domenica 10 marzo 2013

Sosta a P.N. Volcan Masaya


Venerdì 08.03 – Non è stata troppo produttiva la mia sveglia alle 6.15; infatti lo specialista in serrature si è reso disponibile dopo le 8.30 così tutte le mie attività ne hanno risentito: il pagamento della batteria con carta (linea non funzionante; quindi approvvigionamento di contanti oggi con difficoltà di parcheggio), la connessione presso internet point, il passaggio al supermarket.
Per farla breve erano le 11.45 quando il Nomade si è indirizzato verso Matagalpa, primo luogo lungo la strada per Managua dove cercare di effettuare la convergenza.
Il percorso di tipo montano e la difficoltà di guida hanno deciso l'andatura; anche se avrei voluto ritrarre qualche immagine, un po' per i panorami offuscati dal clima caldo ed un po' perché non ero in vena, oggi la macchina fotografica non è stata toccata.
Giunto a Matagalpa, con le scarse informazioni a disposizione per trovare il posto, me la sono cavata bene individuandolo prima del previsto: peccato che il Nomade risultasse troppo lungo per poter usufruire del macchinario a disposizione dell'officina.
Peccato, andando buca questa possibilità non mi è restato altro da fare che dirigermi verso Managua: avrei preferito evitarla ma non è più possibile.
La strada in valle è diventata rettilinea e di conseguenza la guida ne ha avuto giovamento; la temperatura è però salita sino ai 38° al posto di guida mentre era in corso l'attraversamento di una zona simile al Sahel. Insediamenti urbani lungo la strada pochi, gommisti attrezzati zero.
Via via che Managua si avvicinava andava crescendo il traffico e la strada è diventata una specie di autostrada urbana, specialmente dopo aver superato l'aeroporto.
Mi sono allora deciso a chiedere informazioni ottenendole di buon grado; con quelle ottenute mi sono messo in caccia e dopo aver eseguito tutto alla perfezione (non so ancora come sia stato possibile riuscirci ma ci sono riuscito!) ho trovato il taller chiuso.
Si vede che doveva andare così! Ho allora attivato Garmin fornendo le coordinate di un luogo adatto alla sosta notturna sito al P.N. Volcan Masaya.
In questa modalità, non disponendo delle mappe, Garmin non è in grado di fornire tutte le normali segnalazioni, per cui bisogna andare molto di intuizione ed essere pronti a modificare la direzione intrapresa.
Fortunatamente mi trovavo già su una circonvallazione orientata verso Masaya e Granada, ciononostante, in mancanza di segnaletica stradale e con un traffico asfissiante nell'ora del rientro a casa dei pendolari, non è stata un'operazione di quelle che filano via lisce.
Non tutto il male viene per nuocere, recita il proverbio derivante dalla saggezza popolare; è così è stato per me! Lungo la strada ho adocchiato una bella sede di gommista nella direzione opposta di marcia e l'ho raggiunta subito chiedendo di poter eseguire il lavoro. Senza attendere ho potuto portare il Nomade in una vera officina degna di questo nome, dotata di macchinario adeguato e di personale capace.
Dopo aver spiegato all'operatore a quale risultato mirare ho capito che la persona avrebbe fatto un buon lavoro. Per sfuggire al caldo esagerato mi sono riparato nell'ufficio trovandovi refrigerio: è così che una addetta del marketing dalla pelle chiara, l'occhio ceruleo ed i capelli sul biondo castano ha iniziato ad informarsi sul Nomade dimostrando un profondo interesse, tanto da non poter deludere le sue aspettative invitandola quindi ad effettuare una visita guidata appena terminato il lavoro in corso.
Dopo 30' il lavoro era terminato e, per la prima volta dopo aver lasciato gli U.S.A., mi è stata fornita la stampata dei valori impostati: cosa da non credere in Centro America, ma soprattutto la guidabilità è decisamente migliorata.
