Martedì
05.03 – Riordinare l'interno del Nomade è stato più impegnativo
di quanto pensassi, anche perché ho voluto disarmare due oscuranti
che avevano da tempo bisogno di manutenzione.
Il
risultato del lavoro non è stato di mia soddisfazione e quindi,
ormai verso le 10.30, ho cominciato a parlare con Rito.
Ho
così saputo che la ricopertura dei pneumatici verrebbe eseguita
senza garanzia, per questo, in attesa di una mia decisione in merito,
non è stata ancora operata; su questo argomento ci sono stati dei
difetti di comunicazione ed ora non ho più tempo per attendere,
visto che conto di iniziare a muovermi verso Costa Rica già giovedì.
Rito
mi ha allora accompagnato dal gommista per chiarire definitivamente
l'argomento, ma di fronte ai sei giorni necessari dal momento della
conferma ho rinunciato definitivamente; quindi i pneumatici
torneranno indietro così come erano stati spediti e avrò altro
tempo per decidere sul da farsi.
Prima
di rientrare all'officina ho voluto consegnare all'elettrauto il mini
compressore inutilizzabile a causa del cavo troppo corto affinché
questo venisse sostituito con uno di una lunghezza adeguata.
Essendosi
fatta l'ora della pausa pranzo Rito ha pensato di invitarmi a
condividerla con lui presso un ristorantino nella zona del mercato: è
stato un pensiero gentile che ho gradito.
All'officina
ho trovato il conto da me sollecitato precedentemente che mi ha
confermato sull'onestà della persona: 3.600 Cordoba = 150 USD per un
insieme di lavori comprendenti varie saldature con modifiche
apportate ai pezzi da sistemare, rafforzamento degli ammortizzatori
anteriori e ampliamento dei passaruota anteriori onde consentire di
utilizzare in futuro pneumatici di maggior dimensione, messe a punto
varie con cambio dell'olio del gruppo cambio differenziale.
Alle
14 ho lasciato il taller per andare a recuperare il compressore e
quindi per proseguire per S.R.d.N.: giunto a destinazione ho trovato
solo Carmen, ma non era disponibile a riparlare del progetto perché
si è dovuta allontanare poco dopo.
Inoltre
non sono più stato capace di riaprire il file che custodisce il
progetto: ho provato e riprovato senza riuscire a comprendere perché
solo ieri ci ero riuscito!
Recuperate
le ultime mie cose dalla casa utilizzata nei giorni scorsi ora tutto
è tornato al proprio posto, me incluso.
Ho
dovuto però constatare che lungo il percorso il Nomade si è
dimostrato ancora più inguidabile di prima sulla strada sinuosa;
forse perché, rialzato sull'anteriore, è cambiata la posizione del
baricentro e la mancanza di convergenza sembra essere peggiorata: non
vorrei aver commesso un errore con la realizzazione di questo lavoro,
ma prima di trarre conclusioni devo assolutamente trovare un luogo
dove eseguire questa benedetta convergenza.
Rito
mi ha suggerito di arrivare sino a Managua dove ci sarebbero vari
operatori ben attrezzati, ma io sono un po' restio ad andare alla
cieca nel caos della capitale per trovare un posto adatto, anche
perché non vorrei più dedicare altro tempo al Nicargua se non
quello per visitare Granada che già sta sulla via del Costa Rica.
L'ultima
novità della giornata è venuta dal frigorifero: all'improvviso il
compressore non ha più rispettato i soliti tempi di lavoro e poi di
sosta.
Io
so già cosa vuol dire, significa guasto: infatti il led segnala
tensione insufficiente (con display che evidenzia oltre 12 V!) .
Ho
provato a mettere a zero il termoregolatore senza riuscire a far
spegnere il led; il fatto è che il frigo ha una linea sua
indipendente e diretta di alimentazione e quindi non ho saputo come
fare per staccarla nella speranza di un resettamento.
Mi
son visto costretto a chiedere lumi all'elettricista italico by
mail, ma questo segnale derivante dall'impianto elettrico mi conferma
che ci sono dei problemi, problemi che ritengo impossibile poter
sottoporre a qualcuno che non sia chi ha realizzato l'impianto
l'impianto stesso.
