Che giornata logorante!
Ma andiamo con ordine: l'altoparlante della moschea ha diffuso il
richiamo alla preghiera soltanto alle 6.30, quando ero già sveglio,
pertanto non mi ha arrecato alcun fastidio; il meccanico si è
presentato ad aprir bottega alle 8.30, però si è subito recato al
caffè all'angolo dove si è intrattenuto sino alle 9.30. Non
riuscendo a capire bene i tempi residui dell'intervento, sono
indeciso:allontanarmi per le mie commissioni o restare a controllare?
Alla fine decido di
restare, e così facendo ho l'opportunità di conoscere un residente
che si trova nella boutique dell'elettrauto: si chiama Moamed, ha 38
anni, ha trascorso un lungo periodo della sua vita in Italia dove si
è sposato ed ha un figlio quasi maggiorenne, nel 2009 la storia
d'amore si è conclusa e lui ha deciso di tornare nella terra natia,
però non a Casablanca, sua città d'origine, bensì a Dakhla dove,
all'epoca, il padre aveva incarichi religiosi nell'ambito della
moschea. Infatti Moamed occupa un appartamento a fianco alla moschea
dove, momentaneamente, vive da solo, pur avendo per la testa l'idea
di prendere moglie.
L'incontro si rivela
subito interessante per il livello culturale della persona, qui
impiegata come insegnante di lingue (inglese e francese), ed utile
per poter finalmente dialogare, suo tramite, con il team dei
meccanici & elettrauto. Dato che la sua abitazione è
praticamente di fronte al garage, è sempre in grado di sapere se
arrivano degli italiani semplicemente osservando le targhe, e ciò
perché ha una gran voglia di parlare nella lingua che ha usato per
così tanto tempo. Mi mette al corrente di aver dato supporto, mesi
addietro, ad un italiano che aveva una piccola auto con dei problemi
meccanici, ed automaticamente esprime la stranezza data dal fatto che
anche costui fosse stato indirizzato a questi meccanici dal
campeggio. Ricordo perfettamente l'episodio perché ero presente
quando arrivò con la sua piccola Opel Agila diesel in avaria,
immatricolata in Senegal; ebbi modo di conversare con lui, un toscano
da diversi anni in quel paese, che esprimeva considerazioni poco
positive sui senegalesi, specialmente in funzione dei rapporti
commerciali che aveva creato là: li definì inaffidabili, mentre
aveva maggior riguardo per i mauritani.
La conversazione si è
sviluppata ad ampio raggio, toccando argomenti sociali, politici ed
economici inerenti tutta l'area araba islamica che va dalla Siria al
Marocco.
Quando gli chiedo se sa
indicarmi un luogo dove poter acquistare delle bombolette campingas,
in modo da poter utilizzare il fornelletto che mi lasciarono quei
carissimi amici che, dopo averli iniziati alla vita in camper nel
lontano 1998, in varie occasioni successive hanno condiviso dei
periodi con me sia noleggiando un VR che essendo miei ospiti, egli si
rende subito disponibile ad accompagnarmi. Il luogo non è lontano,
così poi ci fermiamo in un bar a consumare un caffè mentre la
nostra conversazione non ha sosta. Dopo averlo messo al corrente
dell'episodio innescato dai gendarmi e relativo alla mappa del
mondo, non ha remore a definirli degli imbecilli. E va oltre quando
parliamo di argomenti religiosi, quando mi racconta di un prete
lombardo che lo aiutò all'inizio del suo periodo italico, una
persona con la quale è rimasto in contatto, una persona che
definisce come molto al di sopra dei religiosi locali, i quali non si
danno da fare per nulla nei confronti della gente, al contrario del
conterraneo; inoltre evidenzia la maggiore umanità della religione
cattolica e degli italici rispetto alla religione islamica e ai
musulmani che la praticano. Quindi mi racconta dei rapporti fra gli
abitanti di questo ex Sahara spagnolo ed il Marocco, definendole
persone ignoranti e senza scrupoli nel giocare qualsiasi carta pur
di avere vantaggi economici, gente che è arrivata ad esporre la
bandiera algerina alle finestre delle proprie case per ottenere
qualcosa dai governanti marocchini onde ritirarle. Ora pare che il
Marocco abbia cambiato politica verso costoro, prendendo un
atteggiamento più energico, anche a tutela di chi non usa la
prepotenza come merce di scambio. Tornati al garage posso constatare
che le operazioni sono ancora indietro, anche se non manca molto,
fatto salvo quanto la prova su strada potrà rivelare. L'ora del
pranzo sarebbe già maturata da un pezzo, ma non mi sento in
condizione di utilizzare il Nomade sin che salgono e scendono i vari
“specialisti”, i loro assistenti, gli apprendisti.
