sabato 16 gennaio 2016

Le cose cambiano comunque, a volte all'improvviso


Mercoledì 13.01.2016
La novità del mattino è che Sony Vaio non carica W: ciò significa p.c. inutilizzabile sino a che non troverò un informatico migliore di quello che aveva già operato nei primi giorni a Ouaga.
Come gli esperti continuano a ricordarmi, bisogna salvare tutto il lavoro su vari supporti: peccato che da un po' di tempo non lo stessi facendo! Comunque nulla è perduto.
Mi manca l'appoggio che avevo avuto ancora nelle Americhe dal giovane ingegnere aeronautico amico che da casa a Milano era penetrato nel mio p.c. mentre mi trovavo in California riuscendo a sistemarmelo in tempo reale.
Al suo arrivo Duilio mi aveva consegnato un portatile da lui abbandonato al suo destino di ferro vecchio ma che ora è tornato sotto i riflettori: porta con se acciacchi vari e avrebbe bisogno di qualche aggiornamento, ma il suo lavoro sembra in grado di poterlo fare.


Ogni volta che oggi sono stato sul punto di uscire è intervenuto qualcosa che me lo ha impedito: prima la visita rinnovata dell'italiano già passato ieri sera, questa volta in compagnia della signora Burkinabè che lavora in Italia; poi l'antiquario di Bobo che mi aveva perseguitato nei giorni scorsi al telefono; quindi il capo meccanico che, per mancanza di lavoro idoneo a intrattenere i ragazzi e per una incomprensione (parla poco e male il francese), me li ha spediti tutti nel salone.
Risultato: sono rimasto incastrato! Sarei l'unico qui che può andare e venire a proprio piacimento, ma chi va e viene sono il guardiano e il capo meccanico! Ho dovuto strigliarli modicamente entrambi sapendo che non serve a nulla se non forse un po' a me per smaltire la ribollitura.


Ai ragazzi ho chiesto di fare una composizione sulla loro esperienza a G.I.; in realtà questa iniziativa l'avevo avuta quando nel Salone era presente solo l'allievo che ha le capacità per farla, ma poi si sono aggiunti tutti gli altri e ho voluto correre il rischio di vedere all'opera anche chi non è in grado di esprimersi a questo livello.
Infatti solo una composizione è degna di tale nome, altre tre le ho ritenute promettenti, per il resto si va da segnale piatto a segnale negativo: era prevedibile!


Oggi ho avuto la conferma dal Presidente BnD: arriverà il 24 sera e il 25 mattina raggiungeremo Kao insieme.
Per questo l'auto dovrà essere più in ordine di quanto ora appaia e quindi mi dovrò dare una mossa in tal senso, esattamente quello che avrei voluto fare già oggi senza averne avuto la possibilità.


Giovedì 14.01.2016
Prima operazione della giornata: portare l'auto dal meccanico che Eugenio mi ha consigliato.
La sua partenza avverrà questa sera e pertanto non ha molto tempo da dedicare ad altre cose, ma l'accompagnamento me lo aveva promesso così alle nove del mattino la sua auto mi guidato T4R lungo la strada.
Ad un semaforo dove si deve girare a destra la sua auto è riuscita a passare sul filo del cambio di colore del semaforo ed io, per non perderlo, mi sono accodato.
La pattuglia municipale era proprio lì, dietro l'angolo, ma la paletta si è alzata solo per me.
Nell'accostare noto che anche l'auto di Eugenio si è fermata poco più avanti.
Il milite mi chiede l'esibizione dei documenti e poi, anziché contestarmi l'infrazione, mi sequestra la carta grigia invitandomi ad andare in serata verso le 18 a ritirarla nei competenti uffici.
Io vorrei saldare il dovuto subito, ma il milite pare non avere questa possibilità; intanto, a mia insaputa, Eugenio ha cercato di sganciare fcfa 2 o 3 mila per chiuderla lì, ma lo stesso milite si è mostrato non interessato.
Quando faccio presente ad Eugenio che non sarei stato d'accordo se la sua iniziativa fosse approdata a qualche risultato egli aggiunge che lui, in un caso come questo, avrebbe ignorato la richiesta di sosta degli agenti! Questo atteggiamento vale in questo paese, quando si trova a casa sua a Concesio probabilmente terrà un altro comportamento.