Quando
ti sembra di aver sistemato una cosa per poter proseguire con una
ritrovata tranquillità, ecco spuntarne subito un'altra che sino ad
ora era rimasta in un'area di gestibilità: forse è per questo che
mi sento tanto altalenante sulle decisioni da assumere sul come
andare o non andare avanti.
Mercoledì
06.03 – In prima mattinata avrei dovuto completare il discorso
relativo al progetto con Carmen; ho saputo dopo che la morte di un
suo parente l'avrebbe tenuta lontana da qui per tutto il giorno.
Nell'attesa
dell'Ing. Felix Rao, responsabile dell'associazione, con il quale è
previsto per oggi un itinerario nelle zone aride attorno a San
Rafael, mi sono intrattenuto con il medico odontologo Claudio e con
il responsabile del laboratorio Harol, entrambi curiosi di saperne di
più su di me, sul viaggio, sull'Italia.
Quando
Felix si è reso disponibile è stata preparata la Toyota land
cruiser del 92 a bordo della quale sono state affrontate le varie
mulattiere/fondo di torrente attraverso aree prevalentemente
polverose.
Solo
in presenza dello scorrere di un corso d'acqua o di un pozzo
artesiano lo scenario cambia radicalmente, come nella ampia zona
dove un cubano di Miami sta coltivando tabacco alla grande.
Complessivamente
il territorio è difficile e sassoso, in vari posti ha perduto la
capacità di coltivazione per consumo dei 20/30 cm. di terreno buono
lasciando a vista la pietra sottostante.
Realizzare
un pozzo artesiano qui dove bisogna scendere di 80/100 m. vuol dire
avere la capacità di sostenere un costo esagerato, assolutamente
fuori dalla portata della gente dotata di piccoli appezzamenti di
terreno: solo i grandi proprietari possono permetterselo.
Ciononostante
ho visto capi di bestiame un po' ovunque, spesso della razza Brahama,
razza che presenta una maggiore compatibilità con l'alimentazione
secca che si trova in loco, dando una più generosa resa in termini
di qualità e quantità di carne.
Ho
visto anche tante case appena realizzate o ancora in costruzione:
sono il frutto delle rimesse dagli U.S.A. da parte dei migranti, mi
ha spiegato Felix.
Qui
quasi ogni famiglia ha perlomeno un emigrato negli U.S.A. che
provvede ad aiutare il resto della famiglia radicato nell'arido
sassoso che produce polvere da respirare a pieni polmoni.
La
tappa finale dell'escursione è stata una scuola dove è in
costruzione una nuova aula da parte dell'associazione; lì il caldo
era per me insopportabile ( e pensare che stamane a S.R.d.N. faceva
freddino), i raggi del sole sono risultati fastidiosi da sentirsi
sulla pelle, l'ambiente arido e polveroso.
Quando
si è trattato di raggiungere il posto, poco lontano, dove
l'associazione ha provveduto a scavare un pozzo per garantire acqua
potabile alle famiglie, devo confessare che ne avrei fatto volentieri
a meno.
Lungo
la strada del ritorno abbiamo incrociato un paio di camion impegnati
a risalirla, oltre a qualche ciclista, qualche cavallo montato e
studenti delle primarie intenti a raggiungere il desco domestico.
Felix
ha condotto con cautela il 4x4 un po' sfiatato, scegliendo una
variante per uscircene dalla polvere portandoci su una strada
pavimentata con blocchetti di cemento.
Giunti
in località La Concordia, un centro abitato non tanto diverso da
S.R.d.N., Felix avrebbe voluto fermarsi per pausa pranzo, ma io,
forte del fatto che “anzianità fa grado”, gli ho imposto di
essere mio ospite nel condividere il pranzo all'Hotel la Casita in
S.R.d.N., luogo usato come base logistica da Nuova Officina,
l'organizzazione di medici italiani che presta la propria opera
periodicamente alla clinica Nazareth.
Alle
15 siamo arrivati a casa dove c'era ad attendermi Rito: è salito sin
qui per sottopormi delle coperture nuove di misura 205 contro quelle
indicate dalla casa madre di misura 195.
Peccato
che non potessero essere gonfiate a 80 p.s.i. come quelle in
dotazione, bensì solo a 65; quindi ho preferito soprassedere,
spiegandogli che con il tipo di guidabilità che ho riscontrato, per
ora non voglio apportare altri cambiamenti.
