martedì 22 dicembre 2015

Nove settimane e mezzo da che mi trovo in B.F.: il tempo di una relazione



Domenica 13XII15

Giornata per buona parte trascorsa in casa.
Solo nel pomeriggio, prima del calar del sole, mi sono mosso per un tour nel quartiere.
L'episodio più interessante è stato quello relativo all'incontro con un gruppo di donne intente a cucinare delle fritelline da vendere sulla sterrata: una delle tre mi ha salutato per poi chiedere una foto.
Io ho eseguito e quando le ho fatto vedere gli scatti ho aggiunto che, nel caso avesse un email addresse, avrei potuto spedirle.



Certo, mia figlia ce l'ha ed ora la chiamo: detto fatto, si è materializzata una tipa sovrappeso che ha scritto il tutto su un foglio e mentre io attendevo la prima mi ha messo alcune fritelline nel piatto per un assaggio.
Gustose! Questa sera scaricherò le foto e farò l'invio alla tipa intraprendente.
Altre scenette curiose colte si riferiscono ai venditori su sterrato di indumenti invernali provenienti dall'Europa.




In effetti le notti ora raggiungono minime attorno ai 14° e per i termostati dei Burkinabé sono veramente pochi tant'è che ne sento parecchi tossicchiare; io stesso, che sino ad ora ho dormito con finestra aperta, sento un pizzicorino in gola che potrebbe virare presto in un raffreddore se non mi deciderò a sigillarmi per la notte.



Ovunque mi sono mosso ho trovato ragazzini intenti a giocare con palloni che tutto erano meno che tali, se non per la forma più o meno tonda.
Mi puntavano da lontano richiamando la mia attenzione felici di poter essere ripresi in una foto cercando di scambiare qualche parola con un Bianco!




L'itinerario è stato abbastanza ampio e per la maggior parte su sterrate; basta lasciare il goudron e sembra di essere nella brousse!




L'imprenditore Burkinabé-italico incontrato per la cena ha confermato che lui qui ha paura a girare in mobilette e pertanto ha a disposizione un'auto, non si muove da Ouaga se non per piccole tratte nell'ordine dei 25 km e mi ha chiesto se non fosse un po' bizzarra la mia spedizione a Kao prevista a breve.
Ha parlato molto bene della Costa d'Avorio, paese che mi piacerebbe puntare da qui; con il treno si parte alle 7 del mattino e si arriva ad Abidjan alle 10 del giorno dopo viaggiando da signori in prima classe, mi ha confidato Eugenio, oppure con Bus 5***** notturno si parte verso le 22.30 dalla zona aeroporto e alle 7 del mattino ci si trova nella capitale Ivoriana.
E' stato interessante chiacchierare con lui e alla fine ci siamo lasciati con l'intenzione di rivederci presto.



Lunedì 14XII15

Appuntamento alle ore 9.00 presso la sede della Cooperazione Italiana che ho raggiunto con Bruna invitata alla presentazione delle nuove linee guida che entreranno in funzione a gennaio anche con il supporto di un nuovo sistema organizzativo del Ministero degli Affari Esteri in questo settore.
Al di la delle ore trascorse in un diverso habitat, degno di menzione è come è stato affrontato il percorso.

