martedì 20 dicembre 2011

18.12.2011 Merzuga area

Alcune immagini degli interni di  Ocean des Dunes  (aubergeoceandesdunes@gmail.com) dove sosto in questi giorni: dune e palmeto a vista da un lato, il villaggio dall'altro.

Ieri sera, mentre rientravo a casa dalla sala del camping dove effettuo la connessione wi fi, con il buio che mi attorniava mi sono trovato a constatare che sino ad ora non ho mai fatto cenno al cielo stellato che è possibile ammirare qui, di una nitidezza tale da far pensare alla purezza. Non mi capita spesso di essere fuori sul tardi, ma poiché il buio cala in fretta in questa stagione, in realtà non occorre attendere le ore piccole per poter godere della sensazione di immenso che questo spettacolo dona a chi lo vuol vedere.
Oggi mi sono messo in moto con più calma, andando poi alla sala wi fi prima di raggiungere il palmeto fronte dune. 
Ed è stato mentre stavo davanti al portatile che il proprietario della struttura che mi ospita, tale Ibrahim Oubodi (www.aubergeoceandesdunes.com), interessandosi a ciò che stavo facendo, mi ha raccontato qualche aneddoto inerente a questi luoghi ed alle genti che le abitano. La sua famiglia di nomadi si è stabilita qui attorno al 1995, abbandonando la tenda ed il gregge, quando ancora questo non era un villaggio, non c'era la strada asfaltata, non c'era la luce, non c'erano negozi di alcun genere ed il telefono funzionava attraverso una centralinista che doveva pensare a mettere in comunicazione chi ne faceva richiesta compatibilmente con la capacità della linea. In pochi anni l'agglomerato di case è assurto a villaggio, oltre alle varie piste ora c'è la strada asfaltata, la luce c'è per tutti e la centralinista è stata abolita, anche perché si è diffuso l'uso del telefono mobile, sono state create varie strutture recettive, sono arrivati i turisti e il cuore della gente, da allora, non è più lo stesso, si è contaminato, corrotto. 
Ecco perché, di fronte alla realtà visitata ieri, ed altre ce ne sono sparpagliate in zona, forse non è un male se riusciranno a restare come sono oggi, anche se c'è un altro pericolo dietro l'angolo, quello presentato sotto il nobile nome di turismo solidale e responsabile, nome che spesso è un'etichetta per ottenere la solita cosa che vogliono tutti ovunque, i quattrini dei clienti.
A tal proposito ho saputo che anche BnD si sta lanciando in questa iniziativa, mentre l'Associazione del Villaggio lo ha già sperimentato da tempo; addirittura ho conosciuto l'altro ieri una ragazza di nome Sara, anni 27, proveniente dall'area romana, laureata in lettere e filosofia con indirizzo beni culturali per operatori del territorio, con master in imprenditorialità e management del turismo sostenibile e responsabile che, anziché fare lo stage classico presso un tour operator con la speranza di sostenersi con qualche rimborso spese, ha deciso di venire di sua iniziativa qui (costi a suo carico), provando a collaborare con un Hotel alla ricerca della possibilità di inserire determinate località non trattate dai tour operator in un circuito che consenta di frequentare luoghi e persone in maniera alternativa.
La ragazza mi è sembrata sveglia e dotata di quel senso di autoironia che aiuta i forti, per cui, alla fine del primo mese di permanenza in una famiglia che la sovraccarica di tajine (salvo il venerdì quando è previsto cous cous di verdure), ha deciso di rendersi indipendente affittando qualche cosa che le consenta di sottrarsi educatamente all'ingrasso. Oltre a ciò sta cercando di perfezionare il suo francese, mentre spesso dedica alcune ore pomeridiane ad insegnare lo spagnolo alle ragazze locali nella sede dell'Associazione del Villaggio. Mi ha dato la sensazione di essere una “puella” in grado di farcela, anche in questo ambiente che certo non agevola le donne.
In questa enclave ho incontrato anche la ragazza di Faenza, Lisa, già incrociata sulla strada tra Er Rachidia ed Erfoud; in compagnia di un nord americano, sta girando in bici la regione. E' una ragazza tosta, mi ha informato di aver percorso itinerari assai più impegnativi in giro per il mondo e di svolgere in patria un'attività nel settore turistico, per cui sa bene come comportarsi con tutti quei mosconi che ti ronzano attorno per offrire i propri servizi come guida!
Fra un incontro e l'altro, si è fatto il tempo per effettuare una escursione nel palmeto sottostante alle grandi dune, dalle quali riceve acqua con la quale vengono bagnati gli appezzamenti di terreno fra i vari filari di palme, coltivati a seconda della stagione, dove è costante la percezione del fresco, specialmente durante le ore più calde.
Iniziata come al solito con un sole splendente che riscalda in fretta l'aria dopo la crudezza della notte, la giornata comincia poi a virare verso l'opaco.
Ed è così che arrivo sotto le grandi dune di Merzuga con il sole offuscato e temperatura più mite. Quando termina l'asfalto e passo su pista, comincio ad essere affiancato da mosconi su ciclomotori che cercano di coinvolgermi in conversazioni utili solo a loro. Dato che non do spazio, molti desistono, ma uno arriva sino al posto dove trovo da parcheggiare. 
Parla bene l'italiano, vera o falsa che sia, mia presenta la sua esibizione: di dove sei-ho un fratello che vive a Genova-bella città-pensi di fermarti qui- etc. etc. Oggi sono preparatissimo a rendere innocui questi approcci, perché posso rispondere che sono qui per andare a Khamlia dove si giocherà il match fra la squadra di football locale, allenata da miei amici italospagnoli, e quella di Erfud. 
Nell'apprendere di qualche legame esistente con la realtà locale tutti mangiano la foglia e ti salutano con rispetto, rimandando ad una prossima volta la possibilità di entrare in rapporti di business.


