Mercoledì 19; Giornata splendente e luminosa sin dall'alba; alle 8 a.m. ero già su strada ad attendere il taxi condiviso per Mandalay.
Il personale dell'albergo, vedendomi attendere oltre il previsto, è sceso a rassicurarmi che in 5' la vettura sarebbe arrivata. Infatti alle 8.15 ero già a bordo di una lussuosa berlina di fabbricazione cinese scimmiottante i modelli Mercedes e Toyota.
Il viaggio è durato un paio d'ore e ai miei occhi la parte più piacevole è stata quella relativa al percorso in quota prima di scendere a valle.
Alla fine mi sono trovato nel caos della grande città, architettonicamente insignificante ma dotata di storia e di ciò che è riuscito a conservarsi.
Il taxi mi ha lasciato davanti ad una guest house recentemente utilizzata da amici dove pensavo di andare a colpo sicuro: full booked!
Mi sono caricato i pesi sulle spalle ed ho effettuato un paio di tentativi lungo la strada, tentativi andati falliti per un motivo o per l'altro: questo paese, nelle sue città maggiormente frequentate da turisti, è talmente in evoluzione che anche le informaioni recenti possono risultare superate.
Questo è il periodo della massima alta stagione, le camere di qualsiasi genere vanno a ruba con prezzi al rialzo, proprio come accade ai titoli azionari nei periodi di boom in borsa!
Lungo il percorso ho continuato ad avere proposte di "aiuto" da parte dei vari operatori dei trasporti, ma non era mia intenzione utilizzarli per girare altre cinquanta guest house sapendo che non avrei trovato la soluzione adatta a me.
Allora ho effettuato un colpo di mano: ho proposto ad un mototaxista di farmi provare ancora in un paio di posti, ma se non avessi trovato lo avrei ingaggiato per effettuare un ripasso dei monumenti storici più importanti durante il resto della giornata, prima di proseguire il viaggio con bus notturno sino a Bagan (partenza 10 p.m. con arrivo presunto a destinazione fra le 5 e le 6 a.m., tanto per guadagnare un giorno e risparmiare una notte in albergo).
Come prevedevo la camera non si è trovata, ma l'ultimo hotel interpellato mi ha offerto di lasciare lì il bagaglio per effettuare il mio giro in libertà, anzi, mi ha pure offerto di utilizzare i servizi, inclusa la doccia.
Il punto di appoggio mi stava bene, così ho riservato il posto nel bus tramite l'hotel, da dove sarei stato prelevato alle 8 p.m. per raggiungere la stazione dei bus sistemata parecchio fuori città.
Si erano fatte le 11 a.m. e Moe Moe, il mototaxista, mi ha invitato a rilassarmi per un'ora nella hall dell'albergo in modo tale che lui sarebbe tornato a prendermi a mezzogiorno.
Il programma stabilito prevedeva la visita a sette siti entro il circuito cittadino, scelti fra quelli tiket free o con la limitazione di visionare solo dall'esterno gli altri:
più stop lungo la strada per foto aggiuntive.
Moe Moe, come tutti i professionisti seri del trasporto locale, ha guidato con prudenza a velocità limitata, anche se nel traffico qualche sorpresa c'è stata.
Mentre ci stavamo muovendo dal punto 3 al punto 4 abbiamo circumnavigato Mandalay Palace & Fort, il cuore della residenza reale d'altri tempi; sarebbero state d'obbligo alcune foto, ma allo stop, senza saperlo, mi sono trovato a dirigermi dove non avrei potuto senza il tiket da $ 10 valido per accedere alla maggior parte dei monumenti locali.
Il flusso dei turisti avviene di mattina e pertanto mi sono trovato dove non avrei dovuto quando i controlli erano già scemati: in pratica mi sono visitato le parti essenziali del palazzo reale for free senza averlo deciso prima!
