Connessione scadente: impossibile caricare foto in queste condizioni!
Lunedì 03; Con il treno delle 7 e 15' sino a Kyaiktiyo; ho utilizzato questo mezzo di trasporto governativo su suggerimento del più anziano fra gli addetti dell'albergo che, a mia precisa domanda, aveva garantito per il materiale rotabile: nuovo e giapponese, aveva detto essere.
Se lo fosse non lo so, ma certo che un percorso di cinque ore per circa 200 km. in Upper Class pagato $ 8, ore durante le quali la principale occupazione è stata quella di limitare i danni nelle pesanti ricadute sul sedile dovute ad un frequente movimento sussultorio & ondulatorio, penso dovuto allo stato di manutenzione dei binari, non vorrei ripeterlo più. All'arrivo ho accusato i soliti dolori che sembra non abbiano nessuna intenzione di alleviarsi con il trascorrere delle ore.
Ciononostante sul treno c'è stato un continuo movimento di venditori di cibo, maschi e femmine, quest'ultime con i contenitori appoggiati sul capo, senza che mai nulla cadesse a terra; mentre io, previdente, pensando di non trovare cibo a bordo me lo ero procurato ieri in un supermercato!
La campagna che ho visto durante tutto il tempo è molto bella, variamente colorata, punteggiata di monumenti religiosi, intersecata da diversi corsi d'acqua; purtroppo non sono riuscito a fissare immagini decenti a causa dell'instabilità patita per tutto il viaggio, ma pazienza, sarà per la prossima volta che però assai difficilmente ci sarà.
Sceso dal treno ho trovato il camion sul quale accomodarmi per raggiungere Kipun, la base della ascensione a Golden Rock.
Se lo fosse non lo so, ma certo che un percorso di cinque ore per circa 200 km. in Upper Class pagato $ 8, ore durante le quali la principale occupazione è stata quella di limitare i danni nelle pesanti ricadute sul sedile dovute ad un frequente movimento sussultorio & ondulatorio, penso dovuto allo stato di manutenzione dei binari, non vorrei ripeterlo più. All'arrivo ho accusato i soliti dolori che sembra non abbiano nessuna intenzione di alleviarsi con il trascorrere delle ore.
Ciononostante sul treno c'è stato un continuo movimento di venditori di cibo, maschi e femmine, quest'ultime con i contenitori appoggiati sul capo, senza che mai nulla cadesse a terra; mentre io, previdente, pensando di non trovare cibo a bordo me lo ero procurato ieri in un supermercato!
La campagna che ho visto durante tutto il tempo è molto bella, variamente colorata, punteggiata di monumenti religiosi, intersecata da diversi corsi d'acqua; purtroppo non sono riuscito a fissare immagini decenti a causa dell'instabilità patita per tutto il viaggio, ma pazienza, sarà per la prossima volta che però assai difficilmente ci sarà.
Sceso dal treno ho trovato il camion sul quale accomodarmi per raggiungere Kipun, la base della ascensione a Golden Rock.
A Kipun ho rintracciato l'albergo che ieri non aveva accettato una prenotazione telefonica da parte mia invitandomi a passare al momento del mio arrivo; la sistemazione è scarsa e costa $ 10, per questo nel tardo pomriggio sono andato a vedere un altro posto ed ho subito dopo deciso che domani mi sposterò.
Durante la breve escursione ho trovato chi ha voluto conoscre il mio nome e la mia provenienza, oltre ad aver subito l'assalto delle addette dei vari ristoranti, bramose di accalappiarmi: ho spiegato loro che nel mio paese normalmente non si cena prima delle 8 p.m., quindi ci siamo lasciati con un "after, may be" che in tutti questi paesi è cordialmente accettato.
Durante la breve escursione ho trovato chi ha voluto conoscre il mio nome e la mia provenienza, oltre ad aver subito l'assalto delle addette dei vari ristoranti, bramose di accalappiarmi: ho spiegato loro che nel mio paese normalmente non si cena prima delle 8 p.m., quindi ci siamo lasciati con un "after, may be" che in tutti questi paesi è cordialmente accettato.
