giovedì 24 dicembre 2015

Film Burkinabé: Cella 512

Mercoledì 23XII15


Ieri sera sono stato accompagnato a vedere un film di un regista Burkinabé che racconta una storia  incentrata sui valori locali/tradizionali, la corruzione, la nobiltà d'animo, le tentazioni: insomma un film pieno di moralismo che si dipana fra situazioni drammatiche – il titolo è Cella 512 – per poi concludersi con la vittoria del bene sul male.
Gli attori, salvo pochi, mi sono sembrati più caratteristi che altro, con quel tipo di recitazione un po' teatralmente forzata che normalmente nei film non si vede.
Alla persona che mi aveva invitato avevo già dato buca una volta e non me la sono sentita di tirarmi indietro ancora, anche se ieri era sarebbe stato meglio per me restare a casa al calduccio.
Il cinema è in centro, un centro difficile da ritenersi tale per un europeo; sulla strada per raggiungerlo ho potuto vedere la cattedrale che è citata come monumento da essere visitato e che non avevo mai intercettato prima.


A seguire ho chiesto di fermarci da qualche parte per mangiare qualcosa, ma il centro non offre nulla di diverso dai ristoranti che si trovano lungo qualsiasi strada e alla fine, per un senso di rispetto nei miei confronti, sono stato accompagnato nel giardino di Ouaga 2000 dove, come si usa qui, praticamente al buio quasi assoluto erano posti dei tavoli molto distanziati fra loro.
Appena seduti è arrivato un tipo a chiedere per le bevande che ha portato velocemente; dopo circa un'ora di conversazione ho chiesto se qualcuno sarebbe arrivato a prendere le ordinazioni per il cibo: forse il personale ha pensato che ci fossimo fermati esclusivamente per bere!


Quando ho avuto fra le mani un menu plastificato ho capito che chez Anika per me rimane il miglior posto dove consumare un pasto al giusto prezzo; ma volevo curiosare altrove e sono incappato in un posto per Burkinabè benestanti dove vengono praticati prezzi a metà strada fra quelli di un ristorante che serve cibo africano e quelli che propongono cibo europeo.
Al mio rientro – ero coperto di pile e giacca a vento – mi sembrava di non aver peggiorato la situazione, ma durante la notte ho capito che non stavo andando bene.


Al mattino ho voluto misurarmi la febbre con il termometro nuovo di pacca acquistato prima di partire: non sono riuscito nell'impresa!
Ho allora affrontato la lettura delle istruzioni: la casa produttrice - Vedo Clear PIC solution - deve probabilmente pensare che un mortale qualsiasi possa essere dotato di vista agli infra rossi per riuscire a leggere istruzioni stampate con caratteri forse inferiori al millimetro, dei veri BASTARDI, e lo dico convinto di quello che dico!
Mi sembra di aver capito che l'attrezzo è dotato di batteria da sostituire ancora prima dell'uso, e pertanto figuriamoci se qui sarò in grado di provvedere alla bisogna! 


Dopo aver conquistato la posizione eretta ho capito che oggi non sarei stato in grado di scendere in campo e pertanto mi sono tenuto ritirato nell'attesa della visita di Paul, la persona del Benin divenuta cittadino di Ouaga ormai da venti anni, operatore attivo nel settore turistico, che Luca ha delegato a sviluppare le pratiche doganali con la mia assistenza circa le sei moto in arrivo dall'Italia a fine gennaio: si tratta di capire fra le varie strade possibili da seguire quale potrà essere la migliore sulla base delle esigenze di BnD.
Apresso  a Paul è arrivato Jacob e la sua presenza si è acavallata a sua volta con quella del falegname che ha realizzato il mobile consegnato in questi giorni: costui è un tipo che il mestiere lo sa fare al meglio per come ho visto lavorare i locali, è uno che se gli prospetto la mia idea la sa maneggiare correttamente per addivenire ad un risultato, è uno che sa dove trovare tutti quei componenti che io da solo ero diventato matto a cercare, peraltro senza riuscire a trovarli, insomma è uno con il quale mi intendo e sono contento di farlo lavorare per tutta una serie di manutenzioni delle quali c'era un gran bisogno. 



Nel pomeriggio qualcuno dei ragazzi è venuto a chiamarmi perché volevano che vedessi alcuni disegni eseguiti spontaneamente alla lavagna durante l'intervallo: fra questi c'era anche uno di Bras Ouvert che stamane mi aveva chiesto una medicina per i dolori diffusi che accusava, lo stesso della sceneggiata di una settimana fa.


A me è simpatico, non c'è niente da fare, con quei suoi occhi sempre in movimento e l'espressione sorridente; quindi mi sono recato alla lavagna e ho scattato anche qualche foto non tanto per dare soddisfazione a loro (anche) ma perché mi sono realmente piaciuti.
Era presente anche quell'unico allievo che oggi non si era presentato pensando che fosse iniziato il periodo di congedo come nelle scuole, ma G.I. ha deciso diversamente e quindi resterà sempre aperto tranne nelle giornate comandate.


L'unico che per il secondo giorno di fila non si è fatto vedere è il sarto: pazienza, avrei voluto consegnare l'abito da lavoro che egli sta realizzando per gli allievi in questi giorni, ma mi vedrò costretto a posticipare.
Negli scambi email con la casa madre mi sono reso conto che per la prima volta ho sollecitato l'approvazione di un paio di preventivi per lavori importanti già discussi ma ancora da realizzare, ricordando a tutti che la mia presenza terminerà a metà marzo: quindi comincia a non esserci poi tanto tempo se non ci si sbriga.

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