venerdì 8 marzo 2013

Come è difficile lasciare Nicaragua!


Martedì 05.03 – Riordinare l'interno del Nomade è stato più impegnativo di quanto pensassi, anche perché ho voluto disarmare due oscuranti che avevano da tempo bisogno di manutenzione.
Il risultato del lavoro non è stato di mia soddisfazione e quindi, ormai verso le 10.30, ho cominciato a parlare con Rito.
Ho così saputo che la ricopertura dei pneumatici verrebbe eseguita senza garanzia, per questo, in attesa di una mia decisione in merito, non è stata ancora operata; su questo argomento ci sono stati dei difetti di comunicazione ed ora non ho più tempo per attendere, visto che conto di iniziare a muovermi verso Costa Rica già giovedì.
Rito mi ha allora accompagnato dal gommista per chiarire definitivamente l'argomento, ma di fronte ai sei giorni necessari dal momento della conferma ho rinunciato definitivamente; quindi i pneumatici torneranno indietro così come erano stati spediti e avrò altro tempo per decidere sul da farsi.
Prima di rientrare all'officina ho voluto consegnare all'elettrauto il mini compressore inutilizzabile a causa del cavo troppo corto affinché questo venisse sostituito con uno di una lunghezza adeguata.
Essendosi fatta l'ora della pausa pranzo Rito ha pensato di invitarmi a condividerla con lui presso un ristorantino nella zona del mercato: è stato un pensiero gentile che ho gradito.
All'officina ho trovato il conto da me sollecitato precedentemente che mi ha confermato sull'onestà della persona: 3.600 Cordoba = 150 USD per un insieme di lavori comprendenti varie saldature con modifiche apportate ai pezzi da sistemare, rafforzamento degli ammortizzatori anteriori e ampliamento dei passaruota anteriori onde consentire di utilizzare in futuro pneumatici di maggior dimensione, messe a punto varie con cambio dell'olio del gruppo cambio differenziale.
Alle 14 ho lasciato il taller per andare a recuperare il compressore e quindi per proseguire per S.R.d.N.: giunto a destinazione ho trovato solo Carmen, ma non era disponibile a riparlare del progetto perché si è dovuta allontanare poco dopo.
Inoltre non sono più stato capace di riaprire il file che custodisce il progetto: ho provato e riprovato senza riuscire a comprendere perché solo ieri ci ero riuscito!
Recuperate le ultime mie cose dalla casa utilizzata nei giorni scorsi ora tutto è tornato al proprio posto, me incluso.
Ho dovuto però constatare che lungo il percorso il Nomade si è dimostrato ancora più inguidabile di prima sulla strada sinuosa; forse perché, rialzato sull'anteriore, è cambiata la posizione del baricentro e la mancanza di convergenza sembra essere peggiorata: non vorrei aver commesso un errore con la realizzazione di questo lavoro, ma prima di trarre conclusioni devo assolutamente trovare un luogo dove eseguire questa benedetta convergenza.
Rito mi ha suggerito di arrivare sino a Managua dove ci sarebbero vari operatori ben attrezzati, ma io sono un po' restio ad andare alla cieca nel caos della capitale per trovare un posto adatto, anche perché non vorrei più dedicare altro tempo al Nicargua se non quello per visitare Granada che già sta sulla via del Costa Rica.
L'ultima novità della giornata è venuta dal frigorifero: all'improvviso il compressore non ha più rispettato i soliti tempi di lavoro e poi di sosta.
Io so già cosa vuol dire, significa guasto: infatti il led segnala tensione insufficiente (con display che evidenzia oltre 12 V!) .
Ho provato a mettere a zero il termoregolatore senza riuscire a far spegnere il led; il fatto è che il frigo ha una linea sua indipendente e diretta di alimentazione e quindi non ho saputo come fare per staccarla nella speranza di un resettamento.
Mi son visto costretto a chiedere lumi all'elettricista italico by mail, ma questo segnale derivante dall'impianto elettrico mi conferma che ci sono dei problemi, problemi che ritengo impossibile poter sottoporre a qualcuno che non sia chi ha realizzato l'impianto l'impianto stesso.
Quando ti sembra di aver sistemato una cosa per poter proseguire con una ritrovata tranquillità, ecco spuntarne subito un'altra che sino ad ora era rimasta in un'area di gestibilità: forse è per questo che mi sento tanto altalenante sulle decisioni da assumere sul come andare o non andare avanti.

