giovedì 6 ottobre 2016

Itinerario per il Senegal

 parte prima

E' cominciato da tempo partendo da lontano, visitando persone sul suolo italico, persone capaci di guardare oltre.
Perché di questi tempi è di moda affermare che i migranti sarebbe meglio non farli arrivare qui, ma per ottenere questo risultato le parole servono a poco.
Meglio i fatti.
Rappresentati dalla realizzazione di progetti là dove è necessario aiutare le genti a produrre il necessario per vivere.


Interventi basilari che partono dalla disponibilità di acqua, di sanità, di formazione, di terra da coltivare: le genti, tanto più sono vincolate ad usi radicati e tradizioni che si perdono nel tempo andato, non vanno verso l'ignoto se lo spauracchio della fame è superato.
Perché sarà il Senegal la mia prossima meta?


Essenzialmente per motivi di adattamento all'ambiente, quegli stessi motivi che mi hanno portato a malincuore a lasciare il Burkina Faso per non incorrere in problemi di salute.


Sarà un periodo durante il quale testerò il mio fisico alla realtà di questo paese: se il test verrà superato potrò pensare di fermarmi più a lungo.
Per realizzare progetti ci vuole tempo, e già ora porto due bozze nel carnet.





Uno consiste nella realizzazione di un “forage” in una zona agricola attorno al villaggio di Ngourane, l'altro, più impegnativo, è rappresentato da un dispensario multi uso ma con un orientamento alla donna e alle creature partorite attraverso una assistenza pre-parto, per il parto e successivamente a mamma e progenie.




Il luogo dovrebbe essere attorno a Toubab Dialaw:se le cose andranno per il verso giusto potrebbe esserci uno sviluppo rappresentato da un asilo, e poi forse da una scuola primaria, e poi ancora.....corsi di apprendistato e.....altri sogni che in parte sarà la mia volontà a realizzare insieme con la Onlus & O.N.G. Bambini nel Deserto (vvv.bambinineldeserto.org) la quale dovrà concorrere per un'altra parte nella ricerca di donatori finalizzati alle realizzazioni.




Ecco perché ultimamente mi sono mosso dall'eremo nel Levante Ligure per incontrare persone con le quali sviluppare sinergie: Garda trentino, Ducato di Parma, Granducato di Toscana e poi Emilia e Romagna.





Ancora non so quale vettore utilizzare per arrivare in Senegal perché l'ideale sarebbe muoversi con la casa su ruote, ma Il Nomade sembra troppo provato per affrontare ancora le strade dell'Africa francofona ( per arrivarci ci sono 2.200 km sino a Tarifa – imbarco per Tangeri – e poi 3.300 sino a Dakar. Passaggi che ricordo come molto “laboriosi”- quelli della frontiera fra Marocco e Mauritania e poi fra Mauritania e Senegal - scoraggerebbero un saggio dal riprovarci, ma se uno non lo è poi così tanto...) .


Un altro veicolo simile non è alla mia portata economica.


La moto? Quando ho capito che non faceva più per me l'ho venduta giusto un anno fa.


Un'auto? Forse, ma non deve essere un giocattolo.


Deve essere un veicolo un po' preparato all'impresa.


Il fatto è che il viaggio solitario è diventato sempre più rischioso sull'itinerario da percorrere e anche burocraticamente complicato.
Alla fine sembrerebbe preferibile l'aereo sia per il tempo necessario a raggiungere la meta che per i relativi costi.


Salvo il fatto che il viaggio su pista emana un fascino forte su di me; inoltre mi risolverebbe il problema della mobilità in loco.


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