sabato 27 febbraio 2016

La deflagrazione: terza parte




Sabato 27.02.2016
Quando sembrava che tutto si stesse incanalando in un modo ecco uscire dal cilindro qualche nuovo personaggio, qualche nuova situazione.
Erano le 11 del mattino di ieri quando ho incontrato un giovane al terzo anno di diritto, presidente dei giovani universitari di Ouaga, lavoratore con un banchetto di cibo di strada nel quartiere di Gaunghin oltre che studente.
Costui era stato caldeggiato da una delle due parti lese direttamente al Cerruti in coda all'incontro ed io avevo suggerito di lasciar perdere indicazioni di questo genere in funzione della provenienza.




Cerruti/Forest mi sembra un romagnolo a tutto tondo, poco abile a dominare le spinte emotive che un cuore palpitante modificano continuamente in lui: un cucciolo?
Fatto sta che già la sera prima aveva incontrato questo giovane intellettuale Burkinabé e aveva deciso che sarebbe stato meglio che io lo filtrassi prima di aprire qualsiasi tipo di discorso.
Gli africani non sono diversi da altri; se vogliono essere ben considerati da un interlocutore bianco sanno come fare, anche perché quasi sempre il bianco non resta in loco a controllare nel tempo lo spessore reale della persona: spesso il bianco ha bisogno di uno di cui fidarsi e a cui demandare qualche incarico, ma quanti commenti ho già sentiti da parte di bianchi rimasti “delusi”!




La regola vale in ogni dove ed è rappresentata dal “controllo”: se questo non è esercitato costantemente il rischio di insuccesso/delusione aumenta.
Il frequentatore del terzo anno su quattro che qui consente di completare il corso di diritto con successivo sbocco nella Magistratura o nella libera professione era dotato di p.c. entro al quale ha scovato gli articoli di legge esplicativi circa la possibile evoluzione della vicenda, salvo poi affermare che sarebbe una strada costosa da percorrere in quanto bisognerebbe avvalersi di avvocati.




Ma scusa, pupetto beeello, se io sono a conoscenza di certi fatti e li metto nelle mani della Magistratura, di che avvocati dovrei aver bisogno? C'ho pure delle registrazioni da regalare! Sarà poi la Magistratura a pesare il tutto e se dovesse ritenere il pacchetto credibile decidere di andare avanti dando le disposizioni a chi dovrà indagare e tutto quello che può venire dopo.
Inoltre perché mai questo giovane tanto impegnato dovrebbe essere coinvolto nel futuro dei ragazzi?
Perché il giocattolo “fondazione” potrebbe essere ingrandito dando di più e meglio ad un maggior numero di ragazzi.
Ok., ma con quali fondi? Quelli dei bianchi o quelli che il nuovo governo non ha? Quelli di Burkinabé di buona volontà sensibili ai disagi dei giovani di strada che ancora non ho scovato dopo quasi cinque mesi trascorsi sul territorio?
Di bianchi pronti a gettarsi in una tale impresa stante un pregresso del quale sembra sempre più difficile staccarsi se ne possono trovare tanti quanti sono settimanalmente i vincitori del massimo premio al Superenalotto: quindi per molto tempo nessuno sino a che non si incoccia in quello fortunato.




Quando l'incontro è terminato ho cominciato ad avere voglia di non essere più qui, e non solo per il caldo esagerato e il malessere che mi perseguita da circa una settimana dando un serio contributo alla mancata ricarica delle energie attraverso un buon sonno notturno che ho dimenticato da tempo, ma per la distanza culturale che mi porta a ricordare un proverbio andato in disuso: mogli e buoi dei paesi tuoi.
Certo, allora era una civiltà contadina quella che veniva ricordata con quel motto, oggi è una civiltà globale quella nella quale ci si muove anche in Africa, territorio dove tutto è disposto a macchia di leopardo, ben mischiato, tenuto stretto dalle tradizioni del villaggio riportate nei quartieri della città, dove la famiglia non è solo quella di sangue ma anche quella dei vicini: a me ricorda tanto il principio asfissiante della mafia!




In serata il Cerruti ha ricevuto un invito per un incontro in ambiente “fondazione” che sarebbe iniziato da lì a poco: io non ho accettato di accompagnarlo e mi sono chiesto il perché della sua decisione di andarci, come una biglia calamitata attratta dalla diversa polarità della calamita.
Solo stamane ho avuto il resoconto che mi ha poi convinto a parlare fuori dai denti a Forest.
Si è trattato di una contromanovra del Capo Comico organizzata con la partecipazione di mamme e parenti vari dei ragazzi, oltre ai ragazzi e gente del quartiere con l'obiettivo di intimidire attraverso minacce e affermazioni false il buon Forest.
Egli praticamente non ha potuto replicare così come quando sei nell'arena e non puoi impegnarti in un “solo contro tutti”, compresi quelli delle gradinate che continuano a lanciare invettive assordanti e uova marce contro il povero gladiatore venuto da lontano che già avrebbe il suo bel daffare con le tigri e i leoni più vicini a lui.




Il popolo era stato preparato per recitare bene la scena dal famoso Capo Comico; solo qualche sbavatura qua è la è stata colta come quando con la coda dell'occhio il generoso Forest ha colto qualcuno che se la rideva dopo aver recitato la propria parte.
Quando il peso di ciò che stava vivendo è diventato insopportabile, solo allora un Forest annicchilito ha lasciato la “fondazione” con ancora le urla nelle orecchie di chi avrebbe voluto portarlo subito in Gendarmeria.
Ma chi il nostro gladiatore ha notato entrare a quel punto nell'arena?
Il Capo Comico seguito a breve distanza da una delle due parti lese!




Caro amico, la tua foga e la tua mancanza della lucidità necessaria nel leggere le situazioni ti ha portato al punto di dover temere per la tua vita: oggi il consiglio che la sorella ti aveva dato a caldo giorni fà sembra avere maggior senso.
Ti invitava a lasciar perdere tutto e a tornartene a casa.
L'incubo che stai vivendo si sta dilungando troppo: è necessario prendere la giusta distanza per poter continuare a respirare, ma forse qui non è più il posto per il tuo respiro.
E le carceri africane che ho viste in un film qualche tempo addietro non mi sembrano proprio il posto giusto per stare “al fresco”!
Meglio evitare il ripetersi di casi internazionali come quello dei due marò.


Forse il tuo spirito potrebbe aver bisogno di altri tipi di esperienze per cercare di riequilibrarsi rispetto a queste che hai vissuto; solo ieri non avrei potuto credere che avrei oggi scritto questo epilogo della storia: la riflessione è aperta a tutti, anche ai non partecipanti agli eventi.



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