Mercoledì 06.03 – In prima mattinata avrei dovuto completare il discorso relativo al progetto con Carmen; ho saputo dopo che la morte di un suo parente l'avrebbe tenuta lontana da qui per tutto il giorno.
Nell'attesa dell'Ing. Felix Rao, responsabile dell'associazione, con il quale è previsto per oggi un itinerario nelle zone aride attorno a San Rafael, mi sono intrattenuto con il medico odontologo Claudio e con il responsabile del laboratorio Harol, entrambi curiosi di saperne di più su di me, sul viaggio, sull'Italia.
Quando Felix si è reso disponibile è stata preparata la Toyota land cruiser del 92 a bordo della quale sono state affrontate le varie mulattiere/fondo di torrente attraverso aree prevalentemente polverose.





Solo in presenza dello scorrere di un corso d'acqua o di un pozzo artesiano lo scenario cambia radicalmente, come nella ampia zona dove un cubano di Miami sta coltivando tabacco alla grande.





Complessivamente il territorio è difficile e sassoso, in vari posti ha perduto la capacità di coltivazione per consumo dei 20/30 cm. di terreno buono lasciando a vista la pietra sottostante.





Realizzare un pozzo artesiano qui dove bisogna scendere di 80/100 m. vuol dire avere la capacità di sostenere un costo esagerato, assolutamente fuori dalla portata della gente dotata di piccoli appezzamenti di terreno: solo i grandi proprietari possono permetterselo.





Ciononostante ho visto capi di bestiame un po' ovunque, spesso della razza Brahama, razza che presenta una maggiore compatibilità con l'alimentazione secca che si trova in loco, dando una più generosa resa in termini di qualità e quantità di carne.





Ho visto anche tante case appena realizzate o ancora in costruzione: sono il frutto delle rimesse dagli U.S.A. da parte dei migranti, mi ha spiegato Felix.
Qui quasi ogni famiglia ha perlomeno un emigrato negli U.S.A. che provvede ad aiutare il resto della famiglia radicato nell'arido sassoso che produce polvere da respirare a pieni polmoni.
La tappa finale dell'escursione è stata una scuola dove è in costruzione una nuova aula da parte dell'associazione; lì il caldo era per me insopportabile ( e pensare che stamane a S.R.d.N. faceva freddino), i raggi del sole sono risultati fastidiosi da sentirsi sulla pelle, l'ambiente arido e polveroso.





Quando si è trattato di raggiungere il posto, poco lontano, dove l'associazione ha provveduto a scavare un pozzo per garantire acqua potabile alle famiglie, devo confessare che ne avrei fatto volentieri a meno.





Lungo la strada del ritorno abbiamo incrociato un paio di camion impegnati a risalirla, oltre a qualche ciclista, qualche cavallo montato e studenti delle primarie intenti a raggiungere il desco domestico.





Felix ha condotto con cautela il 4x4 un po' sfiatato, scegliendo una variante per uscircene dalla polvere portandoci su una strada pavimentata con blocchetti di cemento.





Giunti in località La Concordia, un centro abitato non tanto diverso da S.R.d.N., Felix avrebbe voluto fermarsi per pausa pranzo, ma io, forte del fatto che “anzianità fa grado”, gli ho imposto di essere mio ospite nel condividere il pranzo all'Hotel la Casita in S.R.d.N., luogo usato come base logistica da Nuova Officina, l'organizzazione di medici italiani che presta la propria opera periodicamente alla clinica Nazareth.
E così è stato!




