Venerdì
08.03 – Non è stata troppo produttiva la mia sveglia alle 6.15;
infatti lo specialista in serrature si è reso disponibile dopo le
8.30 così tutte le mie attività ne hanno risentito: il pagamento
della batteria con carta (linea non funzionante; quindi
approvvigionamento di contanti oggi con difficoltà di parcheggio),
la connessione presso internet point, il passaggio al supermarket.
Per
farla breve erano le 11.45 quando il Nomade si è indirizzato verso
Matagalpa, primo luogo lungo la strada per Managua dove cercare di
effettuare la convergenza.
Il
percorso di tipo montano e la difficoltà di guida hanno deciso
l'andatura; anche se avrei voluto ritrarre qualche immagine, un po'
per i panorami offuscati dal clima caldo ed un po' perché non ero in
vena, oggi la macchina fotografica non è stata toccata.
Giunto
a Matagalpa, con le scarse informazioni a disposizione per trovare il
posto, me la sono cavata bene individuandolo prima del previsto:
peccato che il Nomade risultasse troppo lungo per poter usufruire del
macchinario a disposizione dell'officina.
Peccato,
andando buca questa possibilità non mi è restato altro da fare che
dirigermi verso Managua: avrei preferito evitarla ma non è più
possibile.
La
strada in valle è diventata rettilinea e di conseguenza la guida ne
ha avuto giovamento; la temperatura è però salita sino ai 38° al
posto di guida mentre era in corso l'attraversamento di una zona
simile al Sahel. Insediamenti urbani lungo la strada pochi, gommisti
attrezzati zero.
Via
via che Managua si avvicinava andava crescendo il traffico e la
strada è diventata una specie di autostrada urbana, specialmente
dopo aver superato l'aeroporto.
Mi
sono allora deciso a chiedere informazioni ottenendole di buon grado;
con quelle ottenute mi sono messo in caccia e dopo aver eseguito
tutto alla perfezione (non so ancora come sia stato possibile
riuscirci ma ci sono riuscito!) ho trovato il taller chiuso.
Si
vede che doveva andare così! Ho allora attivato Garmin fornendo le
coordinate di un luogo adatto alla sosta notturna sito al P.N. Volcan
Masaya.
In
questa modalità, non disponendo delle mappe, Garmin non è in grado
di fornire tutte le normali segnalazioni, per cui bisogna andare
molto di intuizione ed essere pronti a modificare la direzione
intrapresa.
Fortunatamente
mi trovavo già su una circonvallazione orientata verso Masaya e
Granada, ciononostante, in mancanza di segnaletica stradale e con un
traffico asfissiante nell'ora del rientro a casa dei pendolari, non
è stata un'operazione di quelle che filano via lisce.
Non
tutto il male viene per nuocere, recita il proverbio derivante dalla
saggezza popolare; è così è stato per me! Lungo la strada ho
adocchiato una bella sede di gommista nella direzione opposta di
marcia e l'ho raggiunta subito chiedendo di poter eseguire il lavoro.
Senza attendere ho potuto portare il Nomade in una vera officina
degna di questo nome, dotata di macchinario adeguato e di personale
capace.
Dopo
aver spiegato all'operatore a quale risultato mirare ho capito che la
persona avrebbe fatto un buon lavoro. Per sfuggire al caldo esagerato
mi sono riparato nell'ufficio trovandovi refrigerio: è così che una
addetta del marketing dalla pelle chiara, l'occhio ceruleo ed i
capelli sul biondo castano ha iniziato ad informarsi sul Nomade
dimostrando un profondo interesse, tanto da non poter deludere le sue
aspettative invitandola quindi ad effettuare una visita guidata
appena terminato il lavoro in corso.
Dopo
30' il lavoro era terminato e, per la prima volta dopo aver lasciato
gli U.S.A., mi è stata fornita la stampata dei valori impostati:
cosa da non credere in Centro America, ma soprattutto la guidabilità
è decisamente migliorata.
