giovedì 28 marzo 2013

Last steps to leave Panama


Mercoledì 27.03 – Ora sembra proprio fatta: sono stati due giorni faticosi ed intensi, durante i quali, per arrivare in tempo agli appuntamenti previsti, il Nomade si è messo in moto sempre prima (martedì alle 6.30 e mercoledì alle 5.30): si tratta di una folle corsa con il tempo che vede protagonisti quotidianamente i Panamegni di ogni ordine e grado.
Gli studenti del primo turno entrano a scuola alle 7.00 e per arrivare si muovono ad orari impensabili da noi, gli impiegati che abitano in periferia e che devono raggiungere il posto di lavoro per le 8.00 si muovono a partire dalle 4.00, sia in auto che con gli autobus.
Qui il problema è rappresentato dal fatto che per entrare nella city ci sono solo due ponti utili, che la gente è consapevole di doversi fare almeno 2 ore di coda in entrata e due ore in uscita, che prima ti muovi più coda trovi, salvo partire alle 4 del mattino o dopo le 7.30; la schizofrenia da traffico è accettata da tutti ed usata anche come scusante per i ritardi agli incontri programmati.
Ieri, martedì 26. è stato il giorno della documentazione di polizia inerente al veicolo; orario stampato sul pro memoria dalle 9.00 alle 10.00, le sedi da raggiungere erano due, separate da una autostrada urbana per oltrepassare la quale e arrivare a centrare l'obbiettivo è servita tanta pazienza e la presenza di Janet sia per la conoscenza della viabilità che per le richieste di delucidazione estemporanee.
Quando il Nomade è riuscito a collocarsi al posto giusto in anticipo sull'orario, il pensiero è stato: bene, così il successivo passaggio a WWL potrà essere effettuato prima di mezzogiorno.
Invece le cose sono andate diversamente in quanto è tassativo che il veicolo da esaminare sia in loco per le 9.00, ma il funzionario addetto all'ispezione (verifica del numero dello Chassis) la effettua alle ore 10.00. Ok., mi sono detto, per le 11.00 forse potrò avere nell'altro ufficio il documento che mi spetta e poi correre a WWL.
No, non è andata così: l'ispettore rigorosamente parlante solo lo spagnolo panamegno ha indicato l'orario delle 14.00 per il ritiro del documento.
Erano le 10.30 quando mi sono consultato con Janet su cosa fare: tornare a casa neanche a pensarci, meglio andare a trovare aria fresca in un centro commerciale dove poter utilizzare WiFi e trovare da stampare la nuova prenotazione Condor da presentare al banco in aeroporto.
Prima di muoverci in tal senso ho chiamato la sede Condor locale confermando la mia partenza, senza così dover girare nel traffico cittadino con un veicolo poco adatto.
Nel centro commerciale si è temporaneamente interrotto il cordone ombelicale che mi tiene costantemente unito a Janet, la disponibilità della quale nel farsi carico delle mie esigenze non trova aggettivi qualificativi idonei nel mio vocabolario perché è oltre.
Dopo circa un paio d'ore, non vedendola arrivare, ho cominciato ad effettuare una prima ricognizione a corto raggio. Ho subito capito che lei non mi ha trovato nel posto dove ci eravamo lasciati in quanto il cyber WiFi lì non c'era, ma era poco lontano da lì con insegna visibile.
Volendo essere puntuale alle 14.00, consapevole del problema del parcheggio, ho pensato di andare ad attendere nei pressi del veicolo o di riuscire a far eseguire un annuncio tendente alla ricerca; questa ipotesi mi è sembrata più difficile e quindi mi sono avviato nella direzione del Nomade; ma qui i centri commerciali sono esageratamente sviluppati e non è facile orientarsi.
Stavo percorrendo esattamente l'itinerario dell'andata in senso opposto quando, utilizzando una scala mobile in discesa, miracolosamente mi è apparsa la figura di Janet sulla scala mobile contigua, quella della salita.
Ho allora effettuato una manovra istintuale e inconsulta per non perdere l'aggancio: ho cercato di risalire la rampa che stava scendendo. Manovra da non ripetere mai più se non si vuol rischiare di farsi del male: a me è andata bene in quanto mi sono procurato solo delle escoriazioni, ma c'è stato un momento in cui continuavo ad inciampare sul meccanismo mentre questo continuava a colpirmi, come un pugile quando si trova alle corde con l'avversario che lo incalza.
Ricostituita l'accoppiata, dopo aver consumato velocemente uno Yogurt gelato con frutta come pranzo, il Nomade è arrivato all'ufficio di polizia preposto al rilascio del documento utile per l'imbarco in leggero anticipo. Raggiunta la scrivania dell'addetta mi son sentito dire che ancora non erano arrivati i semilavorati che questa avrebbe dovuto completare.
Nel frattempo sono arrivati anche altri che avevo conosciuto in mattinata, due cinesi californiani a bordo di un mini bus a targa Ceca acquistato negli U.S.A. dopo che i Ciechi avevano concluso il loro giro per le Americhe ed un ragazzotto del Colorado con un mini bus a targa U.S.A.
