Lunedì
11.03 – I rumori della campagna seguono regole diverse da quelle
dell'andamento luce buio; praticamente sono sempre attivi, almeno qui
in questo lembo di Costa Rica dove mi è capitato di sostare.
Ciò
ha agevolato lunghi periodi di dormiveglia pieni di pensieri/sogni:
penso abbia a che fare con la decisione che ho maturato in pectore,
la quale è venuta dal profondo ma ha bisogno di effettuare il suo
radicamento.
Al
risveglio definitivo, avvenuto verso le 5.20 a.m., mi era rimasto in
mente la problematica della chiave di accensione motore così,
durante la prima ora e mezza di guida, ho intravisto delle
similitudini fra la situazione del Nomade metallico e quella
dell'umano.
Se
la chiave si blocca il motore non gira e l'avaria è di quelle da
lasciarti a piedi, se il viaggio non continua il tuo motore si
atrofizza e ti fermi.
Questa
è stata una prima grossolana pensata che ha subito lasciato spazio a
considerazioni più sofisticate e profonde, imperniate sul legittimo
diritto a cambiare così come nulla è per sempre nella nostra vita.
Ci
vuole coraggio a non voler stare responsabilmente dentro a degli
schemi, a voler mettersi in discussione senza limite di tempo, a
riconoscere che c'è dell'altro attorno a noi o che ci può essere
un modo diverso di guardarsi attorno, senza esclusioni a priori.
In
questi giorni sto ricevendo alcune mail da persone conosciute durante
la mia permanenza a San Rafael: mi ha colpito leggere “ Sei venuto
come una benedizione del Signore che mi ha fatto pensare e vedere le
cose di un´altra maniera”, perché io non sono andato lassù per
insegnare ma per vedere e capire altre realtà, certamente senza
starmene in silenzio, ed è bastato questo per stimolare altre menti
con semplici considerazioni.
Così
come inviando una foto alla persona ripresa è bastato per essere
ricambiato con: “Muchas gracias Gaetano, por la foto, recuerde
siempre a las amistades que hizo en Nicaragua”: questo conferma
l'importanza dei rapporti umani, semplici, quelli che vengono
percepiti al di fuori del ragionamento, come mi ha ben evidenziato
Damiano: “Gaetano, buon viaggio per le Americhe. Cristoforo Colombo
sognó vederle e tu stai seguendo il suo sogno. Che il Signore ti
accompagni e ti faccia gustare a ogni fermata, la
bellezza di questi popoli che custodiscono il grande valore della
relazione umana”.
La
chiave di tutto questo è la semplicità, qualità che spesso ho
forse inconsapevolmente considerato come figlia di un dio minore
rispetto al pensiero sofisticato e sfaccettato: ebbene, oggi qui
faccio ammenda dei miei errori cospargendomi il capo di cenere , e
poi si vedrà.
Tanti
anni fa, e parliamo della fine degli anni settata, un luminare delle
scienze sociali, tale Dr. Prof. Cesa Bianchi, illustre docente
universitario a Milano, dopo esserci conosciuti ebbe modo di dirmi
che, per le mie caratteristiche , avrei dovuto stare di più in mezzo
alla gente piuttosto che isolarmi, nel senso che, secondo il suo
pensiero, avrei avuto da guadagnarci sia io che gli altri.
Da
allora ho visto molte lune nella mia vita, ma negli ultimi dieci anni
la mia dimensione è stata quella dell'eremo (così intendo la mia
casa sulla collinetta di Sestri) o di Monpilote prima e del Nomade
ora
(non sarebbe nemmeno da precisare che mi sto riferendo alla “casita
rodante” come è stata chiamata in Centro America), in perfetta
contrapposizione alla profezia del luminare.
Per
non farla troppo lunga do un taglio e torno alla quotidianità:
dicevo che dopo 1.30 di guida, alle 7 a.m. mi sono fermato sia per la
colazione che per cucinare. La CA 1, sino ad ora più trafficata, è
andata via via diminuendo di carico rotabile e per lunghi tratti ho
avuto la sensazione di essere da solo sul manto d'asfalto che si
protende su un territorio di colore giallo rossiccio, sul quale
mandrie di bovini hanno il loro da fare a cercare di sfamarsi .
Centri
urbani pochi, tanto da avere difficoltà a trovare la possibilità di
connessione della quale oggi avevo grande bisogno. Arrivato a 50 km.
dalla capitale, megalopoli da quasi 5 ml. di abitanti, mi sono
inoltrato in Palmira: qui addirittura al Parque ci sarebbe stata la
possibilità gratuita di WiFi, solo che la mia computadora si
collegava ma non trovava accesso.
