Domenica
24.02 – E stata una giornata assolutamente fuori dal normale
quella odierna: in mattinata acquisizione di ulteriori informazioni
sulle attività dell'Asociacion, sull'operatività della clinica
(dispone quotidianamente di un medico generico, un odontoiatra, un
analista di laboratorio, mentre al sabato ci sono degli specialisti
di Jinotega e Managua per cardiologia, ginecologia, pediatria e per
le ecografie), sui medici spagnoli di Quesada Solidaria che domani
termineranno il loro periodo qui (3 chirurghi, 1 anestesista, 1
medico di famiglia, 3 infermieri), su quelli che verranno dopo (in
marzo gli italiani di Nuova Officina, poi ancora spagnoli e U.S.A. dall'Arizona,
mentre per i disabili opera una organizzazione del Nicaragua durante
i mesi estivi).
Dal
primissimo pomeriggio ho visitato Frate Damiano al quale ho
consegnato dei medicinali per il dispensario e dell'abbigliamento (ho
alleggerito il Nomade!);
i suoi impegni parrocchiali hanno poi messo
una parentesi nel nostro incontro (è stato divertente trovarmi
attorno al Nomade una serie di ragazzine incuriosite che cercavano di
parlarmi in inglese), ripreso subito dopo. Siamo però stati
raggiunti da una chiamata per partecipare ad un evento organizzato
presso la clinica: i ragazzi della scuola di musica (progetto portato
avanti con successo) si sono esibiti principalmente per gli spagnoli
in partenza.
Lasciata
la musica Damiano mi ha accompagnato al santuario e in un terreno
soprastante avuto in donazione e reso libero dagli arbusti onde
potervi celebrare prossimamente una cerimonia in coincidenza con la
ricorrenza del Siervo de Dios Padre Odorico D'Andrea Misionero
Franciscano ofm 1916-1990 ( ha operato qui dal 1954!).
Stando
con Damiano ho appreso altre informazioni sulla realtà locale e sono
stato invitato ad accompagnarlo presso comunità sperdute sia
mercoledì che giovedì.
Damiano,
penso d'averlo già manifestato, mi piace: gran lavoratore, gran
conoscitore dell'area che va dal Guatemala a qui, sviluppatore di una
miriade di iniziative in vari settori con stile da imprenditore,
accentra su di sé molte responsabilità legate ad un vasto
territorio: non c'è nulla che non passi attraverso il suo placet,
anche se spesso il suo placet non viene corrisposto esattamente in
operatività, e ciò si trasforma in disappunto del tutto umano e
comprensibile.
Per
certi aspetti mi è venuto da pensare che avrebbe potuto essere qui
semplicemente come laico, ma in realtà l'appartenenza all'ordine dei
francescani e la tonaca credo diano agevolazioni che senza
renderebbero tutto più difficile.
Con
il buio sono tornato a sistemarmi per la notte quando, poco dopo le 8
p.m., i medici spagnoli mi hanno sollecitato a raggiungere subito la
sede della festa da loro organizzata per tutto il personale della
clinica: cena attorno a dei tavoli disposti a U, musica con DJ e poi
danze.
Accidenti
come ce l'hanno nel sangue la capacità di agitare il loro corpo al
suono della musica questi nicaraguensi: tutti indistintamente,
dall'esile all'esuberante in peso, sono stati una delizia per i miei
occhi da spettatore.
Si,
è vero, sono stato spesso richiesto di unirmi agli altri, ma ho
preferito sempre evitare, sin tanto che, dopo aver ammirato le
movenze delle due cooperanti spagnole (una chirurgo e l'altra
infermiera) nell'interpretazione di qualche flamenco, dopo essermi
complimentato con loro sono stato cooptato in occasione di un
eventuale replay.
Questo
non c'è stato, ma la giovane di Granada è alla fine riuscita a
tirarmi in ballo su una musica qualsiasi durante la quale credo di
aver dato il peggio di me; per fortuna che non ho mai aderito alla
opzione del canto (karaoke in spagnolo) se no ne sarei uscito a
pezzi.
Il
clima è stato gradevole, con l'improvvisazione di un chirurgo dotato
di una specie di carboncino atto a modificare i volti di molte persone:
a
questo non ho potuto sottrarmi, anche perché il truccatore ha
sostenuto che mi stava ringiovanendo di 30 anni e il pubblico ha
sostenuto che così ero diventato più guapo.
Quando
ho potuto vedermi sono rimasto orripilato dal risultato, ma ormai era
troppo tardi e sono stato dignitosamente al gioco.
La
serata non è però finita qui in quanto, lasciato il locale dopo la
mezzanotte, buona parte del gruppo si è trasferita nella casa
occupata dagli spagnoli; io mi ero già accomiatato ma sono stato
ripescato.
Alla fine è stata improvvisata una paella valenciana in collaborazione fra medici e le cuciniere nicaraguensi specializzate nel cucinare sul fuoco a legna; questa è poi stata consumata al cucchiaio, direttamente dalla pentola.
Altro particolare non indifferente: quanto bevono tutti quanti: e non solo cerveza locale 4.6% di grado alcolico, ma anche rum mischiato a coca o a gazosa, e le mujer in questo non sono seconde a nessuno!
Altro particolare non indifferente: quanto bevono tutti quanti: e non solo cerveza locale 4.6% di grado alcolico, ma anche rum mischiato a coca o a gazosa, e le mujer in questo non sono seconde a nessuno!
Mi
sono ritirato ben dopo le 2 a.m., ma prima di coricarmi ho dovuto
provvedere ad uno shampoo per ripulire i capelli “ringiovaniti”.
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