Quando la tipa mi ha chiesto quale fosse la nazione di sbarco (sul modulo avevo indicato Zeebrugge senza precisare Belgium), non è riuscita a capire la mia spiegazione neanche con la mappa dell'Europa sotto gli occhi. In pratica non era al corrente dell'esistenza di questa piccola nazione e non l'ha presa in considerazione ostinandosi a scrive Francia come nazione di arrivo. Ho pensato che non sarebbe stato grave, già le avevo imposto di ristampare il modulo dopo averle fatto notare un'imperfezione sul numero del mio passaporto, per la destinazione non ho quindi insistito.
Con il prezioso documento acquisito ho raggiunto WWL, ho pagato USD 150 ed incassato le ulteriori istruzioni per Manzanillo. L'orario dell'ufficio WWL che va raggiunto prima di espletare le pratiche successive va dalle 8.30 alle 12 e dalle 13 alle 15, mentre quelli della dogana vanno dalle 9.00 alle 16.00: il consiglio è stato di essere mattinieri per non trovarsi in Dogana nel momento di maggior carico di lavoro.
Con queste informazioni Janet ha subito indicato l'orario di partenza per domani: ore 05.30!
Rientrato al parcheggio è iniziata la ricerca dell'albergo onde poter lasciare la valigia prima di andare a consegnare il Nomade.
Alla fine, dopo che Janet aveva utilizzato il suo computer per aiutarmi a trovare qualcosa, io ho utilizzato il mio arrivando ad effettuare una scelta obbligata quando ormai era già tardi; l'albergo individuato è stato scelto sulla base di tre requisiti basici: disponibilità di A/C, di WiFi, di navetta per l'aeroporto (è inclusa anche la prima colazione, ma penso sarà una mezza bufala).
Era rimasto in dubbio come consegnare la valigia in quanto Janet aveva pensato che avrebbe potuto occuparsene il figlio.
A questo punto ho dovuto mettere mano al rush finale nella predisposizione del veicolo nell'assetto di viaggio, dopo però essere andato a salutare la coppia italo-panamegna: Luisa mi avrebbe invitato a cena per la seconda sera di fila, ma io non ho potuto accettare pensando a quanto avrei ancora dovuto lavorare, tenuto conto che l'indomani mi sarei dovuto alzare prima delle 5.00.
Allora mi è stato offerta la possibilità di portarmi il loro cibo a bordo: l'ho trovata una proposta interessante ed utile, quindi l'ho accettata. Ho così potuto anche utilizzare una bilancia di Adriano per verificare il peso della valigia in modo da decidere come completarla.
Successivamente, nel sistemare le cose con l'idea di non lasciare cibo ad invecchiare, ho messo insieme ancora un po' di prodotti che Janet ha gradito ricevere, l'olio ed il caffè in particolare.
Alla fine della corsa mi sono concesso una doccia ad acqua abbondante; poi ho cominciato a scaricare i serbatoi come atto finale della giornata.

Oggi mercoledì 27, prima di partire, quando Janet mi ha comunicato che la valigia tramite suo figlio prima di domani non sarebbe arrivata, ho pensato di rischiare il passaggio nella city ed effettuare personalmente la consegna.
Come mi aspettavo, dopo 12 chilometri il Nomade è incappato nella coda; Janet allora mi ha invitato a cambiare strada, e per un po' il Nomade l'ha trovata scorrevole sino a che non è stata agganciata la coda.
Vedere trascorrere il tempo mentre sopraggiunge l'alba stando in coda a passo d'uomo è scoraggiante, ma dopo un certo punto è stato possibile ritrovare un ritmo decente, tale da far imboccare le strade cittadine attorno alle 7.00.
Pur avendo l'indirizzo esatto dell'albergo, stante la viabilità a senso unico e delle deviazioni per lavori, dopo aver consultato taxisti vari che hanno fornito indicazioni imprecise, visto un ufficio di polizia ho chiesto a Janet di riproporre il quesito in questa sede.
Praticamente il Nomade non è lontano, solo che si è reso necessario fare un aggiramento di lavori in corso con indicazioni carenti sulle strade; quando ormai stavo pensando che in questo giro non l'avrei agganciato, Janet mi ha fatto notare l'insegna del parcheggio dell'hotel: bel colpo, anche perché ormai erano passate le 7.30!
Sono sceso al volo e la prima cosa che è successa è stata la definitiva rottura dei manici della borsa leggera: pazienza, la eliminerò, ho pensato.
Con la tipa alla reception non è stato semplice intendersi, ma alla fine questa ha aperto un bugigattolo pieno di simil rumenta dove ho lasciato le mie cose sperando di ritrovarle.
L'impressione del luogo non è stata buona, ma in quello stesso momento io dovevo pensare ad altro. Guidando su una strada che corre all'interno di un Parco tutelato ho goduto finalmente di un ambiente gradevole in questo paese; poi il Nomade si è inserito su un'autopista e la velocità di marcia è aumentata; ma non troppo perché lo sterzo è nuovamente troppo leggero, perché ho percepito un problema che potrebbe essere quello del cuscinetto ad aghi dello sterzo, perché la frenata non è stabile, perché il quinto rapporto è uscito spesso dalla sua sede.
