martedì 26 marzo 2013

Appendice 4) a gran finale


Domenica 24.03 – Meno 1 a WWL/documenti, meno 2 a controllo polizia, meno 3 a consegna veicolo in Manzanillo e ad albergo con A/C, meno 5 a Condor: con queste ipotesi davanti agli occhi ho trascorso una notte che mi ha mantenuto leggermente inquieto, l'inquietudine di chi aveva già sentito vicina una scaletta simile e poi tutto è stato rimesso in discussione!
Penso che potrebbero manifestarsi problemi meccanici sino all'ultimo momento, penso che potrei avere difficoltà a confermare il volo nell'ufficio Condor in Panamà city (aperto solo il martedì), ma soprattutto temo il pagamento tramite carta di credito da effettuare all'aeroporto con un documento che fisicamente non possiedo.
Se non dovesse essere utilizzabile la mia carta prepagata cosa potrei inventare venerdì mattina all'alba in aeroporto di fronte ad un inflessibile incaricato Condor? Mi porterò dei contanti, ma il mio contatto a San Josè ha precisato by mail che il pagamento dovrà essere effettuato esclusivamente tramite carta di credito in quanto il centro operativo negli U.S.A. è stato informato in questi termini.


Per fortuna che verso mattina il venticello che penetrava mi ha quasi indotto a coprirmi, regalandomi una sensazione piacevole; poi sono arrivati i primi raggi del sole ed ho dovuto subito passare ai ripari, chiudendo le aperture da quella parte.
Ieri sera mi era stata preannunciata la possibilità di un movimento, ma oggi tale possibilità è rientrata.
Tenuto conto di come è parcheggiato il Nomade, è praticamente impossibile restare a bordo dalle 10 alle 17, ed anche alle 17 non è facile; ma con il ventilatore a soffitto lasciato andare a manetta e le finestre di un lato completamente aperta, spogliandosi di ogni indumento ci si può provare.


Inoltre, per le abbondanti sudorazioni dei giorni scorsi ho la pelle irritata tipo morbillo dalla cintura in su: da ieri sera ho cominciato ad avvalermi di una crema, ma ritengo sarà il cambiamento climatico che troverò a partire da Frankfurt la medicina giusta.
Ho quindi trascorso buona parte della mattinata nel soggiorno dove un ventilatore cerca di fare quello che può; quando stavo comunque pensando di salire a bordo rischiando un suicidio naturale, l'”avocado” e Angelica, la sua compagna, mi hanno proposto di accompagnarli qui attorno: ho risposto positivamente all'istante, contando sull'aria condizionata della Suzuki Swift.
Il giro non è stato di particolare interesse, ma ho avuto modo di parlare con il figlio di Jenny: egli è coetaneo di mio figlio, si reca al lavoro ogni giorno, escluso la domenica, alle 5 del mattino, torna a casa verso le 20.30, e dopo aver cenato effettua delle sessioni di studio al computer. Infatti sta cercando di conseguire una specializzazione in logistica attraverso l'università di stato e nel contempo segue un altro corso in materia marittima presso una università privata. Dorme poche ore per notte ed il fine settimana lo usa sia per recuperare sonno perduto che per studiare.
Anche Angelica lavora con gli stessi orari, salvo che tiene libero anche il sabato.


Quando mi è stato richiesto se volessi bere qualcosa, ormai erano quasi le 14, ho accettato. Il luogo, una panaderia dove sarebbe stato possibile pranzare in un format self-service, disponeva di empanada appena sfornate; quindi ho scelto una bibita di tamarindo, non come quelle ottenute usando lo sciroppo bensì ottenuta partendo dalla pianta che porta questo nome (diversa da quella conosciuta in Europa), accompagnata da una empanada di pollo ed una di queso. Ho imposto il pagamento di tutte le consumazioni da parte mia; come avrebbe potuto essere altrimenti con due ragazzi in età da poter essere figli miei?
Una volta rientrati mi è stato proposto di pranzare, ma io non me la sono sentita affatto e, dopo essermi accertato che Jenny non si sarebbe offesa, ho declinato l'invito.
Non sapendo come portare avanti la giornata ho chiesto di vedere la lavatrice solo perché essa è ubicata in una parte aperta della casa, ma al coperto, zona che risulta essere la più ventilata e vivibile.


Lì c'è una amaca dove sono poi stato invitato a sdraiarmi, cosa che ho fatto quando sono rimasto da solo: inutile precisare che sono riuscito ad addormentarmi per un po'. In questo momento le porte delle varie stanze sono chiuse e non si sentono rumori, io scrivo cercando di non pensare a domani.      

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