Quindi si prosegue sino alla meta dove, dopo esserci spiegati, mollo T4R nelle mani di un meccanico di strada che avevo già conosciuto in precedenza quando l'avevo visto intervenire su auto dell'amico Burkinabé.
Egli sostiene che il guaio non dovrebbe essere grave e sembrerebbe partire dal manicotto della turbina la quale poi diffonde l'olio ovunque.
A seguire conto su un passaggio sino in centro dove ho avvisato del mio arrivo un informatico già incontrato per altri motivi mesi fa.


Vengo lasciato poco dopo il grand marché e poi, muovendomi a piedi, ho saputo raggiungere il tipo il quale ha dato prova di buona memoria dandomi la sensazione che si ricordasse di me: è pur vero che non saranno molti i Blancs fra i suoi clienti!
Il bugigattolo dove lavora assieme ad altri tre elementi lo vede attivo contemporaneamente su vari piani: in una mano costantemente manovra qualche portatile, sulle ginocchia comincia ad aprire il mio p.c., con l'altra mano ogni tanto lo vedo dare un impulso ad un p.c. posto su un tavolo incasinatissimo davanti a lui, il tutto mentre intrattiene relazioni con i vari clienti che si avvicendano e risponde a qualche chiamata sul cellulare: una situazione che non ti aspetteresti di trovare in Africa, ma qui esiste anche questa parte della medaglia.


Dopo varie prove vengo informato che il problema non dipenderebbe da Windows ma dalla tastiera che non rispetta più la corrispondenza fra tasto pressato e numero o lettera corrispondente.
La proposta è quella di sopperire passando ad una tastiera esterna, ma io replico che qui non se ne troverà certo una di tipo italico; infatti quando si mette a cercarla telefonicamente le cose si mettono come avevo previsto.
Dopo una rapida riflessione conferisco il mio assenso; allora egli parte non dopo essersi preoccupato di piazzare una sedia all'ombra di fronte alla sua tana per farmi stare comodo nell'attesa.
Poco dopo torna con due opzioni: una è rappresentata da una tastiera rigida e di dimensioni tali da non poter essere portata al seguito, l'altra è costituita da una tastiera morbida ed arrotolabile che costa di più e che dovrebbe avere maggiore qualità.
La realtà è che solo quest'ultima consente la portabilità del p.c. e pertanto mi accollo questo onere ulteriore e dopo alcune verifiche funzionali l'uomo è pronto a restituirmi il tutto quando ormai la temperatura è salita ai massimi livelli giornalieri ed io devo mettermi alla ricerca di un taxi per rientrare. L'operazione risulta abbastanza agevole così che per le 13.30 sono a G.I. in tempo utile per cercare cibo di strada nel "ristorante" che quotidianamente si anima ogni mezzogiorno all'angolo davanti casa.


Verso la fine del pomeriggio, dopo che i ragazzi avevano lavorato con Bea, è ritornato il sarto per l'atto finale di questo sofferto rapporto: ho ignorato le sue cartuccelle per elaborare il conteggio finale partendo dal preventivo dove avevo evidenziato tutte le operazioni intervenute; alla fine l'importo ancora da corrispondere dopo i vari acconti conferiti è risultato modesto.


Egli è rimasto basito, senza parole dopo tutte quelle che aveva diffuso nell'aria inutilmente ogni volta che ci eravamo incontrati, con l'occhio fisso; vedendo che non si stava schiodando dalla sedia ho voluto chiedergli se avesse qualche cosa da chiedermi.
Allora ha cominciato ad agitarsi manifestando tutta ciò che gli stava crescendo dentro; ora non posso certo stare qui a raccontare tutti i vari passaggi della storia, ma certo è che quando si ha a che fare con gente di questo tipo sarebbe meglio interrompere subito, invece io sono andato avanti sia perché c'era di mezzo un preventivo approvato che la falsa parentela di villaggio con Bea dalla quale viene chiamato grand frére, oltre a professare la stessa religione di Désiré, di Sama e della stessa Bea: quasi una loggia massonica!


Fatto sta che a un certo punto se ne è andato dopo che aveva apposto la firma sulla fattura da me elaborata per lui senza nemmeno portarsi via né la copia di competenza né il saldo finale a suo favore.
Nel frattempo è arrivato Sama con Bruna e due tizi del ministero dell'istruzione ed io sono rimasto parzialmente coinvolto per un po' mentre attendevo l'arrivo di Bea per la solita formazione professionale, ma lei stava tardando.
Quando ho cercato Eugenio egli mi ha informato che era incasinatissimo a causa di un documento che non riusciva a trovare ad aereo quasi in pista per riportarlo a casa: quindi impossibilità di recupero auto dal meccanico e di accompagnamento al corpo di polizia, operazione senza possibilità di scampo dopo il ritiro del documento da parte di quel "solerte" milite.


