mercoledì 14 dicembre 2016

Dal delta del Siné-Saloum a Toubab Dialaw + Le Lac Rose



Domenica 11 dicembre 2016
I film proiettati ieri sera erano di taglio educativo; il secondo, intitolato La Piroga, con contenuti molto attuali: storia di migranti diretti verso la Spagna finiti in avaria dentro una tempesta. Molti non ce la fanno, anche se in extremis i più fortunati vengono salvati dalla croce rossa spagnola al largo delle Canarie per poi tornare a casa un po' con un senso di sconfitta nel cuore ma anche con l'apprezzamento per ciò che hanno ritrovato dopo aver rischiato di perderlo definitivamente.
Il tema è uno di quelli che inumidisce gli occhi, ma molti fra il pubblico ridevano, forse per tenere una certa distanza da avvenimenti così tristi.
Dopo la colazione ho ragionato con Maria Cristina circa l'evoluzione del programma giornaliero: quando ho capito che si sarebbe dovuto attendere il mezzogiorno solo per l'intervento del Sotto Prefetto che avrebbe dichiarato concluso il Festival con formule di ringraziamento per tutti, Maria Cristina, con la praticità e la velocità di ragionamento che la contraddistingue, mi ha preceduto nel farmi capire che se avessi voluto avrei potuto partire immediatamente.


Detto fatto: effettuata una chiamata telefonica ad Aboucar per un possibile incontro al volo dalle parti di Sindia onde iniziare a parlare di un progetto proposto in loco ed avendo capito che oggi non sarebbe stato possibile, salutati a dovere tutti i presenti sono stato accompagnato a Fimla da Soliman su indicazione del prezioso Amadi.


Da lì ho proseguito sul sedile posteriore piuttosto scomodo di uno scassatissimo, ma non più di altri simili, sept-place sino all'incrocio con la N 2 Dakar-Kaolack per FCFA 1.500, valigia inclusa.
All'incrocio ho visto sfilarsi il pullman che avrei dovuto arpionare e così ho preso in considerazione una vettura che si è presto rivelata essere praticamente senza freni ma che avrebbe potuto condurmi sino a destinazione finale senza la sosta al Gran Baobab: non ho avuto bisogno di riflettere molto e per CFCA 10.000 (poco più di € 15) sono salito a bordo.



Dopo Mbour ho cercato la conversazione ma il conducente era uno di quelli che di francese ne mastica poco: me ne sono fatto una ragione e quando ho riconosciuto i riferimenti giusti l'ho stoppato giusto in tempo per salutare Giacomo e famiglia diretti ad un ristorante sulla spiaggia.
Ho declinato il loro invito per il piacere di una doccia vera ed un riposino, oltre al fatto che non avevo appetito dopo le prelibatezze gustate al campement.
Quando è venuto il momento di mettere in funzione i p.c., mediacom si è dimostrato impraticabile come negli ultimi giorni; ho allora ripreso in mano il "muletto", il vecchio Asus, pensando che avrei potuto non effettuare l'acquisto del nuovo per come sono andate le cose.
Che piacere poter scaricare le foto Canon e Samsung sul “muletto”senza tutti i problemi patiti con la novità mediacom!
Al rientro della famigliuola che mi sta ospitando ho interrotto le mie faccende e dopo un moka caffe ho iniziato una chiacchierata con Giacomo inerente all'esperienza Festival, chiacchierata che è poi proseguita a cena e dopo cena in quanto lui volerà in Italia già venerdì mentre di informazioni da travasare dalla sua memory alla mia ce ne sono ancora tante che forse il tempo non basterà!
Ma ad un certo punto mi è sembrato giusto ritirarmi lasciando a ciascuno il proprio spazio.



Lunedì 12,12,2016
La giornata qui è festiva e l'avvio è stato lento fino a che verso le 11.30 sono salito sul pick-up 4x4 di Giacomo insieme ad Hady e al piccolo Ibrahima per dirigerci verso una meta che ha reso conosciuto il Senegal nel mondo ai tempi della Paris-Dakar: Le Lac Rose, il luogo dove la gara trovava il suo prestigioso epilogo!



