domenica 16 marzo 2014

Hue, la città Imperiale





Sabato 15; Hue occupa un posto a parte nel paesaggio del Vietnam: la città Imperiale con la sua "cittadella" fortificata e le fastose tombe degli imperatori disseminate nella campagna attorno le hanno valso l'iscrizione nel Patrimonio mondiale dell'umanità. 


Collocata su entrambe le sponde del Song Huong River, chiamato il fiume dei Profumi per le coltivazioni lungo le quali scorre, emana un senso di intemporalità che è rappresentata anche dalla sua vita culturale.
Sono venuto a conoscenza di un detto vietnamita: Saigon è il commercio, Hanoi la politica e la forza dell'esercito, Hue gli imperatori e la cultura.
Può sembrare una caricatura, ma pare proprio corrispondere alla verità.




La regione fu in mano ai cinesi dal III° secolo prima al III° secolo dopo J.C., quindi passò sotto l'influenza Cham e più avanti, nel 1036, per incroci matrimoniali entrò nella sfera del reame Viet.
Furono i Signori Nguyen a ridarle importanza alla fine del XVII° secolo facendola diventare la capitale del loro regno.






Gia Long, conquistato il potere con l'aiuto dei francesi, nel 1805 mise in campo risorse materiali provenienti da tutto il paese per realizzare la nuova capitale facendo arrivare i migliori artigiani dal Nord e smantellando palazzi ad Hanoi per riutilizzarne le pietre qui.












Alla fine dei faraonici lavori nel 1833 la città prese definitivamente il nome di Hue: fu realizzata seguendo i rigorosi principi della geomanzia. 
Pagode, palazzi, mura furono collocati in luoghi precisi, articolando l'astrologia, le  leggende, le tradizioni religiose, con orientamenti geografici particolarmente studiati.









La Cittadella fu costruita secondo un asse nord-sud perpendicolare al fiume, di fronte ad una collina sacra destinata a proteggere il sito dai Geni del Male provenienti da sud, influenzata dall'architettura Vauban. 
La stessa valle è circondata da cinque montagne che simboleggiano i cinque elementi; insomma, una capitale piena di simboli ai quali i vietnamiti sono tuttora molto legati.
Purtroppo, essendo posta appena sotto al 17° parallelo, soffrì enormemente le vicende belliche, in particolare quelle relative all'offensiva del "Tet"- gennaio febbraio 1968 - che vide opposte le truppe Vietcong appoggiate dall'esercito del Nord Vietnam alle forze del Sud Vietnam e statunitensi massicciamente presenti in prima linea.





I Vietcong tennero per parecchie settimane la cittadella prima di ritirarsi a causa dei continui bombardamenti statunitensi che la distrussero in buona parte.
Dei 300 edifici costruiti nelle sua lunga storia ne restano 80: i più importanti sono stati minuziosamente restaurati, ma sul terreno si vedono le rovine di tanti altri ed il recupero dei materiali antichi.





La visita che ho effettuato doveva toccare solo i pezzi di maggior pregio, ma poi mi son lasciato prendere e alla fine della giornata non so valutare quanta strada avanti e indietro ho percorso a piedi all'interno delle mura.
Perciò, oltre alla porta di mezzogiorno - attualmente sottoposta a lavori e quindi poco visibile - al Palazzo del Trono entro al quale sono interdette le riprese fotografiche, al Tempio degli Imperatori Nguyen, alla porta della Virtù e a quella dell'umanità, sono rimasto interessato anche alla città interdetta ad altri uomini al di fuori dell'Imperatore - salvo gli eunuchi - dove solo Tu Duc non prolificò come i suoi predecessori, malgrado le sollecitazioni di ben 103 concubine, al Padiglione di lettura, al teatro reale, al palazzo della regina madre, al palazzo della lunga longevità concludendo la visita verso le 5 p.m. anche per una certa stanchezza sopraggiunta.




Lasciata la cittadella ho inforcato la bici della quale oggi mi ero dotato ed ho raggiunto la zona del mercato; appena ho visto la scritta Co.Op Mart mi sono infilato sia per necessità che per la voglia di poter fare acquisti a prezzi esposti e fissi - unica difficoltà le indicazioni solo in vietnamita, ma ho saputo cavarmela egualmente!


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