Finalmente mi sono fatto portare dalla mobilette di madame sino al comando della polizia municipale per sistemare la faccenda in sospeso; avendo perso tempo prima siamo arrivati là forse dopo le 18.00 e un milite mi ha invitato a tornare in un altro orario il giorno dopo. Non so se provocatoriamente, dopo che lo avevo reso edotto di un impegno per il giorno successivo presso la Cooperazione Italiana a favore del B.F., mi aveva indicato l'orario delle 7.00 del mattino come orario praticabile. Nel frattempo era comparsa ai suoi occhi anche Bea e la sua prima domanda è stata se fosse mia moglie: Bea ha risposto negativamente spiegando il suo ruolo di collaboratrice. Allora il tipo rivolgendosi quasi esclusivamente a lei – forse ritenendo che io non fossi in grado di capire - ha voluto dare una dimostrazione di disponibilità per evitarmi tante corse avanti e indietro ed ha detto: se volete sistemare tutto subito senza ricevuta potete lasciare la metà dell'importo dovuto per l'ammenda ed io provvedo a recuperare e consegnare la carta grigia subito.
La cosa non mi è stata bene ed ho spiegato che io abbisognavo della ricevuta in quanto l'auto non è mia proprietà: con un bel sorriso accattivante il milite ha replicato come sempre si sente replicare in giro “pas de problem”.


Mi sono poi sentito stupidamente in dovere di spiegare a Bea il perché della mia scelta: chissà se dopo quel film visto insieme che era incentrato sulla corruzione si è resa conto che anche questa sarebbe stata la stessa cosa!
Solo allora ho cercato nuovamente Eugenio per stringere accordi sia per la cena che per l'accompagnamento in aeroporto ed invece mi sono sentito dire che era già in aeroporto per il ceck-in ma che poi sarebbe tornato a casa; mi è sembrata una situazione bizzarra!
Bruna ed io siamo andati a cena da Anika e quando erano passate le 22, non avendolo visto passare di lì ho richiamato: questa volta era già seduto a bordo pronto al decollo!
Quindi non ci siamo neanche salutati come si deve, ma forse farò a tempo a rivederlo qui sul filo di lana della mia partenza.


Venerdì 15.01.2016
Era atteso Sama per prelevarci alle ore 8.00, ma poco prima è arrivata una sua chiamata annunciante una delle tante débacle della sua vecchia Mercedes; quindi di corsa sul goudron a cercare un taxi.
Quando l'attesa si stava prolungando troppo Bruna ha deciso di chiamarne uno che recentemente l'aveva soddisfatta: quello ha risposto che sarebbe arrivato "toute de suite", che in pratica vuol dire che non era in grado di dare un tempo perché si trova lontano.
Dopo varie conversazioni di questo tipo ci siamo rimessi in caccia sin tanto che è comparso un piccolo oggetto verde disposto a portarci sino al grand marché, punto di scambio fra le varie tratte coperte da queste auto.


Arrivati in zona abbiamo chiesto se fosse disponibile a portarci sino alla ambasciata della Costa d'Avorio che è conosciuta e contigua alla Cooperazione Italiana: risposta affermativa, così siamo arrivati a destinazione alle 9.20.
Gli argomenti della riunione erano già stati resi noti ma ho trovato interessante il tema del Warrantage.
Lasciato quel bell'ambiente ci siamo trovati accompagnati da Karim in un ristorantino grazioso che è anche la sede di artisti; oramai non c'era più scelta di cibo e ci siamo spostati in un altro dotato di una bella corte ombreggiata. Anche qui non c'era molta scelta ma almeno c'era in giro una tipologia di Burkinabè che a Cissin non si vede e che, detto onestamente, appaga la vista.