Alle 15 siamo arrivati a casa dove c'era ad attendermi Rito: è salito sin qui per sottopormi delle coperture nuove di misura 205 contro quelle indicate dalla casa madre di misura 195.
Peccato che non potessero essere gonfiate a 80 p.s.i. come quelle in dotazione, bensì solo a 65; quindi ho preferito soprassedere, spiegandogli che con il tipo di guidabilità che ho riscontrato, per ora non voglio apportare altri cambiamenti.
In serata sono riuscito ad incontrare Damiano il quale mi ha consegnato una lettera di presentazione da utilizzare nel caso dovessi cercare un luogo sicuro dove sostare per la notte, o per un periodo più lungo, in ambito “Paz Y Bien”, visto che i francescani sono molto presenti sulla mia rotta in Sud America.
Vedrò di farne l'uso migliore! Intanto ci siamo lasciati con un abbraccio fraterno senza essere in grado di ipotizzare se sarà possibile incontrarci ancora in qualche parte del mondo.

Giovedì 07.03 – Sorpresa mattutina: il portatile è bloccato da un'infezione.
Con questa preoccupante novità è arrivato il momento del commiato da San Rafael del Norte: ho notato che se mi fermo più giorni in qualche luogo, bello o brutto che sia, solo per il fatto di conoscerlo e di intrattenere dei rapporti con delle persone, sento un dispiacere emotivo nel momento di andare, come se di fatto non volessi allontanarmi.
All'avviamento del motore ho percepito che l'operazione stava avvenendo sul filo del rasoio; oggi prevedo di fare un po' di strada e la batteria se ne avvantaggerà sicuramente.
In poco tempo sono approdato all'officina meccanica dove ho trafficato per sistemare i pneumatici nel garage mentre stavo attendendo un tecnico per la sistemazione del portatile: si è trattato dell'ultimo atto scaturito dalla gentilezza di Carmen.
Quando questi si è presentato ha voluto accendere il lap top onde rendersi conto, in base al tipo di intervento da effettuare, di quanto tempo avrebbe avuto bisogno: mi sono state preannunciate 2/3 ore di lavoro, che a partire dalle 11 mi avrebbero consentito di mettermi su strada non prima delle 15.
Mi sono allora spostato dal gommista sperando di poter effettuare l'allineamento, ma l'addetto ha mantenuto la posizione già espressa qualche giorno fa: tecnicamente non è possibile, anche se ora l'avantreno è più alto rispetto alla volta scorsa, quindi niente da fare!
Lì c'è anche un lavaggio auto e ne ho voluto approfittare: sono rimasto impegnato oltre un'ora per ottenere un risultato abbastanza scadente e relativamente costoso.
Dopo, avendo in mente di rimettere in funzione l'accoppiata vecchio p.c. + monitor, mi sono parcheggiato di fianco all'internet point già utilizzato durante i giorni di sosta a Jinotega, in modo da poter usufruire di una buona connessione.
Non è stato per me facile mettere l'accoppiata in condizioni operative in quanto si sono presentate delle schermate ignote che mi hanno ricordato quelle di avviamento in modalità provvisoria, ma quando ci sono riuscito ho potuto verificare che la connessione non era possibile, né WiFi né con cavo: né io né il titolare dell'internet point siamo stati in grado di capirne il perché, e ancora non sapevo che il livello di catastroficità della giornata sarebbe aumentato di brutto subo dopo.
Infatti, al momento di avviare il motore questo è rimasto silente: batteria scarica!
Ho cercato di effettuare un secondo tentativo e questa volta la chiave non ha nemmeno girato nel suo alloggiamento a causa della funzione bloccasterzo inceppata!
Perbacco! Sono già quasi le 4 p.m. e non solo non sarò in grado di macinare chilometri, ma devo risolvere in fretta un bel po' di problemi.
La “mala suerte” mi ha colpito a 80 metri dall'officina e pertanto non è stato difficile andare a chiedere soccorso a Rito, oggi preso fin sopra ai capelli dal lavoro.
Quando si è reso disponibile mi ha informato che la soluzione più semplice sarebbe stata quella di smontare il blocchetto di avviamento abolendo la funzione del blocca sterzo; con i miei cavi è stato facile far partire il motore per andare al riparo nel cortile dell'officina.
