martedì 19 febbraio 2013

Obbiettivo San Rafael del Norte raggiunto: consegnato materiale per conto di Bambini nel Deserto


Lunedì 18.02 – Dopo le ultime notti ce ne voleva proprio una non disturbata dai rumori; l'unico che si è sentito è stato quello del vento, a tratti così forte da far ballare il Nomade.
Il fatto di avere a disposizione la connessione del collegio mi ha consentito di dare subito seguito ad alcune emails riguardanti rogne italiche mentre sul piazzale era in corso una cerimonia nell'ambito della quale le varie classi maschili e femminili erano ordinatamente schierate: a un certo punto alcuni ragazzi hanno espresso davanti al microfono dei loro pensieri che mi sono sembrati molto incentrati sulla loro patria.



Su questo argomento colgo l'occasione per aprire una piccola parentesi: è da quando sono entrato in Belize che colgo affermazioni, cartelli, atteggiamenti fortemente inneggianti al proprio paese, dal taglio spiccatamente nazionalistico.
Proprio oggi ho ricevuto notizie dalla persona che mi aveva aiutato a Puerto Quetzales; leggendole ho ritrovato questa stessa vena che qui riporto parzialmente: “Le cuento que soy Oficial de Ejercito de Guatemala con el grado militar de Mayor de Infanteria (jubilado o sea en retiro).
Tambien le se decir que estos del servicio al projimo viene de casa (de mi familia), de las escuelas donde estudie, incluyendo las militares y propiamente del glorioso Ejercito de Guatemala”.
Per le mie convinzioni il filone del nazionalismo non fa presa su di me, anzi, me lo fanno sentire come foriero di nulla di buono; specialmente più le nazioni sono piccole ed i loro confini sono così ravvicinati!
Oggi non era giornata da muoversi troppo in fretta, ma non pensavo certo di essere su strada soltanto verso le 10!


Il percorso da coprire è stato breve e ricco di bei panorami; 



la strada si è inerpicata solo sull'ultimo tratto ed il Nomade è riuscito a raggiungere l'indirizzo della Asociaciòn Nazareth Nicaragua senza problema alcuno.




Gli ambiti antro i quali l'associazione si da da fare sono: “desarollo productivo, medio ambiente, infraecstructuras sociales, salud, educaciçn, cultura, deportes, derechos humanos”.



Appena arrivato ho conosciuto Carmen, una giovane graziosa con una buona conoscenza del nostro idioma reso affascinante dalla cadenza ispanica: 



è stata nel sud dell'Italia tempo fa in ordine alla collaborazione della associazione per la quale opera con le Brigate Mediche Internazionali, entro le quali una italiana ha operato l'hanno scorso qui.





Mi è stata riservata un'ottima accoglienza; subito sono stato portato a conoscere la struttura e le persone che vi lavorano, a partire dal responsabile di nome Felix.



Mentre stavo prendendo accordi per la consegna del materiale ho conosciuto Rodolfo, uno degli otto componenti la Brigata Medica Andalusa che completerà la propria opera qui a fine mese: 



con la calorosa cordialità che contraddistingue l'Andaluso, sono stato subito invitato a condividere la comida nella casa dove abitano, dopo la sessione degli interventi chirurgici ancora in corso.
La mattinata è volata, ed anche il primo pomeriggio visto che l'equipe medica è solita fare pausa pranzo verso le 15!
Prima di allora ho provveduto a far scendere dal tetto il materiale che vi avevo stipato, predisponendo quello contenuto nel garage alla successiva consegna, liberando la bici da dove è rimasta per mesi, con lo scopo di lasciarla all'associazione che probabilmente la venderà per realizzare denaro utile a mantenersi.
Purtroppo alcune confezioni non avevano retto lo stress dato dal viaggiare parzialmente esposte, ma la maggior parte di esse è arrivata in buone condizioni.
Durante il tempo trascorso con gli Andalusi attorno al tavolo le condizioni climatiche hanno iniziato a modificarsi sino a virare in pioggerella microscopica con relativo calo della temperatura: penso proprio che questa notte rimetterò in funzione il piumino Ikea livello termico 01 anche perché, in ogni caso, qui la quota è di 1.200 m.s.l.m..
Ritornato alla sede dell'associazione ho trovato ad attendermi Frey Damiano, un francescano di Assisi, poco più datato di me, operativo fra Guatemala e Nicaragua da una mezza vita. 






Persona concreta ed essenziale, promotore dell'associazione assieme ad altri, ha partecipato alle operazioni di consegna assieme a Felix e a Carmen mentre vari fruitori dei servizi della clinica osservavano incuriositi la “casa ambulante”, come è venuto spontaneo chiamarla alla gente presente in loco.







Già in mattinata molti l'avevano visitata restandone impressionati, ma la persona che più se ne è interessata è stata una ragazina, dodici anni max., figlia della responsabile della lavanderia, venuta a bordo in più occasioni; mi parlava ed io non tutto capivo, eppure quando ci sono state altre persone in visita è stata lei a spiegare loro ciò che stavo dicendo.




Prima di concludere la giornata operativa Damiano ha voluto accompagnarmi da un meccanico per accertarsi se costui sarà in grado di svolgere il lavoro essenziale al proseguimento del viaggio, quello riguardante l'apparato frenante. 
Ciaco ha detto sì e domani mattina dovrebbe iniziare ad occuparsene.
Quindi, a bordo del Toyota pick-up del frate sono stato accompagnato in un santuario poco lontano, in una zona dove la gente vive in case di legno e lamiera senza servizi igienici, appena fuori San Rafael, in un'area nella quale ha imperversato la guerra civile.
Il Santuario è molto visitato da nicaraguensi che vengono anche da lontano perché è il luogo dove è sepolto un frate francescano abruzzese che ha operato in questa zona per tutta la vita facendo molto per i suoi abitanti tanto da essere passato da Beato a Santo: il suo nome era Odorico, se non ricordo male.



Damiano mi ha fatto visitare alcune sue realizzazioni: il museo riguardante Odorico, il museo archeologico dove sono esposti pezzi di valore da lui recuperati dalle mani delle popolazioni che vivono sperdute sulle montagne. 



In particolare sono rimasto colpito da una statuetta in terracotta risalente all'epoca classica (VII-IX secolo ), senza mani e piedi perché usata come giocattolo dai bambini! 

Ho visto pezzi che dovrebbero essere catalogati da specialisti e stare protetti in un museo, invece si trovano esposti in una bacheca o addirittura a portata di mano, che è sempre meglio che tornare polvere, cosa che sarebbe già accaduta se non ci fosse stato l'impegno di questo giovanile italico francescano.



Parlando con lui ho appreso informazioni su come funziona la famiglia, sullo sviluppo del posto iniziato dopo la fine della guerriglia, sulle coltivazioni e le loro dimensioni (esistono alcuni latifondisti in zona, il cui conto in banca è pingue ma le loro case si presentano miserevoli come quelle dei non abbienti), sul sistema sanitario nazionale e sulla tassazione, esistente più sulla carta che effettiva a causa dell'alto tasso di evasione fiscale al quale il governo sopperisce con tasse sui prodotti, come sul caffè, ad esempio.
Ci rivedremo domani e forse nei prossimi giorni potrò accompagnarlo a visitare uno di quei posti sperduti su per le montagne dei quali mi ha già palato.
Poi ho dialogato su vari argomenti con Carmen prima di ritirarmi con la sensazione che un tassello importante di questo viaggio ha trovato la sua definitiva collocazione: per il Nomade staremo a vedere.

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