Ero informato circa il fatto che l'ascensione a Golden Rock sarebbe stata impegnativa: per questo motivo esiste un sistema di trasporto che consente di limitare a 45' la galoppata a piedi; la novità è che esite anche la possibilità di effettuare tutto il percorso utilizzando il cassone del camion di una seconda linea leggermente più costosa.
Martedì 04; Alle 4 a.m. è iniziato un concerto a volume elevato che ho cercato di contrastare senza successo; ciò ha agevolato il trasferimento all'altro albergo avvenuto verso le 7.
Lì mi sono limitato a depositare il bagaglio ricevendo in cambio garanzia che al mio ritorno lo avrei trovato collocato nella camera; così rassicurato ho avvicinato la stazione dei pick-up per conqustare un posto sul cassone di uno dei vari camions in servizio per Golden Rock.
Il viaggio è di pochi chilometri, undici, ma tutti difficili e comprendenti tante soste, alcune operative (controlli governativi, attesa che la stretta strada sia percorribile dopo il deflusso di chi la sta percorrendo nell'altro senso), ma ogni volta con richieste di oboli da parte di persone vestite come civili che però hanno recitato velocemente delle formule e distribuito ai donatori dei foglietti con scritto qualcosa in cambio delle donazioni ricevute, il tutto per me incomprensibile.
Il luogo al quale mi sono diretto è il più enigmatico ed intrigante sito del Myanmar: si tratta di un masso gigante ricoperto di foglie d'oro con in cima uno Stupa contenente reliquie di Buddha donate da un eremita nel XI secolo.
Per questo motivo gode di un'aurea mistica ed è considerato un luogo di miracoli, non ultimo quello del masso che è rimasto nella sua posizione sbilanciata anche dopo diversi terremoti avvenuti nell'area.
I pellegrini ci vengono tutto l'anno costituendo la fonte di sostentamento per una miriade di attività collaterali, che forse è il vero miracolo che si rinnova costantemente nel tempo.
Ho quindi iniziato l'esplorazione del luogo entrando in contatto con il fascino del quale è dotato, costituito da varie componenti, fra i quali gli scambi con la gente: fra i molti incontri il più lungo e significativo è avvenuto quando mi son deciso per una pausa caffè.
Al bar ho trovato quattro ragazzi fra i 12 ed i 16 anni a servirmi; ho intuito subito la loro curiosità ed io li ho agevolati.
Già in altre occasioni avevo notato come sia possibile avere degli scambi con altre persone anche senza avere una grande base linguistica in comune: in questo caso ho fatto leva sulle poche parole da loro conosciute in un'inglese pronunciato "sui generis" e la conversazione si è avviata prima su temi calcistici (è uno sport che la TV ha reso mondiale: sapendomi italiano questi mi hanno comunicato i risultati della serie A italica dei quali erano a conoscenza).
Mi sono procurato carta e penna ed ho scritto il nome delle squadre apparteneti alle varie città italiane, quindi mi sono ricordato di avere al seguito le mappe dei vari continenti e le ho usate per far loro vedere nazioni lontane e le loro capitali; poi, come un semplice maestro di scuola elementare, ho fatto fare loro il ripasso prima di interrogarli.
A questo punto si sono aggiunti al gruppetto anche degli adulti che hanno contribuito a modificare lo schema, diventando suggeritori delle risposte esatte, ma anche consentendomi di allargare l'insegnamento alla matematica, spiegando loro che dalle mie parti la scuola dura un periodo minimo di 13 anni e di cose se ne possono imparare tante.
A questo punto si sono aggiunti al gruppetto anche degli adulti che hanno contribuito a modificare lo schema, diventando suggeritori delle risposte esatte, ma anche consentendomi di allargare l'insegnamento alla matematica, spiegando loro che dalle mie parti la scuola dura un periodo minimo di 13 anni e di cose se ne possono imparare tante.
