Lunedì 24; Alle 7 a.m. il cielo sembrava volersi schiarire, ma poco dopo il grigiore è aumentato ed è arrivata la pioggia;
non è durata molto ed io ho pensato che oggi avrei camminato ancora: destinazione Cannon Fort, non tanto per la storia di guerra di questo posto organizzato inizialmente dagli invasori giapponesi quanto per il fatto che da lì il panorama sulla baia è ampio e fantastico.
Durante il percorso si è fatto vedere a tratti il sole; in quei momenti l'umidità che già viaggiava sul 97% deve aver raggiunto e se possibile superato il 100% per quanto il clima si è subito fatto caldo e pesante.
Lungo il percorso pochissimi esploratori, specialmente a piedi, ed i più giovani tutti in sella a degli scooter.
Effettivamente gli scorci panoramici che si sono via via presentati alla mia vista sono stati di una bellezza struggente:
ho avuto difficoltà ad abbandonare il luogo se non fosse stato per il fatto che temevo di non trovare aperti i ristorantini del mercato se avessi tardato troppo sugli orari canonici locali.
Infatti quando verso le 2 p.m. sono arrivato il luogo era deserto e sembrava abbandonato per fuori orario;
ma qui il fuori orario non esiste quasi mai relativamente a queste attività e dopo essermi fermato in attesa nello spazio dove avevo visto esposti dei calamaretti, lì si è materializzata una tipa molto concreta che mi ha chiesto un prezzo ragionevole per ciò che ho ordinato: 40.000 dong, circa € 1,30!
Essendo l'unico seduto nell'ambiente pensavo di non essere osservato, invece la tipa, con la prontezza della faina, come ha visto che avevo terminato un certo intingolo (tipico locale a base di pesce precedentemente seccato), si è avvicinata per chiedermi se ne desideravo ancora: la mia risposta è stata affermativa perché, nell'utilizzo improprio che solitamente faccio delle varie portate, con quell'intingolo mi sono condito il riso conferendogli sapore.
A richiesta di un caro amico lettore del blog oggi pubblico qualche immagine relativa alla tipologia di ristoranti che preferisco utilizzare; sono posti che un western normalmente non frequenta, e che comunque non riuscirebbe a frequentare se non dopo alcuni giorni di ambientamento.
Per la cronaca, pur essendomi affidato per l'80% e forse più a questa tipologia di ristorazione, il mio fisico non ha mai denunciato alcun problema in ormai quasi cinque mesi di tempo trascorsi in cinque paesi diversi l'uno dall'altro.
Dopo mi sono intrattenuto un pò al mercato dove la mia attenzione si è concentrata nel settore del pesce; invece è stato nel settore della frutta che ho dedicato del tempo a "giocare" con alcune venditrici.
In realtà avevo voglia di frutta ma quella esposta non destava particolare interesse in me se non il pomelo; ho cominciato a fare un giro chiedendone il prezzo nei pochi banchi che lo aveva in esposizione.
Come immaginavo il prezzo indicatomi si è subito messo ad oscillare come alcuni titoli azionari soggetti a speculazione durante una una seduta di borsa agitata: il prezzo di 40.000 offerto dalla prima venditrice si è rivelato quello sul qule lavorare, anche se inizialmente l'avevo lasciata perchè mi era sembrato troppo alto, ma rispetto alla richiesta di 100.000 dong pervenuta da altre venditrici ho comnciato a circuire la prima sino a che ci siamo accordati per 30.000 dong, poco più di € 1,00. Con queste venditrici é stato divertente trattare, a questo punto parlando anche in italiano, tanto non c'era una lingua da condividere, ma sempre con il sorriso sulle labbra e con espressioni facciali da teatro di strada.
Camminando attorno ad un'area limitrofa al mercato ho notato due ragazze che stavano pulendo direttamente nell'acqua di mare delle gigantesche seppie; mi sono avvicinato e loro hanno gradito che riprendessi delle immagini: indossavano degli stivali e, oltre al copricapo, tenevano quella mascherina davanti alla bocca dell'uso della quale ancora non ne ho capito il motivo, in particolare qui dove inquinamento sembra proprio non essercene.
Prima di concludere la giornata ho raggiunto una spiaggia diversa da quella di ieri e lì sono rimasto affascinato dalle rocce, dalle loro forme e dal fatto che sono destinate a disfarsi nel tempo: qui invece costruiscono alberghi attaccati alle rocce, eppure gli organi preposti alla salvaguardia del paesaggio si avvarrano anche qui dell'opera di qualche geologo!
Il problema è che questo paese socialista, da quanto ho appreso, è pur vero che continua a chiamare "zio" Ho Chi Minh del quale permane formalmente il culto, ma sembra più propenso a a voler andare a braccietto con un altro "zio", lo "zio" Sam = USD & Business.
Senza entrare nel merito di ciò che ormai é storia documentata, questi soggetti si sono combattuti per anni per ritrovarsi, dopo una generazione, a condividere le leggi di mercato etc., etc., etc.! Ho fatto questa riflessione: se invece che spendere tutti quei quattrini in armi (tralasciando le sofferenze e le vite umane interrotte), Kissinger avesse offerto pacchi dono contenenti alimenti, beni strumentali e quattrini ad ogni abitante del Vietnam il risultato atteso sarebbe stato forse immediato e più incisivo rispetto a quello che è cominciato a maturare dopo vent'anni dalla fine delle ostilità.
Ma la politica estera dei paesi è spesso miope, e quella americana non è più miope rispetto a quella di altre potenze; forse è quella cinese che pragmaticamente (senza stare troppo a cincischiare in ideologie) sta producendo da anni risultati molto interessanti e proficui per il proprio paese.
Tornando al concreto, in questo periodo qui tutti si stanno dando da fare per riattivare le strutture in previsione degli arrivi massicci di turisti - ormai è il turismo interno a fare il mercato - a partire da aprile; ho visto stradini strappare a mano erbe ai bordi delle strade, ho visto giardinieri impegnati a sistemare ogni area a verde, ho visto ristoratori intenti a ripulire i loro locali chiusi nei mesi precedenti, ho visto alberghi nuovi in fase di finitura e altri esistenti in fase di nuovo allestimento.
Avendo vissuto il primo periodo della mia vita lavorativa a San Benedetto del Tronto, località turistica sul mare fruita non solo dai marchigiani di Ascoli Piceno ma anche da un più vasto bacino di utenza che arrivava fino a Roma, tutte questo attivismo mi ha riportato indietro nel tempo quando, più o meno in questa stessa epoca anche lì succedevano le stesse cose esattamente per gli stessi motivi.
Per tornare sull'argomento prezzi, in serata ho trovato chiuso la zona ristorantini del mercato perché ho fatto troppo tardi per quelli e così mi sono seduto in uno similare poco oltre.
C'era una donna anziana al suo banchetto e clienti zero; non c'era tanta scelta ed io non ero affamato per cui ho accettato l'idea di consumare una cena a base di una zuppa di noodle con dentro varie cosette.
Non ho chiesto il prezzo preventivamente avendo considerato il cibo che mi sarebbe stato servito di scarso valore economico.
Alla fine però la tipa presso la quale mi sono servito, spinto anche da una stupida forma di compassione - anziana, nessun commensale, posto defilato - mi ha chiesto 30.000 dong, 5.000 in più di quanto richiestomi la sera precedente nell'area mercato un'altra ristoratrice, ma a fronte di ben altra qualità di cibo.
Gli importi in assoluto sono modeti; è l'atteggiamento che viene automaticamente messo in pratica verso il me straniero che mi crea una certa dose di fastidio.
Nessun commento:
Posta un commento