Mobilette terzo capitolo (ultimo?)
Bruna sembra un venditore ambulante fra la valigia morbida su ruote, zainetto a dimensione variabile sulle spalle e qualche sacchetto della spesa in mano: si presenta così ogni volta, solo che questa volta lei ha deciso senza informarmi di andare alla riunione con tutto il suo equipaggiamento per poi raggiungere una stazione di taxi brousse da dove proseguire per la sua scuoletta.
Il taxi è sempre un argomento difficile e quindi, pensando che poi saremmo tornati qui, avevo proposto la mobilette dopo che ancora una volta Moustapha l'aveva data per buona: Bruna ha accettato con entusiasmo, ma con la variante del bagaglio appresso.
Nel sud est asiatico spesso ho utilizzato moto taxi e i conduttori erano in grado di caricare tutto, quindi ci sarei riuscito anch'io!
A caricare effettivamente ci sono riuscito abbastanza facilmente, anche la messa in moto non è stata complicata, ma appena uscito dal portone il motore si è spento e se la marcia resta inserita (qui non hanno il variatore di velocità come quelli in vendita in Europa) diventa problematica l'operazione.
Moustapha era giusto lì impegnato con un moto taxi e mi ha soccorso immediatamente.
Primo e unico stop previsto quello per il rifornimento; io avevo già fatto Essence una volta ma ora Bruna mi ha messo il dubbio che forse questo veicolo si muove con la Melangé.
L'addetto ha fugato i dubbi confermando Essence, quindi messa in moto a pedivellate multiple ed infine via sul goudron senza avere una indicazione precisa se non quella autofornita dopo la presa visione della mappa tanto ostica a molti, Bruna incluso.
Ho fatto tutto per bene, ma ai semafori, nel bel mezzo del caos, improvvisamente il minimo perdeva colpi ed il motore moriva di morte naturale.
Tenendolo su di giri con la marcia che non si liberava mai verso il folle bisognava anche tenere il pedale del freno attivo, e fin qui ci sta, ma il vero problema è che con tutto quel carico, con il pneumatico posteriore liscio, con la ruota anteriore sbirula, il cambio un optional fuori portata ed il manubrio compromesso dalla presenza della valigia + lo stress da guida nel traffico mattutino che si dipanava nella bambagia della pollution tipo Pekino, ogni momento è stato a rischio sosta per avaria.
Non so dire quante volte il motore non ha risposto, spesso subito dopo una rimessa in moto che si svolgeva nel seguente modo:
  1. la discesa di Bruna,
  2. il posizionamento sul cavalletto laterale,
  3. l'asportazione del mio zainetto che tenevo sul petto e che quindi rendeva difficile l'operazione,
  4. il tentativo di mettere in folle un cambio sgangherato che restava bloccato.
Quando ben la pedivella riusciva a far miagolare il cilindro e tutto il carico di persone e cose si ricompattava ecco improvvisamente rimorire il malefico ancora prima di fare qualche centimetro!
Tante volte è stato prima necessario spostarsi a bordo strada evitando la fiumana, e tante volte qualcuno mi ha visto in difficoltà e senza passare dai 4 punti sopra esposti si è offerto di pedivellare al mio posto.
Insomma, alle 9.20 siamo arrivati dopo aver dovuto subire un cambio itinerario per vialone bloccato dalla gendarmeria ed aver chiesto info solo una volta quando ormai alla meta ci eravamo a ridosso.
Dopo la riunione ci siamo divisi e tutto l'itinerario del rientro è avvenuto con le stesse modalità, solo che ero più facilitato nei movimenti: ma se la marcia non esce allora devi spostarti facendo una gran fatica in quanto in avanti non ci si muove e resta l'opzione della spinta in dietro non sempre fattibile.
Erano le 14.40 quando G.I. mi ha visto rientrare con gli occhi arrossati da inquinamento e polvere: subito ho affrontato Moustapha inducendolo a smetterla di dirmi che la mobilette è in ordine
Sono caduto anche troppe volte nel tranello, e per fortuna che non sono rimasto per strada!
Allora M. ha semismontato il veicolo ed ha fatto un elenco lavori pari a Fcfa 150.000 per poter dire che la mobilette è in ordine; io invece ho sostenuto di darsi da fare a venderla nello stato di fatto in cui si trova e poi cercare un veicolo migliore per il quale mi ha accennato serviranno circa Fcfa 250.000!

