sabato 15 dicembre 2012

Primi giorni in Mexico: Baja California N & S


Mercoledì 12.12 – Operazioni tecniche mattutine – 



Ensenada alla scoperta di Calimax (catena prevalentemente alimentare) – 




ore continue di guida sino a Vicente Guerrero (camping presso Posada Don Diego) – Posti di blocco attraversati due con ispezione solo in uno – 



costa deturpata dalle costruzioni per americani, poi la strada corre all'interno fra paesaggi desertici e coltivazioni, in particolare vite nell'ultima parte – le località incrociate ricordano quelle africane dove il nastro d'asfalto sta ad indicare il percorso della “civiltà” mentre gli spazi polverosi circostanti e le misere casupole contrassegnano il “terzo mondo”- 



Arrivati a destinazione si consuma la cena da Don Diego dove è gradevole conversare con il gestore ed ottenere preziose info (inclusa una mappa della Baja California).  




Giovedì 13.12 - Trascorso il sesto mese on the road, ecco le somme in $ per le spese correnti messe a confronto con i dati storici:

da 13.06 a 12.07 Diesel 645 x 5561 km.- Food 289 – Parcheggi e trasporti 76
da 13.07 a 12.08 Diesel 691 x 6973 km.- Food 256 – Parcheggi e trasporti 42
da 13.08 a 12.09 Diesel 732 x 6320 km.- Food 242 – Parcheggi e trasporti 34
da 13.09 a 12.10 Diesel 565 x 4848 km.- Food 230 - Parcheggi e trasporti 492 (spedizione pneus)
da 13.10 a 12.11 Diesel 515 x 3409 km.- Food 259 - Parcheggi e trasporti 372 (spedizione s/assi)
da 13.11 a 12.12 Diesel 590 x 5267 km.- Food 270 - Parcheggi e trasporti 297 (spedizione p/freni)

Negli ultimi trenta giorni mi sono mosso esclusivamente fra la California e l'Arizona, aumentando la conoscenza di questi due Stati dell'Unione.


A conclusione dei mesi trascorsi negli Stati Uniti sento l'obbligo morale di riepilogare sinteticamente le impressioni percepite durante il mio peregrinare: si tratta di un grande paese sia per dimensione che per varietà di habitat naturali e di mentalità di chi li utilizza come residenza.
Il territorio è mediamente molto ben conservato e tutelato, gli spazi selvaggi frequentati da animali allo stato libero sono tanti come tante sono le tipologie di animali che si possono incontrare.
Percentualmente ho trascorso più tempo nella West coast che nella East coast, percorrendo complessivamente oltre 32.000 km. sulle loro strade.
Le città nelle quali mi sono soffermato riportandone un buon ricordo sono state Portland-Maine, Boston-Massachusetts, Philadelphia-New Jersey, Seattle-Washington, San Francisco-California.
Sono rimasto colpito dal fatto che la popolazione sembra accettare con facilità le direttive del governo, tutta unita attorno alla propria bandiera, pur marcando l'appartenenza al proprio singolo stato (così come la dizione).
Mi sono trovato bene qui, sono riuscito in qualche modo a risolvere ogni problema che mi si è presentato, la gente ha un approccio prevalentemente scherzoso e molto amichevole, i rapporti con i meccanici, categoria che è diventata quella principale fra i miei interlocutori, sono sempre stati assai corretti e precisi nei costi elencati prima ancora di accettare il lavoro (purtroppo non sono stati altrettanto abili nell'eseguirlo, ma bisogna riconoscere che una meccanica Fiat Ducato del 1990 è pari ad un UFO in molte parti del mondo), nessuno mi ha mai minimamente importunato ed il senso di sicurezza che ho percepito è stato assai elevato (anche se sia la polizia che i privati cittadini mi hanno sempre evidenziato come bisogna stare attenti; mi hanno detto le stesse cose elevate a potenza anche per il Mexico), ho conosciuto diverse persone che mi hanno avvicinato per via del Nomade, con alcune è stato gradevolmente possibile approfondire il rapporto.
Considero l'esperienza vissuta come una grande esperienza, anche se devo riconoscere che ero partito un po' prevenuto: questo è un paese complesso, come quasi tutti, e pertanto va conosciuto un po' per volta per essere poi in grado di capirlo.
La sensazione che ho avuto è che le lobby e le grandi aziende siano in cima alla piramide che indirizza le scelte politiche ed economiche del paese (le forze armate giocano un ruolo di primissimo piano), che l'efficienza e la competenza non siano una esclusiva di questa parte del mondo, anzi, anche se per certi aspetti sembra che la mentalità sia meno British (Padri Pellegrini) e più German (Martin Lutero).


Ma ora basta con le speculazioni intellettuali e torniamo alla realtà quotidiana.


Lasciato Vicente Guerrero abbastanza presto in previsione di una tappa impegnativa, la prima sosta è stata consumata a San Quintin per rifornimento Diesel e Food ( Calimax rischia di diventare il fornitore ufficiale dal momento che mi ha concesso la sua tessera per accedere ai prezzi scontati-stessa politica di Safeway negli U.S.A.).




Ripreso il percorso il Nomade si trova a viaggiare sulla Mexico 1, per la maggior parte del tempo sull'interno dove il deserto presenta connotazioni diverse sino a svilupparsi su due altopiani, uno sui 500/600 m.s.l.m., l'altro attorno agli 800 m.s.l.m.: 






su queste quote vi è la presenza dominante di piante grasse, Saguaro incluso (e di grandi dimensioni!), mentre prima si incontrano enormi terreni coltivati (ho saputo che viene utilizzata tecnologia israeliana, proprio quella che avevo avuto modo di apprezzare in passato nel deserto del Negev).