Poi è venuto il momento della comparazione dei due alfabeti mentre è arrivato sul tavolo un piatto con dei piccoli frutti simile a mini melette condite con spezie, e dopo un'oretta ho salutato uno a uno tutti quanti con stretta di mano ed un Ta-Ta = Ciao, consapevole di aver vissuto e fatto vivere l'esperienza di un momento a tutti i presenti.
Ci sono stati anche altri incontri, come quello con un ragazo che non parlava bene nemmeno la propria lingua, con un monaco, e tanti che hanno chiesto di essere fotografati ringraziando per l'attenzione che avevo loro prestato.
Dopo aver raggiunto la cima della collina in un orario dal clima ormai torrido, anche se mitigato dalla quota e da qualche movimento d'aria, ho effettuato la sosta ristorante:
in tutti questi paesi è consuetudine che un addetto del ristorante avvicini chiunque passi per sciorinare la bontà del proprio (credo sia questo il ritornello che viene ripeuto), e quando i ristoranti sono disposti in fila uno all'altro si crea la folla degli imbonitori. Al primo passaggio avevo glissato con il solito "after, may be", ma intanto avevo osservato e memorizzato le proposte più compatibili con le mie necessità.
Ho quindi scelto a colpo sicuro sedendomi in prima fila su quelle seggioline da asilo comunemente usate in questi luoghi; la scelta si è rivelata felice ed economica, inoltre mi ha consentito di riprendere qualche immagine interessante del passaggio.
Io sono molto affascinato dagli abbinamenti dei colori degli abiti tradizionali indossati con eleganza dalle popolazioni locali, ed anche oggi ne ho avuto un positivo riscontro.
L'imbonitrice del ristorante dove mi sono fermato indossava tonalità di giallo: nel periodo in cui sono rimasto lì non ha perso un colpo nel proporre professionalmente la sua cantilena a chiunque.
Infatti lei si occupava solo di questo, un'altra donna invece era addetta alla cucina e alle pulizie, mentre il cibo, anche quello riparato dai vetri di una teca, dava soddisfazione a diversi insetti, ma principalmente mosche.
Fra le varie opzioni possibili sapevo che avrei scelto quella che complica un tantino la vita e quindi ho iniziato un percorso che si svilupa lungo una discesa della collina per poi risalirla lungo un altro lato, il tutto fra le attività in equilibrio precario come il masso su cui è posizionato lo stupa, mentre molti mi osservavano con attenzione anche solo per chiedermi da che paese provenissi.
Quando ho riconquistato la vetta ho sentito la necessità di effettuare una sosta che mi sono preso sedendomi a terra vicino ad un gruppo numeroso fra i quali anche dei giovanissimi "novizi"; io ho osservato loro esattamente come loro hanno osservato me, interessandomi ai movimenti di due bimbette che spesso le hanno messe a contatto con me. Quando mi sono alzato è stato spontaneo scambiarsi un saluto, anche solo per aver condiviso uno spazio ed essersi guardati.
Fino alle 4 p.m. sono stato uno dei pochi occidentali a frequentare il luogo, ma a quell'ora sono iniziati gli arrivi così come indicato nelle guide turistiche: sunrise e/o sunset, i momenti più suggestivi, mentre io stavo per lasciare con un camion alle 5 saltando di proposito il tramonto.
Il viaggio di rientro non è stato diverso da quello dell'andata: montagne russe!
All'arrivo all'albergo ho trovato il bagaglio dove l'avevo lasciato: la camera assicurata non c'era!
Il personale si è dato da fare, è arrivata la persona con la quale avevo dialogato ieri scusandosi ed alla fine sono stato sistemato in qualche modo.
Il personale si è dato da fare, è arrivata la persona con la quale avevo dialogato ieri scusandosi ed alla fine sono stato sistemato in qualche modo.
La bella notizia che ho appreso appena ottenuto l'accesso internet è stata quella ricevuta via email dal comune di residenza da me sensibilizzato su "destinazione Myanmar" prima della partenza: è pronto ad effettuare una donazione che, per quanto esigua, è comunque unitariamente la più consistente mai ottenuta sino ad ora attraverso il mio impegno!
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