Poi il rientro è avvenuto su un taxi incredibile: sentivo un rumore e mi è venuto in mente che D&D mi avevano riferito di come ci fossero delle bombole di GPL vaganti su un mezzo che avevano preso loro.
Qui c'era di più: infatti il conducente aveva già fatto un giro incomprensibile che poi ha trovato spiegazione quando si è fermato a caricare una bombola in un punto vendita, quindi ad un semaforo l'auto si è fermata per fine GPL. Allora lui ha scollegato una serie di fili elettrici pendenti sotto al cruscotto inesistente per scendere a collegare la nuova bombola; una volta risalito ha ripristinato i contatti ed è ripartito. Insomma, anche questa volta siamo rientrati senza incorrere in incidenti.
Dopo aver svolto un po' di lavoro con i ragazzi ho chiesto a Moustapha di accompagnarmi al ritiro auto; lì non c'era nemmeno l'ombra del meccanico e tanto meno dell'auto. Ho allora chiesto ad uno dei tanti che svolgono le varie attività incentrate sull'auto in quella discarica a cielo aperto casomai avesse il numero telefonico del tipo: affermativo! Era andato al lavaggio e poco dopo l'auto è arrivata “pulita” per come può diventare pulita una roba come questa. Chieste ed ottenute le spiegazioni circa l'intervento eseguito ho liberato Moustapha e ho raggiunto il posto di polizia.


Questa volta gli sportelli erano aperti e non sono incorso in altre situazioni di contrabbando: pagato l'importo e forte della documentazione in ordine e di un veicolo più prestante rispetto a prima ho completato il mio giro con acquisti al mercato oramai praticamente chiuso e al buio.
Il tutto perché Bruna, non avendo tempo di assentarsi per una cena veloce al ristorante a causa del carico di lavoro dovuto ad un certo corso di formazione per insegnati di un “college” che avverrà nel salone G.I. domani, mi aveva chiesto espressamente di pensare ad una cena fatta in casa.
Al mio rientro ho trovato Sama, Bea e il grand frére, persona che avrebbe voluto trovare una sponda in Sama per le sue doleances nei miei confronti in merito alla fornitura degli abiti da lavoro per gli allievi del corso; invece Sama ha cominciato a lavorare con Bruna ignorandolo, mentre Bruna mi ha pregato di cucinare: era da tempo che non preparavo un bel sughetto come quello che mi è venuto stasera (cipolla, aglio, peperoncino, pomodori freschi, zucchina gigante ridotta a cubetti, melanzana, olive nere alla greca spezzettate: il tutto mischiato a delle vere farfalle italiche di buona consistenza).
Dopo la cena Sama ha voluto sentire il sarto per toglierselo dai piedi; io ho ignorato la cosa per quasi tutto il tempo salvo poi fare un esempio chiaro con dei numeri sulla lavagna per chiarire a tutti la situazione contabile della faccenda. In ogni caso è la mia parola contro la sua e il tipo pare sia già andato a indagare presso i gendarmi per rafforzare la sua posizione. Dopo aver raccontato la sua storia della rava e la fava se ne è andato e non ho capito se tornerà ancora.
Bea pare abbia tenuto un atteggiamento neutrale salvo averlo ripreso brevemente duramente in morè: ero curioso di capire come si sarebbe comportata dopo tutto il tempo che le ho dedicato, consapevole che non avrebbe potuto né sarebbe stata capace di prendere una posizione.


Mentre questo episodio della telenovela africana stava terminando Sama è stato raggiunto da una comunicazione telefonica circa un attacco terroristico in corso in centro città.
Quando lui se ne è andato abbiamo appreso le notizie riportate quasi in tempo reale da lefaso.net: durante il primo pomeriggio ci sono stati morti al Nord, oltre Kao, mentre poco fa è avvenuto un attacco terroristico nella zona del grande albergo occupato dagli stranieri e le teste di cuoio locali starebbero per apprestarsi ad attaccare.
Quindi notizie ancora confuse che mi hanno fatto pensare come artefici gli uomini di Blaise, dittatore assassino di Thomas Sankara legittimo Presidente del paese andatosene per sollevamento popolare solo 18 mesi fa,  o ai militari ancora fedeli al generale Djendjerè che già ci aveva provato qualche mese fa, oppure agli islamici che già stanno martoriando da tempo il Mali.  
Poco prima della sua visita Duilio mi aveva chiesto se la situazione fosse tranquilla qui; io avevo dato risposta affermativa: in realtà le cose sono in perenne cambiamento ed a volte soggette a delle accelerazioni imprevedibili. 

             ---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "Ambasciata" <ambasciata.abidjan@esteri.it>
Data: 15/Gen/2016 22:46
Oggetto: Avviso Burkina Faso 15/01/2016 1
A: "Ambasciata" <ambasciata.abidjan@esteri.it>
Cc:

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Ambasciata d’Italia in Costa d’Avorio

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