Come spesso mi è accaduto nella vita, a fronte di un particolare che va a posto ce n'è un altro che va fuori posto, come se non si potesse riuscire mai a cambiare il bilanciamento del tutto, come se questo dovesse sempre essere aleatorio: mi riferisco alla frenata che proprio approcciando il gommista mi è venuta temporaneamente a mancare.
La situazione sembra essere ancora quella del primo momento in cui avevo preso coscienza che l'apparato frenante non era in piena salute (mancanza dell'ausilio del booster alle bassissime velocità, quando si è in manovra o in coda nel traffico).
Oggi avevo affrontato le discese senza problemi, sicuro dell'efficienza ritrovata, ma nel prosieguo dovrò riprendere l'atteggiamento guardingo già collaudato.
Tornando alle mie impressioni colte per strada circa le differenze esistenti fra la capitale ed il resto del paese, già dalla periferia avevo iniziato a notare tutta una tipologia di auto che altrove nel paese non circola: Mercedes 300 di ultima generazione, BMW, pick up e Cross Over ultimo modello e di ogni marca, sicuramente rappresentano la minoranza, ma testimoniano che in questa nazione che negli ultimi trenta anni è passata attraverso regimi opposti, oggi che al governo ci sono i sandinisti di nome che non corrispondono più di fatto a quelli di allora, pare siano proprio loro i nuovi ricchi.
Ho saputo che Chavez forniva petrolio a prezzo agevolato al Nicaragua (ora non si sa come andrà), il quale lo distribuisce sul territorio a prezzi più elevati fra quelli sino ad ora incontrati: bene, sarà come nei paesi nordici europei dove attraverso i plus realizzati sui carburanti la popolazione riceve in cambio benefici di vario tipo, ho pensato.
Invece non è così perché la compagnia che opera l'acquisto e la distribuzione dei prodotti petroliferi non è dello stato, appartiene a privati che in maniera diretta o indiretta sono nella disponibilità del Presidente Noriega, ex capissimo sandinista e grande combattente.
Di storie su cambiamenti di impostazione politica ne ho sentiti molti parlando con ex guerriglieri oggi inseriti nella vita civile del paese o rimasti emarginati e sbandati, dal loro aspetto sembravano probabilmente assuefatti all'alcol e alle droghe.
D'altronde la droga non transita solo nella parte caraibica del paese dove mancano strade e la foresta è vergine, bensì anche nell'entroterra di Jinotega e San Rafael, proprio lungo la zona arida visitata nei giorni scorsi (altra spiegazione possibile di tutto il fermento edilizio in corso).
Ripresa la strada per Masaya e lasciata la periferia di Managua l'aria ha cominciato a muoversi e la brezza a portare sollievo.
Ricordando la descrizione del luogo adatto alla sosta per come lo avevano descritto una coppia di francesi in una informativa che ho avuto da Stefan, ho cominciato ad avere dei dubbi sull'indicazione di Garmin. Infatti in un primo momento ho superato l'accesso al parco per stare alle indicazioni del display che però non mi tornavano con ciò che vedevo sulla mappa cartacea; ho cominciato a vagare nella speranza di rimettermi sulla traccia evidenziata da Garmin sino a che ho deciso di tornare all'ingresso del Parco, trovandolo ormai chiuso.
Ho chiesto al guardiano la possibilità di stazionare al di la della catena: opzione negata.
Dopo aver parlato un po' mi è stato concesso di sistemarmi in area, non come avrei voluto ma ormai non era più un orario adatto per fare la barba all'uovo.
Una volta sistemato il Nomade per la sosta notturna, dopo aver cucinato mi sono messo al computer ed ho voluto ricontrollare le coordinate del luogo attraverso un'altra fonte che, indipendentemente di francesi, l'aveva resa nota nel mondo dei viaggiatori: ho così svelato l'arcano essendoci una certa differenza di valori fra le due fonti.
Ora sono le 10.30 p.m. e la temperatura a bordo è di 28° con il 57% di umidità (mentre fuori ci sono folate di vento) ; non mi resta altro da fare che rassettare la cucina e poi ritirarmi.


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