Pertanto invito Moamed ad
accompagnarmi in un qualche ristorantino, ed egli accetta di buon
grado. Ci sediamo all'interno di un locale non più squallido di
altri, ordinando del pesce fritto secondo gli usi locali: a ciascuno
viene servito un piattino di verdure cotte con del riso, due ciotole,
una contenente dei fagioli stufati e l'altra una salsa, quindi il
piatto con il pesce accompagnato da patate fritte, qualche foglia di
insalata e delle olive, il tutto a 30 D. cad. = € 3,00 cad..
Successivamente viene il
momento del giro di prova a fine lavori; mi metto alla guida con
Moamed di fianco ed uno dei meccanici dietro: non è servito fare
tanta strada per rendermi conto che non c'è stato nessun
miglioramento per quanto riguarda il cambio, mentre per il relè si
sa che la soluzione del problema è opera del camperista francese:
questi hanno impegnato del tempo senza concludere nulla!
Il meccanico mi informa
che servirebbero altri due giorni di lavoro per sistemare il cambio,
ma io per grullo posso passarci una sola volta e quindi rifiuto,
imponendogli di finire il rimontaggio dei pezzi ancora mancanti e di
tirare le somme. Certo che non avrei voglia di pagarli questi
cialtroni, ma preferisco chiudere la faccenda avvalendomi
dell'intermediazione di Moamed che sembra viverla come Babacar aveva
vissuto quella con il meccanico senegalese.
Si fa vivo l'elettrauto
che reclama 300 D.; replico che il suo apporto non è stato di grande
aiuto, ma visto che è stato coinvolto dal meccanico, reputo questi
capo commessa e quindi preferisco avere un solo interlocutore. A voce
mi viene riferito che la richiesta dei meccanici è di 3.000 D.;
attraverso Moamed chiedo di poter avere una nota esplicativa. Quando
questa arriva, avendo capito l'aria che tira, essa evidenzia una
somma di 1.500 D., sempre eccessiva per ciò che hanno fatto, ma non
ho voglia di sollevare una questione di stato, quindi faccio sapere
che sono disponibile a liquidare quell'importo come inclusivo anche
della prestazione dell'elettrauto. Quando sembra di essere sul punto
di concludere, salta fuori la richiesta di 300 D. da parte di un
aiuto meccanico; gli faccio avere 200 D. e colgo la sua prima
reazione di stizza, consistente nel lanciarli a terra sdegnato:
penso, chi se ne frega! O questo o niente.
Quindi, complessivamente,
ho regalato 1.700 D., sono stato impegnato 3 gg., e ci stiamo
lasciando in un modo poco elegante, mentre con Moamed ci scambiamo i
rispettivi numeri telefonici.
Le esperienze meccaniche
riferite da altri camperisti in questo paese sono generalmente state
positive, ma questo paese, che i gendarmi mi hanno fatto notare
essere tutto uno sino al confine con la Mauritania, in realtà cambia
dopo Agadir, e a me è capitato di trovarmi abbondantemente dopo
Agadir ad affrontare la questione.
Prima di rientrare al
campeggio mi fermo nel luogo deputato alla connessione wi fi, dove
riesco nell'intento; in più riesco anche ad effettuare diversi
collegamenti a mezzo skype, apprendendo di incombenze nuove e
fastidiose che mi attendono al rientro.
A questo proposito, se il
cambio riuscirà a mantenere lo stato attuale di funzionamento,
cercherò di rientrare senza cercare altra assistenza meccanica, ma
se dovesse peggiorare, conto di poterla trovare, qualificata, sia ad
Agadir che a Casablanca, località entrambe assai distanti da qui..
Certo che ora il viaggio
diventa a rischio, specialmente nei lunghi tratti desertici che mi
attendono nei prossimi giorni; inoltre, esperienze come quella appena
vissuta, inevitabilmente tolgono smalto al viaggio.