Martedì 15XII15

In prima mattinata Bras Ouvert mi ha comunicato telefonicamente che due ragazzi provenienti da lì sarebbero venuti a vedere G.I. con l'idea di essere accolti.
La notizia non mi ha allietato visto come stanno andando faticosamente le cose dal punto di vista dell'apprendimento, nel senso che è mia opinione che servirebbe la presenza costante di un adulto capace di intrattenere i ragazzi sia nella meccanica che nella alfabetizzazione, oltre al meccanico che può far fare pratica solo a pochi per volta (e infatti gli altri pascolano: ecco perché la mia discesa in campo sta prendendo giorno dopo giorno una connotazione più forte in questa direzione).
Per aumentare gli allievi bisognerebbe aumentare i meccanici in modo che attorno ad un meccanico finito ci possano essere al massimo tre elementi; quindi 6 elementi potrebbero sempre essere mantenuti attivi in quel modo e gli altri tirati dentro nel salone per essere interrogati/alfabetizzati/resi edotti sui calcoli/essere informati ad ampio raggio su argomenti da riportare alla meccanica e/o all'educazione in senso lato.
Perciò oggi ne ho impegnati alcuni con un nuovo giochino: partendo dagli argomenti che sono già stati sviluppati, ho inforcato la brochure meccanica e chiesto a chi di scrivere, a chi di disegnare alla lavagna qualcosa che fosse attinente con l'argomento da me evidenziato precedentemente.
E ha funzionato! Inoltre i ragazzi sanno che prima o poi verificherò la loro capacità di montare e smontare il blocco motore sul quale si esercitano quotidianamente quando io insisto nel volerli vedere in movimento; perciò sono rimasto piacevolmente stupito quando ieri sera, ad atelier vuoto, ho notato e raccolto un foglio di carta strappato da un quaderno e scritto in moré, la lingua locale.
Ho subito capito che poteva essere interessante decifrarlo; quando ho chiesto aiuto per capirlo mi sono reso conto che fra di loro i ragazzi avevano già fatto due prove cronometrate con risultati apprezzabili per almeno tre di loro.
Il più rapido ha eseguito l'operazione in 11' alla prima prova portati a 9' nella seconda: questo si che è un buon suono da ascoltare per le mie orecchie!
Il più lento è anche un caso umano e il suo risultato è stato di 30', ma ci sono parecchi classificati fra i 12' ed i 16'!
Come immaginavo i due di Bras Ouvert sono a zero per alfabetizzazione, quindi lingua francese idem ed anche i calcoli.
E' straziante quando ti vedi due ragazzi di 14 e 15 anni con lo sguardo perso, incapaci di relazionarsi con me per mancanza di mezzi.
Poco convinto della loro ammissione al corso li ho portati nel gruppo e dopo una presentazione con richiesta a M. di tenerseli appresso ho pensato che avrei elargito il pranzo ma che poi avrei voluto parlare con Jacob, il loro tutor.
Invece Jacob è diventato imprendibile e tutti i ragazzi Bras Ouvert hanno lasciato il campo prima che potessi affidare loro una missiva.
Nel frattempo l'operazione Kao sembra essere diventata indifferibile e le pressioni sono aumentate: domani dovrò decidermi a fare qualche cosa.

