sabato 5 gennaio 2013






Mercoledì 02.01 – Dopo varie operazioni tecniche ed aver parlato con Lothar (ci ha svelato perché non eravamo capaci di usare Garmin con le coordinate dei luoghi anziché con gli indirizzi), il Nomade è partito deciso per effettuare la visita al sito archeologico di Cholula: in epoca precolombiana questa era una città sacra, meta di pellegrinaggi, nonché un importante centro commerciale.




Gli spagnoli azzerarono sistematicamente i simboli della religione degli Indios 





costruendo chiese al di sopra dei loro templi, come la chiesa principale del convento de san Gabriel realizzata dove sorgeva il tempio di Quetzalcoatl.




La zona archeologica è dominata dai resti della più grande piramide mai costruita in Mesoamerica fra il 200 a.c. e l'800 d.c..
Scavi realizzati nella zona sud hanno portato alla luce il Patio de los Altares, un'area con un'acustica stupefacente utilizzata per cerimonie e sacrifici umani.




In cima alla piramide gli spagnoli vi costruirono nel 1874 Nuestra Senora de los Remedios, 





una chiesa dalla quale si ammira Puebla e le molte chiese di Cholula.




Verso le 15 il Nomade si è immesso sulla strada per Oaxaca consapevole che non sarebbe stato possibile raggiungerla; 





infatti alle 18 si è fermato a Tehuacàn sul piazzale Bodega Aurrera, gruppo Walmart e, dopo aver chiesto l'autorizzazione per la sosta notturna alla responsabile del negozio, avendola ottenuta, si è potuto pensare alla cena.
Più tardi la responsabile è venuta personalmente ad accertarsi che tutto andasse bene, raccomandandosi di chiamarla in caso di necessità: un'altra persona cortese e disponibile incontrata lungo il percorso.



Giovedì 03.01.13 – Partenza veloce alle 8 del mattino con destinazione Monte Alban, la zona archeologica presso Oaxaca inerente alla civiltà degli Olmechi: la strada si evidenzia subito essere parecchio impegnativa.
Nel primo tratto molto urbanizzato topes e vibradores a go go, poi la strada si incunea fra le coltivazioni della canna da zucchero ed il fondo stradale è pessimo con varianti che vanno dalle buche continue sino alla mancanza di asfalto.


Successivamente la situazione sembra potersi ricomporre, le coltivazioni sono varie e la nuvolaglia bassa del primo mattino inizia ad alzarsi o a dissolversi invece inizia un tratto montano tutto curve salite (sino a quota 2.300) e discese (sino a quota 900); 


a 30 km. dalla meta posta a quota 1.600 m.s.l.m., oltre alle problematiche ricorrenti dovute alla mancanza di allineamento, si manifesta un rumore differente dai soliti: non ci vuol molto a localizzarlo e la cosa mi preoccupa non poco.
Si è aperto un varco all'altezza del passaruota lato passeggero e la lamiera dello chassis si sta incuneando nel mobile adiacente, mentre la parte in plastica del cruscotto si è staccata di alcuni centimetri dallo stesso mobile.


Temendo un'altra dissaldatura ed essendo già passate le 13, alla prima possibiità di sosta mi fermo e, infilate le mani nel passaruota, trovo la falla: ma ora che fare?
Già avrei dovuto cercare un meccanico per verificare l'avantreno e impostare i valori giusti per l'allineamento in quanto il veicolo è tornato ad essere inguidabile, ora dovrò anche mettermi a cercare un saldatore: con questo scenario si apre una fase nuova nell'apprendimento di vocaboli tecnici in lingua spagnola!


Impongo a Garmin un cambio di destinazione ora diventa Oaxaca, la capitale dell'omonimo stato, la meta da raggiungere onde identificare qualcuno in grado di sporcarsi le mani in maniera positiva, non come gli allineatori di Teotihuacàn il cui intervento si è poi rivelato essere stato come l'acqua fresca.


Mentre procedo a velocità ridotta Ezio nota sulla strada un cartello che indica un saldatore: perché non cominciare subito a chiederne la disponibilità?
Inizia qui una trafila che, al quinto tentativo, mi fa trovare un “maestro”, nome con il quale qui si suol chiamare un vecchietto, che è pronto a dare un'occhiata per poi comunicarmi che non si può fare nulla.
E' vero, la posizione dove intervenire è infame, le lamiere da saldare hanno in mezzo un materiale plastico che assolve a qualche funzione tecnica, ma al tempo stesso rende impraticabile la saldatura.
Dopo aver insistito un po', a sorpresa il “maestro” inizia a prendere l'attrezzatura per intervenire.
Si rende necessario l'acquisto di quattro bulloni e relativi dadi e pertanto il maestro mi invita a seguirlo sulla strada dove, a pochi passi, vi è la baracca di “ricambista”: costo 6 pesos, che probabilmente il maestro non aveva disponibili.
Tornati al capezzale del paziente il maestro si predispone ad intervenire staccando prima tutte e tre le batterie del veicolo ed utilizzando quei bulloni appena acqistati, ma appena provato a saldare mi informa che i punti di saldatura non prendono: niente da fare, per poter eseguire il lavoro bisognerebbe smontare una miriade di pezzi.
Ezio allora mi chiede perché non fargli eseguire l'intervento sul letto basculante: ma perché si tratta di un'operazione tecnicamente impossibile da eseguire durante questo tipo di viaggio con questo tipo di operatori di strada privi degli strumenti necessari a smontare e rimontare il pistone a gas che lavora a non so quante atmosfere, è la mia risposta.
Quando chiedo il suo onorario mi risponde che non vuole nulla, ma io insisto mettendogli in mano 100 pesos che accetta sorridente.
Si sono fatte le 17, è ora di sistemarci per la sosta: nuova impostazione di Garmin per arrivare all'unico campeggio della zona, questa volta con le coordinate geografiche; Garmin non sbaglia nulla e ci deposita dove volevamo, accolti dalla coppia tedesca del 4X4 Man.


Dopo aver conversato un po' pensiamo a qualche acquisto e, avendo notato una vecchia Fiat 1100 dentro ad un'officina apparentemente ben equipaggiata, chiedo se possono occuparsi del mio veicolo. La risposta è affermativa: vedremo domattina se saranno all'altezza della situazione.     



Nessun commento:

Posta un commento