Ed ora la notizia buona,
come usa fare la Gabanelli alla fine della puntata: sono riuscito a
rimettere in funzione il Webasto, ora si tratta di capire se
continuerà a cucinare o se farà altre bizze, ed in questo caso mi
potrà tornare utile il piccolo fornelletto da tendisti.
Dopo una notte segnata
dalla preoccupazione per le condizioni del cambio e dai 1.150 km. che
mi separano da Agadir, decido di trascorrere la giornata a Dakhla
cercando di prendere fiducia, impegnandomi nella sistemazione di
varie commissioni, fra le quali la sottoscrizione di una RCA che, se
non fossi stato così preso dalle lunghe procedure, avrei potuto
individuare il luogo dove procedere alla bisogna già alla frontiera.
Mi ripasso ancora il mercato rifornendo a dovere la cambusa, quindi
vado sulla costa a godermi l'impeto dell'oceano che, con il vento
costantemente presente come in questi giorni, è particolarmente
spumeggiante. Se non mi guardo attorno e mi concentro solo sulle
onde, sul colore dell'acqua, sulle canne da pesca piantate sulla
spiaggia, il luogo risulta gradevole, ma lo sguardo non può essere
limitato da un paraocchi, pertanto non posso non considerare lo
scempio della costa che è in corso attraverso lo sversamento di
terra mista a residui di spazzatura precedentemente combusta,
operazione che lascia spuntare ovunque sacchetti di plastica ed
altro: un vero peccato, che va di pari passo con con la miriade di
costruzioni in fase avanzata di confusa realizzazione poco lontano.
Nella calma del posto
dove mi sono fermato inizio a cucinare il pesce acquistato stamane,
un bel trancio di coubrine; dopo il pranzo, prima di prendere altre
iniziative, scendo a rinfrescarmi con una bella sventolata d'aria
pungente; è così che posso rilevare la pozza d'olio formatasi sotto
al motore, immediatamente riconoscendo al mio intuito il merito di
aver preso tempo prima di riprendere la strada verso Nord.
Mi vien da pensare che il
veicolo non è più in grado di muoversi, ma che fare? In circostanze
di questo tipo non resta che chiamare il soccorso stradale: rapida
riflessione; per me, qui ed ora, l'unica possibilità di soccorso è
rappresentata da Moamed.
Lo chiamo sul portatile,
sperando che sia in funzione; così è. Dopo avermi ascoltato mi
invita a richiamarlo trascorsi 20', in modo da organizzare il mio
recupero. Al momento di richiamarlo scopro di non avere più credito!
Recuperata velocemente la scheda mauritana che ancora è dotata di
credito, finalmente riesco a ripristinare i contatti; vengo così a
sapere che lui ed un meccanico sono già per strada, ma, equivocando
le mie indicazioni, anziché muoversi in direzione opposta al faro,
dove io mi trovo, loro sono andati oltre il faro.
Al momento del
ritrovamento il meccanico esprime difficoltà a poter rimorchiare il
Nomade, quindi mi invita a mettere in moto e a seguirlo molto
lentamente: dove? Nella stessa via dove operano i cialtroni, la via
dei meccanici, quasi di fronte a loro. Moamed intanto mi parla della
correttezza di questo meccanico, mentre io attendo di vederlo
all'opera per rendermi conto in quale categoria collocarlo.
Dopo aver smontato lo
scudo paramotore che i cialtroni, pur avendo sistematicamente
insistito sull'argomento, si erano ben guardati dal fare, viene messo
a nudo una componente della scatola del cambio fessurata, ed è
proprio da lì che è fuoriuscito l'olio. Perché è fessurata?
Perché qualche cosa, dall'interno, ha provocato una pressione
anomala. Quindi si tratta di smontare questa parte, non prima di aver
liberato da altri componenti il vano motore; fatto ciò, il risultato
è quello di aver messo in evidenza un tot. di residui ferrosi, sfere
di un cuscinetto ed altro, vaganti, il tutto di pertinenza al quinto
rapporto. Brutta faccenda, ma ora mi è chiaro da che cos'era
generato il rumore di fondo che avevo cominciato a percepire, il cui
peggioramento, prima di raggiungere Dakhla, mi aveva allarmato.
