Domenica 11 dicembre 2016
I film proiettati ieri
sera erano di taglio educativo; il secondo, intitolato La Piroga, con
contenuti molto attuali: storia di migranti diretti verso la Spagna
finiti in avaria dentro una tempesta. Molti non ce la fanno, anche se
in extremis i più fortunati vengono salvati dalla croce rossa
spagnola al largo delle Canarie per poi tornare a casa un po' con un
senso di sconfitta nel cuore ma anche con l'apprezzamento per ciò
che hanno ritrovato dopo aver rischiato di perderlo definitivamente.
Il tema è uno di quelli
che inumidisce gli occhi, ma molti fra il pubblico ridevano, forse
per tenere una certa distanza da avvenimenti così tristi.
Dopo la colazione ho
ragionato con Maria Cristina circa l'evoluzione del programma
giornaliero: quando ho capito che si sarebbe dovuto attendere il
mezzogiorno solo per l'intervento del Sotto Prefetto che avrebbe
dichiarato concluso il Festival con formule di ringraziamento per
tutti, Maria Cristina, con la praticità e la velocità di
ragionamento che la contraddistingue, mi ha preceduto nel farmi
capire che se avessi voluto avrei potuto partire immediatamente.
Detto fatto: effettuata
una chiamata telefonica ad Aboucar per un possibile incontro al volo
dalle parti di Sindia onde iniziare a parlare di un progetto proposto
in loco ed avendo capito che oggi non sarebbe stato possibile,
salutati a dovere tutti i presenti sono stato accompagnato a Fimla da
Soliman su indicazione del prezioso Amadi.
Da lì ho proseguito sul
sedile posteriore piuttosto scomodo di uno scassatissimo, ma non più
di altri simili, sept-place sino all'incrocio con la N 2
Dakar-Kaolack per FCFA 1.500, valigia inclusa.
All'incrocio ho visto
sfilarsi il pullman che avrei dovuto arpionare e così ho preso in
considerazione una vettura che si è presto rivelata essere
praticamente senza freni ma che avrebbe potuto condurmi sino a
destinazione finale senza la sosta al Gran Baobab: non ho avuto
bisogno di riflettere molto e per CFCA 10.000 (poco più di € 15)
sono salito a bordo.
Dopo Mbour ho cercato la
conversazione ma il conducente era uno di quelli che di francese ne
mastica poco: me ne sono fatto una ragione e quando ho riconosciuto i
riferimenti giusti l'ho stoppato giusto in tempo per salutare Giacomo
e famiglia diretti ad un ristorante sulla spiaggia.
Ho declinato il loro
invito per il piacere di una doccia vera ed un riposino, oltre al
fatto che non avevo appetito dopo le prelibatezze gustate al
campement.
Quando è venuto il
momento di mettere in funzione i p.c., mediacom si è dimostrato
impraticabile come negli ultimi giorni; ho allora ripreso in mano il "muletto", il vecchio Asus, pensando che avrei potuto non effettuare
l'acquisto del nuovo per come sono andate le cose.
Che piacere poter
scaricare le foto Canon e Samsung sul “muletto”senza tutti i
problemi patiti con la novità mediacom!
Al rientro della
famigliuola che mi sta ospitando ho interrotto le mie faccende e dopo
un moka caffe ho iniziato una chiacchierata con Giacomo inerente
all'esperienza Festival, chiacchierata che è poi proseguita a cena e
dopo cena in quanto lui volerà in Italia già venerdì mentre di informazioni da travasare dalla sua memory alla mia ce ne sono ancora tante che forse il tempo non basterà!
Ma ad un certo punto mi è
sembrato giusto ritirarmi lasciando a ciascuno il proprio spazio.
Lunedì 12,12,2016
La giornata qui è
festiva e l'avvio è stato lento fino a che verso le 11.30 sono
salito sul pick-up 4x4 di Giacomo insieme ad Hady e al piccolo
Ibrahima per dirigerci verso una meta che ha reso conosciuto il
Senegal nel mondo ai tempi della Paris-Dakar: Le Lac Rose, il luogo
dove la gara trovava il suo prestigioso epilogo!