Ho
dovuto girare un'ora chiedendo a destra e sinistra e alla fine sono
approdato alla biblioteca comunale dove ho dovuto utilizzare una
postazione fissa poco aggiornata nei programmi (non era dotata di
google chrome) e dalla tastiera differente rispetto alla mia.
E'
stata una sessione di quasi un'ora, poco produttiva, tanto che mi ero
ripromesso di cercare ancora più avanti.
Più
avanti, raggiungibile con salite e discese, inizia la grande
periferia di San José percorsa dalla solita CA 1 che però qui
diventa circa un'autostrada, con tanto di pedaggio da pagare.
I
miei obiettivi avrebbero dovuto interessare i seguenti punti: 1) trovare la sede Fiat, 2) trovare la
connessione, 3) trovare uno dei tanti centri commerciali
all'americana per dotarmi di una valigia.
Il
tutto senza una mappa cartacea della città, senza l'aiuto di Garmin
che non ha le mappe digitali, con il solo buon senso e un pizzico di
intuito: veramente un po' pochino!.
Devo
dire che ho iniziato l'operazione con poca fiducia, quella di chi sta
cercando l'ago nel pagliaio.
Specialmente
quando si è trattato di stare su una circonvallazione o di penetrare
la città: il caso ha voluto che seguissi questa seconda ipotesi
convinto che avrei dovuto svoltare per l'altra. Ormai era fatta,
possibilità di inversioni zero, traffico intenso che ti spinge senza
lasciarti tregua.
A
un certo punto ho adocchiato una concessionaria Nissan e mi sono
fermato per informazioni o per consultare una guida telefonica.
Delle
persone interpellate è stato un guardiano quello che mi ha ben
indirizzato: con i pochi riferimenti a disposizione sono arrivato
all'obiettivo 1) come un sasso scagliato da una fionda.
Lì
sono stato fatto accomodare di fronte ad una giovane operante su un
computer alla quale ho cercato di spiegare nel mio orribile
pseudospagnolo la situazione; dopo un po' l'ho invitata a salire a
bordo e a rendersi conto di persona, magari convocando anche un
meccanico.
La
ragazza ha capito e mi ha trascinato sino all'officina per
colloquiare con il responsabile; ne è emerso che domattina
dovrebbero essere in grado di effettuare un intervento risolutivo, ma
prima di cantar vittoria preferisco attendere.
Ho
posto la questione di dove sostare per la notte e la giovane, dopo
aver interpellato il gerente, me lo ha presentato: il Sig. Carlos
Munoz Herrera è stato di una gentilezza esemplare consentendomi
l'immediato accesso e preoccupandosi del fatto che alle 17 dal
cancello non sarebbe più passato nessuno. No problem per me, visto
che potrò utilizzare la connessione WiFi dedicata ai clienti e
quindi poter svolgere tutto quel lavoro che avevo bisogno di
dipanare: contatti con compagnie di navigazione per l'imbarco a
Panama, prenotazione di un volo per me ed altri ammennicoli del
genere.
Si
perché si fa tutto on line, ma a me è capitato che i dati non
venissero recepiti dal sistema e rimanessi sempre al palo: ecco il
perché di tante comunicazioni incrociate con i vari settori delle
organizzazioni interpellate.
Per
domani spero di chiudere il cerchio e di incastrare le tessere
mancanti: se le comunicazioni continueranno a viaggiare senza
intoppi, domani mattina, mentre al Nomade sarà cavato il dente (si
fa per dire), potrò ulteriormente connettermi come piace a me e
saperne di più.
Ho
avuto modo di parlare un po' con Carlos ed il responsabile
dell'officina: entrambi sono stati per lavoro in Italia ma non sono
in grado di esprimersi in italiano anche se lo comprendono.
Ho
chiesto se Marchionne è contento di loro e mi hanno detto che sì in
quanto negli ultimi tre anni hanno sviluppato molto la penetrazione
sul mercato.
In
questi casi dipende sempre dal punto di partenza: se questo era
vicino allo zero, come io credo, basta poco a fare risultati
percentualmente interessanti, salvo verificare su quali volumi sono
stati ottenuti.
Da
che viaggio per il Centro America, solo sulle strade di Costa Rica ho
incrociato due Iveco Daily: non mi sono sembrati molti, specialmente
in riferimento ai veicoli con il marchio Renault e Citroen/Peugeot.
Davanti
alla concessionaria ho fotografato due strane vetturette delle quali
on sapevo nulla: una è un prototipo e l'altra non ho capito se è in
produzione.
Avevo
letto che San Josè, posizionata oltre quota 1.100 m.s.l.m., gode di
un buon clima: infatti questa sera, per la prima volta dopo aver
lasciato San Rafael, ho sentito la necessità di chiudere le finestre
al calar del sole.
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