Se i cialtroni non
avessero impiegato tre giorni continuando a recitare per far salire
il prezzo delle loro inutili prestazioni, non solo il problema
avrebbe potuto essere risolto prima, ma soprattutto il danno avrebbe
potuto essere di minor entità.
A questo punto chiedo di
approfondire l'indagine procedendo a smontare tutta la scatola del
cambio, cogliendo nel segno: infatti si scoprono altri ingranaggi
erosi a causa della masticatura di residui che non avrebbero dovuto
andare in circolo.
Quando i meccanici tirano
giù la clerck il quadro è preoccupante, ma ci sono speranze di
trovare in loco una “boite de vitesse” usata presso qualche
sfasciacarrozze. Prima di procedere chiederò di verificare la
possibilità di averne una ufficiale interpellando Fiat dove è
presente.
Nell'attesa che Moamed
termini i suoi impegni con degli allievi nella piccola aula posta
all'interno del suo antro abitativo, gironzolo qui attorno alla
ricerca di una ricarica Maroc Telecom, mischiandomi alla quotidianità
della vita delle persone che si muovono attorno a me. Così noto
meglio boutique ed attività in corso di
svolgimento, anche con il buio, verso le ore 20.00; ce ne sono alcune
aperte, ma temporaneamente senza il titolare che tornerà a momenti,
una volta terminata la preghiera alla Moschea qui a fianco. Dopo aver
messo il naso dentro ad alcuni esercizi, vengo indirizzato al posto
giusto, dove posso effettuare la ricarica usufruendo di un'offerta
che la moltiplica per cinque: niente male!
Trovando la
porta aperta, mi affaccio nell'aula di Moamed, dove scopro alcuni
giovani studenti assai simpatici e desiderosi di interagire con me in
qualche modo. Appena l'aula si libera propongo a Moamed di
condividere la mia cena a bordo del Nomade, il quale è pendente su
di un lato perché nell'altro, dove è stata tolta la ruota, è
sollevato da un crick, lasciando comunque possibile la vita a bordo.
Egli accetta di buon grado, trattenendosi sino alle 22.00, dopo aver
gustato il tacchino affogato nelle lenticchie accompagnato da un purè
di patate, ricordando tanti episodi della sua vita in Italia, della
quale porta un ricordo molto positivo, mettendo in evidenza come io
sia stato sottoposto ad un trattamento iniquo e razzistico da parte
dei meccanici cialtroni. Secondo lui questi sono in combutta con
quelli del campeggio e restano impuniti per i favori che elargiscono
a chi dovrebbe mettere in atto delle azioni di controllo. Devo
onestamente dire che non tutte le persone incontrate in quest'area si
sono dimostrate di questa pasta, anche se mi rendo conto che Moamed
qui è visto come un marziano, appartenente ad un altro sistema
solare a causa della sua mentalità, così diversa e lontana dalla
loro.
Sarà il
giorno della verità? Per ora, l'unica verità riscontrabile è data
da un uovo lanciato contro il finestrino della guida da qualcuno,
forse insofferente per la mappa. Mi decido allora a ritagliare su
carta la sagoma di tutto il territorio marocchino, sovrapponendola a
quella della mappa con dello scotch trasparente, in modo da non dover
innescare suscettibilità di valenza negativa nei miei confronti.
Alle 8.30 vedo arrivare il meccanico, più tardi mi reco al Bar con
Moamed per un caffè, e lì si accoda anche lui ed il suo assistente;
vedo che il tempo passa e nessuno si agita per il lavoro, sino a che,
alle 10.30, il meccanico si defila, ma non è per il mio problema,
bensì per un'auto a targa nera = governativa sulla quale si
concentra per un paio d'ore. Onde evitare di continuare a
sollecitarlo senza ottenere alcun esito, come dice Moamed, meglio
mettere i nervi in frigo e dedicarsi ad altro. Prima una breve
passeggiata indirizzata alla ricerca di qualche cosa che mi manca,
poi la lettura di qualche passo di un interessante libro sul sufismo,
all'ombra del giardinetto a fianco all'abitazione di Moamed, quindi
la verifica che il meccanico si sia messo in moto per me: ora non c'è
nè lui nè la sua auto, non mi resta che attendere per saperne di
più.
