soggetto e che Pirandello Luigi nato in Etruria avrebbe sicuramente nominato Capo Comico ha accettato di manifestare alle parti violate una richiesta di perdono dopo aver attivato un contatto telefonico con la “SUA” fondazione mettendo il portatile al centro del tavolo ed affermando che dall'altra parte erano radunati i ragazzi per ascoltare in diretta lo sviluppo della vicenda (questo punto è da me riferito senza aver avuto la possibilità di accertarne la veridicità).




Cerruti/Forest è allora intervenuto per dire che da parte sua la cosa non poteva finire così a tarallucci e vino: quindi ha preteso che venisse mantenuta una precedente promessa del Capo Comico espressa in un'altra esibizione andata in scena nei giorni precedenti e tendente alle sue dimissioni dall'incarico onde evitare il ripetersi verso gli stessi bimbi, o verso altri, di abusi che oltre che sessuali prima ancora sono pesantemente di tipo psicologico.
A titolo esemplificativo: se non ti comporti, se non fai ciò che decido tu e la tua famiglia non avrete alcun briciolo di sostegno economico da parte mia.




Il fatto è che il sostegno economico per quei bimbi è sempre arrivato da lontano e solo canalizzato sul Capo Comico.
Peraltro su di lui pendono forti dubbi circa l'utilizzo integrale dei fondi per la fondazione visto che non esiste una contabilità e le risposte alla richiesta di presentazione di fatture sono sempre state o ignorate o del tutto rese evanescenti.
Quindi i bianchi hanno cercato di far comprendere alle ragazze che vorrebbero chiudere così la faccenda come dell'aspetto economico di sostegno potrebbe occuparsene il Forest direttamente e che nulla del pregresso può continuare ad esistere salvo le responsabilità individuali circa gli atti commessi per i quali è la giustizia locale depositaria del necessario potere per agire.




Giusto ieri su Lefaso.net ho appreso di un importante incontro avvenuto a Ouaga incentrato sulla difesa dei diritti dei minori, solo che la gente della strada non è in grado di comprendere che il paese può evolvere solo se cambiano determinati atteggiamenti mentali, compresi quelli che porterebbero ad accettare una striminzita richiesta di perdono platealmente organizzata sotto lo sguardo beffardo del parente presente e in “pectore” prossimo carnefice delle stesse vittime.
Avrei ancora molto da dire, ma soprattutto Forest avrebbe ancora molto da dire, e probabilmente anche i due Burkinabè al corrente della registrazione.




La mia preoccupazione è data dai tempi ristretti che mi separano dalla partenza: non so a chi rivolgermi in tempo utile per evitare un insabbiamento, mi serve un indirizzo sul come fare in modo che la cosa sia trattata delicatamente nei confronti di tutti gli abusati che sicuramente sono più numerosi dei casi ad oggi palesati.
Cerruti/Forest probabilmente resterà a Ouaga nella sede BnD subentrandomi parzialmente nell'incarico, ma lascerà il paese a metà aprile.




Gli unici residenti sono i Burkinabè incluse le ragazze che hanno subito (un delle due è stata anche vittima di azioni di stalking in ambiente scolastico dove si trova a frequentare come fosse una reietta): le due sono state coraggiose sino a qui, ma temo che la benzina a disposizione per la loro corsa sia finita, e credo anche che ciò sia avvenuto ancora una volta sotto pressioni di vario genere subite.
Una delle due ha spiegato come l'istrionico Capo Comico rischi 5 anni di prigione ed ha asserito che il figlio decenne non può restare senza la presenza del padre per tanto tempo; edotta sul fatto che per evitare tutto ciò gli sarebbe bastato comportarsi da persona adulta e responsabile “prima” in modo da salvaguardare il figlio non solo adesso, ma sempre, cosa che non è stato in grado di fare forse anche per qualche deviazione mentale che andrebbe affrontata e curata (ma quanti personaggi di vertice europei soffrono della stessa malattia riduttivamente definita come eccesso di narcisismo?), ciononostante sentire parlare di denuncia ufficiale e di Gendarmeria sta diventando per loro un tabù.




.....è prevista una prossima puntata ....




venerdì 26 febbraio 2016

La deflagrazione



Giovedì 25.02.2016
A Ouaga opera, fra le altre, una fondazione che Bambini nel Deserto ha cercato di aiutare in vari modi negli ultimi anni.
Dopo essere stato presentato al suo presidente ed aver visitato varie volte la relativa sede, nel prendere in carico ogni aspetto della gestione di G.I. ho trovato pendente un banale lavoro di falegnameria consistente nella posa in opera di zanzariere alle finestre dei locali ove ha sede BnD.
Tale lavoro era stato commissionato a quella fondazione al solo scopo di offrire un sostegno economico alla stessa che si trova perennemente alla ricerca di fondi per la propria attività.
Già, ma quale è esattamente l'attività?




