lunedì 26 novembre 2012

Joshua Tree National Park


Venerdì 23.11- Giornata in buona parte trascorsa a Palm Spring dove il clima è secco e caldo, un binomio assai gradevole in questa stagione: i colori della natura risultano vivi, il deserto circostante, di tipo collinare, affascinante ed aspro.
Lavoro sodo per aggiornare il blog terminando quando sono già le 13.

Con questo caldo meglio avere altra “drinking H2O” a bordo, quindi altro giro Walmart per il rifill e poi, prima di imboccare la strada per Joshua Tree, blitz sul piazzale per camions Pilot dove, con un uno due rapido, riempio il serbatoio dell'acqua.
Se non si parte subito si rischia di arrivare quando il Visitor Center sarà già chiuso; la CA 62 ad un certo punto inizia a salire sino ad una quota superiore ai 1.100 m.s.l.m. ed il Nomade fa un po' fatica carico com'è.


L'approccio al V.C. avviene poco dopo le 16.30, giusto in tempo per apprendere che i campground sono pieni e qualche altra informazione di carattere pratico.
Non resta altro da fare che cercare una sistemazione adeguata mentre il buio si appropria di ogni dove.


Alla fine l'indagine porta il Nomade su un piazzale commerciale, guarda caso marcato Walmart, in Yucca Valley.
Qualche lettura, l'elaborazione della cena, il riordino della cucina, la scrittura di queste scarne note e la serata è già andata.


Sabato 24.11 – In prima mattinata la temperatura a bordo risulta un po' fresca, ma in poco tempo, fra Webasto ed il sole splendente, il comfort è stato assicurato.




Successivamente, superata la postazione dei Rangers, i Nomade si è ritrovo in un ambiente National Park, con tanto di dati sulla qualità dell'aria: ottima.
Alla prima possibilità di sosta è avvenuto l'approccio concreto con questa realtà; 



  

Joshua N.P. avevo deciso di saltarlo, ma gli ultimi cambiamenti intervenuti mi ci hanno comunque portato.
Non tanto per la variazione genetica della yucca trasformatasi in albero, chiamato poi Joshua dai primi Mormoni arrivati ad insediarsi in questi luoghi, quanto dall'abbinata costituita dalle forme del granito ovunque presente, dalla vegetazione, dal clima del deserto che comporta anche cielo terso e colori vivi, per tutto questo il Nomade si è dichiarato felice di averci messo le proprie zampe.





Dopo l'aria fritta di Los Angeles, dopo tutto il tempo trascorso a Santa Maria, era da prima di San Francisco che era venuto a mancare il contatto con la natura come solo all'interno di un N.P. è possibile avere.





Pertanto la giornata è filata via liscia fra soste dove effettuare brevi escursioni e trasferimenti fra un luogo e l'altro; 





verso le 16 ho voluto verificare la veridicità del cartello che indicava “full” un campground vicino al luogo dove ci si stava dirigendo trovandolo corrispondere al vero: quindi, dopo il tramonto ammirato a Keys View, anche questa sera la sosta avverrà nel posto di ieri sera!





Mentre si stava lasciando Keys ho incrociato lo sguardo di un ragazzo che mi ha subito salutato da lontano avvicinandomi: che piacere è stato conoscerlo!
Marco è il suo nome, Palermo la sua città natale, 38 anni la sua età: si tratta di un Ingegnere spaziale che fa il ricercatore a Monterey, felice della sua scelta di vita e del compenso che percepisce, oltre al fatto che risiede in un angolo di costa californiana di tutto rispetto.



Attratto dal Nomade mi ha confessato che vorrebbe poter realizzare un progetto di viaggio simile prima o poi.
La sua compagna ha lasciato un lavoro da programmatrice in patria per raggiungerlo: una bella coppia dotata di materia grigia in abbondanza.
Marco mi ha parlato di altri giovani colleghi italici che hanno scelto la strada dell'espatrio per trovare nel loro lavoro dinamico soddisfazione sotto tutti i punti di vista.


Dopo il Nomade ha percorso oltre 40 km. per uscire dal N.P. e riconquistare la posizione: ma come scende in fretta la temperatura appena se ne va il sole!  

Nessun commento:

Posta un commento