Mercoledì 16XII15

Sono stato poco attento e ieri sera non ho chiuso la finestra; risultato pizzicorino in aumento, starnuti ed inizio di lacrimazione agli occhi: se ci siamo è perché me la sono cercata.
All'arrivo dei ragazzi Bras Ouvert, con l'aiuto di un interprete ho cercato di capire un po' di più dei due disgraziati, perché di disgraziati si tratta.
Uno dorme nei locali di Bras Ouvert e la famiglia lo ha espulso invitandolo ad arrangiarsi, l'altro abita in un villaggio e più o meno la situazione è la stessa.
Ma come fate ad avere il cellulare, gli occhiali da sole in testa? e mi sono limitato a ciò che era in vista.
Conoscevo già la risposta e in qualche modo mi è stata servita, seppur nella formula più accettabile che è quella della richiesta di denaro alla gente, il che vuol dire che se non c'è una risposta diretta i quattrini me li procuro comunque facendoli "volare" a qualcuno, da cui il termine voleur per indicare il ladro?
Ho indetto una sessione in aula per far stare i due nuovi a contatto con M., quindi li ho trattenuti facendo lavorare due “anziani” con loro, e mi sembra che se la siano cavata bene, ma soprattutto i due sembravano in grado di memorizzare e ripetere a tono ciò che avevano prima udito.
Dopo ho continuato a lavorare con “anziani” arrivando sino alla pausa pranzo; se dovrò assentarmi per qualche giorno qui tornerà l'anarchia? Forse non del tutto, vedo qualche lume di responsabilizzazione in alcuni e da quando ho scritto alla lavagna la frase “Je peux etre toujours concentré” questa sta diventata un mantra come ai tempi del “mago” H.Herrera per i giocatori dell'Inter indotti a diventare vincenti con l'applicazione del suo metodo fatto di ben altro, ma rispondente a questa impostazione.
Il fatto è che qui spesso inizio parlando di meccanica o di calcoli, a seconda dell'occasione, ma il discorso poi lo ampio per cercare di aprire le menti portandole a ragionare sugli stili di vita che con le loro scelte consapevoli, o più spesso inconsapevoli, si stanno preparando a vivere.
Oggi pomeriggio, dopo essere partito dagli effetti della lubrificazione nel motore sono andato ai vari tipi di olio lubrificante che oggi il mercato offre (dall'organico tradizionale al semi sintetico sino al sintetico) per chiedere se sapessero che cosa è il greggio di petrolio: non lo sapevano e allora via per la spiegazione di cosa è e come si è formato, dove si trova e come si fa per individuarlo, dove deve andare per essere trasformato in una catena di prodotti utili, come deve essere riciclato il prodotto esausto e così via.
A un certo punto qualcuno ha riferito di uno di loro che sniffando benzina ha informato gli altri di come fosse buona la sensazione, al che ho replicato che ciò che può apparire buono nell'immediato può rivelarsi distruttivo nel tempo, come chi ha subito i gas tossici tipo diossina e poi muore di cancro a distanza di anni, e quindi ancora sulla salute e la cura del proprio corpo stando attenti a cosa si mangia (qui spesso vedo i ragazzi mangiucchiare/succhiare qualcosa: mi chiedo sempre dove beccano i quattrini, ma ora lo so. Resta il fatto che spesso sono cose dolci e quindi li ho indotti a riflettere sul fatto che, se non ci si lava i denti, le loro bocche sono destinate a rimanerne prive).
Mi auguro che un granellino di quello che dico possa essere utile; alla fine dell'incontro ho chiesto a tutti di riassumere qualche aspetto trattato. Uno di questi che per tutto il tempo mi aveva guardato intensamente negli occhi lasciandomi intendere quanto fosse preso dal discorso, quando è stato il suo momento non ha saputo dire nulla sino a che un compagno gli ha riproposto il quesito in lingua moré ed allora mi ha confessato che aveva capito poco perché non è in grado di parlare il francese.
Mi sono fatto una risata e gli ho dato un buffetto sulla faccia (è lo stesso che per fargli capire l'effetto del raffreddamento e dell'attrito ai quali l'olio pone rimedio avevo invitato a strofinarsi con forza le mani sia per sentire la sensazione di caldo che per percepire l'attrito, ma non era riuscito a dare la risposta giusta comunque).
Mollati tutti e consegnata una lettera per Jacob Bras Ouvert ai suoi ragazzi, ho ripreso i contatti con il mondo attraverso internet dove ho trovato le esortazioni ad organizzare la spedizione a Kao subito; io avevo già provveduto a chiamare Ibrahim al villaggio per riceverne la disponibilità a venirmi a prendere al bus, avevo già organizzato una puntata presso due stazioni di Bus di due compagnie diverse per conoscerne gli orari dei collegamenti facendomi accompagnare da M. con la sua mobilette, inoltre ho già concordato che sempre lui mi accompagnerà alla partenza.
Luca sostiene che piuttosto che dormire a caro prezzo in un misero albergo a Ouahigouya sarebbe preferibile comprare un materasso e portarselo al villaggio: mi sembra un'idea allettante.