I ragazzi che accedono alla Fondazione, recita lo statuto, trovano risposte ai loro bisogni:

- un alloggio per la notte e un pasto caldo;
- attività educative ed artistiche, con particolare attenzione alla presa di coscienza dei Diritti dell’Infanzia;
- sostegno allo studio (sia per corsi diurni che serali);
- opportunità di apprendere un mestiere.
Il centro si autodefinisce espressione artistica e culturale che durante la giornata accoglie bambini vulnerabili nella fascia d’età dai 5 ai 14 anni provenienti da famiglie in condizioni disagiate.
La Fondazione, associazione socioculturale riconosciuta dalle autorità locali dal 2009, si trova nel quartiere di Gounghin.




Sul piano personale ho quindi incontrato e visitato la fondazione alcune volte onde sollecitare il buon fine dei lavori iniziati durante il mese di novembre 2015.
Tali lavori non sono mai stati definitivamente conclusi, sono stati mal realizzati, non vi è mai stata corrispondenza fra le affermazioni del responsabile della fondazione e le azioni da questi messe in opera: in pratica una grande delusione per me che in qualche modo, inizialmente, sono stato sul punto di essere preso nella ragnatela che aveva cercato di tessermi attorno.
Infatti l'istrione aveva cercato di circuirmi in vari modi onde sensibilizzarmi sulla posizione critica della fondazione sempre carente dei fondi necessari a procedere nella propria missione, ma quel suo atteggiamento ondivago fra il contrito/disperato e quello dell'artista incompreso aveva ottenuto esattamente l'effetto opposto a quello desiderato in quanto mi ero già reso conto che sul piano delle parole la persona era un superbo interprete pirandelliano, ma sul piano dei fatti era altra cosa assai, che molto educatamente si potrebbe definire come assolutamente meno nobile.




Pertanto ho nel tempo espresso il mio negativo punto di vista circa la persona in questione a BnD.
Una giovane italiana nota ad alcuni di BnD per iniziative condotte nell'ambiente del volontariato è coinvolta emotivamente già da anni con il personaggio prima tratteggiato; questa si è venuta a trovare qui nel periodo in cui è stato presente in loco anche il Presidente BnD il quale, cercato per un incontro su come dare ossigeno alla fondazione dopo i vari tentativi precedentemente andati a vuoto, ha accettato di ascoltare, ma non alla mia presenza per i motivi sopra spiegati.
In quella circostanza è stato presentato tale Cerutti Gino (nome inventato per questioni di privacy) da poco arrivato alla fondazione in quanto volontario con pregresse plurime esperienze in vari paesi africani e lì giunto su incarico di una italica organizzazione con sede a Roma da questi individuata tramite Facebook, organizzazione che non è né ONLUS né tanto meno O.N.G..
Bnd sta cercando ancora una volta di dare un contributo alla causa attraverso l'esame della possibilità di organizzare un sistema di adozioni a distanza secondo le regole precise previste dalle normative nostrane e solo dopo aver acquisito tutta una serie di elementi conoscitivi ad oggi mancanti prenderà una decisione: al momento quindi si trova in una posizione di stand-by.




La bomba

Nella serata di giovedì della scorsa settimana è scoppiata la bomba rappresentata dal fatto che il Cerutti Gino - da tutti i conoscenti chiamato Forest per le sue doti sportive - impegnato sul piano fisico ed economico in prima persona nella sede della fondazione dove aveva un letto per dormire, era venuto a conoscenza di abusi ripetutamente subiti da ragazzine frequentanti il luogo.
Da parte di chi? da parte del capo in testa della fondazione, l'uomo che a parole difende i diritti dell'infanzia.
Dopo robuste azioni minatorie subite e l'isolamento patito e creato ad arte attorno a lui attraverso dichiarazioni pubbliche ai ragazzi incitati a non avvicinarlo, è arrivata la richiesta di aiuto in Italia e Bnd, informata della cosa, ha prontamente incaricato il proprio rappresentante locale di andare a prelevarlo mettendolo in salvo a Garage Italia.




Da allora è stata svolta una indagine da parte di costui il quale ha parlato a più riprese con le parti lese e altri famigliari dei ragazzi frequentanti la fondazione, oltre che con il suo vertice.
Personalmente ho partecipato ad una sessione tenuta a G.I. nel tardo pomeriggio dello scorso sabato alla presenza delle due ragazzine di 16/17 anni prede non-volenti del DIAVOLO, oltre al Cerruti Gino ed al Burkinabé.
In quella sede le ragazzine hanno confermato tutti i particolari della scabrosa vicenda ed hanno dato la loro disponibilità a testimoniare.
Dopo questo incontro ho sentito il dovere non solo di dire come stanno le cose a BnD, ma, su richiesta del Cerruti, ho inviato un messaggio vocale all'italica sino ad ora non credente al Forest e persa nel delirio di in un discorso di complotto: certo che da quando in patria i massimi livelli politici hanno avuto la sfrontatezza di continuare a dire menzogne all'elettorato difendendosi con il discorso del complotto in atto contro di loro questo concetto è straripato!




