La settima meraviglia del mondo, nonché patrimonio Unesco, Angkor Wat ed i suoi templi stanno attendendo la mia visita e pertanto: sveglia ore 6.00, arrivo alla stazione bus 6.50, imbarco sul bus alle 7.35, arrivo a destinazione dopo le soste di rito alle ore 13.30 avendo percorso 260 km. con 6h impegnate nel viaggio, ma complessivo 7h 30' dalla sveglia.
Prima di imbarcarmi sul bus, durante la sua attesa ho osservato ciò che stava accadendo attorno a me.
La rivendita biglietti era sita in un grande negozio aperto su strada, rinchiusa in un box, lo spazio circostante era disseminato di sedili in legno massiccio e sul lato dx vi era una scaffalatura con funzione di "market" contenente snaks e bibite mentre sul limite dell'ingresso, a sx, vi era un tavolino con sedia ove una donna smilza e dall'aria molto seria stava predisponendo nel proprio grembo la propria mercanzia, confezionando sacchetti tutti dello stesso peso con frutta essiccata, altri con frutta fresca.
Le sue mani si muovevano con precisione ed eleganza e, una volta riempiti i sacchetti, questi venivano posati sul tavolinetto con grazia, accostando i colori in maniera gradevole. All'interno del negozio/biglietteria, in fondo, vi era un grande tavolo tondo dove una ragazzina sui 10/12 anni stava sbucciando un pomelo; una volta terminata l'operazione lo ha consegnato alla donna, probabilmente la madre, la quale lo ha confezionato per esporlo vicino ad altri frutti eguali ma interi.
Dopo un pò mi sono deciso ad acquistare quel pomelo e la donna me lo ha porto chiedendomi, con voce decisa, un importo sicuramente superiore a quello che avrebbe richiesto ad un indigeno. Subito dopo ha chiamato la ragazzina affinché ne preparasse un'altro esemplare.
La ragazzina ha subito eseguito, così come, successivamente, inforcata una bici estratta dal negozio si è recata a procacciare ciò che le veniva richiesto: il suo era il ruolo dell'apprendista, il "bocia", che giorno dopo giorno la stava preparando allo stesso mestiere esercitato dalla madre, quello che consente alla famiglia di vivere, e forse anche un pò meglio di tanti altri.
Il rischio è che nei prossimi anni questa tipologia di lavoro possa essere superata dagli eventi, anche se credo che ancora per un bel pò resisterà.
A seguire è arrivata una donna anziana decorosamente vestita di cenci chiedente l'elemosina; io le ho dato qualcosa e lei mi ha ringraziato recitando una formula alzando le mani giunte sulla fronte. Deve aver capito che provavo una compassionevole simpatia per lei ed in un ulteriore passaggio davanti a me mi ha toccato la spalla sorridendomi; così facendo ha strizzato tutte le sue numerose rughe facciali dalle quali sprizzavano sentimenti positivi.
L'imbarco è venuto ad interrompere bruscamente le mie silenti esperienze come osservatore e, una volta preso posto a bordo, mi sono lasciato andare ad un sonnecchiamento vigile.
L'immensa pianura attraversata era in certi tratti verde per le coltivazioni in corso ed in altri tratti del colore della paglia per coltivazioni andate a fine ciclo.
All'arrivo pensavo di trovare una schiera di tuk tuk assatanati, ma in realtà ne ho avuti addosso solo un paio ed ho fatto in fretta a trovare l'intesa con uno di loro.
La guest house è modesta e penso che la cambierò, però WiFi pare funzionare bene se non ci saranno interruzioni di elettricità, come nel momento dell'arrivo, ed è ben posizionata rispetto al Phsar Chas.
Quando mi sono mosso per raggiungere quella zona, "Phsar Chas", il vecchio mercato realizzato dai francesi nel 1920, ho realizzato di trovarmi in una dimensione diversa rispetto a quella vissuta per gran parte del viaggio: negli ultimi 20 anni l'ambiente qui si è velocemente evoluto sulla base delle aspettative dei turisti, per cui non so se è sempre così come la sto vedendo o se gli addobbi luminosi rappresentano un optional per le festività Western.
Gente in giro tanta e di ogni nazionalità, tuk tuk e mototaxi ovunque e sempre pronti ad interpellarti per un passaggio, ristoranti di tutti i livelli ogni due per due, così come negozi, bar e gallerie d'arte, diversi night market sia al di qua che al di là del fiumiciattolo, ciò che si potrebbe definire in una sola parola come "confusione".
Se il tuo sguardo si posa su un articolo in esposizione sui banchi per una frazione di secondo è immediato l'aggancio da parte della venditrice di turno; questa sera mi è successo un paio di volte per due oggetti di un qualche interesse, ma forte del fatto che ho uno zaino in sovrappeso mi è stato abbastanza facile sganciarmi.
In ogni caso ho potuto verificare che anche senza impostare alcuna trattativa, con la sola tecnica del silenzio e dell'osservazione di ciò che ti viene messo sotto gli occhi, il prezzo inizialmente richiesto di $ 25 è sceso sino a $ 10 e, visto che non mi esprimevo, la venditrice mi ha chiesto quanto avrei voluto spendere per poter concludere il negozio.
Siem Reap è nota per essere il luogo dove si può trovare tutto ciò che viene prodotto nel paese a prezzi competitivi: sarebbe il posto giusto per alcune mie italiche amiche, ma loro sono lontane ed io mi limiterò ad osservare, anche se riconosco che è un vero peccato.
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