Dopo
la lettura della guida Lonely Planet, sono consapevole che oggi, martedì
26, non sarà una giornata
facile: e ciò in quanto questa Cape Cod Bay è una zona per ricchi,
quindi piena di limitazioni al traffico ed al parcheggio, con strade
a pagamento e parcheggi dedicati a chi vuol raggiungere le spiagge,
sempre a pagamento. Ah, la Danimarca, con le sue spiagge libere e le
sue alte dune, quanto è stato tutto più semplice!
Raggiungo
prima delle 9 Salt Pold Visitor Center per sentirmi dire che non apre
se non più tardi. Nell'attesa uso la tecnologia di bordo, ma qui è
impensabile una connessione. Intanto vedo che il piazzale antistante
al Visitor Center si va riempendo e, contemporaneamente, c'è un
certo movimento di polizia e rangers; poco dopo noto un'auto di
quest'ultimi che si ferma a fianco del Nomade. Scendo incontro alla
giovane ranger e chiedo se ci sono problemi a restare parcheggiato
dove mi trovo; mi risponde informandomi che c'è un camp ground poco
lontano e che non si può restare dopo le 18. Bene, tanto io sono qui
per una visita in giornata, replico. A questo punto il discorso si
amplia e la giovane è ben felice di dare una sbirciatina a bordo,
restando entusiasmata dal colore giallo dell'interno. Poi mi chiede
dello snorkel ed altro, è molto carina e gentile, ma capisco che di
nozioni geografiche non ne ha troppe al di fuori di quelle relative
ai suoi luoghi.
Intanto
dalle auto parcheggiate molti stanno smontando bici per andare a
zonzo nell'area. Questo parcheggio, piuttosto ampio, è for free, per
questo è preso d'assalto. La zona appartiene ai ricchi, ma ne
fruisce anche gente normale che, con l'aria di crisi che tira, è
molto attenta a qualsiasi esborso superfluo. Dai frequentatori di
Boston avevo avuto impressioni diverse. Raccolte le informazioni che
mi servivano, caricato sulle spalle il solito fardello, mi avvio per
un'escursione verso Coast Guard Beach, certo non per la beach, ma per
il fascino del percorso che si snoda separato da quello destinato a
chi lo vuol effettuare in bici, totalmente dentro alla foresta;
giunto a destinazione, il tempo è grigio e non promette niente di
positivo, il terreno è fradicio dalla pioggia del giorno precedente,
complessivamente non mi sembra nulla di particolare.
Sto
pensando se lasciare il Nomade al parcheggio e, utilizzando un
servizio bus, raggiungere altre località della penisola quando,
controllando meglio i collegamenti con i bus, mi rendo conto che la
cosa è parecchio complicata, pertanto decido di muovermi con il
Nomade per come sarà possibile.
Nel momento del rientro a casa vengo
avvicinato da un insegnante in pensione il quale aveva già notato il
mio veicolo ed aveva una gran voglia di parlarmi: egli pure possiede
un camper e mi suggerisce la visita di alcuni Parchi Nazionali dove è
possibile sostare for free, cosa questa che è una rarità. Grazie,
ne terrò conto, e vado verso Province Lands Visitor Center &
Race Point Beach, l'unica altra meta ad essere dotata di parcheggio
for free.
Lungo la strada mi soffermo al Marconi Station Site,
luogo dal quale il nostro scienziato aveva operato con successo.
Trovo singolare che anche a Sestri ci sia qualcosa che ricorda gli
esperimenti dell'Ingegnere, la torre Marconi, da tempo praticamente
ignorata in quanto sita all'interno del promontorio privato
appartenente all'Hotel dei Castelli. Qui vi è una segnalazione
specifica che ricorda l'opera dello scienziato valorizzandola, a casa
nostra non se ne sa nulla, e chissà quanti non sapranno nemmeno chi
è stato questo sconosciuto: nemo propheta in patria!
Prima
di arrivare a Provincetown resto poco convinto dallo sviluppo
immobiliare costante e continuo realizzato sulla Beach Point: i
cottage sono tutti allineati, dello stesso anonimo colore, con
pochissime varianti di forma. Si tratta quasi esclusivamente di
resort dove, personalmente, non ci vorrei passare nemmeno un'ora del
mio tempo.
Mi trovo poi dentro a Provincetown senza averlo voluto,
ma per decisione di Garmin: dopo un percorso da incubo riesco ad
uscirne indenne e mi allontano in fretta dal demonio per raggiungere
PLVC, ben inserito nella natura che lo circonda e dotato di un patio
sopraelevato dal quale ammirare a 360° l'area. Comincio a
incrociare dei mastodontici e anonimi VR a noleggio, anche al
supermarket dove mi fermo verso sera.
Raggiunta
Herring Cove Beach senza possibilità di sosta, inverto direzione di
marcia per raggiungere Nauset Light. E' allora che si scatena un
temporale con la stessa modalità di quelli già incrociati, questa
volta con un po' di grandine in aggiunta.
Come piove le strade
tendono a semi allagarsi, anche per le pendenze che portano i rivoli
verso il centro anziché all'esterno. Riesco ad arrivare dove volevo
in un momento in cui non piove, così posso portarmi via anche
un'immagine ricordo di un faro fra i tanti dei quali la zona è
ricca, dopo aver lasciato qua e la tracce della mia presenza ( nome e
provenienza nei libri dei due Visitor Center).
Speravo
in una possibilità di connessione, ma il segnale che percepisco in
un parcheggio di un centro commerciale di Orleans, dove mi sono
fermato apposta, è debole o assente: non sarà che tanta tecnologia
è solo di facciata in questo paese?
E'
ormai notte quando riprendo il posto collaudato a Brewster già ieri
sera, mentre il contachilometri mi informa che il Nomade ha ormai
percorso 2.000 km negli U.S.A.
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