Mercoledì 12.12 –
Operazioni tecniche mattutine –
Ensenada alla scoperta di Calimax
(catena prevalentemente alimentare) –
ore continue di guida sino a
Vicente Guerrero (camping presso Posada Don Diego) – Posti di
blocco attraversati due con ispezione solo in uno –
costa deturpata
dalle costruzioni per americani, poi la strada corre all'interno fra
paesaggi desertici e coltivazioni, in particolare vite nell'ultima
parte – le località incrociate ricordano quelle africane dove il
nastro d'asfalto sta ad indicare il percorso della “civiltà”
mentre gli spazi polverosi circostanti e le misere casupole
contrassegnano il “terzo mondo”-
Arrivati a destinazione si
consuma la cena da Don Diego dove è gradevole conversare con il
gestore ed ottenere preziose info (inclusa una mappa della Baja
California).
Giovedì
13.12 - Trascorso il sesto mese on the road, ecco le somme in $ per
le spese correnti messe a confronto con i dati storici:
da
13.06 a 12.07 Diesel 645 x 5561 km.- Food 289 – Parcheggi e
trasporti 76
da
13.07 a 12.08 Diesel 691 x 6973 km.- Food 256 – Parcheggi e
trasporti 42
da
13.08 a 12.09 Diesel 732 x 6320 km.- Food 242 – Parcheggi e
trasporti 34
da
13.09 a 12.10 Diesel 565 x 4848 km.- Food 230 - Parcheggi e
trasporti 492 (spedizione pneus)
da
13.10 a 12.11 Diesel 515 x 3409 km.- Food 259 - Parcheggi e
trasporti 372 (spedizione s/assi)
da
13.11 a 12.12 Diesel 590 x 5267 km.- Food 270 - Parcheggi e
trasporti 297 (spedizione p/freni)
Negli
ultimi trenta giorni mi sono mosso esclusivamente fra la California e
l'Arizona, aumentando la conoscenza di questi due Stati dell'Unione.
A
conclusione dei mesi trascorsi negli Stati Uniti sento l'obbligo
morale di riepilogare sinteticamente le impressioni percepite durante
il mio peregrinare: si tratta di un grande paese sia per dimensione
che per varietà di habitat naturali e di mentalità di chi li
utilizza come residenza.
Il
territorio è mediamente molto ben conservato e tutelato, gli spazi
selvaggi frequentati da animali allo stato libero sono tanti come
tante sono le tipologie di animali che si possono incontrare.
Percentualmente
ho trascorso più tempo nella West coast che nella East coast,
percorrendo complessivamente oltre 32.000 km. sulle loro strade.
Le
città nelle quali mi sono soffermato riportandone un buon ricordo
sono state Portland-Maine, Boston-Massachusetts, Philadelphia-New
Jersey, Seattle-Washington, San Francisco-California.
Sono
rimasto colpito dal fatto che la popolazione sembra accettare con
facilità le direttive del governo, tutta unita attorno alla propria
bandiera, pur marcando l'appartenenza al proprio singolo stato (così
come la dizione).
Mi
sono trovato bene qui, sono riuscito in qualche modo a risolvere ogni
problema che mi si è presentato, la gente ha un approccio
prevalentemente scherzoso e molto amichevole, i rapporti con i
meccanici, categoria che è diventata quella principale fra i miei
interlocutori, sono sempre stati assai corretti e precisi nei costi
elencati prima ancora di accettare il lavoro (purtroppo non sono
stati altrettanto abili nell'eseguirlo, ma bisogna riconoscere che
una meccanica Fiat Ducato del 1990 è pari ad un UFO in molte parti
del mondo), nessuno mi ha mai minimamente importunato ed il senso di
sicurezza che ho percepito è stato assai elevato (anche se sia la
polizia che i privati cittadini mi hanno sempre evidenziato come
bisogna stare attenti; mi hanno detto le stesse cose elevate a
potenza anche per il Mexico), ho conosciuto diverse persone che mi
hanno avvicinato per via del Nomade, con alcune è stato
gradevolmente possibile approfondire il rapporto.
Considero
l'esperienza vissuta come una grande esperienza, anche se devo
riconoscere che ero partito un po' prevenuto: questo è un paese
complesso, come quasi tutti, e pertanto va conosciuto un po' per
volta per essere poi in grado di capirlo.
La
sensazione che ho avuto è che le lobby e le grandi aziende siano in
cima alla piramide che indirizza le scelte politiche ed economiche
del paese (le forze armate giocano un ruolo di primissimo piano), che
l'efficienza e la competenza non siano una esclusiva di questa parte
del mondo, anzi, anche se per certi aspetti sembra che la mentalità
sia meno British (Padri Pellegrini) e più German (Martin Lutero).
Ma
ora basta con le speculazioni intellettuali e torniamo alla realtà
quotidiana.
Lasciato
Vicente Guerrero abbastanza presto in previsione di una tappa
impegnativa, la prima sosta è stata consumata a San Quintin per
rifornimento Diesel e Food ( Calimax rischia di diventare il
fornitore ufficiale dal momento che mi ha concesso la sua tessera per
accedere ai prezzi scontati-stessa politica di Safeway negli U.S.A.).
Ripreso
il percorso il Nomade si trova a viaggiare sulla Mexico 1, per la
maggior parte del tempo sull'interno dove il deserto presenta
connotazioni diverse sino a svilupparsi su due altopiani, uno sui
500/600 m.s.l.m., l'altro attorno agli 800 m.s.l.m.:
su queste quote
vi è la presenza dominante di piante grasse, Saguaro incluso (e di
grandi dimensioni!), mentre prima si incontrano enormi terreni
coltivati (ho saputo che viene utilizzata tecnologia israeliana,
proprio quella che avevo avuto modo di apprezzare in passato nel
deserto del Negev).
