mercoledì 24 febbraio 2016

Usanze e religioni




Domenica 21.02.2016
Dalla notte di giovedì ho un ospite inatteso a G.I.: è un ragazzo trentaseienne volontario puro, nel senso che non ha alle spalle né una O.N.G. né una Onlus.
Si trovava ad operare presso una fondazione locale già da circa un mese quando sono cambiate le condizioni ambientali in maniera tale da sentirsi dire da qualcuno in Italia di cercare rifugio da me.
La storia che vi è alle spalle è un storia triste e che crea indignazione in chi si trova, come me, non solo ad ascoltarla ma anche a partecipare ad incontri con giovani parti lese.
Oggi comunque non è giorno per addentrarmi oltre su questo terreno: mi sono visto tirato dentro ad una vicenda a venti giorni dalla partenza, quando cioè la forza propulsiva personale impegnata nelle varie situazioni tende a calare nell'attesa della conclusione dell'impresa, e proprio non immaginavo di dover cercare in me ulteriori risorse per una faccenda tanto seria che si è presentata quando le temperature diurne battono i 42° e quelle notturne non scendono sotto i 20°, tanto per dire che è difficile dormire.




L'ospite si chiama Marco e mi aveva parlato della sua partecipazione la scorsa settimana al rito domenicale presso una chiesa evangelica restandone entusiasta per le coreografie, i canti e gli strumenti musicali visti all'opera; quando Bea ha proposta di andare insieme al rito domenicale presso la chiesa della stessa specie da lei frequentata ci siamo detti: perché no?




Quindi stamani, in una giornata meno calda di ieri (oggi solo 40°) ma assai ventosa, ci siamo imbarcati su T 4R per coprire una distanza inaspettata: il luogo è sito oltre Ouaga 2000 lì dove, appena passata l'Ambasciata degli Stati Uniti, girando a destra e poco dopo a sinistra ci si inoltra su una sterrata in fondo alla quale, nel nulla, sorge un complesso di notevoli dimensioni includente la chiesa, la scuola, un grande spazio aperto dove trova posto
un palco per le esibizioni musicali serali.
Tutte le persone stavano arrivando indossando i loro abiti migliori, ma in ogni caso la sensazione che ho avuto è che gli appartenenti a questa religione sino persone quanto meno tendenti alla middle class.




Siamo stati accolti da un aiuto pastore di bianco vestito e fatti accomodare in seconda fila mentre nella sala continuavano ad affluire persone.
Quando la cerimonia è iniziata sin dalle prime battute ho cominciato a pormi dei quesiti.



Ma questa gente davvero si esalta come dimostra di esaltarsi o recita?
E se si esalta così tanto sotto la spinta delle verbose parole del pastore sarebbero persone equilibrate o semplicemente facilmente pilotabili?




I vari pastori che si sono succeduti al microfono mi sono sembrati qualcosa a metà fra la figura dell'imbonitore/venditore di pentole che quella dell'agitatore pronto ad inneggiare alla guerra santa motivando: perché il nostro Dio è così diverso da quello degli altri, perché noi “c'avemo” questo e poi “c'avemo” quello etc. etc. etc...sino ad affermare che l'amico mussulmano interpellato sulla questione era rimasto senza parole in quanto noi “c'avemo” il figlio di Dio venuto in terra e gli altri “nun ce l'hanno!”




Accettabili le coreografie e il gruppo canoro, ma per il resto ad un certo punto mi si è messa a ciondolare la testa dal sonno dovuto alla ripetitività delle situazioni: solo i cori improvvisi di Hosanna o di Alleluja provenienti dalla maggio parte dei presenti come quando allo stadio viene il momento dell'esultanza per un goal realizzato mi hanno rivitalizzato.




Ho pensato che questi appartenenti all'Assemblea di Dio/Centro Internazionale sono lontanissimi dall'idea del capo evangelico con sede a Roma che mi sembra stia cercando un avvicinamento fra le varie sette, ma soprattutto mi sembrano schiere di soldati pronti a dar battaglia esattamente come i Jihadisti: tutta gente bacata nella mente che parte da una scrittura sacra per istigare in qualche modo alle differenze che sono poi l'anticamera dell'intolleranza e tutto ciò che può venire di seguito dopo.





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