Tanto è stata soleggiata e luminosa la giornata precedente quanto è autunnale quella successiva.
Le operazioni di consegna del Nomade a Zeebrugge si sono svolte in tre momenti ed in tre luoghi diversi: prima tappa lo spedizioniere, seconda tappa gli uffici doganali, terza tappa il terminal della compagnia di navigazione.
Ogni tappa è stata rapida e senza intoppi, gli interlocutori hanno avuto tutti un atteggiamento cortese, in particolare al terminal dove ho richiesto un taxi per recarmi alla stazione ferroviaria di Zeebrugge.
Al banco della stazione ho avuto la sorpresa di poter usufruire di una tariffa agevolata in funzione della mia età, il tutto su iniziativa dell'impiegato delle ferrovie; ho così pagato un terzo del prezzo pieno per raggiungere Brussels.
Quello che non sapevo era che il collegamento con l'aeroporto Charleroi avviene dalla stazione Midi e non da Central; poco male, appena uscito ho cercato la navette e quando ho trovato difficile rintracciarla ho chiesto info.
Sono allora rientrato in stazione per proseguire verso la fermata giusta. Qui non è stato facile trovare la fermata per carenza di segnaletica, ma alla fine ci sono arrivato.
Mentre attendevo il pullman è passato un taxista che offriva, a chi ancora sprovvisto di biglietto, il passaggio all'aeroporto allo stesso prezzo del pullman, ma a bordo del suo veicolo 7 posti multiconfort. Sono stato il primo ad accettare, poi via via sono arrivati altri componenti in modo da poter partire subito.
Altra sorpresa: arrivato all'aeroporto verso le 15 non mi restava che la possibilità di un volo Ryanair schedulato per le 19.30, e questo lo sapevo, ma quello che ignoravo era il costo del biglietto. Rispetto a ciò che avevo visto on line, dove non ho potuto prenotare a causa delle molte variabili che avrebbero potuto condizionarmi, e cioè un costo medio di circa € 50, mi sono sentito chiedere € 360!
Alternativa unica possibile il volo del mattino successivo alle 6.30, visto on line a € 9.90 ma al banco € 80. Breve riflessione e conseguente pronta decisione per questa soluzione.
L'impiegato mi ha allora informato della necessità di eseguire le operazioni di chek-in on line almeno 4 ore prima della partenza in una delle tante postazioni sparpagliate nel salone.
No problem, visto che ho deciso di rimanere in aeroporto.
L'aeroporto è piccolo e piuttosto limitato nelle offerte per il passeggero; appena posso mi accomodo in un sedile scomodissimo quando se ne libera uno, pensando a come è tutto più semplice ed economico quando viaggio come Nomade.
Mi metto a leggere il libro che ho portato con me ed ogni tanto provo ad effettuare il chek-in, ma la postazione sostiene che è ancora troppo presto e la mia prenotazione non risulta ancora memorizzata.
Mi trovo a ripetere il rito diverse volte ricevendone sempre la stessa informazione; il tempo c'è, quindi proverò più tardi.
Le ore passano, si fa buio, le persone attorno a me si rarefanno, vado alla ricerca di una soluzione più comoda per la notte, ma non ce n'è, se non quella adottata da alcuni ragazzi consistente nello stendersi a terra. Quando mi assopisco non sono ancora riuscito ad effettuare il chek-in.
Non è dormire quello che sto facendo, però gli occhi restano chiusi per lunghi intervalli di tempo; ad un certo punto mi prende un morso allo stomaco e decido di assumere della marmellata direttamente dal barattolo che ho in valigia (ho dovuto toglierlo dalla cambusa del Nomade per non incorrere nel sequestro a NY), poi inizio a muovermi e già stanno arrivando i passeggeri per i vari voli del mattino. Torno alla postazione ed ora ho il consenso, ma devo sganciare altri € 60! a mio parere questa è stata una vera e propria trappola; appena riapre il banco vado a protestare. La tizia è graziosa ed in tiro già alle 3.30 del mattino, ma è anche inflessibile.
Sono tutte esperienze nuove per me: e pensare che mio figlio l'anno scorso ha utilizzato questo stesso vettore per raggiungere il Marocco ben due volte, la prima a € 15 A/R e la seconda ad € 25 A/R! Quando gli racconto l'episodio mi suggerisce, per casi futuri, di prenotare per tempo on line e, nel dubbio, di acquistare due biglietti per due voli diversi in orari differenti.
Infatti è vero, se avessi acquistato due biglietti al prezzo medio di € 30 cad. avrei potuto volare al costo di € 60 contro i 360 richiesti al banco!
Ma tutto questo ormai fa parte del passato. Appena rientrato trovo il suggerimento dello spedizioniere di NY il quale mi informa che l'arrivo della nave è previsto per giovedì 14; quello potrebbe essere il giorno buono per sbrigare le pratiche doganali in modo da avere fra le mani il Nomade venerdì 15 in quanto gli uffici non lavorano durante il fine settimana, né io ho voglia di starmene inutilmente in un alberghetto della zona.
Così prenoto un volo Air Lingus con scalo a Dublino, un albergo in area Newark - dove ci sono sia gli uffici doganali che il Discharge Location Foreign Auto Processing Station (FAPS)- per due notti, compilo e spedisco forms per queste operazioni, sollecito la consegna della polizza assicurativa da parte della compagnia statunitense a mezzo del broker di Amburgo, rimetto il carnet de passage en douane all'ente emittente, sblocco i quattrini tenuti a garanzia di questo per tutta la durata dell'operazione, sbrigo altre faccende sino a tenermi lo spazio residuo per effettuare un po' di rilassante giardinaggio che mi consente di portare con me solo ricordi del mio eremo, lasciando nient'altro che tracce del mio lavoro.
Per precisione di informazione, la frase originale, attribuita a Chief Seattle, Capo Squamish 1786-1866, testualmente dice: “Portar via solo ricordi. Lasciare nient'altro che orme”.
E' una frase che mi è piaciuta sin dal primo momento in cui l'ho conosciuta circa 15 anni or sono, e cerco di ricordarla sempre, anche se con alterni risultati nel tempo.
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