Per aver aiutato il proprietario della casa sede di G.I. a disbrigare una pratica con BnD che per lui vuol dire quattrini da ricevere mi sono trovato invitato a cena questa sera in una formula che non avevo capito troppo bene sino a che egli si è presentato per prelevarmi.
Mi ha visto lavorare al pc e quindi mi è stato facile chiedere di scusarmi ma fra il lavoro, il raffreddore crescente e la partenza per Kao sarebbe per me stato preferibile rimandare al mio ritorno.
Una volta uscito è tornato indietro per dirmi che ciò che aveva fatto preparare me lo avrebbe portato qui.
Dopo un po' si è materializzata quella bella signora che quindici giorni fa mi aveva trovato una domenica mattina poco più che in mutande mentre me la prendevo comoda e della cui presenza avevo capito poco o nulla: ora si è svelato il mistero!
E' in un qualche rapporto di parentela con il proprietario dello stabile ed è anche la responsabile di un ristorante dove saremmo dovuti andare a consumare la cena; meno comprensibile è perché me l'abbia portata costei che poi, in attesa di essere prelevata dal parente, è rimasta fuori in attesa mentre io piluccavo continuando ad  usare la tastiera.
Altro tipo rispetto alla prorompenza della collaboratrice di Anika; questa persona mi è sembrata un tipo molto distinto e dotato di classe, con un buon francese e con qualche anno più dell'altra

Giovedì 17XII15

Organizzazione e partenza per Ouahigouya
Mobilette avanti e indietro con Moustapha
Bea non può fare alfabetizzazione e i ragazzi fanno tabelline con me quasi sino all'orario della partenza: alcuni si appassionano!
Visita Jacob contrito e manifestante mancanza di serenità personale: ci parleremo al mio rientro.
Rischio di perdere il Bus pur essendo arrivato in grande anticipo per non aver compreso l'avviso: salgo al volo e via.
4 ore di viaggio, arrivo a destinazione ancora poco convinto circa le condizioni di Garmin che giusto sino a che è rimasto collegato al mio p.c. dava informazioni confuse sul suo stato.
Appena giunto ho chiamato Ibrahim il quale mi ha girato il numero di un suo amico che sarebbe venuto a prelevarmi: quindi poco dopo conoscenza di Issaka/Billy, presa camera nell'albergo suggerito da Luca, consumata cena a caro prezzo con Billy, rientro in albergo sulla sua mobilette percependo una sensazione di freddo.
Appena in camera attivo il p.c.: capisco che la ricarica della batteria di Grmin procede troppo lentamente e così escogito un sistema per procedere più rapidamente partendo dall'unica presa di corrente a disposizione, peraltro priva di salviette, di una sedia e dell'acqua calda inclusa nel prezzo di Fcfa 16.000.
Allo stesso prezzo a Bobo la camera era confortevole come essere al Grand Hotel di Rimini!

Venerdì 18XII15


Attendendo Ibrahim dopo varie telefonate intercorse è arrivato Hamadoulla a prendermi e via in mobilette in una giornata di Harmattan sino alla maisonette di Kao.
A un certo punto, dopo che mi è stata tenuta compagnia da un numero variabile fra uno e quattro persone rigorosamente di sesso maschile, vengo lasciato solo per riposare nell'attesa che Ibrahim termini i suoi impegni: solo allora apprendo che egli è l'animatore della scuola del villaggio, ma ancora ero convinto che risiedesse in loco.


Nel momento in cui mi sono sdraiato a terra su una stuoia all'uopo posizionata arriva una belloccia locale piuttosto giovane, dall'espressione fra il sorridente e il soave: io credo sia per fare pulizia, ma in realtà predispone il tavolo per il pranzo: Ibrahim, Hamadoulla + altri due arrivano poco dopo e inizia così il primo dei pasti consumati al villaggio.
Ibrahim viaggia ancora con le stampelle dopo un incidente di qualche mese fa; mi accompagna verso la zona degli alberi da riprendere con Garmin spiegandomi come fare e informandomi ulteriormente circa il fatto che l'Harmattan li ha completamente spogliati delle foglie: lui palesemente non è in grado di operare e quindi si mette seduto tranquillo in disparte.



Nel frattempo ci sono altri che ripuliscono il terreno dove alloggiano i moncherini di Baobab e mi portano ad ogni pianta: eseguendo gli ordini impartiti dalla casa madre precedenza Baobab, anche se sono veramente difficili da individuare sul terreno.
Poveretti, sono degli stecchini! Fanno venire in mente il gioco con i bastoncini cinesi, ma questi sono in scala ridotta rispetto a quelli.




