La visita ai luoghi di Dalat e circondario ho preferito effettuarla noleggiando uno scooter; dopo ever visto i primi siti - Bao Dai - il palazzo d'estate dell'ultimo Regnante Vietnamita, Hang Nga Crazy House, il duomo, Dalat Palace heritage, la stazione ferroviaria - ho deciso di vivere la giornata senza un preciso itinerario, comunque difficile da identificare e seguire.
Qui le strade si arrampicano lungo i dorsali delle Crete con traiettorie flessuose e le case nel tratto più urbano sono talmente fitte che impediscono di vedere ciò che c'è attorno.
Quindi spazio all'improvvisazione privilegiando la vista sui doni che la natura ha riservato a quest'area geografica.
Ho visto agapanti blu alla fine della fioritura, euforbie con tronchi da albero, fucsie e altre fioriture che qui vivono per via della quota.
Mi aspettavo un cielo più limpido, ma bisogna ricordarsi che nelle ore centrali anche in quota la temperatura sale e l'umidità notturna resta nell'aria.
Ho galoppato sino a sera toccando le pendici del monte Lang Biang - alto m. 2163 è la montagna sacra delle minoranze etniche di montagna, il villaggio chiamato Lat che oggi è difficile riconoscere come tale a causa dell'urbanizzazione, e tante Crete coltivate intensivamente principalmente ad ortaggi, fragole, fiori.
Laddove il terreno è coperto dalle serre il paesaggio assume una strana connotazione, ma rimane sempre visibile qualche spazio rossiccio dal colore della terra o verdeggiante dal colore delle coltivazioni "Plain Air".
Rientrando ho dedicato un pò di tempo anche ad un tempio buddhista; qui i monaci si presentano sotto vesti diverse rispetto agli altri paesi visitati ed i templi, per un inesperto come me, sembrano quelli cinesi.
Ho avuto modo di assistere al passaggio di studentesse della scuola presso il monastero: tutte indossavano una tunica che mi ha fatto pensare a delle monache, ma poi sono salite su degli scooter per andarsene a casa e quindi monache non erano.
Durante tutta la perlustrazione ho notato una presenza decisa di chiese cattoliche, segno che i francesi qui erano riusciti a radicare nelle popolazioni la loro religione.
Prima di rientrare sono stato preso da un buco allo stomaco; sono passato dalle parti del mercato con l'idea di farmi fare un panino al volo.
Con la vecchietta alla quale mi ero rivolto ho trovato un'intesa a gesti, ma non le avevo chiesto il costo del panino! La furbacchiona mi ha chiesto 20.000 dong ed io ho replicato che non ero d'accordo; allora ha abbassato la richiesta a 15.000 dong, ma io che so perfettamente che un pane vuoto costa fra i 2.000 ed i 3.000 dong e che il riempimento al massimo può arrivare a raddoppiarne il valore - esperienza acquisita a O.C.M.C., non fantasie campate in aria, ho mollato il panino ed ho fatto per andarmene. Allora la tipa ha corretto in 10.000 dong la richiesta ed io ho chiuso lì la partita perché non mi andava di sollevare un caso.
Con questi vietnamiti bisogna proprio trattare su tutto! Loro sono piuttosto agili nel chiedere perchè sanno che in pochi recriminano, specialmente sul cibo.
Invece bisogna essere tenaci almeno quanto loro. Successivamente ho acquistato un pomelo: stessa scena, ma con uno svolgimento molto più sereno.
Anche qui la tipa mi ha richiesto 20.000 dong attraverso una vicina che spiaccicava qualche parola di inglese; io l'ho guardata negli occhi e le ho spiegato che sto viaggiando da cinque mesi in questi paesi. A questo punto si è messa a ridere con un pò di vergogna e la richiesta si è dimezzata.
Persino il pane che avevo gia acquistato ieri senza discutere oggi costava di più! Quando l'ho fatto notare al tipo, questi ha aggiunto una pagnotta nel sacchetto; il che mi ha fatto capire che già ieri mi era stto praticato un prezzo "ad personam".
Il fatto poi che questa è una località frequentata da vietnamiti benestanti e weterns sicuramente fa si che i prezzi partano da un livello più alto.
Comincio ad aver voglia di prezzi esposti uguali per tutti; questo è anche uno dei motivi per cui non mi soffermo nemmeno a guardare gli oggetti che normalmente un turista acquista; alle imbonitrici faccio subito segno di no e vado oltre.
Alla fine della giornata ho tirato le somme: posso dire di essermi fatto un'idea della zona degli altipani centrali, anche se pallida, ma quanto basta per continuare senza remore domani verso la costa: Nha Trang è il nome della meta.
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