Dopo tanti giorni durante
i quali non mi sono sentito in grado di essere operativo, ieri ho
ripreso il passo.
Quando sono arrivato
presso l'organizzazione in calendario per oggi ho trovato solo
ragazzini e qualche educatore; nell'attesa del responsabile li ho
osservati muoversi ed ho notato una certa predisposizione alla
bagarre, anche fra maschio e femmina.
Ad un certo punto una
ragazzina, per sfuggire al maschio inseguitore, si è riparata dietro
di me; all'arrivo del nemico io ho cercato di distoglierlo in mille
modi ma questi si è rivelato concentrato nella sua missione e tenace
nel perseguirla per cui ad un certo punto mi sono tolto di mezzo
affinché trovassero i loro naturali equilibri.
Poi è arrivata la figlia
del responsabile, responsabile che si sta impegnando da tempo in
questa iniziativa indirizzata ai bambini non scolarizzati di
qualsiasi età.
La figlia
nell'organizzazione si occupa della parte creativa, quindi ho
conosciuto una matrona elegantemente vestita con funzione di
autorevole direttrice, a seguire sono arrivate le ragazze più grandi
che seguono un corso professionale di sartoria; infine si sono
presentate due ragazze dai tratti somatici indocinesi che mi hanno
fatto pensare a due volontarie francesi con origini lontane e
pertanto in francese le ho salutate.
Quando è arrivato il
responsabile mi ha spiegato che si tratta si di due volontarie, ma
giapponesi, delle quali la più alta fra le due è per metà
Nicaraguense (mi è sembrato un meticciato apprezzabilmente riuscito
come sovente succede meticciando).
Non parlano il francese
se non marginalmente, ma tanto con dei bambini che conoscono solo il
wolof la comunicazione comunque non sarebbe stata possibile se non
sul piano dell'empatia.
Mi sono trattenuto sino a
mezzogiorno quando le attività con questi ragazzini, definiti
ragazzini di spiaggia perché è lì che vengono raccattati,
ragazzini che normalmente non andrebbero a scuola mentre così
vengono loro fornite quelle conoscenze di base tali per cui l'anno
successivo dovrebbero essere in grado di accedere alla scuola
pubblica (dopo essere stati registrati all'anagrafe in quanto ancora
tantissime persone in Senegal non dispongono di documenti perché la
procreazione in ambito domestico ha fatto ignorare questo obbligo a
tanti genitori; per voler sistemare le cose successivamente bisogna
rivolgersi ad un giudice davanti al quale far presentare tutti gli
interessati oltre a dei testimoni).
Il giovedì ed il venerdì
l'organizzazione si occupa anche di bambini Talibé, che poi è
l'argomento per il quale oggi sono qui.
I Talibé sono bambini
che sin da piccoli vengono affidati dalle loro famiglie ai Marabout i
quali dovrebbero inquadrarli istruendoli al corano, di fatto una
buona parte di essi li usano per l'accattonaggio imponendo loro degli
importi quotidiani minimi con i quali tornare all'ovile: nel caso di
mancato raggiungimento di quell'importo per i bimbi scattano angherie
di tutti i tipi, incluse quelle fisiche.
Ho saputo che questi
ragazzi, dovendo sottostare ad una dura regola con il loro “datore
di lavoro”, sono più facilmente gestibili e dimostrano spesso
maggior propensione all'apprendimento.
Inoltre, quando riescono
a racimolare il dovuto giornaliero, per una forma di solidarietà fra
di loro, contabilizzano gli importi in qualche modo in maniera da
bilanciarli fra tutti affinché nessuno debba subire un castigo.
Anzi, pare che nei
villaggi ci siano delle boutique amiche che conservano il denaro in
più fungendo da loro banca; il pericolo è che ogni tanto qualcuno
fra i ragazzi più grandi prelevi il malloppo dileguandosi nel nulla.
Andando dove?
Presumibilmente a Dakar per finire presto in giri dannosi.
