Mercoledì
02.01 – Dopo varie operazioni tecniche ed aver parlato con Lothar
(ci ha svelato perché non eravamo capaci di usare Garmin con le
coordinate dei luoghi anziché con gli indirizzi), il Nomade è
partito deciso per effettuare la visita al sito archeologico di
Cholula: in epoca precolombiana questa era una città sacra, meta di
pellegrinaggi, nonché un importante centro commerciale.
Gli
spagnoli azzerarono sistematicamente i simboli della religione degli Indios
costruendo
chiese al di sopra dei loro templi, come la chiesa principale del
convento de san Gabriel realizzata dove sorgeva il tempio di
Quetzalcoatl.
La
zona archeologica è dominata dai resti della più grande piramide
mai costruita in Mesoamerica fra il 200 a.c. e l'800 d.c..
Scavi
realizzati nella zona sud hanno portato alla luce il Patio de los
Altares, un'area con un'acustica stupefacente utilizzata per
cerimonie e sacrifici umani.
In
cima alla piramide gli spagnoli vi costruirono nel 1874 Nuestra
Senora de los Remedios,
una chiesa dalla quale si ammira Puebla e le
molte chiese di Cholula.
Verso
le 15 il Nomade si è immesso sulla strada per Oaxaca consapevole che
non sarebbe stato possibile raggiungerla;
infatti alle 18 si è
fermato a Tehuacàn sul piazzale Bodega Aurrera, gruppo Walmart e,
dopo aver chiesto l'autorizzazione per la sosta notturna alla
responsabile del negozio, avendola ottenuta, si è potuto pensare
alla cena.
Più
tardi la responsabile è venuta personalmente ad accertarsi che tutto
andasse bene, raccomandandosi di chiamarla in caso di necessità:
un'altra persona cortese e disponibile incontrata lungo il percorso.
Giovedì 03.01.13 – Partenza veloce alle 8 del mattino con destinazione Monte Alban, la zona archeologica presso Oaxaca inerente alla civiltà degli Olmechi: la strada si evidenzia subito essere parecchio impegnativa.
Nel
primo tratto molto urbanizzato topes e vibradores a go go, poi la
strada si incunea fra le coltivazioni della canna da zucchero ed il
fondo stradale è pessimo con varianti che vanno dalle buche continue
sino alla mancanza di asfalto.
Successivamente
la situazione sembra potersi ricomporre, le coltivazioni sono varie e
la nuvolaglia bassa del primo mattino inizia ad alzarsi o a
dissolversi invece inizia un tratto montano tutto curve salite (sino
a quota 2.300) e discese (sino a quota 900);
a 30 km. dalla meta posta a quota 1.600 m.s.l.m., oltre alle problematiche ricorrenti dovute alla mancanza di allineamento, si manifesta un rumore differente dai soliti: non ci vuol molto a localizzarlo e la cosa mi preoccupa non poco.
a 30 km. dalla meta posta a quota 1.600 m.s.l.m., oltre alle problematiche ricorrenti dovute alla mancanza di allineamento, si manifesta un rumore differente dai soliti: non ci vuol molto a localizzarlo e la cosa mi preoccupa non poco.
Si è
aperto un varco all'altezza del passaruota lato passeggero e la
lamiera dello chassis si sta incuneando nel mobile adiacente, mentre
la parte in plastica del cruscotto si è staccata di alcuni
centimetri dallo stesso mobile.
Temendo
un'altra dissaldatura ed essendo già passate le 13, alla prima
possibiità di sosta mi fermo e, infilate le mani nel passaruota,
trovo la falla: ma ora che fare?
Già
avrei dovuto cercare un meccanico per verificare l'avantreno e
impostare i valori giusti per l'allineamento in quanto il veicolo è
tornato ad essere inguidabile, ora dovrò anche mettermi a cercare un
saldatore: con questo scenario si apre una fase nuova
nell'apprendimento di vocaboli tecnici in lingua spagnola!
Impongo
a Garmin un cambio di destinazione ora diventa Oaxaca, la capitale
dell'omonimo stato, la meta da raggiungere onde identificare qualcuno
in grado di sporcarsi le mani in maniera positiva, non come gli
allineatori di Teotihuacàn il cui intervento si è poi rivelato
essere stato come l'acqua fresca.
Mentre
procedo a velocità ridotta Ezio nota sulla strada un cartello che
indica un saldatore: perché non cominciare subito a chiederne la
disponibilità?
Inizia
qui una trafila che, al quinto tentativo, mi fa trovare un “maestro”,
nome con il quale qui si suol chiamare un vecchietto, che è pronto a
dare un'occhiata per poi comunicarmi che non si può fare nulla.
E'
vero, la posizione dove intervenire è infame, le lamiere da saldare
hanno in mezzo un materiale plastico che assolve a qualche funzione
tecnica, ma al tempo stesso rende impraticabile la saldatura.
Dopo
aver insistito un po', a sorpresa il “maestro” inizia a prendere
l'attrezzatura per intervenire.
Si
rende necessario l'acquisto di quattro bulloni e relativi dadi e
pertanto il maestro mi invita a seguirlo sulla strada dove, a pochi
passi, vi è la baracca di “ricambista”: costo 6 pesos, che
probabilmente il maestro non aveva disponibili.
Tornati
al capezzale del paziente il maestro si predispone ad intervenire
staccando prima tutte e tre le batterie del veicolo ed utilizzando
quei bulloni appena acqistati, ma appena provato a saldare mi informa che i punti di
saldatura non prendono: niente da fare, per poter eseguire il lavoro
bisognerebbe smontare una miriade di pezzi.
Ezio
allora mi chiede perché non fargli eseguire l'intervento sul letto
basculante: ma perché si tratta di un'operazione tecnicamente
impossibile da eseguire durante questo tipo di viaggio con questo
tipo di operatori di strada privi degli strumenti necessari a
smontare e rimontare il pistone a gas che lavora a non so quante
atmosfere, è la mia risposta.
Quando
chiedo il suo onorario mi risponde che non vuole nulla, ma io insisto
mettendogli in mano 100 pesos che accetta sorridente.
Si
sono fatte le 17, è ora di sistemarci per la sosta: nuova
impostazione di Garmin per arrivare all'unico campeggio della zona,
questa volta con le coordinate geografiche; Garmin non sbaglia nulla
e ci deposita dove volevamo, accolti dalla coppia tedesca del 4X4
Man.
Dopo
aver conversato un po' pensiamo a qualche acquisto e, avendo notato
una vecchia Fiat 1100 dentro ad un'officina apparentemente ben
equipaggiata, chiedo se possono occuparsi del mio veicolo. La
risposta è affermativa: vedremo domattina se saranno all'altezza
della situazione.
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