In
serata sono riuscito ad incontrare Damiano il quale mi ha consegnato
una lettera di presentazione da utilizzare nel caso dovessi cercare
un luogo sicuro dove sostare per la notte, o per un periodo più
lungo, in ambito “Paz Y Bien”, visto che i francescani sono molto
presenti sulla mia rotta in Sud America.
Vedrò
di farne l'uso migliore! Intanto ci siamo lasciati con un abbraccio
fraterno senza essere in grado di ipotizzare se sarà possibile
incontrarci ancora in qualche parte del mondo.
Giovedì
07.03 – Sorpresa mattutina: il portatile è bloccato da
un'infezione.
Con
questa preoccupante novità è arrivato il momento del commiato da
San Rafael del Norte: ho notato che se mi fermo più giorni in
qualche luogo, bello o brutto che sia, solo per il fatto di
conoscerlo e di intrattenere dei rapporti con delle persone, sento
un dispiacere emotivo nel momento di andare, come se di fatto non
volessi allontanarmi.
All'avviamento
del motore ho percepito che l'operazione stava avvenendo sul filo del
rasoio; oggi prevedo di fare un po' di strada e la batteria se ne
avvantaggerà sicuramente.
In
poco tempo sono approdato all'officina meccanica dove ho trafficato
per sistemare i pneumatici nel garage mentre stavo attendendo un
tecnico per la sistemazione del portatile: si è trattato dell'ultimo
atto scaturito dalla gentilezza di Carmen.
Quando
questi si è presentato ha voluto accendere il lap top onde rendersi
conto, in base al tipo di intervento da effettuare, di quanto tempo
avrebbe avuto bisogno: mi sono state preannunciate 2/3 ore di lavoro,
che a partire dalle 11 mi avrebbero consentito di mettermi su strada
non prima delle 15.
Mi
sono allora spostato dal gommista sperando di poter effettuare
l'allineamento, ma l'addetto ha mantenuto la posizione già espressa
qualche giorno fa: tecnicamente non è possibile, anche se ora
l'avantreno è più alto rispetto alla volta scorsa, quindi niente da
fare!
Lì
c'è anche un lavaggio auto e ne ho voluto approfittare: sono rimasto
impegnato oltre un'ora per ottenere un risultato abbastanza scadente
e relativamente costoso.
Dopo,
avendo in mente di rimettere in funzione l'accoppiata vecchio p.c. +
monitor, mi sono parcheggiato di fianco all'internet point già
utilizzato durante i giorni di sosta a Jinotega, in modo da poter
usufruire di una buona connessione.
Non
è stato per me facile mettere l'accoppiata in condizioni operative
in quanto si sono presentate delle schermate ignote che mi hanno
ricordato quelle di avviamento in modalità provvisoria, ma quando ci
sono riuscito ho potuto verificare che la connessione non era
possibile, né WiFi né con cavo: né io né il titolare
dell'internet point siamo stati in grado di capirne il perché, e
ancora non sapevo che il livello di catastroficità della giornata
sarebbe aumentato di brutto subo dopo.
Infatti,
al momento di avviare il motore questo è rimasto silente: batteria
scarica!
Ho
cercato di effettuare un secondo tentativo e questa volta la chiave
non ha nemmeno girato nel suo alloggiamento a causa della funzione
bloccasterzo inceppata!
Perbacco!
Sono già quasi le 4 p.m. e non solo non sarò in grado di macinare
chilometri, ma devo risolvere in fretta un bel po' di problemi.
La
“mala suerte” mi ha colpito a 80 metri dall'officina e pertanto
non è stato difficile andare a chiedere soccorso a Rito, oggi
preso fin sopra ai capelli dal lavoro.
Quando
si è reso disponibile mi ha informato che la soluzione più semplice
sarebbe stata quella di smontare il blocchetto di avviamento abolendo
la funzione del blocca sterzo; con i miei cavi è stato facile far
partire il motore per andare al riparo nel cortile dell'officina.
Nel
frattempo è arrivato il tecnico per la restituzione del lap top
guarito dalla pericolosa malattia; eseguita con esito positivo una
prova utilizzando la rete fornita da internet point è venuto il
momento di andare a cercare con Rito la sostituzione della batteria.