Quando alle 5 p.m. siamo arrivati in zona M Hill, la cui ascesa si compie a piedi nudi ed impegna una quarantina di minuti, preso da un momento di svogliatezza ho provato a modificare il programma per raggiungere, in alternativa, il grande fiume che arricchisce la città, Ayeyarwaddy River, ma la distanza ha fatto porre il veto a Moe Moe il quale, però, ha provato a cercare un pick-up che mi portasse in cima: risultato negativo.
Quindi non mi è rimasto che togliere le scarpe per l'ultima volta nella giornata e partire con andatura tranquilla verso la meta; l'andamento del terreno ha reso abbastanza facile il percorso tanto da essere arrivato in cima ben prima del tempo atteso: da lì lo sguardo può ruotare a 360° semplicemente girando attorno alla pagoda, anche se la parte più attraente è proprio quella dalla quale il sole saluta per ripresentarsi il giorno dopo.
Alle 6.30 p.m. ero in albergo, moderatamente cotto ma contento del programma svolto.
Ho allora cercato di prenotare telefonicamente un albergo a Bagan, ma la linea telefonica non lo ha consentito. L'addetto alla reception mi ha tranquillizzato dicendomi che a Bagan si trova sempre con facilità, perciò ho desistito poco prima di salire sul pick up dove due orientaline già a bordo mi hanno svelato la loro origine: Vietnam!
Abbiamo chiacchierato fitto sino a che un sobbalzo mi ha fatto urtare il cranio sulla struttura, convincendomi a mantenere una posizione più distaccata.
Alla stazione dei bus c'è stato ancora il tempo per consumare una ricca cena ad un costo veramente modesto, poi mi sono infilato un pò di coperture e mi sono sistemato cercando la posizione più adatta al sonno che però non è venuto.
Giovedì 20; Erano soltanto le 2.30 a.m. quando il bus si è fermato in un piazzale in discesa in terra battuta senza che nesssuno scendesse perché nessuno aveva capito di essere già a destinazione, Nyaung U - Bagan, in un orario così diverso da quello indicato.
Subito si sono fatti sotto i taxisti e quelli che conducono il birrocccio tirato dal cavallo.
Richieste assurde per coprire distanze brevi alle quale personalmente non ho aderito con l'idea di attendre il chiaro per muovermi con o senza mezzo di trasporto pubblico.
Dopo un'ora sono scesi da un altro bus delle persone che ho intuito essere italiche; mi sono avvicinato ed abbiamo concordato che mi sarei mosso con loro alla ricrca di un albergo in modo da frazionare il costo del trasporto del birroccio.
Alla terza sosta senza risultato ho deciso che mi sarei fermato alla successiva comunque, e così ho fatto sistemandomi su una panchina illuminata posta davani ad una guest house, nell'attesa che il personale all'interno dormiente si rendesse disponibile ad aprire la porta.
Dopo qualche tempo si è fermato un'altro birroccio per verificare la disponibilità di camere; il driver è stato sufficientemente energico da risvegliare l'addetto. Camere disponibili zero, ma almeno ho conquistato un posto al riparo per attendere di conoscere dopo le 7 p.m. se dopo se ne sarebbe liberata qualcuna, ovviamente proposte ad un prezzo doppio rispetto a quello della guida (squallide, senza bagno, da prendere solo per mancanza di alternative).
Ogni tanto bussava qualcuno con la solita domanda, segno che di bus notturni ne arrivano diversi a scaricare qui gente senza booking.
Fialmente è arrivato il personale più competente con il quale ho concordato di lasciare i miei dati ed il mio bagaglio nell'attesa di una camerà che ci sarà più tardi, uscendo che non erano le 7 in direzione di Shwezigon Paya, non lontana e dotata all'interno del complesso di un Tempio dedicato ai 37 Nat.
Lungo la strada ho visto tutte le varie attività in corso di rianimazione dopo la sosta notturna e molti "bar" operativi: giusto quello che mi serviva per riprendere vigore con la colazione.
