domenica 25 dicembre 2011

23.12.2011 da Guelmim a Tarfaya


Arrivo in anticipo al centro e comincio ad introdurre il materiale da consegnare. Mentre armeggiavo attorno al Nomade sono stato salutato da diversi studenti mentre stavano andando a scuola. Una ragazzina mi avvicina sorridente chiedendo il mio nome: sono tutti carini ed incuriositi, per niente invadenti.
La città è stata esclusivamente in uso ai militari fino a non molto tempo fa, ora vi stanziano due battaglioni dell'esercito ed uno dell'aviazione, ma i civili sono predominanti.

Al centro dell'Association Défi d'andicap mi immergo in una realtà che, quando la avvicini, ti fa quasi sentire in colpa! Vengo presentato ad ognuno dei ragazzi (anche se uno di questi ne ha 46 di anni), io eseguo una foto ciascuno che subito mostro loro. Ci sono rappresentate varie situazioni, fra le quali, la più difficile da trattare, è quella di una bimba autistica.

Resto impressionato dal fatto che, sia che i ragazzi siano in grado di esprimersi che invece no, sono tutti sul sorridente e piuttosto calmi. Per ognuno di loro mi vengono esibiti i lavori eseguiti ed i loro quaderni: sono fieri di potermeli mostrare ed io li ricambio effettuando delle foto ai loro lavori. 

Da parte di uno degli insegnanti viene presa l'iniziativa di preparare un cadeau per me: si tratta di un foglio dove ognuno “firma” pressando un dito della mano precedentemente intinto in un colore della tavolozza: sono stato preso da un filo di commozione nel vedere con quale impegno, anche coloro che la mano non sono in grado di usarla, hanno voluto “firmare”. 

Poi ho consegnato ad Ali quanto avevo preparato prima di raggiungere il centro, quindi mi è stato offerto, nella saletta adibita a cucina, del latte con caffè accompagnato da pane, formaggini, olio di oliva e thè. 
Ho accettato di buon grado ed ho anche scattato qualche foto alla cuoca, la quale mi ha chiesto, tramite Ali, se poteva venire in Italia con me. 

Effettuate delle foto tutti insieme, pur essendo stato invitato a trattenermi per il pranzo, ho ritenuto opportuno salutare tutti e rimettermi in cammino. Devo avvicinare in fretta la Mauritania, sono già le 12, punto ad arrivare a Tarfaya, meta forse anche leggermente ambiziosa. 
Il fatto è che si tratta del primo luogo dove pensare di sostare, perché ora sono nel Sahara occidentale, quello conteso dal Polisario, dietro al quale forse traffica l'Algeria (così mi dicono, e potrebbe essere vero visto che i soldati algerini spesso sconfinano per depredare i Nomadi marocchini!) , ed il deserto è sempre più deserto, gli insediamenti urbani praticamente inesistenti.

A Tan Tan le case cambiano colore, sono bianche con infissi azzurri: si intuisce che c'è nell'aria qualcosa di diverso. Infatti, dopo un po' si arriva ad intravvedere l'oceano in lontananza. 
In questa città sono riuscito a prendere una salata ammenda per mancato rispetto di stop (questo il vigile ha sostenuto: trattandosi di una rotonda dove è avvenuto il fatto, è probabile che l'abbia affrontata come nelle altre parti del mondo, dove si da la precedenza quando si deve dare; qui poi, traffico zero, ma evitiamo di cercare giustificazioni inutili!). A El Quatia si arriva la mare, ma la strada non corre mai troppo sulla costa, anche perché ho visto esserci una falesia molto pericolosa, tutta erosa da mare e vento, probabilmente più da questo che da quello. In un passaggio di un ponte su uno uedi, ho la possibilità di vedere all'opera gli uccelli acquatici, fra questi gli aironi in numero notevole.
Comincio ad accusare qualche sintomo di noia più che di stanchezza, non riesco a tenere costante la velocità media, così approfitto della linea continua e di un camion davanti per riprendere energia e pensare al sorpasso appena possibile. Subito dopo c'è uno stop obbligatorio, perché in quest'area la gendarmeria ha il compito di controllare chiunque transiti, anche i turisti, mi viene chiesta la documentazione personale, meglio se ho una fotocopia: certo che ho la fotocopia, ne ho preparata una certa quantità per ogni paese da visitare (in Mauritania queste richieste si ripetono ad intervalli di pochi km.e bisogna essere preparati ) 


Sono le 17.15 l.t. quando entro in Tarfaya, agglomerato di una certa consistenza, salvo che non mi ero accorto della mancanza del campeggio. Mentre eseguo un giro di orientamento metto il muso in un'area doganale; il gendarme di servizio è molto gentile nel darmi le istruzioni su dove sostare, ed io eseguo alla lettera, ma preferisco cercare ancora prima di decidere. Ad esempio, ma non ricordo quanto prima dell'ingresso in città, ho visto un bivacco di camper sulla costa. Mi indirizzo da quella parte, ma mi rendo conto che non sono a portata, allora dirigo verso Laayoune, che vuol dire direzione Mauritania, sperando di incocciare in un albergo dotato di corte dove essere accolto, ma dopo un po' del solito deserto che non lascia intravvedere nulla di avvicinabile, mentre i raggi del sole calante filtrano da una nuvola grigia, riprendo la posizione suggerita dal gendarme. A scanso di equivoci mi presento alla garitta all'angolo dove ci sono dei militari che prestano servizio, ricevendo conferma sulla bontà della posizione per passare la notte. Fra i presenti uno mi dice di avere qualche problema all'orecchio e mi chiede un medicinale adatto: detto fatto, ho giusto delle gocce che gli fornisco spiegandogli il modo d'uso.

Mentre mi ritiro per la notte ricevo i soliti saluti di bimbi accompagnati da mamme (questa della donna che saluta lo straniero infedele mi fa capire che forse qui gli equilibri sono differenti). Più tardi uno dei militari viene a cercare alcolici che non ho; dopo passa una pattuglia della gendarmeria per annotare i miei dati e, con molta gentilezza, scambiate quattro chiacchiere, mi augura la buona notte.   

1 commento:

  1. ciao, Gaetano, intanto gli auguri di Buon Natale, poi, in giornata proverò a chiamarti,in questo momento sono le 01.54 della mattina del 25.
    Ho visto le foto degli ultimi giorni, Zagora, Foum Zguid, Tata, dove proprio lo scorso anno, transitando con le ambulanze diretti in Burkina abbiamo lasciato i pannelli fotovoltaici, stai facendo il nostro itinerario di allora, e così Guelmim dove ho rivisto con piacere i ragazzi e la cuoca.
    Che nostalgia, vorrei essere lì con te....
    A proposito anche alla nostra spedizione è toccata la multa uno dei nostri mezzi è sto bloccato allo stesso rondò, il poliziotto sa bene che gli occidentali, se non sopraggiungono altri veicoli, rallentano, ma non si fermano, come invece sembra che voglia il codice marocchino, porta pazienza, tra poco sei fuori...

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