Dopo aver ripreso 94 piante con altrettante manovre di genuflessione necessarie in quanto non è possibile riprenderle dall'alto mancando di chioma, tutto il gruppetto operativo rientra dopo che Ibrahim mi ha fatto vedere come eseguire la manovra più importante della giornata: Data Export.
L'operazione va a buon fine e a questo punto si pone il problema della ricarica della batteria; sul tetto della maisonette c'è un pannello fotovoltaico ma manca la batteria ed i fili dell'impianto sono messi male e parzialmente scollegati fra loro.



Mi viene offerto di fare una doccia ed io accetto: non credevo di trovare nel vano doccia all'aperto dell'acqua calda scaldata appositamente per me!
Ad un certo punto, a buio inchiostro oramai in corso, arriva una batteria ed il tipo prova a collegare i fili senza successo fino a che uno dei ragazzini sempre presenti gli da le dritte giuste: a quel punto esclusivamente da una delle lampade al neon si propaga una flebile luce.



Intanto viene posato a terra un pannello più rigido che morbido e sopra viene messa una zanzariera: sarà il mio giaciglio.
In un momento in cui sono solo sento bussare alla porta ed io do l'assenso ad entrare: questa volta è una tipa bellina che dopo aver chiacchierato mi dice che sarebbe andata a lavarsi prima di tornare: devo aver capito male, anzi ho capito male, ma è stato divertente fantasticare.
Poi arriva il cibo che si consuma fra uomini come in ogni realtà rurale.
C'é un gran andare e venire di adulti curiosi di incontrarmi: per loro è una grande occasione, ma non sanno come lo sia anche per me!
Tanti discorsi con quei pochi che parlano francese e anche tante risate: questi di Kao sono veramente molto ospitali e sorridenti, i bambini, per quanto non particolarmente puliti, sempre attenti alle mie mosse: non entrano nella maisonette ma la tengono sotto assedio costantemente.




Se qualcuno allunga un piede più del dovuto viene subito richiamato duramente da uno degli adulti che non mi mollano mai.
Ho notato che l'unica signora che è venuta a visitarmi e che non parlava francese, osservando il giaciglio preparato per me, ha lasciato intendere la sua contrarietà circa il fatto che avrei dormito solo!?!
Finalmente, dopo che nell'ultima mezzora erano più gli sbadigli da parte loro che le parole da parte mia, avviene la cerimonia del commiato già sapendo che dopo la preghiera delle cinque comincerà il movimento del nuovo giorno, e non mancano tante ore; sono arrivato qui non in perfette condizioni fisiche e temo questa notte senza troppi ripari dal freddo potrà lasciare un segno.

Sabato 19XII15


Non ho patito il freddo ma la durezza dell'appoggio; inoltre ora è quasi raffreddore e gli occhi lacrimano, la testa è pesante, la voce alterata, ma io sono qui per completare un lavoro e devo agire di conseguenza.
Quando metto fuori il naso vedo che è stata depositata dalla bella locale che provvede al cibo, che poi è una delle due mogli di Hamadoulla, la teiera per il bidè contenente acqua calda per lavarmi: sono manifestazioni che apprezzo molto e che in questo ambiente rurale non te le aspetteresti mai!.



Dopo arriva la coppia, lui per fermarsi e lei per portare la colazione.
Tè, ma anche nescafè, bomboloni e tanto zucchero che io non utilizzo per niente – motivando la scelta - creando scandalo tra i presenti che si fanno delle grandi risate quando spiego i problemi indotti ai denti dei quali quasi tutti soffrono.
Con uno strumento applicato alla batteria dalla belloccia ingegnosa moglie posso mettere sotto carica Garmin, ma la ricarica si palesa molto lenta ed io vorrei cercare di terminare entro un orario utile tale da poter percorrere in sicurezza la pista per la città.




Nell'attesa chiedo ed ottengo di fare un giretto per il villaggio scoprendo subito che i più ricchi, quelli che vestono elegante e con abiti tagliati alla pseudo occidentale, sono quelli che hanno a che fare con le miniere d'oro.