Ha fronte del disgusto provato nonché del radicato senso civico e dal desiderio di giustizia per le parti deboli i due bianchi avrebbero subito voluto procedere per la strada maestra che se fossimo sul suolo patrio saprei benissimo come individuare, ma qui siamo in Africa, nel paese degli uomini “integri” e pertanto il Burkinabé ci ha chiesto di attendere sino al momento di un ulteriore incontro da programmare velocemente, questa volta allargato ai vertici della famigerata fondazione.
Tale incontro ha avuto luogo ieri nel tardo pomeriggio presso l'auberge de la Paix, poco lontano da G.I., ed è stato completamente registrato con i mezzi tecnici a disposizione.
A sorpresa il DIAVOLO – per dovere di cronaca devo dire che la sua nazionalità è altra rispetto al Burkina Faso - ha portato con se il figlio di anni dieci ed un parente animista della stessa etnia, persona che nelle sue proiezioni avrebbe dovuto occuparsi attivamente dei ragazzi: peccato che durante l'incontro precedente le due giovani abusate avessero evidenziato come, a fronte di materiale scolastico da questi loro donato, almeno una delle due era stata espressamente richiesta per consumare sesso in un albergo!




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.....abbiate pazienza, il racconto continua prossimamente

mercoledì 24 febbraio 2016

Settimana dal 22 febbraio




Martedì 23.02.2016
Storia di Martin, anni 17.
Martin è un allievo in gamba fra quelli che frequentano il corso Garage Italia.





Nel tempo mi sono accorto che dei problemi alla vista non gli consentivano di esprimersi al meglio nel lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni.





Dopo aver consultato Action Social ricevendo in risposta solo chiacchiere, sia Bruna - allora presente in loco - che Luca durante la sua recente visita mi hanno incoraggiato dando così il via per una visita specialistica al ragazzo attraverso l'aiuto di Sama.




Prima ancora avevo chiesto un colloquio con la famiglia per ricevere informazioni sul pregresso circa lo stato di salute; dopo una lunga attesa durante la quale ho sollecitato più volte Martin si è presentata una sorella dalla quale ho appreso circa la sua frequentazione di un corso universitario.
Ne è risultato che Martin non era mai stato in precedenza sottoposto a visite specialistiche per comprendere i problemi del ragazzo.




Il ragazzo è stato accompagnato più volte da Bea presso un Centro Medico denominato Sorgente di Vita; nei giorni scorsi è stato sottoposto ad un controllo che ritenevo definitivo in quanto pensavo che il problema fosse incentrato sugli occhi e che si potesse risolvere con una cura e/o forse con la prescrizione di lenti.
La situazione invece mi sembra assai più complessa; ho voluto leggere per ogni medicinale le caratteristiche e poi sul Carnet de Santé rilasciato al ragazzo ho colto la parola Neuropatia.
Allora ho chiesto a Bea se avesse avuto un colloquio con i medici: affermativo, mi ha riferito che la malattia è di origine nervosa - inoltre il fatto che sia stata del tutto ignorata nel tempo dalla famiglia non può che aver peggiorato lo stato di salute del ragazzo.





Ho chiesto a Martin se il padre attualmente dispone di un lavoro: affermativo, lavora in banca ma non sa che tipo di mansione svolge.
Ho chiesto notizie circa la madre: pare che lavori in Costa d'Avorio, ma non ho capito se ha un ruolo attivo all'interno della famiglia.
Ho allora chiesto a Martin chi pagasse gli studi della sorella: la risposta è stata che è la famiglia a pagare.




A questo punto mi ha preso una punta di sconforto: alla sorella vengono pagati studi di qualità e a lui è stata negata la possibilità prima di capire le problematiche di salute e poi di affrontarle in qualche modo scegliendo così di relegarlo ad una vita minore ?




Non so se questo sia un caso da riferire a Paul - Action Social visto che Martin è stato presentato da loro, ma io lo farò comunque.
Attualmente Martin deve seguire una cura per 30 gg. e poi dovrebbe essere sottoposto ad altro controllo quando ormai io non sarò più a seguirlo.
La situazione non si risolverà facilmente e non so nemmeno se effettivamente troverà soluzione definitiva.




