venerdì 29 marzo 2013

Il sipario cala: questa avventura è conclusa.


Giovedì 28.03 – Il condizionatore è andato per tutta la notte emettendo la sua rumorosità molesta.


Sbrigate le faccende mattutine mi sono deciso ad effettuare una escursione mirata in zona, escursione che mi è pesata in maniera eccessiva tanto da gradire il rientro in albergo verso mezzogiorno, e senza aver combinato ciò che avevo in mente.


Infatti questa è una zona dotata di cliniche ed ospedali, di alberghi e di uffici governativi, di ambasciate, ma non dei negozi che mi sarebbero serviti per trovare l'omaggio che avevo in mente per Janet.


Dopo aver dato l'assetto definitivo alla valigia ho cominciato a stilare l'elenco dei lavori del quali il Nomade necessita in tutti i casi, sia che in futuro venga utilizzato solo per mete raggiungibili con i propri mezzi, sia nel caso in cui dovesse essere sostituto con un altro tipo di veicolo.



Non sto pensando alla realizzazione del Nomade II, c'è solo qualche idea che ogni tanto si spinge oltre: d'altronde questo è stato un prototipo e come tutti i prototipi ha dovuto percorrere molti chilometri per evidenziare ciò che funziona e ciò che sarebbe stato meglio realizzare diversamente.
E ciò che non ha funzionato è stato lo chassis, inadatto a reggere tutto il peso aggiuntivo che ha dovuto sopportare su ogni tipo di strada: ci sarebbe voluto un telaio da 50 q.li per andare bene, anche se questa scelta avrebbe imposto una licenza di guida differente dalla “B” in mio possesso.
Il sovrappeso ha fatto lavorare male vari organi meccanici, e prima o poi tutti i nodi sono arrivati al pettine nei circa 70.000 km. percorsi dal veicolo con la livrea del Nomade.
Se avessi potuto disporre di migliori insegnanti, forse già dopo i primi 20.000 km. si sarebbe potuto mettere una pezza, ma ormai le cose sono andate così.


Verso le 15.00 ho effettuato un'altra uscita, questa volta in una direzione diversa: la mia ricerca è però andata delusa come in mattinata, anzi, ora mi è sembrato di notare che molti esercizi sono rimasti chiusi nel pomeriggio; quelli aperti sono negozi di mobili, di abbigliamento e di cianfrusaglie.


Si vede che era scritto che non sarebbe stato questo il momento per ringraziare Janet con un presente oltre che con delle belle parole; sono comunque rimasto molto dispiaciuto per questo, come lo studente che non è riuscito a portare a termine il compito nel tempo assegnato.


Con .la disponibilità di wifi in albergo mi è stato possibile inviare e ricevere emails, oltre a comunicare by skype: da adesso però diventerò irreperibile sino all'atterraggio, sperando che il mio Nokia da quattro soldi riprenda a funzionare appena capirà di essere tornato sul suolo europeo.


Ora non mi resta che chiudere i bagagli, fissare la sveglia per le 4.00 e cercare di riposare quanto basta per riuscire a prendere la navetta per l'aeroporto da sveglio.


L'occasione mi sembra quella buona per ringraziare chi, leggendo il blog, ha condiviso le mie esperienze in questi mesi; inoltre è anche il momento giusto per augurare un buon periodo di vacanze pasquali, augurio che idealmente esprimo a tutte quelle persone che ho incontrato sulle strade dei vari paesi visitati, con le quali ho dialogato, dalle quali ho avuto simpatia ed amicizia: PAZ Y BIEN!

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