La mia meta mattutina è considerata da molti essere stata il prototipo per molte altre pagode birmane;
lì ho incontrato dei fedeli in preghiera, fra i quali diversi bambini, sotto la guida di un monaco; altri monaci erano singolarmente appostati all'interno dei vari tempietti impegnati in meditazione o recitando versi o sgranando il rosario.
lì ho incontrato dei fedeli in preghiera, fra i quali diversi bambini, sotto la guida di un monaco; altri monaci erano singolarmente appostati all'interno dei vari tempietti impegnati in meditazione o recitando versi o sgranando il rosario.
Come sempre e ovunque, su tutte le vie di accesso fervevano le preparazioni dei banchetti relativi alla vendita di materiale non solo attinente alla religione; incuriosito da uno di questi proponente libri editi in varie lingue, ho chiesto se ci fossero anche il lingua italiana. Pensavo che la risposta della giovane abile venditrice sarebbe stata negativa, invece ha prontamente scartato due volumetti e me li ha messi fra le mani; due testi in lingua italiana! Personalmente mi sono poi deciso per un volumetto più leggero pubblicato in inglese a cura del Ministero della Cultura, più adatto ai miei interessi.
Quando è arrivato il momento dei Nat, essi erano si esposti, ma protetti da una vetrata, quindi foto di serie "c" con tutti quei riflessi: peccato!
Quando è arrivato il momento dei Nat, essi erano si esposti, ma protetti da una vetrata, quindi foto di serie "c" con tutti quei riflessi: peccato!
Prima di tornare verso la guest house ho voluto vedere il grande fiume, il cui letto qui è enorme, ma essendo la stagione secca ho visto l'acqua scorrere lontana dalla sponda in cui mi trovavo, lasciando un'enorme fascia di terreno sabbioso all'uso delle popolazioni.
Proprio attorno a dove mi trovavo, oltre ad un altro monastero in posizione vantaggiosa sul fiume, vi è un villaggio dalle case misere dove varie donne erano intente a costruire pannelli di bambu lavorando a terra davanti casa e tenendo la culla di un bimbo protetta da zanzariera sospesa in maniera da poterla far ondeggiare ai primi vagiti del piccolo.
A questo punto la mia camminata era diventata lenta ed ho autonomamente capito che avrei avuto bisogno di una pausa.
Proprio attorno a dove mi trovavo, oltre ad un altro monastero in posizione vantaggiosa sul fiume, vi è un villaggio dalle case misere dove varie donne erano intente a costruire pannelli di bambu lavorando a terra davanti casa e tenendo la culla di un bimbo protetta da zanzariera sospesa in maniera da poterla far ondeggiare ai primi vagiti del piccolo.
A questo punto la mia camminata era diventata lenta ed ho autonomamente capito che avrei avuto bisogno di una pausa.
Mentre stavo prendendo possesso della camera assegnatami è arrivato un singolo in esplorazione per una camera: un italico!
Ci siamo scambiati alcuni commenti su questa situazione assurda relativa ai prezzi di ciò che si trova in certi luoghi; la sua esperienza è stata positiva ovunque purchè fuori dai circuiti, esattamente come la mia. Ma intanto siamo qui e bisogna arrangiarsi come si può. Dopo aver inizialmente preso tempo per cercare ancora, successivamente è ricomparso avendo deciso di fermarsi qui.
Solo a pomeriggio inoltrato mi sono deciso a noleggiare una bici per fare un test che deve farmi capire come muovermi domani; sono stato sfortunato perchè proprio lungo una salita è saltata la catena così ho prima dovuto spingere la bici a mano e poi ho dovuto sporcarmele le mani per rimettere a posto le cose.