La cosa divertente è stata che l'ultimo in ordine di tempo a rivolgersi a me, dotato di bici, nel sentire la mia risposta ha detto: interessante, puoi darmi un passaggio? Si, rispondo, e quello molla la bici nella sabbia e sale, dandomi pure delle utili indicazioni sulla pista da percorrere per riprendere l'asfalto nella direzione corretta in maniera più rapida.

Giungo a destinazione in tempo per fare qualche foto prima che le squadre entrino in campo schierandosi al centro per salutare il pubblico e poi veder sfilare gli uni davanti agli altri per scambiarsi un saluto individuale.
Sulla carta gli ospiti sono molto più quotati dei locali, ed i miei amici lo sanno benissimo; chiedo loro se hanno in mente una strategia, ma mi dicono di non averne elaborata alcuna, così io suggerisco quella del buon Nereo Rocco che, all'augurio espresso dal giornalista alla fine dell'intervista prima dell'inizio della partita sul fatto che, molto sportivamente, potesse vincere il migliore, rispose candidamente, “speremo de no”! (conoscendo perfettamente la debolezza della propria squadra).
Appena il pallone si muove, anche un bimbo capisce che Khamlia non potrà mai farcela: la maggior parte delle giocate non è data di collo ed il pallone, girando vorticosamente su se stesso, prende traiettorie utili solo all'avversario. Ciononostante, come spesso accade nella vita, è il contendente meno dotato a passare in vantaggio fra il visibilio del pubblico.
Ma l'equipe di Erfud la sa lunga sui propri mezzi, ed in venti minuti realizza ben tre reti. Alla fine del primo tempo c'è aria di disfatta, inoltre ci sono già diversi giocatori acciaccati sia per le condizioni del campo in cui si gioca che rende tutto più difficile che per la mancanza di preparazione atletica, nonché due sostituzioni già eseguite. Durante l'intervallo, trascorso dalle due squadre sul campo, gli allenatori rifocillano i giocatori con una distribuzione di mandarini. 
Quelli dati ai giocatori locali devono però essere speziati perché, alla ripresa delle ostilità, sono tutti più attenti ed incisivi, tanto che, ad un quarto d'ora dalla fine, riescono a guadagnare un penality trasformato dal centravanti, giocatore che mi ha complessivamente ben impressionato. Sembra possa maturare persino l'occasione del pareggio, anche se una vera grande occasione da goal viene concretizzata dagli ospiti sul finire; si chiude sul 2-3 per Erfud, ma per i valori espressi in campo e per i pesi specifici delle due equipe, vale quasi un pareggio per Khamlia.
Sono stato contento di aver partecipato a questo evento, svoltosi in un contesto sostanzialmente corretto, con una terna arbitrale molto attenta che ha espresso una direzione di gara accurata, ed un pubblico scarso ma incisivo, sempre pronto ad incoraggiare con un “bravo” le iniziative spesso sconclusionate dei propri beniamini. Complimenti anche ad allenatore e preparatore atletico che, in tempi brevissimi, sono già riusciti ad amalgamare una squadra capace di non mollare.
Durante l'incontro ho visto Dario l'Argentino, con il quale ho parlato a lungo, e salutato altri provenienti dall'enclave Ocean des Dunes. A fine partita ho poi trovato due di questi attorno al mio veicolo pronti a chiedermi un passaggio per il rientro, passaggio da me prontamente accordato. 
Intanto il cielo si è coperto al punto da farmi pensare di poter assistere allo spettacolo della pioggia sulle dune; in realtà dopo il tramonto, acceso di colori aranciati filtranti dalla fessura esistente fra nuvole e montagne scure, il cielo è tornato sereno al punto da proporre una stellata super. 
E' così che l'ho trovato sia all'andata che al ritorno dal campeggio quando ho raggiunto la casa di P.; lei mi è sembrata un po' stanca, specialmente quando, nel dopocena, si è rannicchiata su se stessa sul divano, avvolta nel mantello Amazingh di colore nero riportante i ricami tradizionali, alla ricerca del calore che la casa (priva di riscaldamento) non può darle.
Avendo cambiato programma entrambi, ci saluteremo definitivamente domani sera; salvo Dario, che forse rivedrò in Argentina, tutte le persone che ho qui incontrate, impegnate nel proprio individuale percorso di vita, sarà per me molto difficile avere altre occasioni a disposizione per incrociarle. Perciò custodirò accuratamente nel mio profondo l'essenza di queste persone, quella che sono riuscito a percepire nel breve periodo in cui le nostre rispettive spiritualità sono state in grado di comunicare fra loro.

1 commento:

  1. Ciao Gaetano, non ci crederai,il pomeriggio di sabato mi sono incontrato con il tecnico italiano che ti ha aiutato con il problema dei pannelli.
    Ti volevo dire una cosa che non leggo, ma che ti hanno sicuramente detto, a Hassi Labiad, nel 2008 BnD ha costruito una Kettara che fornisce acqua al palmeto e agli orti.
    .... visto che ne parli.... Bambini nel Deserto sta veramente programmando il turismo solidale, che ha lo scopo di far conoscere i progetti realizzati e nello stesso tempo offrire un'opportunità di guadagno nei villaggi che verranno attraversati, perche potranno offrire accoglienza ai viaggiatori.

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