Lunedì 03; La mia intuizione è risultata vera: ieri il traffico era scarso a causa della giornata festiva, ma oggi è veramente tutta un'altra cosa.
Il mototaxi di ieri sera non si è visto all'appuntamento odierno e così ho cambiato programma: mi sono recato a piedi nella zona delle agenzie di viaggio per cercare di imbastire i miei movimenti futuri.
Partendo da sud c'è una parte del Vietnam che viene servita da bus regolarmente; per quanto sono riuscito a sapere da Hue sino ad Hanoi i bus viaggiano con assetto sleeping trascurando quelle località che stanno in mezzo.
Poi da Hanoi si può raggiungere una quantità di località sia sul mare come Halong Bay che all'interno come Sapa o Dien Bien Phu.
L'impressione è che sia un pò complicato organizzarsi a proprio piacere; dopo aver esaminato le proposte di varie compagnie di trasporto e la soluzione Open Bus ho pensato di orientarmi su questa formula sino a Hue e poi da lì decidere se prendere in esame anche il treno, a meno che non sia possibile trovare una buona motoretta che ha già fatto il percorso con in groppa un western desideroso di rivendera in fretta: in questo caso il viaggio potrebbe aprirsi a mete fuori mano ma anche presentare tutta una serie di problematiche aggiuntive che forse non ho voglia di prendere in considerazione.
Con tutto il tempo dedicato all'organizzazione, incluso il contatto con vari alberghi, mi sono rimesso in moto solo a pomeriggio inoltrato andando a camminare lungo alcuni canali: è stupefacente come sia gradevole il clima in queste ore durante le quali si alza una brezza che su di me funziona come un'iniezione di energia.
Ad un certo punto ho deciso di tornare percorrendo un altro itinerario e tutto è filato liscio sino a che, dopo la sosta per la cena, mi sono ostinato a mantenere una direzione quando il dubbio sulla sua correttezza mi aveva già preso.
Da lì ho cominciato ad allungare: anzichè avvicinarmi mi stavo allontanando. Dopo un movimento rotatorio ho cercato di recuperare sapendo che ormai non ero più tanto fuori strada, ed infatti ho iniziato a ritrovare dei riferimenti certi rientrando alla base limitando i danni e pensando a come mi sia tuttora difficile contenere le spinte all'innovazione ed al cambiamento che si producono costantemente nel mio essere.
Martedì 04; Delta del Mekong in gruppetto organizzato. Dovevo essere al punto di partenza alle 6.30 per partire alle 7.00 e per sicurezza avevo predisposto l'allarme del cellulare per le 5.50.
Ad un certo punto della notte mi ero svegliato ed avevo controllato l'orario: c'era uncora un'ora abbondante da dormire.
Più avanti ho controllato ancora l'ora, questa volta sull'orologio, ed alla vista ho fatto un sobbalzo: ma come, erano già le 6.15 e l'allarme non aveva dato il suo segnale?
Ho scoperto subito l'inghippo: rientrando a Bangkok avevo sistemato l'orologio, ma non il cellulare che quindi era ancora impostato sull'orario di Yangon che porta una differenza di 30' rispetto a BKK e O.C.M.C.!
Ho saltato tutti i passaggi possibili e mi sono precipitato all'appuntamento arrivando a bomba con soli 5' di ritardo quando ancora il bus non c'era.
Mi sono poi trovato insieme ad un insegnante australiano (ma con una dizione molto british) che ha esercitato la professione per più di trentanni alle isole Salomone ed ora preferisce vivere a Manila, un filippino buon conoscitore del mondo, tre coreani o giapponesi, gli unici che in ogni occasione possibile hanno fatto degli acqusti.
L'itinerario si è sviluppato inizialmente via terra; questa è la parte che mi è piaciuta maggiormente, anche se non è stato possibile riprendere foto.
Risaie inframmezzate a campi coltivati a canna da zucchero, palme da cocco, banani e ortaggi, il tutto disposto artisticamente sul terreno dove le varie tonalità di verde ed i camminamenti sembravano disposti secondo un ordine superiore per quanto erano ben determinate le proporzioni.
Poi è iniziato il percorso via acqua e lì mi è piaciuto di meno anche perchè erano stati magnificati dalla guida dei mercati galleggianti autentici, non come quelli ad uso e consumo dei turisti che si vedono in Thailandia, e quindi ciò che ho visto sarà stato senz'altro autentico, ma non così ricco ed appagante.
Le barche usano alzare una canna di bambu sulla quale appendere un esemplare del tipo di merce che portano a bordo: chi è interessato vi si avvicina, contratta e trasborda quanto pattuito.
Ci sono state una serie di stop per visitare varie produzioni artigianali presso famiglie organizzate per vendere di tutto mentre io mi aspettavo visite in villaggi.
Ho però avuto modo di assaggiare un Thè con il miele di produzione locale accompagnato da dolcetti di riso e frutta fritta, poi anche il famoso cosiddetto vino di serpente, e quindi le caramelle di cocco ed i pop corn di riso, sino al momento di uno stop prolungato in un ristorante dove ho gradito il cibo, per quanto in quantità da assaggio, molto meno l'esibizione di musica tradizionale che mi è sembrata quasi squallida.
Durante l'ora di navigazione post prandiana lungo un canale, complice il clima pesante, ho visto molte teste ciondolare, la mia inclusa.
Finalmente è terminata questa parte con un attraversamento veloce del mercato locale dove, ancora una volta, ho visto tanto pesce esposto vivo ed agonizzante.
Mi sembra sempre una grande crudeltà questo trattamento riservato agli animali che non hanno voce differente da quelo riservato al pollame: questo se ne sta sdraiato sui banchetti con le gambe legate senza dare segni di sofferenza evidenti.
Da li siamo saliti su un bus diverso, probabilmente quello che portava le persone che avevano scelto di stare fuori una o due notti, ed il viaggio per me è diventato pessimo sia perché sono stato fatto accomodare nei posti in coda, quelli più elevati e sui quali si salta, sia perché privi di aria condizionata: mi sono sentito quasi come uno di quei pesci lasciati poco prima al mercato!
Tornato a casa ho preso un pò di tempo per ricaricarmi e quando sono uscito per la cena ho deciso di non andare troppo lontano; ho cominciato a dare un'occhiata alle offerte dei vari ristorantini di strada e mi sono subito deciso per il primo quando ho visto dei calamari di buone dimensioni e conchigliame di vario genere.
Ho gustato prima sette grandi "pettini" serviti con una salsina a base di soia e cosparsi di arachidi e poi il calamaro fatto a fettine; tutto preparato sulla griglia per un prezzo leggermente inferiore a $ 5, anche se a Sianoukville - Cambodia, un pasto simile pagato la stessa cifra comprendeva la birra ed era accompagnato da riso; qui di riso ne producono tanto, ma finora mi è stato impossibile trovarlo come accompagnamento, cosa che avviene regolarmente negli altri paesi di quest'area.
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