venerdì 20 dicembre 2013

Savannakhet










Trasferimento a Savannakhet fra le 10.30 e le 13.30, circa 130 km.. di strada scorrevole e per la maggior parte diritta; in avvicinamento al capoluogo ho notato la presenza di grossi insediamenti industriali (cemento - è già il terzo impianto che vedo, legno, canna da zucchero + Nikkon) proprio quando, da giorni, mi stavo chiedendo dove fossero posizionate le attività industriali di questo paese.




La sistemazione in guest house è avvenuta senza problemi e prima delle 15 ero già alla scoperta della città in bici.
Questa è stata una giornata di incontri: prima con giovani monaci e successivamente con tre studentesse audaci. 




Ero al corrente circa il fatto che visitando l'importante monastero che ha sede in questa città, Wat Sainyaphum, i monaci più giovani si sarebbero avvicinati per parlare in inglese; infatti così è stato. 



Un giovane novizio sedicenne, che già aveva partecipato a corsi di meditazione a Yangoon, si è fatto sotto sino a iniziare un dialogo.


Per quanto riguarda le giovincelle, tanta doveva essere la voglia di poter parlare in francese con un "falang" che le tre mi hanno prima lanciato un Bonjour dai loro scooters mentre ci incrociavamo e poi, tutti con i piedi a terra, abbiamo sviluppato una conversazione. 



Le tre liceali non erano troppo esperte nella lingua, ma io ero ben felice di assecondare il loro desiderio; è stato così possibile dialogare per un bel pò accomiatandomi alla fine con un galante baciamano di incoraggiamento per i loro studi linguistici.


La città che si affaccia sul Mekong è quella oggi un pò sonnolenta che a suo tempo i francesi avevano organizzato come loro importante base in quest'area del Lao; invece la parte commerciale della città si è espansa attorno al bus terminal, 2 km. a nord, della quale non ho tenuto conto.


Il posto mi è sembrato tranquillo e abitato da gente cordiale, dove però le vecchie costruzioni dei francesi sono per una buona parte abbandonate a se stesso in un degrado spiacevole; pare che al governo non interessi salvaguardare quel patrimonio che ricorda il periodo  coloniale.


In compenso anche in questo luogo ho visto circolare auto da paesi capitalisti avanzati, come Audi Q7, Range Rover Sport, e via andare, a conferma che i dati statistici rappresentati dal P.I.L. nazionale andrebbero approfonditi non poco per trovare delle spiegazioni: sembra che anche in questo paese, tuttora figlio rispettoso del socialismo, una percentuale minima di persone detenga la percentuale massima del reddito globale.
Non mi sembra una realtà tanto diversa dai paesi considerati Western, a questo punto insieme anche con Cina e Russia.  

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