venerdì 13 gennaio 2017

Attività in moderata ripresa


Il volontario della zona di Pistoia è in partenza oggi, sfebbrato ma malconcio, in attesa di notizie sulla praticabilità o meno dell'aeroporto di Istanbul sommerso da una grande nevicata e completamente andato in tilt: mi auguro che riesca ad arrivare perché ai giorni in affiancamento sul territorio non vorrei proprio rinunciare.


Dopo una mattinata da cielo grigio, nel pomeriggio è cambiata la direzione del vento ed i colori sono ricomparsi.
Era da tempo che avrei voluto dare un'occhiata a Begue Pokai, che altro non è se non un resort per niente smorfioso molto caratterizzato dalla sua ideatrice, una signora marchigiana che vive a Milano e che prima o poi pensa di stabilirsi in Senegal: ho conosciuto una gradevole realtà tale per cui, se lo avessi saputo prima, avrei forse potuto prendere in considerazione di utilizzarla come base.


Ci siamo conosciuti tardivamente in quanto lei domani rientra, quindi per azioni umanitarie verso le quali è molto sensibile ci terremo in contatto.
Durante l'incontro sono stato presentato ad una persona che vive a Dakar da oltre 20 anni, che svolge una mansione per Bengue Pokai e che copre anche l'incarico di vicepresidente della Camera di Commercio con competenza sull'Africa Occidentale: interessante!
Tornerò a trovarlo sicuramente in quanto - nel pur breve scambio intrattenuto - entrambi abbiamo annusato argomenti da approfondire.


Nei giorni scorsi avevo pensato ad una considerazione che mi sembra di non aver ancora sintetizzato: si tratta dei prima 30 gg. in Senegal.
Anzi, partendo da più lontano, la ricerca di contatti e conoscenze, il progetto St. Louis autodileguatosi alla fine di luglio, l'acquisizione del progetto “forage” dato per fatto, l'arrivo e la ricerca di una sistemazione dopo i giorni del Festival che avrebbero potuto delineare un mio impegno immediato a Sud, la visita al villaggio di Gandigal alla quale sono seguiti due giorni a Yoff e la conoscenza dei progetti di un italico (insediato qui da una quindicina d'anni) prima di raggiungere l'area di St. Louis.
L'entusiasmo destato dalla conoscenza della comunità autogestita incontrata nella “brousse”, l'interesse per le attività agricole a ridosso del fiume a confine con la Mauritania, le difficoltà della visita al villaggio del “forage” avendo capito subito che non sarebbe stata un'operazione da ONG pur avendone condiviso la validità con il giovane Niang, le possibilità di creare una collaborazione con un'altra organizzazione incontrata a Thies dove sono stato costretto ad un trattamento da “ricco”, l'arrivo alla maison dove ho trovato una situazione differente da quella per la quale avevo dato la parola alla locazione, il dover rinegoziare prima della sottoscrizione per rendermi poi conto, durante i giorni della malattia consumati infra muros, che la realtà era ancora un'altra completamente a forbice con quella attesa, la visita a Mbour che pensavo potesse fornirmi delle alternative abitative ma che, per quanto riguarda Saly = ambiente da turista, non fa per me mentre la città in quanto tale mi è sembrata squallida e calda = entrambe condizioni di alcun interesse. Poi il tentativo di saccheggio, il viaggio nel buio con la difficoltà a trovare un vettore al grande Baobab, il rientro a casa dove scopro che delle tre camere locate quel giorno ben due sono utilizzate da altri mentre sono pagate da me, la richiesta della moglie di Yaques di trovare un accordo per Yacine dei cui servigi non so che farmene, la mia lunga replica articolata a spiegare che questa non è una locazione di una casa bensì l'utilizzo in famiglia di tre camere con servizio cucina e bagno condiviso, la replica che mi indirizza a parlarne con il marito, altra seduta per cercare di bilanciare l'accordo sottoscritto. Insomma tutto questo è stato vissuto come un percorso travagliato, con momenti di soddisfazione e altri di demotivazione, la voglia di fare ma anche la consapevolezza delle difficoltà, l'attesa delle persone in arrivo con le quali visitare varie iniziative, la relazione al donatore e a BnD con la sensazione che non ci sia stata una buona comprensione fra di noi, la scoperta che la patologia che mi son portato al seguito è in peggioramento continuo.


Sembra l'intero percorso di una vita concentrato in un breve periodo, ma proprio questo è stato.
Concludo con un accenno ai concetti a me noti ma che avevo consapevolmente messo in stand by: avrei dovuto rimandare la partenza almeno a dopo quell'esame che mi era stato prescritto alla fine della visita di controllo del primo dicembre alla quale mi ero presentato già con le valige pronte e il biglietto aereo in mano, avrei dovuto vivere alla giornata e non sbilanciarmi in programmi ambiziosi, avrei dovuto tenere un profilo più basso.
Ora che responsabilmente ho fatto autocritica vedrò come sarà possibile modificare la rotta in funzione di un rientro anticipato che però vorrei effettuare solo dopo aver espletato il lavoro ancora pendente, consapevole che potrei lasciarlo invece incompiuto se dovessi riscontare ulteriori peggioramenti.



In certi momenti mi sembra di essere nello stesso stato di questa L.R.Defender trovata abbandonata chissà da quanto lungo una strada di in un paese che non ha conosciuto guerre ultimamente. 

Nessun commento:

Posta un commento