Arrivare alla sede WWL non è stato difficile, solo che la persona che avrebbe dovuto prendermi per mano nelle varie operazioni è arrivata alle 10.15, dopo ben 45' di scomoda attesa. Poi è iniziata la richiesta di documenti che avevo già fornito, ma chi li aveva ricevuti probabilmente non li avrà nemmeno esaminati. Mi sono tolto lo sfizio di far correggere un valore che Pamela aveva inserito in maniera indicativa, anche se io glielo avevo fatto notare immediatamente.
Finalmente ci siamo recati presso l'ufficio della Dogana dove ho incontrato sia gli stessi ragazzi di ieri che la coppia alemanna già conosciuta in Mexico e ritrovata in Belize: tutti diretti a Cartagena per involarsi poi verso la Tierra del Fuego (chissà Stefan dove sarà già arrivato nel frattempo).
In dogana si è trattato di firmare documenti e farsi apporre sul passaporto il timbro di scarico del veicolo dal paese.
Il passaggio a seguire è stato il pagamento all'ente del porto di USD 58 con la motivazione della fumigazione (non eseguita) e del parcheggio di un paio di giorni in attesa dell'imbarco.
Tutte queste operazioni che ho descritto sono state espletate in un paese che ho visto vivere di burocrazia cartacea: escluso l'ispettore di polizia che ha verificato ieri il Vehicle Identification Number, tutti gli altri passaggi non hanno comportato nessuna verifica sul veicolo.
L'ultimo passaggio, quello dell'affidamento del veicolo all'autorità che gestisce i movimenti nel territorio portuale, è stato lungo per l'attesa e scadente nel contenuto.
Prima è passato un tipo con un cane da tartufo che non era assolutamente interessato ad annusare dove gli veniva indicato, poi un altro tipo ha crocettato un modulo tendente ad evidenziare stato e consistenza del veicolo in fase di affidamento, infine uno sportellista ha completato l'opera senza ricordarsi di chiedermi di lasciare le chiavi!
Nel frattempo io mi ero reso ulteriormente conto di come l'officina di David sia stata approssimativa in molte parti del lavoro, incluso nel rimontaggio della protezione motore che ora ho trovato penzolante in buona parte a causa della perdita di un certo numero di bulloni.
In più, nel momento di utilizzare lo stacca batteria, mi sono accorto che questo non stacca un bel niente! Il rischio è che le batterie si scaricheranno quasi sicuramente: in questo caso mi dovrò affidare alla buona volontà degli operatori di Zeebrugge per trovare il Nomade a terra!
Il giovanotto che mi ha guidato in tutti questi passaggi, tale Alfredo, parlava in maniera incomprensibile sia in spagnolo (a causa della cadenza della gente di Colon) che in inglese (per lo stesso motivo). Janet è stata molto paziente nell'assoggettarsi alla tempistica che ne è scaturita, sin tanto che alle 15, dopo essere tornato indietro per affidare le chiavi, l'addetto WWL ci ha accompagnato a Colon Terminal per poter rientrare con un Bus diretto.
A bordo ho dormito un po', ma l'aria condizionata era così potente da sentirne il fastidio: lungo la strada è caduta anche qualche goccia d'acqua, forse le prime avvisaglie dell'imminente stagione delle piogge.
In vista di Panama city Janet mi ha detto che mi avrebbe accompagnato sino all'albergo, ma io, essendo al corrente che la sorella la stava aspettando al terminal, avevo rifiutato questa ulteriore gentilezza che sarebbe andata a discapito del suo meritato rientro a casa insieme alla sorella: probabilmente non ci siamo capiti, così mi sono trovato su un bus cittadino che ci ha scaricati non troppo lontano dall'Hotel. Solo allora ho realizzato che lei, vedendomi stanco e sfiancato dalla giornata, ha preso l'iniziativa di darmi il saluto di addio mettendomi nella migliore condizione possibile.
La generosità di questa persona va oltre qualsiasi scala di valori: serberò un posto speciale per lei nei miei ricordi e mi piacerebbe poter un giorno ricambiare le sue attenzioni in suolo patrio: io so che ha molti progetti che vorrebbe realizzare e qui le auguro di cuore che possano andare in porto tutti, o perlomeno quelli ai quali tiene maggiormente.
Entrato nell'Hotel ho provato la stessa sensazione del mattino, questa volta avvalorata dal fatto che in camera ho trovato la macchina dell'aria condizionata mezza scassata, che la camera è un buco senza finestre, che il telefono non funziona, la TV non l'ho nemmeno accesa, le salviette ed il sapone mancavano totalmente.
Dopo essere riuscito a riequilibrare la situazione non mi è rimasto che assaltare un vicino McD prima di mettermi sotto la doccia, nella speranza che WiFi funzioni.
Al di là di ogni altra considerazione, una volta che troverò il modo di trascorrere la giornata di domani, e lo troverò, poi qui dovrò solo salire alle 4.30 di venerdì sulla navetta per l'aeroporto per iniziare il rientro nel mio emisfero: è presto per dirlo, ma questa volta sembra tutto ben avviato.              

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