Prima, mentre
stavo cercando di orientarmi fra gli scaffali di in un negozio, ho
sentito Moamed conversare con una ragazza; ho poi saputo che questa
ha visto la scena del lancio dell'uovo contro il Nomade. Ancora prima
avevo notato due ragazzi con gli zaini sulle spalle, sicuramente
degli studenti, puntare direttamente alla mappa del Nomade, e poi,
vista la correzione da me appiccicata, allontanarsi sorridenti in
altra direzione.
Intanto è
arrivato il primo responso da parte del meccanico: se ho ben capito
ci sarebbe una scatola del cambio da andare a vedere con i propri
occhi a Laayoune, 500 km. da qui, a mio avviso con il rischio che non
vada bene. Allora preferirei interpellare la Fiat per avere delle
certezze!
Stamane ho
ricevuto una comunicazione da BnD nell'ambito della quale, per il mio
problema, mi è stato indicato di rivolgermi a Polona per cercare di
avere la possibilità di indagare a Marrakech. Credo che la sosta
sarà lunga, debbo riconsiderare le mie strategie, mi sento addosso
un vago senso di stanchezza, più psicologico che altro.
Decido che è
giunto il momento di riascoltare il meccanico italico per un
consulto, ma purtroppo egli si trova alla guida fra gallerie e mi
invita a richiamarlo dopo; successivamente non mi è stato più
possibile parlargli, quindi gioco la mia ultima carta, che avrebbe
potuto essere la prima, quella del soccorso stradale previsto come
garanzia aggiuntiva della polizza auto. Dopo aver spiegato per bene
la situazione all'operatore, successivamente vengo chiamato dallo
stesso e messo al corrente che verrò contattato da un corrispondente
in Marocco, consigliandomi di mantenere la calma e portare pazienza
perché l'operazione non sarà così immediata. Valuto anche
l'opzione Laayoune indicata dal meccanico, sentendomi pronto a
mettere qualche D. anche su questa ruota se riuscirò a parlare con
il meccanico prima che con quelli del soccorso, soccorso che pare
dovrà muoversi da Agadir (circa 1.200 km.) o da Casa (circa 1.800
km.) e quindi impiegherà almeno due gg. Per arrivare da me.
Purtroppo il meccanico torna al lavoro quando è troppo tardi per la
giocata su di lui, quindi lo invito a rimontare l'essenziale di
quanto ha smontato, riponendo il resto nel vano garage.
Intanto vengo
contattato prima dalla centrale operativa di Casa, poi da un
soccorritore locale che deve accertare le misure del mio veicolo,
quindi dall'Italia per scoprire che lì non si sono resi conto nè
delle distanze esistenti fra me e Agadir, nè del fatto che qui non
vorrei passare un'altra notte su strada. Così rispiego tutto daccapo
circa la situazione ambientale e il tipo di avaria in cui sono
incappato. Dopo poco più di tre ore dalla mia richiesta di soccorso,
dall'Italia mi viene chiesto se il camion che dovrà prestarmi
soccorso è già arrivato: spiego che no, che ancora non è stato
trovato un camion adatto e che comunque c'è molta strada da
percorrere. Scopro così che la cortese interlocutrice non ha la
minima idea di dove io sia, anzi, costei sostiene che esiste una
località denominata Dakhla anche non lontano da Agadir, sic! Inoltre
capisco che sta operando usando Google Maps, sistema non idoneo ad
indicare le distanze di questi luoghi che non rientrano fra quelli in
memoria.
Intanto
avvicino il bancomat per poter sistemare quanto richiesto dal
meccanico, anche se non meriterebbe nulla dopo la scena violenta alla
quale mi ha sottoposto, stracciando la notula che gli avevo richiesto
solo perchè gli avevo contestato l'importo esposto a fronte delle 4
ore di lavoro dichiarate. Il suo socio mi chiede di scusarlo
incolpando il diabete, del quale soffre, per la reazione inconsulta,
ma rincarando la dose sul fatto che le ore di lavoro per stranieri
dovrebbero essere quotate 300 D. cad, mentre loro le hanno quotate
solo 100 D. cad., peccato che la realtà corrente sia di 30 D. cad.,
e ne avrò conferma poco dopo.
Quando torno
pretendo di avere una nuova edizione della ricevuta strappata, tanto
per avere un ricordo da inserire nella mia raccolta (essa riporta
quanto segue: le voyage en voiture + le telephone + 4 heures du
travaille, l'essence pour chercher le piece de la boite + les appelle
telephonique a Layoune), consegno i 1.000 D. richiesti spiegando ad
entrambi che non sono rimasto per niente soddisfatto di dover pagare
più del doppio del giusto il loro intervento.