Ho perso del tempo ma sono comunque riuscito a raggiungere la "periferia" della zona dove sorgono i templi di maggior interesse e l'entusiasmo mi ha preso come nel 1986 di fronte alla campagna cosparsa di costruzioni di varie grandezze in mattoni rossi impilati mille anni fa, attorno alle quali stavano pascolando bovini ed erano in corso attività agricole mentre i birocci erano qua e là in sosta nell'attesa del ritorno del turista di turno impegnato in riprese fotografiche semi professionali.
Il test mi ha convinto che partendo presto al mattino ed effettuando una lunga pausa nelle ore più calde si potrebbe fare, ma poi ho pensato che proverò una tipologia di veicolo elettrico a ruote piccole qui chiamato Ebike che non dovrebbe sottopormi a sforzi e sudate.
Ho ritrovato il conterraneo nell'ora adatta alla cena e si è deciso di cercare insieme dove consumarla: il suo nome è Mirko, trentottenne di Ancona, ecologista senza etichetta, artigiano nella vita, capacità manuali che praticamente lo rendono completamente autonomo diventato viaggiatore quasi per caso sedici anni fa e da allora non si è mai fermato, scegliendo ogni anno un paese nuovo da visitare sacco in spalla.
Il test mi ha convinto che partendo presto al mattino ed effettuando una lunga pausa nelle ore più calde si potrebbe fare, ma poi ho pensato che proverò una tipologia di veicolo elettrico a ruote piccole qui chiamato Ebike che non dovrebbe sottopormi a sforzi e sudate.
Ho ritrovato il conterraneo nell'ora adatta alla cena e si è deciso di cercare insieme dove consumarla: il suo nome è Mirko, trentottenne di Ancona, ecologista senza etichetta, artigiano nella vita, capacità manuali che praticamente lo rendono completamente autonomo diventato viaggiatore quasi per caso sedici anni fa e da allora non si è mai fermato, scegliendo ogni anno un paese nuovo da visitare sacco in spalla.
Venerdì 21; Alle 8 a.m. sono salito su una Ebike la cui batteria era stata ricaricata durante la notte ricevendo ulteriori assicurazioni circa il fatto che avrei avuto autonomia sufficiente per effettuare un lungo itinerario durante la giornata; l'addetta ha però aggiunto che se fossi tornato per la pausa pranzo la batteria sarebbe stata rigenerata durante la sosta.
L'oggetto si è rivelato non in perfette condizioni quando, alla prima occasione in cui ho provato a frenare, non sono riuscito ad ottenere il risultato sperato e mi sono trovato a dover sopperire in qualche modo: è pur vero che come si rilascia la manopola il veicolo non ha più la spinta, ma sulle discese ciò non basta a fermarlo.
Consapevole di questa limitazione mi sono mosso con maggiore attenzione trovando sulle strade un traffico quasi inesistente: ma allora dove sono tutti questi turisti che riempiono alberghi e guest house?
Il territorio è immenso e porta alla dispersione delle persone, specialmente di quelle che si muovono autonomamente come me, ma di bus che scaricano turisti che viaggiano organizzati in gruppi non ne ho visto traccia.
Il territorio è immenso e porta alla dispersione delle persone, specialmente di quelle che si muovono autonomamente come me, ma di bus che scaricano turisti che viaggiano organizzati in gruppi non ne ho visto traccia.
Avevo deciso per una giornata di riscoperta senza un itinerario preciso, seguendo l'istinto e osservando le ambientazioni più stimolanti, e così ho fatto anche se taluni "must" li avevo in mente.
Più o meno attorno ad ogni insediamento isolato ruota l'attività di qualcuno che è pronto ad avvicinarti con le qualche proposta: una volta è il giro in biroccio, un'altra l'acquisto di cartoline o piccola oggettistica conservata in una borsa, etc. etc.
Attorno ai monumenti più frequentati le attività sono invece stabilmente radicate ed organizzate in maniera strutturata con esposizione delle merci su bancarelle: oggetti religiosi, fiori e frutta per le offerte, sculture in legno, lacche, tessuti, T-shirts, giocattoli, bibite e cibo, praticamente un mercato!