Come
spesso mi è accaduto nella vita, a fronte di un particolare che va a
posto ce n'è un altro che va fuori posto, come se non si potesse
riuscire mai a cambiare il bilanciamento del tutto, come se questo
dovesse sempre essere aleatorio: mi riferisco alla frenata che
proprio approcciando il gommista mi è venuta temporaneamente a
mancare.
La
situazione sembra essere ancora quella del primo momento in cui avevo
preso coscienza che l'apparato frenante non era in piena salute
(mancanza dell'ausilio del booster alle bassissime velocità, quando
si è in manovra o in coda nel traffico).
Oggi
avevo affrontato le discese senza problemi, sicuro dell'efficienza
ritrovata, ma nel prosieguo dovrò riprendere l'atteggiamento
guardingo già collaudato.
Tornando
alle mie impressioni colte per strada circa le differenze esistenti
fra la capitale ed il resto del paese, già dalla periferia avevo
iniziato a notare tutta una tipologia di auto che altrove nel paese
non circola: Mercedes 300 di ultima generazione, BMW, pick up e Cross
Over ultimo modello e di ogni marca, sicuramente rappresentano la
minoranza, ma testimoniano che in questa nazione che negli ultimi
trenta anni è passata attraverso regimi opposti, oggi che al governo
ci sono i sandinisti di nome che non corrispondono più di fatto a
quelli di allora, pare siano proprio loro i nuovi ricchi.
Ho
saputo che Chavez forniva petrolio a prezzo agevolato al Nicaragua
(ora non si sa come andrà), il quale lo distribuisce sul territorio
a prezzi più elevati fra quelli sino ad ora incontrati: bene, sarà
come nei paesi nordici europei dove attraverso i plus realizzati sui
carburanti la popolazione riceve in cambio benefici di vario tipo, ho
pensato.
Invece
non è così perché la compagnia che opera l'acquisto e la
distribuzione dei prodotti petroliferi non è dello stato,
appartiene a privati che in maniera diretta o indiretta sono nella
disponibilità del Presidente Noriega, ex capissimo sandinista e
grande combattente.
Di
storie su cambiamenti di impostazione politica ne ho sentiti molti
parlando con ex guerriglieri oggi inseriti nella vita civile del
paese o rimasti emarginati e sbandati, dal loro aspetto sembravano
probabilmente assuefatti all'alcol e alle droghe.
D'altronde
la droga non transita solo nella parte caraibica del paese dove
mancano strade e la foresta è vergine, bensì anche nell'entroterra
di Jinotega e San Rafael, proprio lungo la zona arida visitata nei
giorni scorsi (altra spiegazione possibile di tutto il fermento
edilizio in corso).
Ripresa
la strada per Masaya e lasciata la periferia di Managua l'aria ha
cominciato a muoversi e la brezza a portare sollievo.
Ricordando
la descrizione del luogo adatto alla sosta per come lo avevano
descritto una coppia di francesi in una informativa che ho avuto da
Stefan, ho cominciato ad avere dei dubbi sull'indicazione di Garmin.
Infatti in un primo momento ho superato l'accesso al parco per stare
alle indicazioni del display che però non mi tornavano con ciò che
vedevo sulla mappa cartacea; ho cominciato a vagare nella speranza di
rimettermi sulla traccia evidenziata da Garmin sino a che ho deciso
di tornare all'ingresso del Parco, trovandolo ormai chiuso.
Ho
chiesto al guardiano la possibilità di stazionare al di la della
catena: opzione negata.
Dopo
aver parlato un po' mi è stato concesso di sistemarmi in area, non
come avrei voluto ma ormai non era più un orario adatto per fare la
barba all'uovo.
Una
volta sistemato il Nomade per la sosta notturna, dopo aver cucinato
mi sono messo al computer ed ho voluto ricontrollare le coordinate
del luogo attraverso un'altra fonte che, indipendentemente di
francesi, l'aveva resa nota nel mondo dei viaggiatori: ho così
svelato l'arcano essendoci una certa differenza di valori fra le due fonti.
Ora
sono le 10.30 p.m. e la temperatura a bordo è di 28° con il 57% di
umidità (mentre fuori ci sono folate di vento) ; non mi resta altro
da fare che rassettare la cucina e poi ritirarmi.
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