Questa volta tutto
goudron sino alla meta, non come nel 2012 quando arrivai al lago per
caso inseguendo il monastero di Keur Moussa che si rivelò più
difficile del previsto da raggiungere.
Allora il rosa del lago
non riuscii a percepirlo mentre questa volta la colorazione è
risultata più evidente.
Su segnalazione di amici
di Giacomo abbiamo raggiunto un ristorante piuttosto elegante e dai
prezzi adatti agli europei;
prima di iniziare il pranzo ho seguito
Giacomo mentre entrava nell'acqua, io solo con i piedi mentre lui a
un certo punto si è coricato per godere della spinta verso l'alto
che la massa salina indirizza sui corpi immersi mantenendoli quasi
fuori dall'acqua.
I due amici italiani ci
hanno poi raggiunto sviluppando discorsi che mi sono limitato ad
ascoltare.
Quando si è fatta l'ora
del rientro Giacomo, intuendo la mia voglia di salire sulla duna con
il 4x4, ha sterzato sulla destra per indirizzarsi sulla sabbia chiara
restando immediatamente insabbiato come un principiante.
Certo la causa non è
dipesa dalla sua guida visto che sulle spalle ha una partecipazione proprio alla Paris – Dakar su Toyota Hilux preparata a dovere: forse le
caratteristiche di questo veicolo in fuori strada non sono il massimo
(troppo peso sull'anteriore rispetto al posteriore).
Dopo vari tentativi per
districarsi dalla scomoda posizione assunta dal 4x4, Giacomo ha
estratto il cavo d'acciaio - chiunque si aggiri da queste parti deve averne almeno uno al seguito - nell'attesa di essere poi prontamente
soccorso dal sopraggiunto italico amico che si era attardato lungo il percorso con nnostro sommo gaudio.
Rimesso il pick-up sul
duro il viaggio è filato liscio sino a casa, confortati da uno dei
soliti tramonti che è possibile ammirare qui al piccolo paradiso.
Martedì 13 dicembre 2016
E' arrivato il momento di
organizzare il viaggio al Nord: sin dal mattino ho preso il primo
contatto telefonico con il capo villaggio del luogo dove è in
predicato la realizzazione di un “forage”.
Quindi c'è stato un
tourbillion fra chat Wapp., emails e chiamate messangers, tutte in
riferimento all'argomento all'ordine del giorno.
Un fatto curioso è
emerso quando, riprendendo a video vari documenti che dovranno essere
compilati con dati inerenti al villaggio, ho potuto constatare come
un primo preventivo che era stato acquisito sin dal mese di settembre
è stato redatto da una ditta specializzata in trivellazioni della
quale Giacomo conosce l'italico titolare.
Infatti nei giorni scorsi
si era in generale fra di noi affrontato il tema in virtù delle
esperienze da lui vissute in prima persona ed era emerso il nome di
questa persona.
Nell'esaminare il
preventivo questa volta mi è caduto l'occhio su chi lo aveva
firmato: non solo il nome era lo stesso, ma proprio ieri rientrando dal Lago Rosa egli aveva notato che qui
vicino è in corso una trivellazione.
Nel pomeriggio mi ha
accompagnato sul posto per dare un'occhiata e così ho visto sia il
lavoro in corso (per inciso relativo ad una proprietà di un
italiano: ma quanti ce ne sono da queste parti? Sembra un numero
illimitato!) che il relativo “patron”: dopo le presentazioni di
rito introdotte da Giacomo il “patron” ha dimostrato di
ricordarsi benissimo di quel preventivo!
A seguire sono stato
accompagnato non lontano da qui per visitare una “”maison” di
francesi che viene affittata quando non sono presenti; purtroppo non era
il momento adatto e la visita probabilmente avverrà domattina.
Comincio a sentire il
bisogno di uno spazio che mi consenta l'indipendenza e l'autonomia
alle quali non sono in grado di rinunciare, forse anche proprio
perché questi primi dieci giorni senegalesi sono stati vissuti in
una “full immersion” impostata all'opposto rispetto alle mie preferenze.
Piacevole ma al tempo
stesso per me anche stanchevole!
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