Ma essendo
bloccato qui ancora per almeno due giorni ed avendo già dei non
amici nei meccanici cialtroni della prima ora, ho ritenuto di non
seguire il motto "tanti nemici = molto onore", anche se la
voglia di far presente la situazione a qualcuno, che però non so chi
potrebbe essere, mi è venuta in mente.
Lascio Moamed
per il suo impegno serale con gli allievi privati e, fra una
telefonata da Casa ed altre dall'Italia che non spostano i termini di
tempo e le modalità del soccorso, vengo avvicinato da Flavia, che
insieme ad Alberto, costituisce l'equipaggio di un piccolo Iveco 4x4
che avevo notato sia di passaggio al camping che in sosta davanti al
mercato coperto. Anche loro mi avevano notato mentre ero in avaria,
inoltre avevano saputo altro di me dai meranesi ed ora, trovandomi
qui mi chiedono notizie. Inizia così una buona conversazione con due
persone che mi danno l'impressione di essere semplici e molto
positive, viaggiatori da 4x4 prima in auto e adesso in camper, dotate
di tutti i visti prepagati in Italia per l'itinerario da loro
prescelto al quale hanno dovuto rinunciare a causa della improvvisa
chiusura della frontiera fra la Mauritania ed il Mali. Secondo loro,
che come me hanno subito una mutilazione sulle mappe apposte sulle
due fiancate appena sbarcati a Tangeri, c'è qualcosa che sta
bollendo in pentola anche in questo paese, con un accento particolare
a quest'area, anche se nessuno ufficialmente lo ammette. Così
parlando delle nostre esperienze presenti e passate relative a viaggi
in paesi lontani, il tempo vola; vengo a conoscenza del fatto che
pure loro hanno appena fatto eseguire un intervento meccanico, ma non
su questa strada dove si annidano i ladri, bensì poco lontano,
ricevendo dall'operatore una richiesta di pagamento assolutamente
corretta, con le ore di lavoro valutate a 30 D. cad., esattamente
come immaginavo essere la valutazione su piazza. Mi vedo poi
costretto a rifiutare l'invito a cenare assieme questa sera visto che
ho già preso un impegno con Moamed, ma concordiamo per stare insieme
domani a mezzogiorno, visto che loro sostano liberi poco lontano da
qui.
Rraggiungo
Moamed un pò tardi sull'orario previsto, quando nell'aula sono
rimaste le ultime allieve, fascia di età 14 – 18 anni; Le trovo
vivaci e spigliate, molto comunicative, anche se non hanno una
conoscenza dell'inglese e del francese tale da poter fare
conversazione, se non attraverso Moamed: alla loro richiesta di
conoscere il mio parere su Dakhla, non posso celare le duplici
esperienze con i meccanici e le loro esose richieste; al sentire ciò
la loro reazione è immediata, comunicandomi che non loro non
avrebbero pagato, bensì sarebbero andate alla polizia a denunciare
il fatto. Ragionamento lineare che non fa una grinza: beata gioventù!
Una di queste,
Maryam di anni 14, agginge un suo commento al fatto dicendo che sono
stato spellato come un pollo, ma senza l'ausilio dell'acqua che
normalmente si usa per facilitare l'operazione: resto colpito da
questa immagine così concreta e rispondente al vero evidenziata da
una ragazzina.
Lasciando
l'aula mi salutano tutte con grande slancio, pur avendomi conosciuto
per poco tempo, ma quanto basta per rappresentare per loro un
incontro esotico.
Questa sera la
condivisione della cena con Moamed prevede la coubrine, il pesce
acquistato ieri e già bello che cotto; dopo cena facciamo quattro
passi nel quartiere dove sono ancora vive molte attività; la
spiegazione è semplice: visto che l'apertura al mattino non avviene
quasi mai prima delle 9.30/10.00, di conseguenza la chiusura avviene
in orari inconsueti per un europeo!