Nel frattempo è arrivato il tecnico per la restituzione del lap top guarito dalla pericolosa malattia; eseguita con esito positivo una prova utilizzando la rete fornita da internet point è venuto il momento di andare a cercare con Rito la sostituzione della batteria.
Alle 5 p.m. già molte attività erano andate in chiusura e ciò ha ridimensionato la possibilità di scelta: presso un negoziante noto a Rito è stata trovata una batteria Varta da 90 anziché 100 amp. al costo di circa 3.000 Cordoba = + o - 130 USD, lo stesso importo pagato a Merida-Mexico solo poco più di un mese fa.
Le misure sono risultate differenti e quindi è stata portata all'officina con beneficio di inventario, come si suol dire, per riscontrare subito la possibilità di alloggiarla o meno.
Mentre era in corso questa operazione ho notato che il display a bordo stava lampeggiando con l'indicazione di batterie di soccorso scariche, tant'è che non funzionava più nulla.
Ho sentito la mia capacità di resistenza agli inconvenienti subire un duro colpo: ho subito estratto dal loro vano e controllato le due batterie i cui fusibili erano a posto, quindi ho steso il cavo e collegato l'energia elettrica mentre il display continuava nella sua segnalazione.
Nel frattempo è partito un messaggero alla ricerca dell'elettrauto che nei giorni scorsi aveva eseguito qualche lavoretto per il Nomade.
Come costui è arrivato gli è venuto spontaneo muovere la levetta che interrompe il flusso fra pannelli e batterie e, come per magia, è sparito il segnale di guasto sostituito dal valore 85% di carica delle batterie.
Allora ho ripetuto l'operazione e la carica delle batterie è passata al 100%: ma a chi credere? Dove starà la verità?
Intanto, eliminata la funzione blocca sterzo dal blocchetto di avviamento motore, al secondo tentativo di avviamento del motore la chiave non è più stata in grado di girare: quindi il problema sta nel suo alloggiamento e prtnto domattina ci sarà bisogno dell'intervento di un fabbro! Non è la prima volta che mi trovo in difficoltà per situazioni del tutto marginali.
In ogni caso ho pensato che non di mala suerte si è trattato, ma di buena suerte: se tutto questo fosse accaduto per strada, o nella zona di confine con Costa Rica, sicuramente sarebbe stato peggio.
Dallo scambio di emails con l'elettricista italico non erano sortite soluzioni: queste saranno possibili solo al mio rientro dopo una revisione completa dell'impianto e delle apparecchiature (mi sembra che stiano assorbendo più energia che in passato).
L'imbuto di Panama impone una scelta perché la panamericana finisce lì; per andare oltre bisogna imbarcarsi su nave (il Nomade) o su aereo (il sottoscritto).
Non nascondo che fra l'assunzione del costo del trasporto Panama – Colombia, trasporto che poi limiterebbe le possibilità di imbarco per l'Europa sino all'arrivo in Perù dove i costi sarebbero ben superiori, e la possibilità di imbarco da Panama verso Brema, anche se non ne conosco ancora dettagliatamente il costo, oggi ho iniziato ad entrare nell'ordine di idee che questa potrebbe essere la soluzione dei rebus che mi occupano la testa da quasi un mese.
Me lo ero detto sin dai pit stop in California che mi sarei impegnato per arrivare in Nicaragua e poi avrei preso decisioni, anche forti: ma non è facile, perché non è come pensare di andare a prendersi un gelato da Baciollo oppure un aperitivo al Cutter, qui calerebbe il sipario con lo spettacolo ancora in corso, anche se la “piece” recitata a braccio dall'attore lasciava intuire che ci potesse essere anche questa possibilità.
Ero partito dicendomi che in questa impresa non bisognava avere programmi a lungo termine bensì essere quotidianamente flessibile ad ogni imprevisto; ora sento che è arrivato il momento in cui il gioco, per certi versi anche mitizzato, potrebbe cambiare rapidamente. Ed anche se da mesi questo filone di pensiero lavora in me, constato essere un atteggiamento di attaccamento quello che rischia di far perdere lucidità nelle scelte.
Credo però che queste constatazioni rappresentino un passo avanti, una presa di coscienza in fase di affinamento, l'apertura di una finestra su scenari inimmaginabili il 13.06.12 quando mi imbarcai sul volo per New York.

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