Al di là dei costi sin qui sostenuti, ho richiesto a Martin un incontro urgente con il padre.
Quando questo è avvenuto poche ore fa, dopo aver esordito con una mezza filippica mi sono sentito dire sostanzialmente due cose: il ragazzo non comunica e io sono lo zio in quanto il padre è morto e la madre si è ricollocata in Costa d'Avorio.
O.K., sei stato generoso ad accoglierlo nella tua famiglia come del resto da tradizione, ma io in pochi mesi trascorsi qui mi sono accorto che la salute del ragazzo è carente e tu in tanto tempo non ti sei accorto di nulla?





Ci siamo lasciati con la dichiarazione dello zio circa la disponibilità a farsi carico d'ora in avanti sia delle visite mediche che dei medicinali necessari: voglio pertanto chiudere questa vicenda con alcuni buoni auspici affinché ciò realmente possa avvenire.



Usanze e religioni




Domenica 21.02.2016
Dalla notte di giovedì ho un ospite inatteso a G.I.: è un ragazzo trentaseienne volontario puro, nel senso che non ha alle spalle né una O.N.G. né una Onlus.
Si trovava ad operare presso una fondazione locale già da circa un mese quando sono cambiate le condizioni ambientali in maniera tale da sentirsi dire da qualcuno in Italia di cercare rifugio da me.
La storia che vi è alle spalle è un storia triste e che crea indignazione in chi si trova, come me, non solo ad ascoltarla ma anche a partecipare ad incontri con giovani parti lese.
Oggi comunque non è giorno per addentrarmi oltre su questo terreno: mi sono visto tirato dentro ad una vicenda a venti giorni dalla partenza, quando cioè la forza propulsiva personale impegnata nelle varie situazioni tende a calare nell'attesa della conclusione dell'impresa, e proprio non immaginavo di dover cercare in me ulteriori risorse per una faccenda tanto seria che si è presentata quando le temperature diurne battono i 42° e quelle notturne non scendono sotto i 20°, tanto per dire che è difficile dormire.




L'ospite si chiama Marco e mi aveva parlato della sua partecipazione la scorsa settimana al rito domenicale presso una chiesa evangelica restandone entusiasta per le coreografie, i canti e gli strumenti musicali visti all'opera; quando Bea ha proposta di andare insieme al rito domenicale presso la chiesa della stessa specie da lei frequentata ci siamo detti: perché no?




Quindi stamani, in una giornata meno calda di ieri (oggi solo 40°) ma assai ventosa, ci siamo imbarcati su T 4R per coprire una distanza inaspettata: il luogo è sito oltre Ouaga 2000 lì dove, appena passata l'Ambasciata degli Stati Uniti, girando a destra e poco dopo a sinistra ci si inoltra su una sterrata in fondo alla quale, nel nulla, sorge un complesso di notevoli dimensioni includente la chiesa, la scuola, un grande spazio aperto dove trova posto
un palco per le esibizioni musicali serali.
Tutte le persone stavano arrivando indossando i loro abiti migliori, ma in ogni caso la sensazione che ho avuto è che gli appartenenti a questa religione sino persone quanto meno tendenti alla middle class.




Siamo stati accolti da un aiuto pastore di bianco vestito e fatti accomodare in seconda fila mentre nella sala continuavano ad affluire persone.
Quando la cerimonia è iniziata sin dalle prime battute ho cominciato a pormi dei quesiti.



Ma questa gente davvero si esalta come dimostra di esaltarsi o recita?
E se si esalta così tanto sotto la spinta delle verbose parole del pastore sarebbero persone equilibrate o semplicemente facilmente pilotabili?




I vari pastori che si sono succeduti al microfono mi sono sembrati qualcosa a metà fra la figura dell'imbonitore/venditore di pentole che quella dell'agitatore pronto ad inneggiare alla guerra santa motivando: perché il nostro Dio è così diverso da quello degli altri, perché noi “c'avemo” questo e poi “c'avemo” quello etc. etc. etc...sino ad affermare che l'amico mussulmano interpellato sulla questione era rimasto senza parole in quanto noi “c'avemo” il figlio di Dio venuto in terra e gli altri “nun ce l'hanno!”




Accettabili le coreografie e il gruppo canoro, ma per il resto ad un certo punto mi si è messa a ciondolare la testa dal sonno dovuto alla ripetitività delle situazioni: solo i cori improvvisi di Hosanna o di Alleluja provenienti dalla maggio parte dei presenti come quando allo stadio viene il momento dell'esultanza per un goal realizzato mi hanno rivitalizzato.




Ho pensato che questi appartenenti all'Assemblea di Dio/Centro Internazionale sono lontanissimi dall'idea del capo evangelico con sede a Roma che mi sembra stia cercando un avvicinamento fra le varie sette, ma soprattutto mi sembrano schiere di soldati pronti a dar battaglia esattamente come i Jihadisti: tutta gente bacata nella mente che parte da una scrittura sacra per istigare in qualche modo alle differenze che sono poi l'anticamera dell'intolleranza e tutto ciò che può venire di seguito dopo.