martedì 26 febbraio 2013




Lunedì 25.02 – Giornata caratterizzata dall'addio al gruppo spagnolo: alle 13, terminati gli interventi chirurgici, dopo la consegna dei diplomi a coloro che avevano collaborato attivamente (ho sentito parlare di 142 interventi effettuati durante una permanenza di circa un mese), alla clinica Nazareth è calato il silenzio.


Ho potuto così parlare a lungo con Felix, il responsabile in comando, al quale ho posto vari quesiti ottenendo risposte ben argomentate.
Ho chiesto dell'operatività della clinica, del suo bacino di utenza (travalica ampiamente San Rafael), del progetto adozioni a distanza (non si rivolge solo ai bambini), del progetto musica, ma soprattutto ho appreso del progetto microcredito (è coinvolta anche l'italica O.N.G. Unione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e la Pace) e del progetto imperniato sull'ammodernamento delle strutture scolastiche sparpagliate sul territorio.


Il colloquio è avvenuto alla presenza di Carmen, ma non si è reso necessario il suo intervento in qualità di interprete.
Nei prossimi giorni ho chiesto che mi venga sottoposto almeno un progetto a basso impatto economico da valutare.
Quando tutti se ne sono andati ho avuto modo di scambiare opinioni con Carmen, quindi si è fatta viva Ana Cecilia, la ragazzina diventata grande conoscitrice del Nomade; io ho notato che la sella della sua bici era troppo bassa in riferimento alla misura della sua gamba. Lei non avrebbe voluto modificare nulla, ma io sono riuscito a convincerla in modo da ottenere, con lo stesso sforzo, un risultato migliore dalla sua pedalata.


Al momento di pensare alla cena ho avuto bisogno della connessione all'elettricità dopo aver provato a dare motore senza sentirne il rumore; per me è misteriosa questa faccenda perché la batteria che serve il motore non dovrebbe cedere energia a quelle della cellula abitativa, che sono risultate sempre al 100% di carica (stando al display). L'argomento elettrico è un altro talloncino d'Achille al quale non sono e non sarò in condizione di porre rimedio, se non una volta tornato alla madre patria.

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