La strada si rivela impegnativa ed oggi, fatto eccezionale, Mexico & Nuvole è più nuvole che Mexico, nel senso che abbiamo potuto vivere l'esperienza della pioggia nel deserto.
Giunti a Catavina proprio nel momento di massimo grigiore, non avendo individuato alcun segnale relativo alle incisioni rupestri presenti in certe caverne, si è deciso di proseguire effettuando una deviazione per Santa Rosalillita (località sul mare adatta ai surfisti), consapevoli di andare alla ventura.



Il mare e la spiaggia li abbiamo trovati, è il paese che è inesistente (solo qualche baracca&casupola poste su un terreno accidentato fronte oceano); è stato inevitabile tornare sulla strada principale in direzione di Guerrero Negro, dove le tenebre hanno imposto la sosta a San Rosarito, altro paese fatto di nulla, ma dove esiste un restaurant ed un Hotel.




Effettuata una rapida valutazione il Nomade si è infilato nel cortile dell'Hotel dove ha trovato accoglienza per la notte. Ora sono le 19 e tira un vento più forte che in giornata, mentre la pioggia ha ripreso a cadere in maniera più costante: l'equipaggio del Nomade si sta apprestando a consumare la propria cena a base di peperonata cucinata da Ezio, accompagnata da prodotti mexicani (formaggi e sardine).



Venerdì 14.12 – Ha piovuto parecchio durante la notte, ma stamane il tempo è in netto miglioramento. La destinazione immediata è Guerrero Negro, località dotata di diverse lagune, una delle quali frequentata in maniera costante dalle balene grigie quando arrivano dal Nord per trascorrervi il periodo invernale.
L'attività più importante è quella del sale che viene raccolto in quantità industriali e spedito per il mondo.





La località è posta appena superato il confine fra Baja California del Norte con quella del Sur, dove cambia anche l'ora! Addirittura vi è un controllo da parte della polizia in merito al passaggio di frutta e verdura, che è vietato, in particolare per gli agrumi. Il poliziotto addetto al controllo è stato cortese con il Nomade limitandosi ad invitarlo a non importare tali prodotti la prossima volta!
I posti di blocco dei militari non mancano nemmeno nel percorso odierno: oggi il controllore ha chiesto di effettuare l'ispezione a bordo, a parer mio più per la curiosità che per scrupolo professionale.






Prima di entrare nel paese di poco più di 8.000 anime dislocate su un ampio territorio il Nomade sosta presso l'ufficio informazioni per scoprire se il gioco è valso la candela (cioè se le balene sono già arrivate oppure no).



La graziosa addetta non bluffa, è sincera nel comunicare che dovrebbero essere qui per fine mese: quindi niente escursione in mare per incontrarle e costo del ferry per la terraferma da accollarsi senza alcuna motivazione.




Pazienza, la vita comunque continua egualmente! Dopo aver percorso le sterrate che intersecano la laguna (oggi, in via del tutto eccezionale, senza sollevare polvere dopo la pioggia notturna) ed aver ammirato una grande quantità di avifauna, perdiamo un po' di tempo alla ricerca di un forno in quanto non c'è voluto troppo tempo per renderci conto che il pane mexicano ci piace di più assai rispetto a quello U.S.A.
Prima di lasciare G.N. ci concediamo un paio di tacos di mariscos a testa, e poi via per Santa Rosalia con sosta intermedia a San Ignazio.





La strada è nuovamente attorniata da cactus, Yoshua Tree, e altra vegetazione, in lontananza compaiono delle belle montagne di origine vulcanica, fra le quali spiccano le Tre Vergini.
Sant'Ignazio è un'oasi immersa in un palmeto dove è sita una pregevole chiesa; continuando per circa 100 km. si arriverebbe in una laguna che andrebbe visitata se non fosse che si è dovuto stilare un programma di chilometri da percorrere giornalmente per consentire ad Ezio di giungere puntuale a Cancun per prendere l'aereo che lo riporterà a casa.







Quindi ci rimettiamo nella direzione di Santa Rosalia superando un ulteriore posto di blocco; da lì ci sono ancora 30 km. per arrivare a destinazione.
La strada si fa più impegnativa e tortuosa; con una notevole discesa in picchiata ci porta presto a livello del mare.
Questo è il mare di Cortez, un mare interno simile all'Adriatico, dove sono poste lungo le bianche spiagge bagnate da un mare color cobalto una serie di località descritte come assai vivaci.



Effettuata senza volerlo veramente una divagazione nella parte vecchia di Santa Rosalia, tutta case in legno e strade ricolme d'auto, il Nomade si riprende la strada costiera e notato un Hotel viene giocata la stessa carta della sera precedente.



Entrati nella Hall noto due persone sedute e quindi rivolgo a loro la domanda di rito: quale sorpresa nel sentirmi rispondere in italiano da una delle due e nell'apprendere che Rocco, italiano che ha trascorso la propria vita in Argentina e poi negli U.S.A., si trova qui dove vive un figlio sposato con la figlia del proprietario dell'hotel, cioè l'altra persona seduta a fianco a Rocco.
Oltre a venir accordata l'ospitalità allo stesso prezzo di ieri (ma questo al confronto è un Hilton), si parla a lungo con Rocco prima di rientrare a bordo dove questa sera elaboro un buon risotto al salmone cucinandolo in pentola a pressione, strumento per la quale il mio ospite prova un certo ribrezzo.  

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