Ieri sera, prima di ritirarmi, ho voluto controllare nuovamente la posta elettronica, sapendo che dal giorno dopo, riprendendo a viaggiare, non sempre è possibile; ho così appreso una notizia che sapevo essere nell'aria quando, sin dal mattino, avevo percepito un brivido nel vedere sul calendario essere già il 19.12, la data di nascita di mia sorella.
Ed è proprio il 19.12 che se ne è andata; la molla del suo meccanismo è stata precisa, finendo la carica in coincidenza di quella data lì.
Al momento del saluto Dave mi ha chiesto se l'espressione triste stampata sul mio volto dipendesse dal fatto della partenza, ed io non me la sono sentita di simulare.
Non vorrei apparire quello che non sono, ma confesso che ho vissuto una giornata di viaggio con la mente che mi portava altrove, consapevole che le emotività non sono razionalizzabili anche quando, con la ragione, si è pensato di aver già sistemato tutto.
Le caratteristiche del paesaggio desertico che ho incontrato oggi hanno contribuito a farmi sentire in un mondo diverso, a volte jurassico, a volte lunare, sin che la N12 che stavo percorrendo non ha incrociato la valle del Dràa diventando N 9, così il verde di un'immenso palmeto ha preso vita all'improvviso.
Altrettanto all'improvviso, appena passata Zagora, si è estinto; proprio come la vita che, solo per il fatto di avere un momento iniziale, ineluttabilmente ne presenta anche uno terminale.
Questa sera, in un campeggio abitato da 1 GB, da 1 D, da me e da 1 F arrivato per ultimo, non ho tanta voglia di scrivere; termino qui, così facendo compenso le volte che mi sono dilungato anche troppo.
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