Personalmente non mi sono sentito infastidito dalle chiamate tendenti a "vendermi" qualcosa sia perchè non sono mai state insistenti sia perchè quando spiego che questa è la mia seconda visita in questo paese ognuno se ne rallegra e si ritira.
Semmai ho trovato subdolo il comportamento di alcune madri che fanno muovere la manina come saluto ad un loro bimbetto molto piccolo al quale si è portati a rispondere almeno con un sorriso: a questo punto la madre di turno, con il sorriso sulle labbra e la pasta di tanaka sulle guance, ti invita a riprendere una foto dell'infante che sembrerebbe quasi una scortesia rifiutare, salvo poi sentirsi chiedere del denaro.
Per carità, si tratta di gente che non ha altra "merce" da offrire per ottenere di dare un morso all'osso con un pò di ciccia attorno che è il foresto, però le volte che sono incappato in situazioni di questo genere non mi sono piaciute.
L'ultimo monumento che ho visitato prima di impormi la sosta è stato un pò sofferto; l'orario è stao quello fra le 12.45 e 13.45, ero solo e potevo bearmi della vista delle formelle incastonate tutto attorno sulle tre terrazze della sua conformazione totalmente a mio piacere, salvo che girando attorno alla sua forma quadrata, ogni volta che mi trovavo dalla parte più esposta all'irradiazione solare il camminare a piedi nudi diventava una sofferenza: mi sono così visto costretto ad infrangere temporaneamente la vincolante regola dell'assenza di scarpe ai piedi indossando le infradito che non avevo lasciato all'ingresso quasi me la sentissi che avrei potuto averne bisogno (in realtà tendo a portarmi appresso le scarpe per evitare di non ritrovarle alla fine della visita).
Quando ho dato "elettricità" all'Ebike per andare a cercare un luogo adatto per la pausa ho avuto la sensazione che il veicolo avesse perso potenza e si muovesse molto più lentamente di quanto lentamente si muove già di suo; ho così pensato di tornare alla base e di far ricaricare la batteria durante la pausa.
Alle 2 p.m. la batteria è stata imessa sotto carica ed io mi sono recato nello stesso locale usato il giorno prima dove ho gustato del riso con foglie di the tagliate finisssime ed il brodo di accompagnamento che io uso arricchire con lo stesso riso, il tutto per meno di un dollaro bevendo il thè che si trova nei contenitori posati sui vari tavoli.
Quindi sono ripartito alle 3 p.m. con la batteria rigenerata riportandomi nell'area di Old Bagan; al primo stop in un tempietto in mattoni abbastanza semplice dove non si vedeva in giro nessuno si è materializzato un ragazzino con difficoltà ad esprimersi essendo praticamente muto: ciononostante si è rivolto a me emettendo dei grugniti dai quali ho capito che mi stava spiegando che avrei potuto salire attraverso una scala, operazione alla quale non ero interessato. Allora mi ha indicato un affresco sul muro e dopo mi ha riproposto la salita al piano superiore, ma quando ha visto che ero intenzionato a cambiare aria allora ha estratto fulmineamente dalla saccoccia dei disegni infantili colorati che mi hanno ricordato quelli de i bambini dell'asilo.
Quindi il muto era qui non a caso, aveva la sua missione da compiere! io mi ero intenerito di fronte al prodotto artigianale che proponeva con tanta determinazione ed ero ben disposto nei suoi confronti tanto da essere pronto a sganciargli un mezzo dollaro quando il "professionista" ne ha chiesti $ 2! Passano gli anni, i miei capelli sono sempre più bianchi, ma sentimentalmente mi scopro sempre un ingenuo e sono rimasto sorpreso in quanto non mi aspettavo questo finale. Gli ho lasciato 1000 kyat = $ 1 e mi ha ringraziato più volte, anzi, dopo essersi allontanato è ritornato chiedendomi di cambiargli una banconota da $ 1 che aveva incassato per un affare precedente, cosa che essendo nelle mie disponibilità ho fatto subito.