Questa volta tutto goudron sino alla meta, non come nel 2012 quando arrivai al lago per caso inseguendo il monastero di Keur Moussa che si rivelò più difficile del previsto da raggiungere.
Allora il rosa del lago non riuscii a percepirlo mentre questa volta la colorazione è risultata più evidente.



Su segnalazione di amici di Giacomo abbiamo raggiunto un ristorante piuttosto elegante e dai prezzi adatti agli europei; 



prima di iniziare il pranzo ho seguito Giacomo mentre entrava nell'acqua, io solo con i piedi mentre lui a un certo punto si è coricato per godere della spinta verso l'alto che la massa salina indirizza sui corpi immersi mantenendoli quasi fuori dall'acqua.




I due amici italiani ci hanno poi raggiunto sviluppando discorsi che mi sono limitato ad ascoltare.
Quando si è fatta l'ora del rientro Giacomo, intuendo la mia voglia di salire sulla duna con il 4x4, ha sterzato sulla destra per indirizzarsi sulla sabbia chiara restando immediatamente insabbiato come un principiante.




Certo la causa non è dipesa dalla sua guida visto che sulle spalle ha una partecipazione proprio alla Paris – Dakar su Toyota Hilux preparata a dovere: forse le caratteristiche di questo veicolo in fuori strada non sono il massimo (troppo peso sull'anteriore rispetto al posteriore).
Dopo vari tentativi per districarsi dalla scomoda posizione assunta dal 4x4, Giacomo ha estratto il cavo d'acciaio - chiunque si aggiri da queste parti deve averne almeno uno al seguito - nell'attesa di essere poi prontamente soccorso dal sopraggiunto italico amico che si era attardato lungo il percorso con nnostro sommo gaudio.



Rimesso il pick-up sul duro il viaggio è filato liscio sino a casa, confortati da uno dei soliti tramonti che è possibile ammirare qui al piccolo paradiso.


Martedì 13 dicembre 2016
E' arrivato il momento di organizzare il viaggio al Nord: sin dal mattino ho preso il primo contatto telefonico con il capo villaggio del luogo dove è in predicato la realizzazione di un “forage”.
Quindi c'è stato un tourbillion fra chat Wapp., emails e chiamate messangers, tutte in riferimento all'argomento all'ordine del giorno.
Un fatto curioso è emerso quando, riprendendo a video vari documenti che dovranno essere compilati con dati inerenti al villaggio, ho potuto constatare come un primo preventivo che era stato acquisito sin dal mese di settembre è stato redatto da una ditta specializzata in trivellazioni della quale Giacomo conosce l'italico titolare.


Infatti nei giorni scorsi si era in generale fra di noi affrontato il tema in virtù delle esperienze da lui vissute in prima persona ed era emerso il nome di questa persona.
Nell'esaminare il preventivo questa volta mi è caduto l'occhio su chi lo aveva firmato: non solo il nome era lo stesso, ma  proprio ieri rientrando dal Lago Rosa egli aveva notato che qui vicino è in corso una trivellazione.
Nel pomeriggio mi ha accompagnato sul posto per dare un'occhiata e così ho visto sia il lavoro in corso (per inciso relativo ad una proprietà di un italiano: ma quanti ce ne sono da queste parti? Sembra un numero illimitato!) che il relativo “patron”: dopo le presentazioni di rito introdotte da Giacomo il “patron” ha dimostrato di ricordarsi benissimo di quel preventivo!


A seguire sono stato accompagnato non lontano da qui per visitare una “”maison” di francesi che viene affittata quando non sono presenti; purtroppo non era il momento adatto e la visita probabilmente avverrà domattina.
Comincio a sentire il bisogno di uno spazio che mi consenta l'indipendenza e l'autonomia alle quali non sono in grado di rinunciare, forse anche proprio perché questi primi dieci giorni senegalesi sono stati vissuti in una “full immersion” impostata all'opposto rispetto alle mie preferenze.
Piacevole ma al tempo stesso per me anche stanchevole!


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