Per poter effettuare il
lavoro con i Talibé l'organizzazione ha dovuto lottare con i
Marabout, a volte sospendendo la collaborazione.
Il fatto è che i
Marabout sono accettati dalla gente che ne apprezza varie capacità
(quando ci sono perché quando non ci sono vengono solo millantate) e
perché viene loro riconosciuta una funzione in ambito religioso.
Per lo stato non
esisterebbero, ma ne subisce il condizionamento ogni volta che deve
prendere decisioni.
Il problema è che
secondo la legge in vigore in Senegal la situazione
dell'accattonaggio infantile non sarebbe ammessa, ma i Marabout si
rifanno alla religione che prevede un periodo “formativo” per i
bambini entro il quale è previsto quello che qui è accattonaggio e
che io penso sia idealmente affine alla questua dei piccoli di fede
buddhista affidati pro tempore al tempio.
Il fatto è che questi
Marabout, esplicitamente definiti Farabout dal responsabile
dell'organizzazione (anche se non tutti) gestiscono i ragazzini
mantenendoli nello squallore più completo, senza preoccuparsi sotto
alcun aspetto del loro benessere. Tant'è che l'organizzazione ha
dovuto adottare una politica assai cauta verso questi ragazzi in
quanto si era resa conto di come qualsiasi dotazione fornita ai
bambini venisse poi loro tolta per essere venduta (dalla stuoia su
cui dormire, agli abiti e alle scarpe).
Nell'attesa circa la
programmazione della prossima settimana sto pensando di tornare nella
giornata di venerdì a Gandigal.
Intanto stamani ho
raggiunto il centro storico a piedi con l'intento di fare qualche
acquisto di verdura fresca direttamente dalle donne che giornalmente
espongono le loro cose sotto una copertura appositamente predisposta.
Prima di raggiungerlo
sono stato avvicinato da una giovane studentessa mentre stavo
osservando i disegni sul muro di una scuola; inizialmente non avevo
capito la sua richiesta e quando l'ho capita ho acconsentito
automaticamente a donarle fcfa 100 richiesti per pagarsi l'autobus
sino a Niandigal.
Per carità, niente di
male a chiedere, certo è che per me andare a Niandigal a piedi non
sarebbe stato un dramma: qui vedo che si sta perdendo la mobilità
autonoma. Individuale.
Di quella scuola stavo
osservando i murales in quanto alcuni li ho trovati significativi; in
particolare quello inerente alle ragazzine incinta.
Dopo aver dato uno
sguardo alla scarsa offerta proposta al “mercato”mi sono deciso
per rivolgermi ad una venditrice che esponeva una certa varietà di
articoli: ho acquistato un minuscolo cavolo verza, un trancio di
zucca, tre carote africane (corte e grossissime) e quattro pomodori
al prezzo complessivo di fcfa 1.400 = circa € 2.00.
Mi è sembrato un
trattamento onesto tenuto conto che qui siamo nella petite cote, nel
suo centro più prestigioso: Toubab Dialaw, dove i bianchi (in lingua
locale giusto Toubab) sono presenti in un certo numero.
Nel pomeriggio il
volontario pistoiese si è fatto vivo: sarà qui lunedì con il suo
gruppetto. Anche dal Benin ho avuto notizie in funzione
dell'imminente arrivo della persona l'anno scorso conosciuta in
Burkina Faso.
Sono poi stato contattato
dal redattore del piano di sviluppo di Gandigal, con il quale ho
perfezionato un incontro per domani.
Ciò che non comprendo è
il fatto che questo vecchio ferro, con tutti i limiti dati dall'età,
tutto sommato funziona discretamente; ma se si attiva una connessione
rallenta in tutto, sia l'operatività in internet che l'apertura dei
programmi open office, rendendo ogni operazione più impegnativa!
Chissà se fra chi mi segue ci sarà qualcuno in grado di dare una
spiegazione in merito!
Nessun commento:
Posta un commento