Nel proseguire mi sono trovato a New Bagan per sbaglio; lì gli insediamenti sono esclusivamente alberghi per budget sostanziosi e pertanto mi sono buttato su una laterale sterrata in fondo alla quale avevo intuito che avrei intercettato Ayeyarwady River.
Il River c'era, ma ancora prima di raggiungerlo ho intercettato la processione di un matrimonio accompagnata dalla musica assordante che viene suonata in questi casi: sono rimasto lì tutto il tempo necessario per vedere scorrere la lenta sfilata dei vari gruppi che si muovevano indossando abiti tradizionali secondo un rituale costante nel tempo.
Ad un certo punto, dopo i bambini attorno ai 10/12 anni in marcia deitro alle donne, è stata la volta di altri bambini, più piccoli seduti in sella a dei cavallini: erano talmente piccoli che ogni cavallo era accompagnato da almeno tre adulti.
Uno di questi teneva una mano attorno alla vita dei piccoli per sicurezza, mentre questi tendevano ad agitarsi sulla sella scompigliando i vari addobbi dei quali erano state guarnite le piccole testoline.
Al penultimo passaggio il cavallino di turno ha cambiato passo sfuggendo al controllo dell'adulto che ne teneva le redini e, pur senza imbizzarrirsi, si è mosso in maniera tale da far sobbalzare il piccolo tanto da farlo cadere a terra: credo non si sia trattato di un impatto disastroso, ma certamente tale da incutere spavento nel piccino che, subito accudito da un gruppo di adulti che lo hanno sollevato da terra e coccolato, era già scoppiato in un pianto senza freni.
Ho voluto descrivere questo episodio perchè mi è sembrato riassumere in sè una caratteristica che mi sembra di ver colto in questa popolazione: l'approssimazione!
Chi non è in un business commerciale, caratterizzato da tempi di attesa, è gente che ai propri ritmi resta impegnata nel lavoro da prima dell'alba sino al calar del sole, ma l'esecuzione dello stesso mi è sembrato sempre superficiale: diversa cultura, diverse abitudini, mi disse una volta una poliziotta nera a Los Angeles a fronte del fatto che le stavo a fianco nel porre il mio quesito mentre là si deve stare di fronte e ad una certa distanza.
Verso le 5.30 p.m. ho cercato di avvicinare le ultime mete della giornata quando ho subito percepito che avrei avuto dei problemi da parte di Ebike; quindi ho subito iniziato il rientro, anche se cambiando strada in modo da cogliere altre vedute.
Appena imboccato un vialone di tipo autostradale Ebike ha iniziato a singhiozzare ed io ho dovuto aiutarlo pedalando, ma essendo dotato di ruote di piccola dimensione, avendo un certo peso, il baricentro basso ed il manubrio alto, ho capito che non sarebbe stato possibile coprire tutto il percorso in quel modo.
Cosa fare? ho pensato di lasciare lì l'oggetto e raggiungere casa in naltro modo segnalando l'accaduto a chi mi aveva affittato questo inaffidabile cosa a caro prezzo come se si trattasse dell'ultimo ritrovato della scienza motoria.
In realtà io avrei voluto affittare un motorbike, ma mi era stato risposto che non è possibile affittare al foresto; la risposta mi era sembrata farlocca tanto da avvicinare la polizia locale ponendo lo stesso quesito e spiegando che sono dotato di patente internazionale. La polizia era sembrata in difficoltà di fronte al mio quesito motivato dal fatto che con quel documento sono abilitato a condurre veicoli in ogni parte del mondo. Dopo qualche telefonata a non so chi mi era stato risposto che avrei potuto noleggiare solo Ebike!
