Sabato 22; La cosa importante della mattinata è stata quella di riuscire a prenotare una camera a Pyay, visto che il previsto arrivo avverrà sul far della mezzanotte, un orario che non ammette perdite di tempo nella ricerca di una guest house.
Il bus è arrivato a prelevarmi davanti casa con il ritardo che immaginavo; mi sono sistemato sul sedile già voglioso di chiudere gli occhi aiutato in questo dall'andatura del veicolo, tale per cui era impossibile pensare di leggere.
Al primo stop non sono arrivato dormiente, ma quando ho aperto gli occhi ho riconosciuto a terra Mirco! Evidentemente avrà cambiato i suoi programmi, ho pensato, ed infatti me lo ha confermato risalendo a bordo.
Allo stop delle 6.30 p.m. è stato giocoforza utilizzare il tempo cenando; poi il buio fuori è stato accompagnato dai filmati musicali e non sul monitor di bordo, tutti imperversanti ad alto volume.
La sorpresa l'ho avuta, piacevole, all'arrivo quando ho trovato il tipo dell'albergo ad attendermi; montato sulla sua motorbike sono stato accompagnato a vedere la camera: grande, con due letti, ma di categoria inclassificabile, senza bagno e con una richiesta di $ 22! Ho chiesto al cinesoide proprietario della baracca e poco english speaking se stesse scherzando: sulla guida la doppia era indicata a $ 12, ma lui ha replicato che quel prezzo appartiene ormai al passato. Alla fine ho concordato di pagare per due notti $ 35 colazione inclusa. Appena trovato l'accordo ha rovesciato la sua mano destra in avanti per ricevere il denaro di entrambe le notti; le sue movenze e la sua struttura fisica mi hanno portato immediatamente al personaggio tanto ben descritto da G.Orwell nel suo libro, una figura interessata al denaro e al potere.
Una volta tentata la connessione mi sono reso conto che anche qui non riuscirò a combinare nulla di ciò che devo fare: ormai le mie speranze sono concentrate su Yangon.
Domenica 23; Oltre a Mirco anche qualche altro foresto che ieri ha viaggiato sullo stesso bus da Bagan è finito qui: grandi affari per il cinese che qui ho visto vivere in maniera quasi indecorosa, ma che deve essere un grande accumulatore di denaro!
Stamane ha atteso che terminassi la colazione per sottopormi a pressing circa quali dei servizi turistici da lui proposti accettare: la prenotazione del bus per Yangon, un itinerario accompagnato alla antica capitale Thayekhittaya, un itinerario per pagode e musei, tutte proposte a prezzi da fuori di testa.
Con Mirco mi sono mosso a piedi verso Shwesandaw Paya, la principale attrazione della città; ad uno dei primi incroci un mototaxista ci ha offerto il suo servizio di accompagnamento a meno della metà del cinesoide, ma noi abbiamo trattato e declinato l'offerta di fronte alla rigidità del tipo zero english speaking, indirizzandoci verso la fermata dei pick-up. Il tipo ci ha seguito con una contro offerta che, dopo una ulteriore limatina, è diventata praticabile per noi: dai $ 25 chiesti dal cinesoide siamo arrivati ai $ 7 di un possente driver di strada.
Ci siamo sistemati sul sellone ed abbiamo viaggiato in tre come è d'uso fare da parte dei locali; lungo la strada ci ha visti e salutati nel far del sorpasso il cinesoide che così ha capito definitivamente di che pasta siamo, una pasta che la sua avidità non è stata in grado di impastare!
La serenità che il paesaggio comunica è stata grande sin dal primo incontro con chi stava lavorando i campi con un aratro trainato da bufali, poi con i lavoratori delle risaie, quindi con altri carri trainati da buoi in servizio di trasporto merci e così via sino a raggiungere il sito archeologico dove gli unici presenti erano pellegrini locali e socievoli studenti intenti a studiare all'ombra dei monumenti.
La temperatura è stata sempre in crescendo sino ache non è più stato possibile procedere a piedi nudi nelle zone "sacre";
successivamente, verso le 2 p.m., dopo uno stop alla bus station per il mio biglietto utile domani, siamo stati depositati all'albergo.
Mi sono accordato con il driver anche per essere accompagnato domani al bus in barba alle tariffe per lo stesso servizio avanzate del cinesoide.
Nel pomeriggio è stata la volta della visita individuale effettuata con tutta calma di Shwesandaw Paya, un complesso di notevoli dimensioni molto articolato che ho giudicato interessante,
quindi, nei pressi del fiume, ho incrociato Mirco con il quale ho condiviso il momento della cena per poi risalutarci: di proposito questa volta non aggiungo altro.
Lunedì 24; Sveglia alle 6 a.m., mototaxi alle 7 a.m., tempo per una colazione in versione Burma nell'attesa del Bus arrivato in leggero ritardo e partito verso le 8.30 a.m..
Arrivo a Yangon alle 3.15 p.m. (incluse le soste pranzo avvenuta dove il bus è solito fermarsi: la tipa del ristoro mi ha praticato la triplicazione dell'importo che avrei dovuto pagare da avida femmina quale si è rivelata sotto le sembianze di una sempliciotta campagnola no english speaking. Mlti gli stop chiesti dai passeggeri).
Il paesaggio è stato quasi totalmente in piano ed a tratti di grande fascino: non immaginavo ci fossero così tanti insediamenti urbani visto che la mappa non ne riporta alcuno.
Alla stazione dei Bus, una signora stazione rispetto a tutte quelle incontrate sino ad ora nel paese, ho liquidato i tassisti avendo deciso di provare ad utilizzare un bus in servizio urbano, il n° 43; gli stessi tassisti mi hanno indicato dove trovarlo spiegandomi come è scritto il numero nella loro lingua: veramente gentili!
Non mi soffermerò a descrivere i veicolo sul quale sono presto salito; mi sono però chiesto se questo era possibile chiamarlo servizio pubblico o piuttosto servizio affidato in appalto a terzi: oltre al driver vi era un addetto all'incasso dell tratta che senza alcuna differenziazione è un costo fisso irrisorio - 100 kyat = 10 Cents di $, ed un'altro incaricato di manovrare la porta scorrevole salita/discesa.
Facendo questo contemporaneamente informava a voce alta circa la destinazione del bus ad ogni fermata, letteralmente tirando su i passseggeri. Nelle occasioni in cui la logora meccanica non consentiva la ripartenza, questi era lesto a sistemare un legno dietro alla ruota per non far retrocedere il veicolo, ed altrettanto lestamente era poi pronto a ritirarlo appena la trasmissione del veicolo ritrovava il grip sul terreno.
E' stata anche questa un'esperienza; in più ho potuto vedere varie altre zone della città e posso confermare che i palazzinari sono pienamente all'opera ovunque.
Quando ho riconosciuto un posto adatto per scendere mi sono infilato su un taxi per effettuare l'ultima tratta; ciò mi ha consentito di arrivare all'albergo attorno alle 5 p.m. senza essermi troppo affaticato, salvo la temperatura che in città risulta meno sopportabile.
Tempo totale impegnato su strada 12 ore, niente male per coprire circa 300 chilometri!
Essendomi venuto a saturazione il cibo locale ho poi trovato utile raggiungere un supermercato già conosciuto per approviggionarmi di alternative pseudo "western".
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