Alle
5 p.m. già molte attività erano andate in chiusura e ciò ha
ridimensionato la possibilità di scelta: presso un negoziante noto a
Rito è stata trovata una batteria Varta
da 90
anziché 100 amp. al costo di circa 3.000 Cordoba = + o - 130 USD,
lo stesso importo pagato a Merida-Mexico solo poco più di un mese
fa.
Le
misure sono risultate differenti e quindi è stata portata
all'officina con beneficio di inventario, come si suol dire, per
riscontrare subito la possibilità di alloggiarla o meno.
Mentre
era in corso questa operazione ho notato che il display a bordo stava
lampeggiando con l'indicazione di batterie di soccorso scariche,
tant'è che non funzionava più nulla.
Ho
sentito la mia capacità di resistenza agli inconvenienti subire un
duro colpo: ho subito estratto dal loro vano e controllato le due
batterie i cui fusibili erano a posto, quindi ho steso il cavo e
collegato l'energia elettrica mentre il display continuava nella sua
segnalazione.
Nel
frattempo è partito un messaggero alla ricerca dell'elettrauto che
nei giorni scorsi aveva eseguito qualche lavoretto per il Nomade.
Come
costui è arrivato gli è venuto spontaneo muovere la levetta che
interrompe il flusso fra pannelli e batterie e, come per magia, è
sparito il segnale di guasto sostituito dal valore 85% di carica
delle batterie.
Allora
ho ripetuto l'operazione e la carica delle batterie è passata al
100%: ma a chi credere? Dove starà la verità?
Intanto,
eliminata la funzione blocca sterzo dal blocchetto di avviamento
motore, al secondo tentativo di avviamento del motore la chiave non è
più stata in grado di girare: quindi il problema sta nel suo
alloggiamento e prtnto domattina ci sarà bisogno dell'intervento di
un fabbro! Non è la prima volta che mi trovo in difficoltà per
situazioni del tutto marginali.
In
ogni caso ho pensato che non di mala suerte si è trattato, ma di
buena suerte: se tutto questo fosse accaduto per strada, o nella zona
di confine con Costa Rica, sicuramente sarebbe stato peggio.
Dallo
scambio di emails con l'elettricista italico non erano sortite
soluzioni: queste saranno possibili solo al mio rientro dopo una
revisione completa dell'impianto e delle apparecchiature (mi sembra
che stiano assorbendo più energia che in passato).
L'imbuto
di Panama impone una scelta perché la panamericana finisce lì; per
andare oltre bisogna imbarcarsi su nave (il Nomade) o su aereo (il
sottoscritto).
Non
nascondo che fra l'assunzione del costo del trasporto Panama –
Colombia, trasporto che poi limiterebbe le possibilità di imbarco
per l'Europa sino all'arrivo in Perù dove i costi sarebbero ben
superiori, e la possibilità di imbarco da Panama verso Brema, anche
se non ne conosco ancora dettagliatamente il costo, oggi ho iniziato
ad entrare nell'ordine di idee che questa potrebbe essere la
soluzione dei rebus che mi occupano la testa da quasi un mese.
Me
lo ero detto sin dai pit stop in California che mi sarei impegnato
per arrivare in Nicaragua e poi avrei preso decisioni, anche forti:
ma non è facile, perché non è come pensare di andare a prendersi
un gelato da Baciollo oppure un aperitivo al Cutter, qui calerebbe il
sipario con lo spettacolo ancora in corso, anche se la “piece”
recitata a braccio dall'attore lasciava intuire che ci potesse
essere anche questa possibilità.
Ero
partito dicendomi che in questa impresa non bisognava avere programmi
a lungo termine bensì essere quotidianamente flessibile ad ogni
imprevisto; ora sento che è arrivato il momento in cui il gioco, per
certi versi anche mitizzato, potrebbe cambiare rapidamente. Ed anche
se da mesi questo filone di pensiero lavora in me, constato essere un
atteggiamento di attaccamento quello che rischia di far perdere
lucidità nelle scelte.
Credo
però che queste constatazioni rappresentino un passo avanti, una
presa di coscienza in fase di affinamento, l'apertura di una finestra
su scenari inimmaginabili il 13.06.12 quando mi imbarcai sul volo per
New York.
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