Tanto per dire come certe regole ti possono sembrare limitative di quelle libertà individuali alle quali sei solito; inoltre qui la gente sembra molto docile e sempre pronta a sopportare qualsiasi imposizione, salvo quelle etnie considerate marginali dai governativi con i quali sono in guerra aperta da decenni, quelle stesse che spesso sono costrette a fuggire per vedere salva la propria vita, come quelle che si sono rifugiate nei "campi di concentramento" predisposti in territorio Thai.
Per farla breve, ad un incrocio ho visto un poliziotto e ho spiegato la situazione; questi capiva più che parlare l'inglese, ma tanto è bastato per farsi carico del problema.
Non essendo dotato di telefono mi ha fornito uno sgabello dove accomodarmi chiedendomi di attendere; nel frattempo ha provato a fermare qualche locale in transito che fosse fornito di telefonino, ma è stato l'arrivo di un collega a sostituirlo nel turno la mia salvezza: questi non parlava e non capiva l'inglese, ma lo smontante lo ha edotto della situazione in maniera tale che il montante ha chiamato il numero telefonico stampigliato su Ebike rendendo edotta della situazione la donna del rent le quale ha assicurato che sarebbe arrivata presto.
Pensavo si presentasse un pick-up per caricare il veicolo, invece è arrivata lei guidando un Ebike di qualità superiore; mi ha messo a disposizione questo affare mentre lei, salita su quello in avaria, ha cominciato a pigiare con forza sui pedali scaricandovi tutta la forza dlle sue corte gambe sottili.
Ormai si era fatto buio e non mi sembrava giusto lasciare questa da sola, quindi ho iniziato il percorso standole dietro; poi l'ho affiancata e l'ho invitata ad agganciare il mio braccio in modo da essere trainata.
E' andata avanti così interrompendo il contatto ogni volta che costei adocchiava un poliziotto in lontananza, sin tanto che la cosa non è più stata praticabile quando ormai mancava poco alla meta.
Prima di riconsegnare il "coso" (fabbricazione cinese-costo circa $ 400-affittato a $ 7/giorno è bello che ripagato in due mesi) sono andato a prenotare il Bus che domani pomeriggio, verso 1.30 - 2.30 p.m., mi dovrà portare in una decina d'ore a Pyay (Prome), ex capitale dei Pyu con il nome di Thayekhittaya, le cui rovine sono in corso di scavo a pochi chilometri di distanza.
Quando ho riportato Ebike la tipa ha avuto il coraggio di chiedermi un sovrapprezzo per l'uso esuberante le 8 ore giornaliere; premesso che la tariffa prevedeva la consegna entro le 7 p.m. ed io per tale orario ho consegnato, ma il disagio subito con il rientro per pausa pranzo e il rimanere in avaria per strada perdendo un sacco di tempo non erano passati per l'anticamera della sua mente o ella è così sgamata da provarci? (tanto western = bancomat).
Appena le ho replicato ha virato subito in un "it's ok, it's ok" invitandomi ad un nolo anche per la mattina successiva, ma a me è rimasto un pò di disgusto vedendo tutto questo attaccamento al denaro senza nessuna assunzione delle proprie reponsabilità: questo paese sembra già contaminato nella formula a macchia di leopardo; non so se e fino a quando si salveranno le popolazioni che vivono ancora inaccessibili nei territori più montani.
Nel 1986 non era possibile il contatto diffuso con la gente, ma il ricordo che mi sono portato appresso per tutto questo tempo è stato molto buono; probabilmente non tornerò più in queste terre evitando così di vedere completata la perdita di quella caratteristica che ha mantenuto la popolazione per così tanto tempo grazie all'isolamento imposto dai governativi.
In serata ho condiviso ancora il momento della cena con Mirko sviluppando ragionamenti su argomenti non leggeri; alla fine è arrivato il momento del saluto e dello scambio di email address, ognuno di noi sapendo che la possibilità di incontrarci ancora sono minime, quasi nulle.
Nessun commento:
Posta un commento