Dal 22 al 26 aprile
Dopo
un volo tranquillo, una volta giunto in Italia alla fine di marzo
ho avuto modo di trascorrere una settimana a Milano, quindi
quindici giorni a Sestri senza alcuna voglia di calarmi nel ruolo
dismesso circa un anno addietro, anche se non ho potuto
trattenermi dal raccogliere gli agrumi maturati già da tempo negli intervalli fra un acquazzone e l'altro.
L'attesa
della nave non è andata delusa: è così arrivato il momento di
muoversi per andare a ritirare la parte meccanica del Nomade sbarcata a Zeebrugge sabato giorno 20.
Tutto
ha funzionato perfettamente sino al Terminal dove un donnone
fiammingo si è occupato della mia pratica senza che io riuscissi
troppo a comprenderlo.
Solo
quando costei è uscita a verificare il veicolo, accortasi della targa
italica, è diventata molto più simpatica rivolgendosi a me in
italiano, lingua che ha iniziato a studiare durante gli ultimi
soggiorni estivi nel nostro paese, dopo essersene innamorata
avendolo scoperto incantevole.
Verso
le 15.30 il Nomade ha lasciato Zeebrugge in uno stato di
guidabilità molto precaria; purtroppo non è stato possibile
trovare un'assistenza meccanica lungo il percorso che è diventato
quasi subito di tipo autostradale.
Dopo
350 km. è avvenuta la sosta per trascorrere la notte; appena
ripresa la marcia il mattino seguente è avvenuto ciò che mi
auguravo non dovesse avvenire.
Esattamente ciò che i sogni premonitori
avevano in qualche modo preannunciato e che percepivo già dal mio
rientro in patria si è avverato in un momento, alle 8.15: la causa è stato l'impatto con la ruota anteriore destra in uno sperone di asfalto che ha scatenato l'inferno!
Fumo
a bordo e odore di bruciato, sbandamento dell'avantreno
controllato a fatica.
L'autostrada
a tre corsie è priva di quella di emergenza; fortunatamente sono
riuscito ad infilarmi nell'unica piazzola disponibile a latere per
controllare la situazione: pneumatico fresato centralmente
nell'impatto con la giuntura della parte posteriore del
passaruota, ruota rimasta decentrata fuori asse.
Mi
sono rivolto all'assistenza stradale fornita dalla copertura
assicurativa; dopo una attesa di circa due ore è arrivato un bel
camion MAN a caricarmi per poi depositarmi presso un Fiat Service
alla periferia della cittadina di Mayen, a venti km. da Koblenz.
Quando
il meccanico ha controllato è emerso che la barra trapezoidale
era uscita dalla sua sede a causa dello svitamento e perdita del
dado di fissaggio: colpevole il rollio della nave? Vai a saperlo,
forse il meccanico di David – Panama si sarà sentito fischiare
nelle orecchie!
Pensavo
peggio ed ho così sperato di poter riprendere a viaggiare nel
giro di poco, ma la precisione teutonica ha imposto la
sistemazione dell'avaria ricorrendo a pezzi originali (rondelle e
dadi) che sono poi arrivati da Francoforte il mattino successivo.
Il
telaio presentava una lacerazione che si sarebbe dovuta saldare,
ma qui l'operazione non è possibile: ad ognuno il proprio
mestiere, la farai in Italia, mi ha detto nel suo inglese
addirittura più povero del mio!
Il giorno seguente sono stato in grado di ripartire verso le 14 ed il
veicolo era tornato guidabile in maniera quasi inaspettata.
Dopo
aver condotto per quasi 500 km. ho deciso di utilizzare l'ultima
area autostradale possibile per la sosta in quanto poi la
viabilità sarebbe diventata ordinaria: così mi sono fermato con
una bella luna piena poco prima di Kempten, nella zona del
castello di Ludwing, una delle prime mete raggiunte fra il 1990 ed
il 1991in motorhome, quando correvano altri tempi, quelli in cui
a bordo viaggiava una famiglia intera.
Pur
trovandomi un po' in quota e con montagne innevate tutto attorno
il clima trovato era più mite che nei giorni precedenti, quasi
dolce come sicuramente sarà quello che troverò valicando le
Alpi.
Appena
sceso ho però constatato un notevole disassamento fra le due
ruote anteriori: strano, visto il lavoro appena eseguito e la
buona guidabilità del veicolo. Tanto è bastato a indurmi a
pensare che il resto del viaggio sarebbe stato a rischio costante.
Il
mattino seguente, prima di dare motore, ho voluto rilevare con
delle misurazioni la situazione, in modo da poterla tenere sotto
controllo ad ogni sosta.
Da
Kempten la strada va via via stringendosi sino a scalare il
Fernpass, disceso il quale si costeggia il fiume sino a raggiungere
Innsbruck: qui ho effettuato una pausa caffè e rifornito il
serbatoio con gasolio a buon mercato; quindi ho ripetuto le
misurazioni constatando che la situazione era rimasta quella della
sera precedente: ma come è possibile che la guidabilità risulti
così buona correndo in questo stato? Ho cominciato a pensare al
telaio!
La
giornata era splendida, la corona di montagne che ha consentito ad
Innsbruck di essere sede di Olimpiadi invernali si presentava in
forma smagliante, le abetaie al di sotto della linea
dell'innevamento producevano un forte contrasto cromatico ed in me
un grande senso di appagamento.
Ora
tocca al Brennerpass, mi sono detto, ed il Nomade lo ha affrontato con tutto il
brio possibile raggiungendo il confine prima di mezzogiorno: da
adesso un eventuale soccorso potrà essere richiesto in madre
lingua!
Superata
Bolzano ho poi trovato una soluzione per pausa pranzo appena dopo
Ora, cittadina invasa da gente attratta da una manifestazione
fieristica open air.
Ho
pensato bene di non infilarmi nella Gardesana per non correre il
rischio di bloccarla in caso di avaria; quindi ho proceduto sulla
provinciale dell'Abetone e del Brennero godendomi i panorami, la
vista della Paganella e del Bondone prima, quella degli uliveti
della zona del Garda dopo.
Una
coda verso Peschiera del Garda mi ha inibito di arrivare prima
alla meta, quell'officina di Paderno Franciacorta che ha partorito
Il Nomade e che ho incaricato di farmi da capo commessa per tutti
gli interventi necessari da parte dei vari operatori; meta
raggiunta prima dell'imbrunire dopo aver percorso 500 km. su
viabilità ordinaria.
Domattina
di buon ora mi spetta lo smobilizzo di tutto quanto sarà bene
riportare a casa per non esporlo alle polveri delle officine,
tutto ciò prima di essere prelevato dall'operatore che ha svolto
per me funzioni da base logistica per tanti mesi, una delle
persone più affidabili che ho potuto conoscere nella mia vita:
mio fratello.
Nessun commento:
Posta un commento