Intanto,
passeggiando, mi racconta di alcune sue allieve di una fascia di età
che arriva sino ai 22 anni alle quali aveva parlato di me tanto da
destare in loro la curiosità di conoscermi; il mio arrivo in ritardo
non lo ha consentito, e secondo me fra queste ci potrebbe essere
quella sulla quale Moamed ha messo gli occhi, per cui, dopo i tanti
discorsi incentrati sull' argomento del rapporto uomo donna costì,
penso che ci avrebbe tenuto a farmela conoscere (ovviamente il tutto
senza averlo palesato questo suo eventuale interesse).
Durante
un'ultima conversazione telefonica dall'Italia tendente ad
aggiornarmi, effettuata da Alessia, operatrice del centro assistnza
che mi ha amorevolmente adottato, a fronte della sua preoccupazione,
è mio il compito di tranquillizzarla sul fatto che me la caverò
anche per questa notte da trascorrere su strada; ciononostante mi
anticipa una sua chiamata per domattina verso le 9.00 onde
informarsi su di me. Non so se rientra nelle normali procedure
seguite dal centro assistenza, ma questo gentile accudimento da
lontano lo trovo squisito.
Puntualmente
arriva la chiamata da Alessia verso le nove del mattino: il veicolo
di soccorso è per strada, non si sa se riuscirà ad arrivare entro
sera; personalmente sono portato ad escludere questa ipotesi, ma
colgo l'occasione affinchè Lei comunichi ai corrispondenti i dati
tecnici del mio veicolo onde poter iniziare una ricerca sulla
presenza o meno del ricambio laddove verrò condotto, perché mi
sembra assurdo dover poi stare in sosta là nell'attesa di un
ricambio che probabilmente dovrà arrivare dall'Italia. Mi chiede se
sono sicuro su ciò che serve in quanto, normalmente, solo a veicolo
giunto in officina questa effettua la ricognizione; indico nella
"Boite de vitesse" completa la mia esigenza, pertanto mi
assicura che anticiperà questa richiesta via fax, sapendomi dire
qualche cosa nel pomeriggio.
Mi decido ad
uscire per fare quattro passi nell'attesa del rendez vous con Flavia
ed Alberto; questo quartiere lo giro da giorni eppure mi sfugge
sempre qualcosa: oggi noto un piccolo giardino pubblico, un pò
defilato, senza frequentatori. Camminando mi trovo nella direzione
del mercato, così decido di raggiungerlo sapendo che lì vicino è
parcheggiato il 4x4 degli amici; infatti lo trovo facilmente, solo
che loro sono già usciti, quindi rientro dalle mie parti trovandoli
seduti al bar ad attendermi. Iniziamo a raccontarcela come ieri, sin
tanto che arriviamo a parlare di noi, così salta fuori il mio
progetto per le Americhe. Consumiamo un pranzo in un ristorantino qui
dietro quando, improvvisamente, Alberto mi chiede maggiori dettagli
rispetto alle mie tempistiche per arrivare in Alaska; questa è una
meta che lo stuzzica, al contrario del resto del Nord America, quindi
mi lancia una proposta sulla quale riflettere consistente
nell'ospitarli a bordo a fronte di una precisa condivisione delle
spese per il periodo, salvo interrompere la convivenza se non
dovessimo stare bene insieme. Non mi aspettavo certo un discorso di
questo tipo, sono impreparato, ma la cosa non mi dispiace e pertanto
ci rifletterò prima di decidere, tenendoci in contatto by email.
Stiamo insieme fino al calar del sole e ci lasciamo davanti alla
loro, come dire, maisonette, viste le dimensioni essenziali dello
spazio abitativo di cui dispongono.
Nel frattempo
ho potuto dialogare telefonicamente sia con Alessia che con
l'officina Fiat di Agadir in quanto non viene identificato il mio
veicolo con i numeri forniti; forse che uno 0 è invece una O?
Comunque
qualcosa si è messo in moto! Vengo informato che il veicolo di
soccorso arriverà a Dakhla durante la notte, l'autista si riposerà
il tempo necessario e dovrebbe poi venire a caricarmi in mattinata:
sono tutte notizie rassicuranti, tali da poter attendere l'evolversi
della situazione con fiducia.
In serata
raggiungo Moamed a casa sua per la cena alla quale contribuisco con
un buon risotto; il tempo tarscorso in questa città mi ha consentito
di conoscere persone come lui, e poi Flavia e Alberto, per cui tutto
il male non è venuto per nuocere.
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