La
strada si rivela impegnativa ed oggi, fatto eccezionale, Mexico &
Nuvole è più nuvole che Mexico, nel senso che abbiamo potuto vivere
l'esperienza della pioggia nel deserto.
Giunti
a Catavina proprio nel momento di massimo grigiore, non avendo
individuato alcun segnale relativo alle incisioni rupestri presenti
in certe caverne, si è deciso di proseguire effettuando una
deviazione per Santa Rosalillita (località sul mare adatta ai
surfisti), consapevoli di andare alla ventura.
Il
mare e la spiaggia li abbiamo trovati, è il paese che è inesistente
(solo qualche baracca&casupola poste su un terreno accidentato
fronte oceano); è stato inevitabile tornare sulla strada principale
in direzione di Guerrero Negro, dove le tenebre hanno imposto la
sosta a San Rosarito, altro paese fatto di nulla, ma dove esiste un
restaurant ed un Hotel.
Effettuata
una rapida valutazione il Nomade si è infilato nel cortile
dell'Hotel dove ha trovato accoglienza per la notte. Ora sono le 19 e
tira un vento più forte che in giornata, mentre la pioggia ha
ripreso a cadere in maniera più costante: l'equipaggio del Nomade si
sta apprestando a consumare la propria cena a base di peperonata
cucinata da Ezio, accompagnata da prodotti mexicani (formaggi e
sardine).
Venerdì 14.12 – Ha piovuto parecchio durante la notte, ma stamane il tempo
è in netto miglioramento. La destinazione immediata è Guerrero
Negro, località dotata di diverse lagune, una delle quali
frequentata in maniera costante dalle balene grigie quando arrivano
dal Nord per trascorrervi il periodo invernale.
L'attività
più importante è quella del sale che viene raccolto in quantità
industriali e spedito per il mondo.
La
località è posta appena superato il confine fra Baja California del
Norte con quella del Sur, dove cambia anche l'ora! Addirittura vi è
un controllo da parte della polizia in merito al passaggio di frutta
e verdura, che è vietato, in particolare per gli agrumi. Il
poliziotto addetto al controllo è stato cortese con il Nomade
limitandosi ad invitarlo a non importare tali prodotti la prossima
volta!
I
posti di blocco dei militari non mancano nemmeno nel percorso
odierno: oggi il controllore ha chiesto di effettuare l'ispezione a
bordo, a parer mio più per la curiosità che per scrupolo
professionale.
Prima
di entrare nel paese di poco più di 8.000 anime dislocate su un
ampio territorio il Nomade sosta presso l'ufficio informazioni per
scoprire se il gioco è valso la candela (cioè se le balene sono già
arrivate oppure no).
La
graziosa addetta non bluffa, è sincera nel comunicare che dovrebbero
essere qui per fine mese: quindi niente escursione in mare per
incontrarle e costo del ferry per la terraferma da accollarsi senza
alcuna motivazione.
Pazienza,
la vita comunque continua egualmente! Dopo aver percorso le sterrate
che intersecano la laguna (oggi, in via del tutto eccezionale, senza
sollevare polvere dopo la pioggia notturna) ed aver ammirato una
grande quantità di avifauna, perdiamo un po' di tempo alla ricerca
di un forno in quanto non c'è voluto troppo tempo per renderci conto
che il pane mexicano ci piace di più assai rispetto a quello U.S.A.
Prima
di lasciare G.N. ci concediamo un paio di tacos di mariscos a testa,
e poi via per Santa Rosalia con sosta intermedia a San Ignazio.
La
strada è nuovamente attorniata da cactus, Yoshua Tree, e altra
vegetazione, in lontananza compaiono delle belle montagne di origine
vulcanica, fra le quali spiccano le Tre Vergini.
Sant'Ignazio
è un'oasi immersa in un palmeto dove è sita una pregevole chiesa;
continuando per circa 100 km. si arriverebbe in una laguna che
andrebbe visitata se non fosse che si è dovuto stilare un programma
di chilometri da percorrere giornalmente per consentire ad Ezio di
giungere puntuale a Cancun per prendere l'aereo che lo riporterà a
casa.
Quindi
ci rimettiamo nella direzione di Santa Rosalia superando un ulteriore
posto di blocco; da lì ci sono ancora 30 km. per arrivare a
destinazione.
La
strada si fa più impegnativa e tortuosa; con una notevole discesa in
picchiata ci porta presto a livello del mare.
Questo
è il mare di Cortez, un mare interno simile all'Adriatico, dove sono
poste lungo le bianche spiagge bagnate da un mare color cobalto una
serie di località descritte come assai vivaci.
Effettuata
senza volerlo veramente una divagazione nella parte vecchia di Santa
Rosalia, tutta case in legno e strade ricolme d'auto, il Nomade si
riprende la strada costiera e notato un Hotel viene giocata la stessa
carta della sera precedente.
Entrati
nella Hall noto due persone sedute e quindi rivolgo a loro la domanda
di rito: quale sorpresa nel sentirmi rispondere in italiano da una
delle due e nell'apprendere che Rocco, italiano che ha trascorso la
propria vita in Argentina e poi negli U.S.A., si trova qui dove vive
un figlio sposato con la figlia del proprietario dell'hotel, cioè
l'altra persona seduta a fianco a Rocco.
Oltre
a venir accordata l'ospitalità allo stesso prezzo di ieri (ma questo
al confronto è un Hilton), si parla a lungo con Rocco prima di
rientrare a bordo dove questa sera elaboro un buon risotto al salmone
cucinandolo in pentola a pressione, strumento per la quale il mio
ospite prova un certo ribrezzo.
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