Conosco Marjam, presidente del vivaio, onniscente in materia di alberi e loro localizzazione di impianto: gira con una bimbetta di 14 mesi attaccata alla schiena che poi sposta in avanti per allattarla senza che nessuno dei maschi presenti abbia occhi per il suo bel seno materno.
Qui è tutto così naturale e apparentemente semplice!
Si forma il gruppo come ieri e il lavoro procede per completare i Baobab; quando sto per eseguire la manovra finale tanto importante mi accerto che non ce ne siano altri e così scopro che una delle mie vedette ne ha individuati ancora una trentina.
Poi Export Treedom e i giochi sono fatti.



Al rientro metto subito in carica Garmin; anche il mio mobile sta tirando le cuoia, ma più di un oggetto per volta non si può e la cosa mi pesa perché sono sempre in attesa di sms da parte di Bruna che fa da ponte con BnD attraverso il suo p.c..
Chiedo ed ottengo prontamente accesso ad una toilette che si trova all'aperto, sempre predisposta con acqua calda a disposizione, quindi ancora cibo sempre troppo abbondante che io accetto nella giusta quantità anche se loro continuano a dirmi: “c'est pour vous, mangé”, ed io replico ringraziando e invitando tutti gli altri quattro o cinque a darsi da fare.
Finalmente arriva l'ora della preghiera e posso restare con la testa appoggiata al tavolo e gli occhi chiusi per cinque minuti.
Ma questa è una preghiera breve e si riparte in gruppo per Acacie e Karitè: dovrebbero essere complessivamente 100 pezzi invece sono di più a causa di altri Baobab scovati dalle mie vedette scorrazzanti sull'itinerario.



Il lavoro procede alacremente e sono veramente stanco quando l'ultima Acacia e l'ultimo Karité della serie spariscono alle mie spalle: fra genuflessioni, dolori alla testa e raffreddore ormai conclamato ho bisogno di mettermi al riparo fuori dal vento in un luogo protetto da finestre, anche se mi dispiace lasciare tanto frettolosamente la gente e l'ambiente che ho avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare.



Finito l'opera e prese delle foto con gli aiutanti mi appresto a partire, ma prima sono andato a salutare un ottantenne che mi aveva omaggiato di alcuni piccoli limoni, gli ultimi frutti stagionali del suo limoneto posto a confine con il vivaio: è la persona più anziana che ho incontrato, e mi è anche sembrato in buona salute.



Marjam mi porta delle arachidi in omaggio: carina e gentile!
Anche la moglie di Hamadoulla è venuta a salutarmi esprimendosi con tutto il francese del suo bagaglio culturale: attenta ai bisogni e allo stesso tempo invisibile, penso proprio possa essere considerata una buona moglie, un affare per Hamadoulla!
Certo che qui cresce ogni ben di dio solo bagnando la terra, e l'acqua per farlo c'è: ho visto diversi pozzi collocati in vari luoghi strategici.



Poi la mobilette percorre i 17 km che separano Kao da Ouahigouya senza problemi e mi deposita all'albergo dove arrivo bisognoso di medicamenti, anche se con me ho solo del Brufen 600 mg granulato effervescente che senza un bicchiere diventa complicato da assumere.
Appena riattivo la connessione wifi avvengono scambi di email veloci e alla fine invio a destinazione il risultato del mio lavoro utilizzando “drive”; poi vengo a sapere che solo usando wetransfer posso avere la certezza che tutto vada per il giusto verso.
Inizialmente ho pensato si trattasse di una funzione di Garmin ma è arrivata al volo l'imbeccata di Luca e ho cominciato a trafficare con questa soluzione: per me è una novità, ma ripeto volentieri l'operazione in questa modalità.
Mentre ancora i files si stanno caricando arriva la prima conferma sul buon esito della spedizione effettuata con la modalità a me nota: bene, allora posso rientrare alla base e lo farò volentieri domani in tarda mattinata dopo aver incontrato Ibrahim per un saluto ed aver informato Hamadoulla che forse ci vedremo più avanti, all'epoca della crescita delle nuove foglie dai bastoncini che ho conosciuto uno a uno..







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